
Il sito ha fatto scattare qualcosa e mi sono ricordato di un messaggio letto diverso tempo fa su una mailing list. Grazie alle sofisticate funzionalità di search integrate in Mac Os X (non utilizzate Macintosh? Peggio per voi) ho ripescato quel messaggio, per dovere di attribuzione scritto da John Bryant, grosso esperto americano di stazioni transpacifiche. Può sembrare un dettaglio detto così, pour épater, per fare lo sborone come direbbero a Cesenatico, quando devono trovare una rima per Solone (sei un solone di sborone, o sei uno sborone di solone). Invece ha un suo senso. John raccontava di avere appena acquistato un kit da Pv Scientific Instruments. La sua motivazione era duplice. A John piace infatti ricostruire radio e "atmosfere", in particolare voleva tornare agli inizi della radiofonia per capire le sensazioni provate dai primi radioascoltatori, che poi erano dei veri e propri DXer. Negli anni Venti, come si legge nel formidabile testo di Jerry Berg On The Short Waves, le emittenti sono pochissime, pochi possono permettersi ricevitori che sono ancora molto artigianali, costruiti in proprio o in serie limitate. Chi ascolta la radio non sta a distinguere troppo tra stazioni lontane e vicine, la distanza è metafisica, l'invenzione di Marconi e altri pionieri un ponte gettato per magia su qualcosa che fino a un istante prima sembrava un abisso invalicabile.

I kit della Pv Scientific sono davvero splendidi, molto più evoluti di quelli della Borden. Nell'immagine che riporto qui potete vedere proprio l'esemplare realizzato da John Bryant.
Tags: radioascolto, radiofonia, radio, dxing.
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