L'amico Maurizio Bertolino mi ha segnalato qualche giorno fa la recensione di un nuovo ricevitore portatile per la rete satellitare americana Sirius. Ormai il livello di integrazione e miniaturizzazione è tale da far tutto sommato sperare molto bene dalla tecnologia della radio digitale, anche via satellite. I segnali arrivano da lontano ma non dobbiamo più pensare a questo medium coma a un qualcosa di inevitabilmente statico e ingombrante. Quella di Sirius è una vera radiolina, che non richiede enormi antenne a padella e mille scatole e scatolotti.
Purtroppo a questi segnali positivi si aggiungono sintomi meno belli. Sono infatti sempre più insistenti le voci di una possibile fusione tra Sirius e il suo concorrente diretto Xm Radio. Ieri non l'ho scritto in modo esplicito, ma se si pensa ai movimenti che caratterizzano gli attuali e futuri scenari radiosatellitari europei e ai ruoli dei vari player tecnologici, questa fusione appare del tutto probabile. Ma per un mercato come quello americano, tradizionalmente nemico dei monopoli, è veramente strano immaginarsi una qualsiasi nicchia di pubblico servita da un solo operatore. InItalia è normalissimo che ci si masturbi per cinque anni con le finzioni sul decoder satellitare unico per aprire la strada a Murdoch come unico provider. Negli Stati Uniti la concorrenza tra Xm e Sirius ha finora contribuito al successo di una offerta il cui gradimento non era niente affatto scontato.
Ora la lista di discussione ABDX riporta una pagina Web piuttosto misteriosa. E' stata aperta per annunciare la Select Satellite Radio e si riferisce a un futuro ricevitore ibrido capace di ricevere entrambe le piattaforme Xm e Sirius, che sono per il momento incompatibili. Costruttore di questa radio sarà la società Interoperable Technologies, che guarda caso viene presentata come una joint venture tra Sirius e Xm. Dal punto di vista del consumatore non ci sarebbe nulla di male, anzi. Ma se ci pensate bene la cosa solleva inquietanti interrogativi sui reali motivi di questa convergenza e quindi sugli effettivi potenziali di una tecnologia che ha conquistato cuore e portafogli di una decine di milioni di abbonati. Un po' come nelle alleanze politiche elettorali, non è detto che la somma totale di Xm e Sirius messi insieme sia più grande delle due vecchie parti prese separatamente. Tra due contendenti si può sempre giocare sulla differenza di gusto tra due tipi di pubblico. E la pressione sui prezzi tende a mantenerli bassi. Senza un vero concorrente l'operatore unico potrebbe cedere alla tentazione e pretendere di più dai suoi abbonati. Insomma, l'eventuale fusione mi sembra un segno di debolezza, non di forza.
Purtroppo a questi segnali positivi si aggiungono sintomi meno belli. Sono infatti sempre più insistenti le voci di una possibile fusione tra Sirius e il suo concorrente diretto Xm Radio. Ieri non l'ho scritto in modo esplicito, ma se si pensa ai movimenti che caratterizzano gli attuali e futuri scenari radiosatellitari europei e ai ruoli dei vari player tecnologici, questa fusione appare del tutto probabile. Ma per un mercato come quello americano, tradizionalmente nemico dei monopoli, è veramente strano immaginarsi una qualsiasi nicchia di pubblico servita da un solo operatore. InItalia è normalissimo che ci si masturbi per cinque anni con le finzioni sul decoder satellitare unico per aprire la strada a Murdoch come unico provider. Negli Stati Uniti la concorrenza tra Xm e Sirius ha finora contribuito al successo di una offerta il cui gradimento non era niente affatto scontato.
Ora la lista di discussione ABDX riporta una pagina Web piuttosto misteriosa. E' stata aperta per annunciare la Select Satellite Radio e si riferisce a un futuro ricevitore ibrido capace di ricevere entrambe le piattaforme Xm e Sirius, che sono per il momento incompatibili. Costruttore di questa radio sarà la società Interoperable Technologies, che guarda caso viene presentata come una joint venture tra Sirius e Xm. Dal punto di vista del consumatore non ci sarebbe nulla di male, anzi. Ma se ci pensate bene la cosa solleva inquietanti interrogativi sui reali motivi di questa convergenza e quindi sugli effettivi potenziali di una tecnologia che ha conquistato cuore e portafogli di una decine di milioni di abbonati. Un po' come nelle alleanze politiche elettorali, non è detto che la somma totale di Xm e Sirius messi insieme sia più grande delle due vecchie parti prese separatamente. Tra due contendenti si può sempre giocare sulla differenza di gusto tra due tipi di pubblico. E la pressione sui prezzi tende a mantenerli bassi. Senza un vero concorrente l'operatore unico potrebbe cedere alla tentazione e pretendere di più dai suoi abbonati. Insomma, l'eventuale fusione mi sembra un segno di debolezza, non di forza.
Tags: radioascolto, radiofonia, radio, dxing.
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