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Ascolto, linguaggi, tecnologie, storia, geopolitica, cultura della radio: emittenti locali, internazionali e pirata • Web radio • radio digitale • streaming music • ham radio • software defined and cognitive radio • radiocomunicazioni • regolamentazione
26 aprile 2006
Orari e programmi delle onde corte
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BBC 2.0
Paidcontent rimanda a diversi articoli del Media Guardian (registrazione indispensabile, ma gratuita) e direttamente all'ufficio stampa della BBC. Non mancano le reazioni dei concorrenti, compreso il tabloid di Murdoch, The Sun, che inveisce contro una azienda finanziata dal canone che "invade"le riserve di caccia dei colossi commerciali (è la solita storia degli oligopolisti travestiti da liberisti, anche se almeno Murdoch ha costruito un impero mediatico transcontinentale di destra quanto si vuole ma sicuramente assai più rispettoso dei regolamenti di certe avventurette ultraitaliane imbastite a colpi di reati prescritti, mancette e furbate assortite dai tycoon politicizzati che conosciamo).
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25 aprile 2006
Spettri che si aggirano per i 30 metri
Uno degli aspetti più interessanti dell'ascolto dei radiofari è dato dalla possibilità di servirsi di appositi programmi amatoriali che consentono di allestire su un normale personal computer (neanche potentissimo) un efficiente strumento di analisi spettrale. Che cosa vuol dire? Beh, la nota di un radiofaro ascoltata in altoparlante è evidentemente una forma d'onda audio che può essere rappresentata sulle due dimensioni come una curva variabile nel tempo. E' una curva che rappresenta l'intensità del segnale audio analogico in ciascun momento e nel caso di una nota di un radiofaro è equivalente a una onda sinusoidale, un sinuoso serpente caratterizzato da picchi e valli di intensità. Ma se il computer parla un linguaggio puramente numerico come è possibile fargli "capire" un segnale audio? I matematici hanno definito da tempo diverse funzioni apposite. La più famosa si chiama "trasformata di Fourier" e si basa su un preciso assunto dimostrato: una curva variabile nel tempo può essere ricostruita artificialmente sommando una serie di n (più elevato è "n" e maggiore sarà la risoluzione, o precisione, del segnale ricostruito dalla trasformata di Fourier "discreta") di onde sinusoidali caratterizzate da una determinata frequenza e una fase.
Il computer che accetta in ingresso un segnale audio, applica questo principio per spezzare tale segnale in tante onde sinusoidali, assegnando a ciascuna frequenza un coefficiente numerico. In questo modo, la curva che varia su un asse nel tempo, viene trasformata (col metodo di Fourier) in un diagramma a barre in cui ciascuna barra rappresenta una frequenza (un'onda sinusoidale pura) mentre l'altezza delle varie barre determinano il relativo "peso" di ciascuna onda nella ricostruzione del segnale. Se un segnale è molto complesso, il diagramma delle frequenze, detto anche "spettrogramma" sarà molto complicato. Ma quando il segnale è una semplice sinusoide, evidentemente la sua impronta spettrale sarà costituita da una barra sola, in corrispondenza della frequenza fondamentale della sinusoide trasformata.
Tornando ai radiofari, il software utilizzato per visualizzarli non fa altro che accettare in ingreso l'audio corrispondente a una piccola porzione di spettro RF demodulato dal ricevitore. Presupponendo che in questa porzione ci siano tre o quattro radiofari su toni diversi, modulati con una semplice sinusoide, una analisi di Fourier del segnale corrispondente rivelerà quattro barre in corrispondenza delle rispettive frequenze. Esistono software particolari in grado di visualizzare questi spettri di Fourier su una specie di nastro continuo, il grafico a cascata (waterfall). Ciascuna barra diventa una riga continua visualizzata lungo l'asse verticale su una ordinata diversa (l'asse orizzontale delle ascisse corrisponde al tempo che scorre). Dato che il radiofaro viene codificato in codice Morse, al poste di una riga continua avremo una linea spezzata che "letta" sullo schermo rivela la sequenza di lettere Morse corrispondenti all'identificativo del faro.
E' uno strumento molto potente, ma io personalmente preferisco ascoltare i fari, magari con l'aiuto di filtri molto stretti. E' più divertente. Esiste però un tipo di telegrafia che nessuno è in grado di decodificare a orecchio: è appunto la telegrafia a banda strettissima, in cui un singolo punto dura non meno di tre secondi (una eternità se confrontata con la raffica di punti della durata di una frazione di secondo che compone una sequenza Morse alla velocità standard radioamatoriale di circa 12 parole di cinque lettere al minuto, pari a una lettera al secondo ma che può arrivare a punti di 10, o addirittura più di 100 secondi di durata!
Per questa telegrafia lentissima - chiamata QRSS o segnalazione QRS, perché il codice "QRS" è quello inviato dai telegrafisti per chiedere al corrispondente di rallentare la trasmissione - è indispensabile servirsi di strumenti software di analisi spettrale. Una splendida introduzione a questa affascinante tecnica radioamatoriale si trova sul sito del radioamatore belga Rik Strobbe. Di questo articolo esiste anche una versione italiana che tuttavia non include alcune recenti aggiunte (in particolare quella sul sistema WOLF, una particolare tecnica di trasmissione a modulazione di fase). Il principio fondamentale da capire è che la telegrafia a bassa velocità corrisponde appunto a una trasmissione che richiede pochissima larghezza di banda. E' un principio abbastanza facile da capire: se la telegrafia viaggia su ritmi di una lettera al secondo e queste lettere vengono generate "suonando" a intervalli brevi o lunghi una nota musicale, sarà necessaria una banda complessiva inferiore al caso in cui in un secondo si debba invece trasmettere la frazione di un punto, a sua volta frazione di una lettera. Il Morse molto lento occupa dunque meno banda. Riducendo la banda occupata aumenta di conserva la possibilità di farsi sentire sopra la normale soglia di rumore anche utilizzando una potenza più bassa. Insomma, grazie alla telegrafia a banda strettissima i radioamatori stanno dimostrando di poter comunicare col Morse utilizzando potenze ridicole, anche meno di una manciata di milliWatt, riuscendo tuttavia a percorrere distanze straordinarie. Le sperimentazioni di questo particolare tipo di emissione avvengono in larga misura sulle onde lunghe, la banda dove bisognerebbe impegnare potenze notevoli per comunicare in modo efficiente: con la banda ultrastretta, bastano appunto potenze microscopiche (QRP nel linguaggio dei radioamatori telegrafisti) per ottenere grandi risultati. Fuori dalle onde lunghe - su una frequenza, i 136 kHz, che non tutte le nazioni hanno riservato all'uso radioamatoriale - cominciano a esserci tentativi analoghi anche nelle altre bande, per esempio dei 3, 7 e 10 MHz.
Perché mai un radiofarista dovrebbe interessarsi a una attività prettamente radioamatoriale? Perché anche i radioamatori, per le loro prove, si servono a volte di radiofari. Con il QRSS si tratta di circuiti molto semplici, relativamente facili da costruire, che vengono collegati ad antenne altrettanto semplificate (anche una semplice verticale di filo). Le potenze in gioco vanno da 500 microwatt (mezzo milliwatt) fino a due o trecento milliwatt e quasi tutti gli esperimenti si concentrano nella banda dei 30 metri, intorno ai 10.140 kHz. Non sempre si tratta di esperimenti del tutto ufficiali, perché il più delle volte vengono trasmesse forme d'onda particolari al posto di sequenze Morse di identificazione (come per tutti gli altri fari radioamatoriali). Bisogna considerare che nonostante l'impiego di software di analisi come Argo - un programma gratuito made in Italy molto usato per visualizzare il QRSS - le tracce di questi segnali sono debolissime e non sarebbe facile leggere il codice Morse.
L'altro giorno sono partito per ascoltare il radiofaro QRSS attivato tempo fa da Andrea Borgnino, che con una ventina di milliwatt è stato "visto" in Nuova Zelanda. Ma sono riuscito a captare, qui nel mio inferno di rumori milanese (sono particolarmente sfortunato, in altre zone della città le condizioni sono leggermente, ma solo leggermente, migliori), il faro di Hans G0UPL, radioamatore che vive nei pressi di Londra. E nel momento in cui scrivo, le 23 UTC, arriva anche un faro americano, quello di WB3ANQ. La mia stazione è costituita da un vecchio JRC 525 con un vergognoso pezzo di filo esterno e Argo, di Alberto Di Bene, installato su un notebook Acer.
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24 aprile 2006
Compleanni radiofonici
“Radio mon amour” 1976 – 2006 30 anni di radio libera 30 anni di Radio Savona Sound Un convegno con ospiti di prestigio e un concerto al Teatro Chiabrera di Eugenio Finardi e Country Joe McDonald, eroe di Woodstock 1975: sulla scia delle prime radio "libere" che da alcuni anni trasmettevano dall'estero, Radio Montecarlo, Radio Lussemburgo, Radio Capodistria e oltre oceano da S.Francisco e altre città statunitensi, anche in Italia, grazie anche a una riforma della RAI di quell’anno che aprì la via al rinnovamento e che portò una libertà d'antenna tutta nuova, nascono centinaia di radio libere. Le prime furono Radio Milano Centrale e Radio Alice a Bologna a cui seguirono emittenti ormai diventate storiche come Radio Popolare (a Milano), Radio Città Futura e Radio Blu (a Roma), e altre. A partire dal 1976 anche in Liguria si accesero le radio private e a Savona vide la luce Radio Savona Sound, la prima nella provincia e la seconda in regione. Dal 27 al 29 aprile 2006 si svolgerà a Savona la manifestazione “RADIO MON AMOUR” che, oltre a celebrare la nascita della storica emittente locale, vuole essere un occasione per fare il punto particolarmente sulle radio locali che rappresentano il 40% delle emittenti radiofoniche private in Italia.
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Oliver 1, Guglielmo 0
Letters to the Editor
The Times
24 April 2006
Sir, It is indeed fitting that the collection of equipment and artefacts of Guglielmo Marconi is soon to be on permanent display in Oxford.
However, to call Marconi the inventor of radio (report, April 18) is at odds with the facts. Popular myth, coupled with Marconi's huge entrepreneurial flair, have perpetuated this idea, but there are many others more worthy of that title. Of course, there is no doubting that Marconi certainly turned what was just a laboratory curiosity into one of the great industrial success stories of the last century when he showed that it was possible to send wireless signals across the Atlantic in 1901. That feat alone must earn him the highest accolades - but not as the inventor of radio.
Radio, like its equally illustrious successor radar, was not invented by one man. For its theoretical justification in 1864, two decades before its existence was proved experimentally, we have to credit the Scottish physicist James Clerk Maxwell. The evidence that radio waves existed and behaved precisely as Maxwell's mathematics had indicated that they should came from the German, Heinrich Hertz, in 1887, while it was Oliver Lodge, a Liverpool University professor, who transmitted the first message by radio in 1894 - a feat he performed, incidentally, during a lecture he gave in Oxford. The first transmission of the human voice by radio must be credited to the Canadian, Reginald Fessenden, in 1906.
Incidentally, it was Lodge who developed what we now call tuning (he called it syntony), a significant development that allowed numerous radio signals to co-exist and not to interfere with one another. Lodge patented that discovery in 1897 and Marconi only acquired the patent rights from the Lodge-Muirhead syndicate in 1911. This fact formed the basis of a ruling in the United States Supreme Court as late as 1943 that the only valid patent held by the Marconi Company in the field of tuning was that acquired from Oliver Lodge in 1911.
Marconi undoubtedly had the foresight and the connections to lay the foundations of what became a telecommunications revolution. Those others whose contributions were equally as important must never be forgotten.
Dr Brian Austin
West Kirby, Wirral, England
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23 aprile 2006
NAB 2006
Sul sito Web della fiera si trovano molte informazioni utili e a Las Vegas sono presenti i nostri amici di MonitoR, Enrico Callerio e Mauro Baldacci, per cui non mancheranno le notizie, in tempo più o meno reale. Con l'occasione, operatori e costruttori interessati alla questione DRM (Digital Radio Mondiale) hanno organizzato una serie di trasmissioni speciali, elencate qui. Sempre sul sito del NAB basta andare nella sezione Stampa/Press per trovare tutti i comunicati degli espositori. C'è da aspettarsi che tutti i rappresentanti della nascente industria della radio digitale, Ibiquity in testa, parteciperanno in forze.
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22 aprile 2006
Oxford celebra l'invenzione di Marconi
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21 aprile 2006
Dimmi che rumore...
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Ancora su Gustav Siegfried Eins
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20 aprile 2006
Eurasia - 2 (separatismi)
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Eurasia - 1
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19 aprile 2006
Suona l'armonica
Così, per quanto si tratti di fenomeni sporadici e in genere in grado di dar luogo a segnali abbastanza deboli e inconsistenti, l'hobby dell'ascolto delle frequenze armoniche rappresenta una categoria a parte del radioascolto nel suo complesso. Su Yahoo c'e' persino un piccolo gruppo specializzato, Harmonics. Molti trasmettitori emettono armoniche di secondo (la frequenza nominale moltiplicata per due) e terzo ordine (la frequenza diventa tripla) e a volte l'ordine può essere addirittura superiore. Se abitate in prossimità di un impianto in onde medie, potete provare a sintonizzarvi sulla frequenza doppia o tripla di questo impianto per vedere se l'armonica c'è. Con Milano 900 succedeva spesso, in passato (oggi la potenza è ridotta), di ascoltare i programmi su 1800 o 2700 kHz. Con le emittenti internazionali è piuttosto facile ascoltare armoniche doppie (per esempio nei 19 MHz dalla banda dei 31 metri, o sui 30 MHz dai 19 metri). Naturalmente le cose si fanno interessanti quando le stazioni sono locali, anche se in genere la frequenza armonica è meno intensa della fondamentale e il segnale molto più debole. Ricordo per esempio tanti anni fa, quando le emittenti sudamericane occupavano molte frequenze dei 49 metri, la possibilità di sentire nazioni come la Colombia nei 18 MHz (6 MHz x 3) in orari anomali, in cui non sarebbe mai stato possibile sentire la fondamentale. Le armoniche, infatti, seguono le regole della propagazione proprie della loro frequenza "irregolare". In questi mesi c'è per esempio un'armonica molto popolare, quella dello Zimbabwe, ZBC su 6612 kHz, doppia armonica di 3306. Agli americani piace da matti perché per loro la frequenza dei 90 metri è molto difficile, mentre l'armonica, a metà strada tra 49 e 41 metri si ascolta regolarmente, così come da noi.
L'altro giorno Tim Bucknall su Harmonics ha segnalato, sui 18332,4 kHz la terza armonica del servizio per l'estero dell'Azerbaijan, che sulla fondamentale di 6111 kHz è sempre bloccata, al mattino, dai deliri apocalittici del predicatore Brother Stairs (il quale chissà come riesce a trovare i soldi per affittare un trasmettitore in Inghilterra e diffondere per il mondo, su 6110 kHz, le sue fosche profezie di dannazione). Tim ha sentito l'inizio dei programmi dell'Azerbaijan, con segnale di intervallo, alle 10.58 UTC. Questo stesso segnale di intervallo l'ho sentito anch'io in queste sere in Liguria, su 1295 kHz, alle 16.58 (inizio del programma inglese). Il segnale sulle onde medie si dimostra ancora una volta estremamente ostico, tanto più in questa stagione, col cielo ancora molto chiaro a quell'ora. Non sono andato molto al di là di questa musichetta di identificazione, che potete confrontare con quella registrata sullo splendido Intervasignals.net. Per ascoltare armoniche come quelle dei 18 MHz (doppie rispetto ai 9 e triple rispetto ai 6 MHz) occorrono condizioni di assoluta tranquillità, ricevitori molto sensibili e antenne adeguate. Non sono prede banali. In compenso, a volte le sorprese sono davvero gradevoli.
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WUN est morte, vive UDXF
E adesso? Quella che era la mailing list di WUN è stata trasformata in un gruppo su Yahoo, lo Utility DXers Forum, che nel giro di una o due settimane è passato da zero a circa ottocento iscritti. I famosi WUN files, la massa di informazioni raccolte sottoforma di articoli e guide dovrebbero confluire nell'area files di questo gruppo, mentre non è ancora chiaro il destino dell'archivio decennale delle newsletter mensili. Diversi ex-componenti di WUN hanno allestito dei siti mirror (questo qui è ancora attivo). Siti che però sono stati subito attaccati dagli antichi responsabili di WUN per violazione di copyright (WUN sarebbe stato un club legalmente costituito, anche se per la verità su questo aspetto nessuno aveva mai insistito troppo). Immediatamente, su UDXF si è aperto un dibattito sulla possibilità di raccogliere almeno i log delle ricezioni che vengono diffusi attraverso la nuova lista. Si intuisce che molte persone non sono state affatto contente di trovarsi davanti a una porta chiusa da un gruppetto di tre o quattro "fondatori".
A stupire, in tutta questa storia, è il grado di interesse che l'argomento continua a destare in una comunità internazionale così vasta. Per certi versi è comprensibile che il traffico utilitario sia più affascinante di quello broadcast (che infatti di interesse ne desta sempre meno). Ma è anche infinitamente più complesso, richiede equipaggiamenti costosi, software di livello professionale e una preparazione individuale davvero notevole. In Italia di stazioni utilitarie si occupano in pochi e pochissimi, anche se molto preparati, sono gli esperti in materia. Basti citare tra tutti i nomi di Fabrizio Magrone e Massimo Petrantoni, autori di diversi libri divulgativi, anche presso editori importanti. Pochi e quasi sempre poco riusciti sono stati i tentativi di creare gruppi organizzati. Del resto lo utility o "ute" (pronunciato "iuti") DX è sempre stato molto transnazionale e in questi ultimi anni WUN forniva tutta l'aggregazione che serviva. In teoria anche UDXF potrebbe farlo, prendendone completamente il posto. Ma a questo punto si capisce ancora meno perché abbiano deciso di chiuderla così malamente.
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Il MARLO in lotta contro i pirati del Golfo
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13 aprile 2006
Qui GS1, operazione depistaggio
Delmer, cui è dedicato anche un ottimo articolo di Wikipedia, fu un personaggio controverso, rientrato in Inghilterra nel 1917, giornalista a Berlino nel '32, quando riuscì addirittura a far parte del seguito della campagna elettorale di Hitler (il quale, bandito ufficialmente dalle radio del Reich, organizzò i suoi comizi con un aereo personale) e durante la guerra in forza all'ufficio delle Special Operations. In un modo o nell'altro fu sempre accusato di essere una spia, prima dei tedeschi contro gli inglesi, poi degli inglesi contro i tedeschi, poi a favore dei comunisti. Leggendo i suoi diari emerge il suo acume giornalistico e politico negli anni più difficili vissuti dall'Europa. Altre cronache sulla missione Aspidistra, e molte altre immagini, si trovano su questo sito, ma anche su una pagina dedicata al trasmettitore di GS1 in occasione di un altro evento radioamatoriale, celebrato nel 2002. Sempre su WIkipedia trovate un approfondimento sul concetto di black propaganda, ulteriormente analizzato da siti che Radiopassioni ha già avuto modo di citare, Psywar.org, Psywarrior e Gray and Black Propaganda.
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Pasqua da pirati (dell'etere)
Radio Veronica, altra stazione pirata di alto bordo (come Caroline, anche Veronica cercava di sfuggire alle regole del monopolio trasmettendo da una nave in acque internazionali) celebrerà invece una lunga festa pasquale in un albergo di Hilversum in Olanda, il Lapershoek per l'intero weekend. Sabato 15 aprile la stazione trasmetterà con 500 watt su 1584 kHz da un sobborgo di Utrecht chiamato Lunetten un programma speciale di tre ore tra le 12 e le 14, alle 16 e alle 17 (la ricezione sarà appannaggio degli ascoltatori nordici, sempre che il segnale vada davvero on air). Il sito-memoria di Radio Veronica, contiene molti ricordi e il sito Veronica 192 mette online uno stream audio di musica in tema. Veronica è un marchio ancora oggi utilizzato da una stazione FM olandese specializzata in musica anni 80-90, il suo segnale viene diffuso anche dal satellite digitale Astra.
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Radio e televisione a convegno
8.45 Registrazione
9.15 Benvenuto ed introduzione alla giornata
- Guido Vannucchi, Presidente AICT
- Francesca Quadri, Ministero Comunicazioni
9.30 Premessa
·Gli interrogativi aperti nel processo di evoluzione della Radio e Televisione digitale
Guido Vannucchi, Politecnico di Milano
9.50 Sessione interventi (prima parte)
“Il digitale alle porte”
Chairman: Mario Frullone, FUB
· La Radiofonia digitale in Italia: servizi offerti e prospettive
Stefano Ciccotti, RAI Way
· Il DVB-T: esperienze e servizi pay-tv. Verso il DVB-H.
Federico di Chio, Mediaset
· L’HDTV come proposta di mercato per un operatore satellitare
Marcello Berengo Gardin, Sky
· Il rapido cammino dell’IP-TV su cavo: standard e nuove offerte radiotelevisive in modalità multiservizio
Francesco Masetti, Alcatel Italia
11.30 Tavola rotonda
Esperienze a confronto
Moderatore:Stefano Quintarelli,DMIT
Daniele Bianchini, Fastweb
Massimo Pettiti, H3G
TBD........ Vodafone
Costantino Pacifici, Radio Vaticana
Aldo Scotti, Rai Way
14.15 Sessione interventi (seconda parte)
“Il digitale domani”
Chairman: Marco Pellegrinato, Mediaset
· Nuovi standard radio e televisivi nella diffusione via satellite
Alessandro Vanelli- Coralli, Università di Bologna
· Lo scenario internazionale
Giacomo Mazzone, EBU; Cristina Bueti, ITU
· Evoluzioni del ricevitore domestico ed altri apparati di utente: problematiche relative
TBD, Sony
· Dalla HDTV al Cinema Digitale
Franco Visintin, SMPTE
15.55 Tavola rotonda
Nuovi standard e nuove frontiere: esperienze ed idee di regolamentazione
Moderatore:Augusto Preta, ITMedia Consulting
Alberto Morello, RAI-Crit
Marco Nuzzo(TBC), RAI Net
GianLuigi Pettazzi(TBC), ADB
Loredana Vajano, AGCOM
TBD, Telecom Media
17.15 Dibattito
17.30 Considerazioni conclusive della giornata
Piero De Chiara, Presidente DGTV
17.45 Chiusura della manifestazione
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12 aprile 2006
Aiuto, la radio sta dando i numeri
Continua a essere il lato più oscuro delle onde corte. Parlo ovviamente delle number station, quelle che sciorinano lunghe schiere di numeri misteriosi su frequenze quasi sempre esterne alle bande broadcast ufficiali. Per gli esperti si tratta di emissioni crittate riferibili alle attività "under cover" e in altre nazioni delle varie reti di intelligence. Nel senso di spionaggio e controspionaggio. C'è chi si si diverte a monitorarle e anche, ove possibile, a cercare di decodificarne il contenuto (ignoro se la cosa sia mai avvenuta, malgrado le attuali risorse di calcolo). Quel che è certo è che la letteratura in materia è ormai sterminata, come illustrato da questo piccolo contributo apparso oggi sul sito di Pc World americana:
Volete sentire di che parlano le spie? Forse non lo sapremo mai, perché parlano in codice. Provate ad ascoltare questi messaggi catturati sulle onde corte, le cosiddette number station. Incuriositi? Allora il Conet Project fa per voi. Leggetevi anche"Counting spies" su Salon.
Sul Washington Post's The Shortwave and the Calling raccontava della personale ossessione di un ascoltatore di queste misteriose stazioni. Volete saperne di più? Su Internet ci sono mucchi di informazioni, forse troppe. La storia di Chris Brand in tre parti è la star dello spettacolo sulle Number Stations.E' molto completo e fornisce tutte le risposte, compresa la posizione ufficiale di un governo che tempo fa fece esplicite dichiarazioni al riguardo. Poi c'è il diario di Thomas Wagner transfuga dalla ex Germania Orientale, che si legge come una spy story, lunga ben 11 capitoli. E per un sito con decine di riferimenti e materiali di supporto su Number Stations e argomenti correlati dobbiamo dire grazie a Simon Mason per il suo Shortwave Espionage page.
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11 aprile 2006
Un'alternativa al DVB-H per la mobile TV
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Alpha, Bravo, Charlie, l'alfabeto alla radio
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09 aprile 2006
Voci intransigenti
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08 aprile 2006
Momenti tristi e parecchio confusi
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Che la forza la ascolti
Nel resto del mondo, dove non arrivano trasmettitori locali e link satellitari, il canale voce primario di AFN, con un mix di trasmissioni dai maggiori network radiofonici civili americani e dalla National Public Radio, viene trasmesso senza interruzioni (a parte le cronache sportive più importanti) in onde corte, attraverso un net di cinque stazioni: Diego Garcia nell'Oceano Indiano, Guam e Pearl Harbour nel Pacifico, Key West nei Caraibi e Keflavik, Islanda nel Nord Atlantico. Quest'ultimo è un servizio in forse perché a quanto sembra la base di Keflavik verrà smantellata a settembre. Per ricevere questi segnali non basta un semplice ricevitore per le onde corte, occorre anche che questo ricevitore possa demodulare segnali in banda laterale superiore (USB). Questo perché il servizio AFRTS in onde corte utilizza impianti sulle frequenze civili e militari marittime, su cui non si può usare la modulazione d'ampiezza, e vengono ricevuti con impianti di tipo militare, magari a bordo delle navi da guerra. Per praticità qui in fondo riporto la tabella completa ricavata dal sito AFN, dove non tutte le frequenze sono facili da ascoltare, anzi. In buone condizioni di ascolto, senza rumori di fondo e con una attrezzatura di buon livello tempo fa, prima dell'entrata in vigore della schedule che ho trovato adesso, ho verificato che intorno alle 23 UTC era possibile ascoltare contemporaneamente (con i ritardi dovuti alle ritrasmissioni satellitari) la frequenza di Diego Garcia, 4319 kHz, insieme alle due della Florida, 7811 e 5446,5 kHz e le due dall'Islanda, 7590 (una delle più facili) e 9340 (non 13855) kHz. Dodici ore dopo, al mattino verso le 11.30 UTC, arrivavano, qui nel Nord Italia, 12133,5 dalla Florida e 12579 da Diego Garcia. Nessuna traccia, ma non c'è da stupirsi in quelle ore, di Guam e delle Hawaii, che potrebbero anche non essere attive.
Location | Band | Daytime | Nightime |
Diego Garcia | Upper Sideband | 12,579 KHz | 4,319 KHz |
Guam | Upper Sideband | 13,362 KHz | 5,765 KHz |
Keflavik, Iceland | Upper Sideband | 13,855 KHz and 7,590 KHz | same as daytime |
Key West, FL | Upper Sideband | 12,1335 KHz, 7812.5 KHz and 5,4465 KHz | same as daytime |
Pearl Harbor, Hawaii | Upper Sideband | 10,320 KHz | 6,350 KHz |
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07 aprile 2006
Poeti anonimi
Pennant(*)
Vorrei diventare un muy hermoso stendardo
Con i drappi dorati e i nomi sbiaditi
Coperto dalla polvere della gloria
Impiccato alla parete della mia eterna illusione.
Adesso che il poeta dell’attimo sfuggente ionosferico si è preso la briga di scrivere, stampare, fotocopiare, rilegare e far recapitare i suoi comunque originali lavori a un indirizzo fisico (anche questo preciso indizio di una certa familiarità col settore)... Beh, un piccolo riconoscimento ufficiale lo merita. Chi si nasconde dietro R.B? Vale la regola dei romanzi gialli, quella che se il colpevole si fabbrica un nome fasullo mantiene inevitabilmente le iniziali (immagino a beneficio del furbo investigatore)? Si vedrà. Oppure no, è lo stesso.
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05 aprile 2006
Io voto per Raghav
«To forcibly close down a community-type radio is a sign of intransigence by the authorities over the emergence of pluralism on the airwaves.»Reporter Senza Frontiere ha preso una forte posizione contro le autorità indiane che hanno sequestrato il microscopico impianto della stazione Radio Raghav FM Mansoorpur 1, la piccola, povera iniziativa di Raghav Mahto, nello stato indiano di Bihar. Ormai conoscete la storia di questa stazioncina, apprezzata dagli abitanti di un villaggio ma chiusa di forza a causa di un particolare francamente ridicolo per un trasmettitore che avrà si e no 1 watt di potenza: la "mancanza di licenza". Manco fosse una licenza di uccidere... L'importante organizzazione di giornalisti liberi stigmatizza la scelta delle autorità indiane come "segno di intransigenza nei confronti di un embrione di pluralismo mediatico".
La storia di Raghav sta diventando emblematica. E per chi, come me, segue il mondo della radiofonia da tanti anni, è una conferma in più (ma non guasta mai) della straordinaria, suggestiva potenza del medium che in barba a una storia così lunga, diventa spesso il primo terreno di scontro tra la modernità (perché pluralismo è modernità) e un conservatorismo autenticamente coglione (ormai si può dire così di chi non la pensa come te, no? non è mica una offesa). Raghav Mahto non faceva del giornalismo importante, non spostava grandi masse di voti, non contava e forse non conterà nulla. E allora perché metterlo a tacere? Reporter Senza Frontiere chiede al governo indiano di concedergli una licenza temporanea e di rivedere, contestualmente, la legge sulle stazioni comunitarie, per non trasformare una giusta regolamentazione in prevaricazione.
Ancora una volta la radio senza confini ci dà l'occasione di riflettere su che cosa vuole dire, per davvero, "libertà d'espressione". Dentro ai nostri confini, nella patria del giornalismo che non ha bisogno di veline perché il più delle volte se le autoscrive, sarebbe una riflessione zoppa. Gli organi di stampa delle democrazie occidentali in queste ore fanno fatica a riportare ai loro lettori la storia di un primo ministro manager e proprietario di organi di stampa, che per due volte apostrofa oppositori e una buona parte dell'elettorato con un linguaggio a dir poco infantile. Vorrei che la stessa incredulità, anzi l'incapacità a credere, fosse condivisa dai nostri, di lettori, ma il sospetto è che si siano (ci siamo) abituati a credere a tutto. Soprattutto al peggio.
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04 aprile 2006
Kenwood UK: autoradio digitale? No, grazie
It won't be long before in-car DAB is Dead And Buried. That's the view of a leading stereo manufacturer, which has axed its range of vehicle digital radios in favour of analogue. Experts believe the move by Kenwood sounds the death knell for digital stereo technology, unless reliability improves quickly. Users have reported interference and lost signals, problems which deter potential buyers. Kenwood's Mike Edwards said the brand has no plans to reintroduce digital products. Fellow in-car entertainment specialists Clarion and Blaupunkt admit in-car DAB has been 'slow to catch on'.Interessanti anche i commenti dei lettori, alcuni dei quali molto negativi anche sulla qualità di un segnale che a bit rate troppo bassi suona male, è distorto, sparisce spesso e volentieri; e sul solito tema della varietà dell’offerta. “Come avere 400 canali televisivi e niente da guardare”, scrive un lettore, aggiungendo che il DAB non può migliorare una programmazione tutta uguale e noiosa e uno stato che fa da papà con le sue regolamentazioni e “chiude ogni possibilità di trasmissione a chi non è tra i pochi eletti.”
Of course DAB will collapse. Nobody wants it or needs it. The so-called quality improvements are non-existent. Decent radio progamming is possible but very difficult to locate despite the packed airways. It'll only get worse - like having 400 channels but nothing to watch. Already, much of the same drivel gets broadcast all over the place and is still called "local radio"! DAB will not improve this. Let's not forget that the whole fiasco is another cynical effort sponsored in part by the Nanny State to increase control over the airways and close off the ability to broadcast to all but the chosen few. But either people see through that or just fail to perceive what the benefit is for them (there isn't any). When the advertising gets as desperate as it has been, i.e. resorting to knocking copy, nonsense and lies to try to flog the things, you know it's only headed one way - down to the dustbin where it belongs! (You can fool some of the people some of the time... etc)C’è però chi osserva anche che mentre il DAB in Europa langue, americani e coreani registrano grossi successi con la radio digitale satellitare (io aggiungerei che il successo in termini di abbonamenti c’è stato, ma che i costi “upfront” per i due operatori americani sono stati enormi e gli esperti non sono poi così entusiasti dei financials - bilanci e borsa - delle due iniziative).
A non-compressed FM signal is far better than 128kbps digital. For both, a lot of the quality comes from a decent aerial. And not listening to mainstream stations which compress the music anyway so it sounds better on a decorator's tranny.
La questione è sempre la stessa. La radio, soprattutto in FM, con tutti i suoi limiti tecnologici e i problemi di gestione delle frequenze, ha tutto sommato dato prova di buon funzionamento. Mentre il digitale deve ancora dimostrare di poter garantire la stessa qualità media (per esempio: è meglio un segnale analogico disturbato ma comprensibile, o un segnale pulito ma che sparisce del tutto se la decodifica non “ingrana”) e di assicurare, nel complesso, una maggiore diversificazione e una pluralità di voci. In questo senso, neppure il digitale televisivo terrestre può convincere del tutto, anche se sulla carta il numero di canali sembra aumentare. Con la radio digitale i multiplex del DAB sono una bellissima cosa, ma in presenza dei soliti network l’intero universo delle radio davvero locali e comunitarie ne sarebbe tagliato fuori.
I'm disappointed by this. Having ummed and ahhed about getting DAB fitted in my car for a couple of years but been put off by the loss of integration with the rest of the car's controls with having an aftermarket head unit, I finally bought a DAB clock radio the other day. I've got sick of Chris Moyles, can't be bothered with my local stations and am not going to listen to Wogan. My intention was to listen to Phil Jupitus on 6music in the morning but instead I found that I could get XFM (despite the postcode checker saying this would not be the case). Now I'm mainly listening to XFM, Virgin Extreme and Chill and will probably get at least one more DAB set in the house. I definitely want to get one in my next car too, but I think the manufacturers really need to offer them as a factory option at the least. I hear what people are saying about sound quality. If I plug headphones into the clock radio then it is noticeably bad, like the best Windows Media streams. This really isn't the fault of the technology though. The compression is MP2 (that was the best when DAB was invented and it is impossible to upgrade). In the early days the streams were 196k/s and did sound much better, but it is the broadcasters who are at fault here. What is needed is for the L-band frequencies to open up like was promised in the 1990s (most sets can pick these up) and then for each station to use more bandwidth, but what are the chances of that?? The irony is that if DAB is on the wane, in South Korea and the USA satellite-based DAB has been one of the fastest selling products in history. I spoke to the CEO of one of the american companies and they do have aspirations to launch a service in Europe too.Ma forse ha ragione il lettore di Auto Express che se la prende con i soliti ludditi, quelli che difendono il carretto a cavalli davanti all’avanzare dell’automobile, ma poi son ben contenti di vedersi i programmi della tv digitale terrestre. E non è un lettore fanatico, visto che ammette che a volte la sua radiosveglia DAB non suona perché il segnale del multiplex preferito è troppo debole e l’audio non c’è.
Il mio modesto parere è che regolatori e industria dovrebbero finalmente mettersi allo stesso tavolo insieme ai consumatori e discutere, a lungo, su come sono andate le varie sperimentazioni e i primi esperimenti commerciali, quali siano i reali desideri del pubblico e per fare finalmente una spassionata analisi dei costi e benefici del confronto tra analogico e digitale. Finora la sommaria regola del “digitale è meglio” (lasciamo da parte gli esoterici degli impianti hi-fi valvolari e dei dischi in vinile, che non fanno mass market) ha sempre tenuto, con l’audio e con la televisione satellitare e (forse) terrestre. Perché la radio non potrebbe essere un’eccezione per la quale il digitale non fosse, chessò, complementare?
Hmm. I have a DAB clock radio. I quite like it as it happens. I can get it to scan, and I can pick up XFM/Radio 2/6 etc and I know that it's that station because it says so. I can flick between stations at the touch of a button. I get info from it to the degree that it tells me what shows are on or who is doing a live set right now, etc. Problems: Reception is a bit weak for some stations round here - resulting in me being late for work yesterday as it didn't actually play anything, due to there being no signal to hook up to. As far as I can tell a 128kb stream is a shitload better than standard FM quality, even with dropped packets etc. I have hooked it up to my 2.1 amp and it sounds fine, certainly better than my flatmates sony midi system reception wise, although he obviously has slightly larger speakers. All this naysaying about DAB is bollocks from luddites IMHO, exactly the same luddites who moaned when DVB started off, and who now all have Freeview so they can catch What The Votorians did For us on UKTV history.
Tags: radioascolto, radiofonia, radio, dxing.
03 aprile 2006
Visione cristiana planetaria
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