Domenica scorsa La Repubblica ha presentato Metropoli, interessante esperimento di inserto dedicato ai popoli dell'immigrazione in Italia. Un fenomeno socialmente ed economicamente vistoso, che in mezzo a tanti, brutti esempi di sguaiatezza, immaturità politica e aperto (e quindi schifosetto) razzismo, sta arricchendo un'Italia avvitata intorno ai suoi tradizionali difetti e incapace di far valere le sue indubbie virtù. Pensavo di trovare qualche riferimento ai media e in effetti qualcosa su Metropoli, un esperimento tutto sommato riuscito, c'è. Ma è talmente poco da spingere a una conclusione: uno dei primi segni della nostra scarsa familiarità con il pianeta immigrazione è anche la relativa incapacità a sviluppare, come accade in altre nazioni, una pur limitata offerta mediatica multiculturale e multilinguistica. In particolare in campo radiotelevisivo.
Tempo fa si è parlato della programmazione della radio svedese per le varie comunità linguistiche (la notizia riguardava la chiusura dei programmi in spagnolo compensata dall'apertura di quelli in altri idiomi). A Radio Rai non mi risultano iniziative analoghe, visto che gli unici a muoversi sembrano essere i colleghi televisivi di Rainews24 e Rai Mediterraneo. In giro si cominciano a vedere giornali in varie lingue, dal cinese all'albanese, dal tagalog allo spagnolo. Ma le radio private? Perché a Milano non esiste una stazione esclusivamente dedicata ai programmi etnici?
Mi ha fatto quindi molto piacere vedere, dopo una rapida ricerca su Internet, che la questione, in realtà, viene affrontata da diverse entità e con diverse iniziative, alcune coordinate a livello comunitario in tutta Europa. La ong fiorentina Cospe, Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti ha addirittura pubblicato una guida ai problemi dell'immigrazione e dei mass media, prelevabile in formato Pdf, presentata nell'ambito di Tuning into diversity, un convegno europeo del 2004. La guida è datata 2002, ma nel frattempo il Cospe ha contribuito a dar vita a un portale Web, Media & Multiculturalità che sembra costantemente aggiornato e propone un ampio Archivio media culturali, con sezioni dedicate a stampa, radio, tv e Internet. Alla voce radio sono riportati i dettagli su molti programmi etnici, in lingua originale o in italiano, diffusi dalle stazioni private FM italiane. Notizie sullo stesso tema si possono probabilmente trovare sul Dossier Immigrazione pubblicato annualmente da Idos a cura di Caritas/Migrantes (costo 16 euro più 4 per la spedizione, comunque una lettura interessante).
Resta il fatto che a Metropoli nessuno pensa, almeno per il primo numero, di dedicare un po' di spazio alle onde corte, un medium con una offerta multietnica tutt'ora invidiabile (oltre che usufruibile con dispositivi dal prezzo molto conveniente) e potenzialmente molto utile per assicurare agli immigrati un legame in più con l'informazione e la cultura delle loro patrie d'origine. Speriamo che non sia un silenzio definitivo.
Tempo fa si è parlato della programmazione della radio svedese per le varie comunità linguistiche (la notizia riguardava la chiusura dei programmi in spagnolo compensata dall'apertura di quelli in altri idiomi). A Radio Rai non mi risultano iniziative analoghe, visto che gli unici a muoversi sembrano essere i colleghi televisivi di Rainews24 e Rai Mediterraneo. In giro si cominciano a vedere giornali in varie lingue, dal cinese all'albanese, dal tagalog allo spagnolo. Ma le radio private? Perché a Milano non esiste una stazione esclusivamente dedicata ai programmi etnici?
Mi ha fatto quindi molto piacere vedere, dopo una rapida ricerca su Internet, che la questione, in realtà, viene affrontata da diverse entità e con diverse iniziative, alcune coordinate a livello comunitario in tutta Europa. La ong fiorentina Cospe, Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti ha addirittura pubblicato una guida ai problemi dell'immigrazione e dei mass media, prelevabile in formato Pdf, presentata nell'ambito di Tuning into diversity, un convegno europeo del 2004. La guida è datata 2002, ma nel frattempo il Cospe ha contribuito a dar vita a un portale Web, Media & Multiculturalità che sembra costantemente aggiornato e propone un ampio Archivio media culturali, con sezioni dedicate a stampa, radio, tv e Internet. Alla voce radio sono riportati i dettagli su molti programmi etnici, in lingua originale o in italiano, diffusi dalle stazioni private FM italiane. Notizie sullo stesso tema si possono probabilmente trovare sul Dossier Immigrazione pubblicato annualmente da Idos a cura di Caritas/Migrantes (costo 16 euro più 4 per la spedizione, comunque una lettura interessante).
Resta il fatto che a Metropoli nessuno pensa, almeno per il primo numero, di dedicare un po' di spazio alle onde corte, un medium con una offerta multietnica tutt'ora invidiabile (oltre che usufruibile con dispositivi dal prezzo molto conveniente) e potenzialmente molto utile per assicurare agli immigrati un legame in più con l'informazione e la cultura delle loro patrie d'origine. Speriamo che non sia un silenzio definitivo.
[aggiunta del 18/01]
Grazie alle tempestive informazioni riportate su siti come Daxmedia/L'Osservatorio Radiotv, Otgtv, Neswline/Planet.media e inforadio.ch (sono quattro punti di riferimento essenziali per le informazioni sullo spettro radiotelevisivo in Lombardia, Italia e Svizzera/Canton Ticino: quattro implacabili segugi delle notizie su nuove stazioni pubbliche e private, programmi e frequenze) vengo a conoscenza di questo comunicato stampa Rai relativo al nuovo accordo per la ritrasmissione del canale televisivo cinese cctv9 (in lingua inglese, però!) nel MUX B della Rai in DTT, quello che già ospita canali come Rai Edu o News 24. Insomma, offerta multilinguistica non direttamente rivolta agli immigrati cinesi, ma comunque importante per consolidare un dialogo che di questi tempi appare particolarmente difficile.
Grazie alle tempestive informazioni riportate su siti come Daxmedia/L'Osservatorio Radiotv, Otgtv, Neswline/Planet.media e inforadio.ch (sono quattro punti di riferimento essenziali per le informazioni sullo spettro radiotelevisivo in Lombardia, Italia e Svizzera/Canton Ticino: quattro implacabili segugi delle notizie su nuove stazioni pubbliche e private, programmi e frequenze) vengo a conoscenza di questo comunicato stampa Rai relativo al nuovo accordo per la ritrasmissione del canale televisivo cinese cctv9 (in lingua inglese, però!) nel MUX B della Rai in DTT, quello che già ospita canali come Rai Edu o News 24. Insomma, offerta multilinguistica non direttamente rivolta agli immigrati cinesi, ma comunque importante per consolidare un dialogo che di questi tempi appare particolarmente difficile.
Tags: radioascolto, radiofonia, radio, dxing.
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