13 gennaio 2006

La radio del vicino - 1

E' vero, l'italiano tende esageratamente all'esterofilia, ma spesso è inevitabile trovarsi a confrontare le cose che in genere nelle nazioni industrializzate funzionano, con quelle che una volta varcati i nostri confini smettono, comicamente, di funzionare. I treni sono un esempio eclatante. Non è possibile che sia solo casualità, una burla statistica che colpisce il viaggiatore saltuario se quasi ovunque in Europa sono puntuali e puliti e qui in Italia non partono, se partono non arrivano quando dovrebbero e, fermi o "in corsa" che siano, sono perennemente scassati e lerci. L'altro giorno tornavo (in aereo) da Londra e per una volta mi ero tenuto in tasca una radio FM. Lo so, non si dovrebbe fare, ma l'oscillatore locale del mio iRiver, alimentato da una pila AA, non può materialmente disturbare nessun glider e nessun dialogo con l'ATC. Ascoltare l'FM in aereo è divertente perché l'effetto è quello di un'automobile sette o otto volte più veloce, le stazioni si alternano rapidamente e se ne possono sentire tante. Ora, non c'è bisogno di identificarle tutte o di capire quello che dicono per rendersi conto che molto spesso la programmazione offerta dalle reti pubbliche o commerciali è di gran lunga migliore di quella che ci propinano, con il loro insopportabile birignao e quel gergo giovanilista da completi mentecatti, i diggei nostrani. La musica, classica, colta o contemporanea/pop che sia è quasi sempre bella e originale. Le notizie abbondano, i commenti sportivi sono avvincenti (da noi appassionano come la lettura della lista della spesa), si sente continuamente parlare di cultura, mostre, festival musicali e teatrali e addirittura dei problemi della gente, non dell'ennesima boiata disco-techno pseudoamericana (in realtà campionata a Battipaglia) "da dedicare alla fidanzata tvumdb" o della crisi mistica della prozia raccontata a Padre Livio. E nessuno dice parolacce per far ridere, come i bambini di quattro anni.
Non sarà che il famoso far west di licenze e frequenze radiotelevisive - autentica vergogna nazionale - salvaguardato dalla nostra Authority con una devozione che altri Stati dedicano alla garanzia (vera) del pluralismo, ha finito per tradursi in una sostanziale incapacità di fare e ascoltare buona radio? Prendiamo la Gran Bretagna, prendiamo l'Ofcom, l'autorità garante britannica... Una visita sul sito Web dell'Ofcom per un italiano è come un viaggio sul pianeta marte. L'ente regolatore inglese ha preparato una sezione sul presente e il futuro della radio che fa venire le lacrime agli occhi. D'accordo, si tratta di una nazione dalla democrazia molto consolidata, dove i ministri del governo danno le dimissioni se giornali e televisioni raccontano della loro notte d'albergo pagata con i soldi pubblici, dove si discute e si legifera in materia di coppie di fatto e eutanasia tutelando i diritti della coppia di fatto (non del loro vescovo, considerando tra l'altro che la coppia potrebbe essere - orrore - atea o - abominio - magari protestante) e la dignità di chi muore (non del padrone della clinica privata). Eccezionale, per esempio, è il documento in cui l'Ofcom parla di come sono state finora assegnate le licenze della radio analogica e digitale in Gran Bretagna e di come verranno assegnate quelle future, ripartendo l'intera questione tra mezzi analogici e digitali e tra servizio pubblico (la BBC, meglio nota come Aunt Beeb, su cui Ofcom regola pochissimo), servizio commerciale nazionale e locale e radio comunitarie. Comparto quest'ultimo, che in Italia non viene trattato per l'eccessiva assonanza del concetto con quello, aborrito, di comunismo. Questa nazione, va ricordato, è tra le più avanzate in termini di regolamentazione e sfruttamento commerciale degli standard digitali come il DAB. Secondo l'Ofcom il futuro sarà però rappresentato anche da Internet, dai Podcast e da standard come il DRM.
In Gran Bretagna la BBC gestisce cinque canali radiofonici nazionali, più altri cinque (1Xtra, 6 music, BBC 7, Asian Network e 5 Live Sports Extra) disponibili solo su Internet, DAB, DVB-T (tranne Asian Network che ha alcune frequenze in onde medie). Cinque canali per l'estero in onde corte, satellite e Internet (BBC World Service, BBS in russo, arabo, spagnolo e farsi, senza contare gli slot di programmazione più brevi in 33 lingue); e una complicata offerta di programmi locali (ben 40 in 11 regioni in Inghilterra, oltre a BBC Scotland e Nan Gaidheal in Scozia, Wales e Cymru in Galles e Ulster e Foyle in Irlanda del Nord). Poi ci sono tre reti nazionali commerciali, Classic in FM e TalkSport e Virgin in onde medie. Un certo numero di stazioni commerciali a copertura locale o regionale. Tutto il nascente mondo delle radio comunitarie in FM e onde medie (LPAM). E come se non bastasse le licenze temporanee RSL assegnate in occasione di particolari eventi sportivi e similari.
Le pagine della documentazione Ofcom, che in questi mesi sta rilasciando le nuove licenze quinquennali comunitarie, sono piene di riferimenti misteriosi per noi italiani: "protezione dalle interferenze", "interesse degli ascoltatori", "copertura locale", "qualità del segnale", "varietà nella programmazione". Assolutamente inaudito, qualcuno dovrebbe scrivere all'amico Tony.
Oltre a tutto questo nella zona metropolitana ad alta densità di popolazione come Greater London operano decine di stazioni pirate più o meno regolari, che l'Ofcom si è tuttavia impegnata a combattere. Malgrado l'esiguità del segnale, spesso distorto, molte sono stazioni abbastanza professionali (diverse utilizzano perfino l'RDS), con una offerta musicale ultraspecializzata, capace di dar voce a una miriade di gruppi contemporanei, e spesso un orientamento etnico. Un fenomeno purtroppo non compatibile con il meccanismo delle licenze comunitarie, giocoforza limitate di numero. Se davvero verrà applicato il principio della tolleranza zero su queste stazioni, state pur certi che molte di quelle che non otterranno licenze comunitarie finiranno per chiudere i battenti.
Quello che segue è un velocissimo bandscan londinese effettuato l'altra notte - dopo una cena alla Porte des Indes, ristorante ispirato alle tradizioni gastronomiche delle ex colonie francesi in India - dalla mia stanza d'albergo a Marble Arch (lo Speaker's Corner di Hyde Park tanto per intendersi), molto incastrato tra gli edifici, con un Sangean 909 modificato con filtri FM stretti e visualizzazione del PI code. In calce alcune fonti che mi hanno aiutato nelle identificazioni. Diversamente da qualsiasi località italiana, è difficile trovare una stazione uguale a tutte le altre. Contenti noi...

87.6 reggae Flava FM? Links FM?
87.9 Pi code ? Shine FM?
88.20 Pi code anche lei, Rude FM?
88.8 BBC Radio 2
89.10 BBC Radio 2
89.40 reggae Sweet FM?
89.80 Station FM
90.20 Unknown FM
90.40 Whoa FM "Street flavour clothing" adv.
90.60 Y2K FM
90.80 Lightning FM?
91.00 BBC R3
91.30 BBC R3
91.80 Passion FM 515b picode
92.30 notiziario BBC WS o BBC r1 pirata Dejavu?
92.70 Freeze 92.7 f927
93.20 BBC R4
93.50 BBC R4
93.80 Vibes FM reggae
94.00 Touch FM?
94.20 Blues FM?
94.40 Flames FM?
94.60 Kool FM?
94.95 sport cc11 BBC Radio london
95.20 Origin FM?
95.40 reggae Roots FM?
95.50 Ontop FM?
95.80 Capital FM
96.40 Surprise FM?
97.10 Ice Cold FM?
97.30 LBC
97.60 ??
97.70 SLR?
97.90 Bassline FM?
98.10 Mystic FM
98.30 Revive FM?
98.50 // 98.80 BBC R1
99.00 ??
99.10 Have it 99.1?
99.80 Supreme FM?
100.00 Kiss 100
100.3 Rinse FM?
100.6 Classic FM //100.90
101.10 afro Naija FM
101.20 Unique?
101.7 Xtreme?
101.9 rap The Beat FM?
102.2 Smooth FM jazz
102.5 Juice FM?
102.7 Rythm FM 07946483125
103.3 LGR
103.6 Pi code Raw Flex FM?
104.0 afro Kasaba FM?
104.4 Resonance FM?
104.7 asiatica Subjam FM?
104.9 xFM
105.4 Magic 105.4
105.8 Virgin London
106.0 afro Hot97?
106.2 Heart Radio, London Tower 106.2
106.85 you're tuned to Lay Low 106.8
107.1 Choice FM
107.2 ??
107.8 Radio Jackie?


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