Visualizzazione post con etichetta number stations. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta number stations. Mostra tutti i post

02 settembre 2013

Number station in cinese, l'ascolto di Star Star Radio in Italia

Qualche giorno fa ho raccontato la strana storia della stazione (forse) spionistica in cinese, la number station "Star Star Radio" ( New Star Radio secondo altre fonti), che si ritiene essere operativa a Taiwan o nel mainland cinese verso Taiwan. Gli esperti - la stazione nella classificazione Enigma 2000 è individuata dalla sigla V13 - sostengono che potrebbe anche trattarsi di una operazione commerciale o addirittura un depistaggio. Fatto sta che è una number station piuttosto anomala: annuncia con un vero e proprio identificativo (Xin(g) xing guangbo diendai) e utilizza formule di saluto degli ascoltatori. C'è persino chi riferisce di aver scambiato con Star Star dei messaggi di mail.
Star Star è attiva da parecchi anni, anche se ultimamente viene segnalata solo una frequenza attiva, i 13750 kHz, in piena banda broadcast e in orari poco adatti all'ascolto dalle nostre parti. L'altro giorno in Liguria, il 29 agosto, sono riuscito ad ascoltare la trasmissione delle 13:00 UTC ed ecco un estratto di alcuni minuti. Il ricevitore è il solito Icom R75 con antenna K9AY. Segnale non intenso ma leggibile, il vero problema è costituito dalle forti interferenze laterali. I numeri però si riconoscono bene.

20 agosto 2013

Xin(g) Xing Guangbo Dientai: la number station che augura buon ascolto

Sul mio canale YouTube i commenti in calce ai filmati che riguardano le stazioni spionistiche in onde corte rivelano che l'interesse intorno a questo argomento è ancora abbastanza elevato. Anche senza essere particolarmente esperti di questioni radiofoniche, il tema della trasmissione di messaggi segreti in codice non può non stimolare una certa curiosità. La storia di questi segnali, molto probabilmente riferibili alla gestione di reti di informatori e agenti "sul campo" (che via radio potevano ricevere facilmente istruzioni e ordini senza destare particolari sospetti), ebbe un picco naturale negli anni della Guerra fredda. Oggi la situazione è molto diversa: le onde corte sono un mezzo formalmente "efficace" ma alquanto desueto e anche il modo di fare spionaggio è probabilmente cambiato.
Sebbene alquanto diradate, queste strane trasmissioni, tuttavia, si sentono ancora. Alcune sono di chiaro significato militare, altre potrebbero avere finalità abbastanza simili a quelle ipotizzate in passato per le number station in lingua tedesca, inglese, russa, ceca. Una delle "number station" ancora attive opera (si pensa da Taiwan) in lingua cinese, reca l'identificativo Enigma "V13" e vanta un vero e proprio format, annunciandosi con un nome quasi commerciale e salutando i propri ascoltatori. Su questo nome permane un po' di incertezza, perché l'originale cinese potrebbe suonare come "Xin Xing", che significa Nuova Stella, oppure come "Xing Xing", ovvero Stella Stella. Una decina di anni fa la newsletter Numbers&Oddities rivelò che un suo collaboratore era riuscito a risalire - attraverso un contatto in Giappone - a un possibile indirizzo postale e a una email. In seguito a una corrispondenza diretta era emerso che la number station identificata dagli anni Novanta come "New Star" diceva di chiamarsi "Star Star".
Un'altra peculiarità di Star Star Radio riguarda le frequenze utilizzate, evidentemente organizzate in "canali" che la stazione annuncia puntualmente all'inizio delle trasmissioni. "Jonathan Short" collaboratore cinese della lista UDXF, dedicata alle stazioni militari e civili non broadcast (tra cui le number station), ha diffuso l'indirizzo di una sua pagina dedicata a Star Star Radio. La pagina è in lingua cinese ma con Google Translate il contenuto diventa abbastanza chiaro. All'interno si trovano elenchi di frequenze, registrazioni, trascrizioni e riferimenti ad altre pagine e ad articoli che trattano nello specifico Star Star o alcuni episodi di spionaggio scoperti tra Cina e Taiwan. È ragionevole supporre che Star Star possa essere in qualche modo riferita a informazioni di carattere commerciale. Nella famosa corrispondenza apparsa nel 2002 la fonte giapponese citava una possibile relazione con l'Asia Pacific Economic Cooperation, un forum di 21 nazioni del Pacific Rim. Che cosa possa avere a che fare tutto questo con le trasmissioni codificate di Star Star non è ancora chiaro.
Ascoltare i numeri di Star Star in Europa non è semplice per questioni propagative. La frequenza più regolare oggi è quella dei 13750 kHz (in passato Star Star si era sentita a lungo sugli 8300) a un orario poco indicato (tra le 12 e 13 UTC). Ma oggi esistono anche i ricevitori controllati via Internet e si può sempre fare qualche tentativo. Una lunga, dettagliata pagina su "New Star Radio" si trova sul sito di Dennis Kent, un ex militare che ha avuto una formazione di linguista in mandarino. Tra le prime risorse Internet dedicata a questa stazione c'è la pagina allestita da Hans van der Boogert, allora residente a Hong Kong, a fine anni 90. La URL originale non esiste più ma Archive.org ne custodisce una copia. Altri dettagli si trovano sul sito HFAsia, molto ricco di informazioni sulle varie modalità di trasmissione dati in onde corte.
Ecco infine da YouTube una registrazione effettuata in California all'incirca un anno fa, da cui è facile intuire il carattere stranamente strutturato di questa ennesima stazione segreta.

 

15 marzo 2013

Tensione in Corea: sulle onde corte ripartono i numeri segreti di V24 Tanshim'

Ci sarà la guerra tra le due Coree, ora che in seguito alle esercitazioni militari congiunte tra il Sud e gli Stati Uniti, la Corea del Nord ha annunciato la cessazione dell'armistizio? Forse dare una risposta a questa domanda è difficile quanto diradare la nebbia sulle prospettive di governo in Italia e del resto la situazione lungo la linea del 38esimo parallelo non è mai stata tranquilla da quel 27 luglio di 60 anni in cui era stato firmato l'armistizio della guerra che ha diviso la penisola.
L'unica cosa certa è che in una situazione tanto tesa è tornata a sentirsi la (presunta) stazione spionistica sud-coreana Tanshim', classificata come V24 nella lista compilata dal gruppo di ascoltatori-decifratori di Enigma 2000 (riportata a questo link per comodità). Delle frequenze monitorate per questa number station nel passato, 4500, 4600, 4900, 5115, 5715, 6215, 6330, e 6730 kHz, sembra essere tornata attiva in questi giorni quella di 4900 kHz. Eccola nell'impeccabile registrazione del DXer californiano Ron Howard, che l'ha segnalata ieri alle 13 UTC. Dopo le note di Beethoven (!) si può ascoltare l'inizio del messaggio cifrato in numeri coreani. Un altro DXer californiano ha pubblicato su You Tube questa registrazione che risale a due anni fa su 5115 kHz (allora V24 utilizzava una voce diversa):




Se non fosse un possibile sintomo di un conflitto capace di degenerare in scontro armato, c'è come sempre da restare affascinati dal suono che arriva, attraverso le onde corte, dalla penisola asiatica. Sarebbe forse il momento di cercare lumi nell'invenzione letteraria, andandosi a leggere un romanzo uscito a fine 2011, più o meno all'epoca della morte di Kim Jong Ill, per la penna di Adam Johnson, che insegna scrittura creativa a Stanford. The orphan's master son è un'incredibile lavoro di fiction che secondo Barbara Demick del Guardian è più realistico di un articolo di giornale e rappresenta il primo tentativo di raccontare una storia della Corea del Nord "dal di dentro", con gli occhi di uno dei suoi abitanti, non dell'occasionale viaggiatore. Il romanzo parla del figlio di un direttore di orfanotrofio che diventa agente buono per tutte le missioni e ha un inizio ambientato sulle barche da pesca coreane in cui la radio ha un ruolo importante.
Tra qualche settimana - è un'altra coincidenza - ci sarà anche un film, non sulle Coree ma sulle number stations. Interpretato da John Cusack "The number stations" esce a fine aprile ed è prodotto in Gran Bretagna da Matador Pictures e Furst Films ed è l'ennesima conferma che l'argomento delle stazioni spionistiche sulle onde corte esercita una irresistibile attrazione. Nell'estate del 2009, come ricorda il sito spagnolo di "aural culture" e sound art Mediateletipos,  il Palais de Tokyo parigino organizzò sulle "Spy Numbers" (sull'onda è il caso di dire del successo di una precedente esposizione ispirata a Nikola Tesla) una mostra che coinvolse numerosi artisti contemporanei. Altre informazioni su quella mostra (peccato, mi è sfuggita completamente) potete trovarle qui su We Make Money Not Art e su E-Flux.

 

21 novembre 2011

SDR "Andrus", la software defined per ascoltare le spie

E' in qualche modo legato alla inquietante realtà delle stazioni spionistiche (o presunte tali) tutt'ora ricevibili sulle onde corte l'ennesimo progetto hardware SDR. Il designer di questo nuovo front-end, battezzato SDR MK1.5 "Andrus" è un ingegnere estone, Andrus Aaslaid, diventato una celebrità mondiale per un recente articolo che Wired di settembre 2001 ha dedicato non già al software defined radio ma al monitoraggio e alla discussione su "The Buzzer", alias UVB-76, alias UZB-76, alias MDZhB, alias 94Zht, misteriosissima number station che da 30 anni trasmette suoni apparentemente regolari (25 burst al minuto) con obiettivi del tutto incomprensibili. L'origine russa di queste emissioni (sulla frequenza di 4.625 kHz) sarebbero confermate dalle triangolazioni effettuate e anche dalle voci in lingua russa che occasionalmente interrompono il pulsare del "ronzone" (per farvi un'idea questo è il feed audio allestito da Priyom.org per permettere di ascoltare i 4.625 kHz via Internet).
Ispirata a un vecchio progetto dell'olandese Pieter-Tjerk de Boer, PA3WFM, la SDR MK1.5 "Andrus" aggiorna il precedente esperimento di Aaslaid, la SDR MK1, al momento ancora disponibile su eBay al prezzo di 350 dollari. Questo primo modello era in pratica uno stadio hardware SDR con downconversion della radiofrequenza e conversione ADC integrata basata su un chip della National Semiconductor e un microcontrollore Atmel. La particolarità è l'offerta di due canali di ricezione HF continua separati, per la cosiddetta diversity reception. La nuova versione MK1.5 mi sembra ancora più interessante perché alla diversity reception unisce la possibilità di interfacciamento al computer attraverso Ethernet (nel MK1 c'era solo la tradizionale porta USB). La larghezza di banda campionabile è rispettivamente di 192 kHz (USB) e di 820 kHz (Ethernet con power over Ethernet). In attesa di ulteriori dettagli commerciali comunque le specifiche proposte dall'autore:
  • Dual Channel diversity mode shortwave receiver
  • Receiving Frequency range 500Hz ... 31MHz both channels
  • USB Audio Interface, 24bit 192kHz
  • 10/100 EThernet interface, with PoE extension possibility
  • IF bandwidth through USB audio 192kHz
  • IF bandwidth through Ethernet 820kHz
Per gli approfondimenti sulla SDR "Andrus" e soprattutto sui retroscena di The Buzzer, fate riferimento alla community di UVB-76.net. Un'altra risorsa imprescindibile su questa e molte altre stazioni spia, le "number stations", è il sito Priyom.org.

25 ottobre 2011

Marburgo 2011, arrestate due spie stile guerra fredda


Se non avessi letto bene la data sarei convinto di essere capitato per sbaglio nell'archivio del Der Spiegel. Invece è tutto vero. Un commando di polizia di Marburgo ha fatto irruzione nella casa di una insospettabile coppia sposata con figli verso le sei del mattino e ha sorpreso la moglie, Heidrun nell'atto di trascrivere un messaggio cifrato ricevuto attraverso un apparato a onde corte. Una delle misteriose "spy station" che vengono annoverate tra gli strumenti utilizzati dai servizi segreti per comunicare gli ordini agli agenti sul campo.
L'arresto dei due coniugi, residenti in Germania ma originari del Sud America e con passaporto austriaco, è il culmine, secondo lo Spiegel Online ( Cold-War Style Spying: Russian Couple's Arrest Could Mar Diplomatic Ties), di una indagine durata settimane contro un network di spie che agirebbero per conto dell'intelligence russa. E' il Moscow Times a rivelare - il giornale pubblica anche una fotografia dell'abitazione di "Andreas e Heidrun" - che i due sarebbero connessi con la rete di spie americane al soldo di Anna Chapman née Kushchenko, l'avvenente spia dai capelli rossi, protagonisti di un altro clamoroso arresto nel 2010.
Già che siete sullo Spiegel andate a cercare in archivio il numero del 1968 che racconta della mitica Orchestra Rossa, la rete clandestina anti-nazista che cercò di comunicare via radio a Mosca informazioni sulle truppe del Reich dopo l'invasione dell'Unione Sovietica. In lingua tedesca, ma con documenti eccezionali. Sull'Orchestra Rossa venne realizzato in coproduzione ZDF-RAI, sceneggiato televisivo trasmesso nel 1972. Sarebbe bellissimo che un canale RAI lo riproponesse!

24 maggio 2011

Number station in tv: Voyager e la radio delle spie

Ecco la trasmissione sulle stazioni spionistiche criptate che si possono ascoltare sulle onde corte, le celebri number stations. Il programma è andato in onda ieri 23 maggio, su Rai 2, in occasione di Voyager e ha visto intervenire Andrea Borgnino, giornalista di Radio Rai esperto di onde corte e Corrado Giustozzi, giornalista e divulgatore di tematiche crittografiche.





09 marzo 2011

Spegne di colpo il network radiofonico delle spie

La settimana scorsa si è abbattuto un fulmine su una zona grigia della radiofonia che resiste da decenni, in barba a ogni evoluzione geopolitica e tecnologica e quasi completamente ignorata dai grandi media, che danno viceversa ampia notorietà alle storie di spionaggio più strampalate (e inattendibili). E' una zona grigia i cui confini sono delimitati da una miriade di trasmissioni cifrate, lunghe stringhe di numeri o lettere che che costellano le frequenze delle onde corte e dalle persone che sorvegliano con attenzione questi flussi. Alcune di queste persone lo fanno perché è il loro mestiere, o almeno questa è l'ipotesi prevalente: il mestiere dell'agente segreto "sul campo", dell'informatore, dello spione. Altri - ed è un gruppo verosimilmente più ristretto - sorvegliano le "stazioni dei numeri" per puro divertimento, cercando di ricavare il maggior numero di informazioni "in chiaro" possibili: le frequenze utilizzate, le tabelle orarie, la struttura dei messaggi. Ogni minimo dettaglio che possa gettare una flebile luce sulla natura delle trasmissioni, sui luoghi di origine e di destinazione, sui contenuti di messaggi criptati con codifiche a prova di criptoanalista.
I conflitti deflagrano e si esauriscono, le guerre fredde di intiepidiscono, le polizie segrete dei regimi più impenetrabili si smobilitano, le tecniche di cifratura digitale si raffinano, ma le "number stations" sono sempre là, come fari nella notte sopra un mare di complessità, fari che invece di illuminare rendono ancora più oscuro il mondo delle operazioni di intelligence e counterintelligence. C'è chi dice che questi messaggi trasmessi sulle onde corte sono ancora il mezzo migliore, il più semplice e insospettabile, per un servizio segreto che deve impartire ordini ai suoi contatti operativi. Basta qualche centinaio di numeri e un semplice algoritmo di sostituzione per far arrivare in forma riservata indirizzi sicuri, nomi, modalità di consegna, istruzioni pratiche. Tutto quello che l'agente deve avere in tasca è una radiolina a onde corte, un taccuino e un foglietto con le chiavi per la decodifica. Dal campo al centro operativo le comunicazioni possono svolgersi in altro modo, ma i numeri trasmessi sulle onde corte possono garantire alla periferia un anonimato quasi perfetto. Computer, Internet, smartphone, tutte cose piuttosto visibili, specie in certe geografie, che possono soprattutto lasciare molte tracce elettroniche. Che cosa c'è di più normale di una radio? Nessuno o quasi potrebbe associarla ai ferri del mestiere di una spia.
Il primo di questo mese di marzo nella tranquilla area grigia dello spionaggio via radio è avvenuto qualcosa di grosso. L'equivalente di un terremoto che ha scosso la costante azione di monitoraggio degli appassionati riuniti intorno a mailing list come Enigma 2000, o la Numbers&Oddities Newsletter, i gruppi di agenti di controspionaggio per hobby (almeno si spera). La notte tra il 28 febbraio e il 1 marzo sono infatti completamente cessate le trasmissioni delle number station identificate secondo la classificazione escogitata dai lettori di "Enigma" dalla sigla E10 (ecco un lungo campione audio). Sono le stazioni più famose e prolifiche dell'area grigia, l'equivalente di Radio Deejay per gli spioni. Certezze ce ne sono davvero poche ma gli esperti di stazioni dei numeri giurano che le trasmissioni del network E10 sono originate dai servizi israeliani, il celeberrimo e misteriosissimo Mossad. Le trasmissioni E10 da sole rappresentavano una percentuale significativa delle attività di monitoraggio degli appassionati, che su queste infinite sfilze di numeri tramandano un folklore fatto anche di episoni curiosi. Come quella sera di marzo di cinque anni fa, quando un operatore in vena di facezie concluse una trasmissione con la stringa "G1O2O3D4N5I6G7H8T", good night, buona notte. Le storie del network E10 sono raccontate da Simon Mason sul suo insostituibile sito Shortwave Espionage.
Nel corso del tempo il network del "Mossad" ha subito diversi cambiamenti, spesso ci sono stati blocchi temporanei, spostamenti di orario e frequenza. Ma da dieci giorni tutte le frequenze note sono spente. Il presunto Mossad ha smesso di dare i numeri.
La notizia mi è arrivata qualche giorno fa da un mio lettore, Giorgio, che mi è sembrato autenticamente costernato. Oggi è stata pubblicato l'ultimo numero della newsletter Enigma 2000 e il commento tradisce, insieme alla comprensibile delusione del fanciullo che apre l'armadio e scopre il giocattolo preferito rotto forse irrimediabilmente, il pragmatismo dell'analista non professionista ma di razza. Perché il network E10 cessa di funzionare proprio nel momento di maggior instabilità dei governi di Nord Africa e Medio Oriente? Perché il Mossad rinuncerebbe a istruire i suoi agenti proprio in questo momento? Ha trovato metodi più aggiornati e affidabili? Ha deciso di affidarsi alle comunicazioni digitali o satellitari? E' possibile che nonostante tutto queste trasmissioni non abbiano niente a che fare con i servizi israeliani? E si si trattasse di un'altra nazione, magari vicina, magari attraversata per la prima volta dopo decenni da un'ondata di stravolgimenti del tutto imprevisti fino a pochi mesi fa?
Per adesso le frequenze di E10 continuano a tacere, ma i ricevitori del controspionaggio per gioco restano sintonizzati per cogliere la minima ripresa di attività. Restate sintonizzati anche voi sul sito della European Numbers Information Gathering & Monitoring Association o abbonatevi alla Enigma Newsletter sul gruppo Yahoo Enigma 2000. Troverete informazioni altrettanto interessante sul sito di Ary Boender, Numbers&Oddities e la sua N&O Newsletter. Il presunto Mossad tace, ma altre misteriose stazioni continuano, nonostante tutto, a dare i numeri. Grazie al Conet Project, un ampio saggio di anni di attività è stato catturato su quattro compact disc disponibili online su Archive.org

18 luglio 2010

Number stations su National Public Radio

Sulla scia del clamore esploso intorno all'arresto di diverse persone negli Usa, con l'accusa di coinvolgimento in attività spionistiche per conto della Russia, l'americana NPR intervista lo storico dell'International Spy Museum di Washington, Mark Stout (ex funzionario della CIA), a proposito di number stations citate nelle cronache come uno dei canali utilizzati per il collegamento tra agenti e centrale. Ecco il clip audio. Sul sito trovate altri rimandi a passate trasmissioni sull'argomento.

13 luglio 2010

Radio e codici, le spie del 2010 ascoltano le onde corte

La celebre rivista online Slate è tutta presa dalla fascinazione per i risvolti tecno-nostalgici delle cronache relative all'arresto del circuito di presunte spie per conto della Russia ordinato nelle scorse settimane dall'FBI americana. Riprendendo i testi degli atti di accusa, i giornali hanno sottolineato come alcuni "agenti" siano stati trovati in possesso di radio a onde corte e quaderni di appunti che molto probabilmente contenevano i cifrari "one time" necessari per decrittare le trasmissioni giunte dalla centrale di controllo spionistica.
E ancora una volta giornalisti e tecnologi si chiedono strabiliati come sia possibile che nell'anno di grazia 2010, nell'era di Internet e dei satelliti, le spie debbano ricorrere a un'invenzione di un secolo fa per comunicare tra loro. L'articolo di Slate contiene tra l'altro molti estratti di "number stations" registrate nell'ambito del Conet Project, una peculiare sperimentazione antropologico-musicale pubblicata originariamente nel 1997. Oggi il Conet Project è presente anche sulla piattaforma di condivisione audio di SoundCloud.

7887 kHz, Your Home for Classic Cuban Espionage Radio

The shortwave radio signals that the alleged Russian spies were using are still surprisingly effective.

By Brett Sokol
July 6, 2010

The FBI documents that accompanied last week's arrest of 10 alleged Russian spies are alternately creepy—who knew the Tribeca Barnes & Noble was a hotbed of espionage?—and comical—turns out even foreign spies wanted to cash in on suburban New Jersey's real estate boom. With a nod to Boris and Natasha, the accused are also said to have used short-wave radio, a 1920s-era technology that, because of its particular place in the spectrum, can bounce off the atmosphere and travel across continents. The FBI's criminal complaint paints a picture of stateside spies hunkered down in front of their radios, year after year, in homes in Montclair, N.J.; Yonkers, N.Y.; Boston; and Seattle, furiously filling spiral notebooks with "apparently random columns of numbers" broadcast from the motherland.
Just as in the case of Cuban spies Walter and Gwendolyn Myers, arrested last summer in Washington, D.C., the clandestine Russian agents were tuning in to foreign short-wave stations transmitting strings of numbers—some in Morse code, others spoken by a recorded voice—that they then decoded into words. The so-called "numbers stations" carried regular broadcasts that could be heard by virtually anyone across the United States spinning their own short-wave dial past the BBC World Service or Radio France International, two of many neighbors in the shortwave spectrum.
It may seem like the digital era of spy technology has passed the Russians by. In the Washington Post, columnist Jeff Stein tittered that "the FBI must have been clapping its collective hands when it discovered the primitive radio techniques the Russians were using." But they aren't the only ones using short-wave radio for espionage. Great Britain has publicly admitted that its foreign intelligence agency, MI6, still uses "numbers" stations.

Se vorrete leggerlo interamente l'articolo di Slate è molto documentato e sottolinea giustamente, attraverso le interviste a radioappassionati che ancora oggi non smettono di monitorare le trasmissioni cifrate sulle onde corte, come il fenomeno delle number stations non è una anticaglia da Guerra fredda. Nel febbraio scorso, le liste specializzate si animano della notizia relativa a una misteriosa stazione numerica che trasmette molto regolarmente su 10255 kHz praticamente tutti i giorni, intorno alle ore 16 UTC, in modulazione AM/USB, comunicando gruppi di numeri in lingua vietnamita. Una pagina Web incredibilmente dettagliata e ricca di esempi audio è stata recentemente allestita da "Original Token" nickname di un radiomonitor che afferma di ricevere dal deserto del Mohave, in California.


Ovviamente non è facile far risalire queste trasmissioni codificate a una fonte ben precisa. Anche la natura è incerta. E' possibile ipotizzare l'esistenza di una rete di spionaggio vietnamita in California? Forse è possibile se si considera l'importanza assunta oggi dallo spionaggio industriale, ma al tempo stesso appare inverosimile che proprio in quest'ambito non vengano utilizzate tecniche di comunicazione più sofisticate. Alcuni hanno pensato che le trasmissioni possano essere collegate a una "semplice" attività commerciale marittima, ma anche in questo caso l'obiezione riguarda l'impiego di una frequenza HF non canonica rispetto ai canali normalmente assegnati e alla lenta ripetitività dei contenuti (gli stessi gruppi numerici vengono trasmessi per molti giorni).
Eppure basta pensare ai costi e alla semplicità di un sistema di comunicazione in grado di funzionare con una certa affidabilità senza impegnare sofisticate risorse elettroniche. Alla insospettabilità di cui può godere un piccolo ricevitore radio, un oggetto così famigliare, nelle mani di un potenziale agente segreto. E anche all'efficacia assoluta dei sistemi di cifratura a sostituzione alfabetica basati su "one time pad". Dobbiamo proprio rassegnarci alla permanenza, su questo medium vecchio un secolo, di attività oscure e contenuti destinati a nicchie estremamente specializzate di ascoltatori mossi da intenzioni estranee a ciò che sappiamo della radio.

29 giugno 2010

L'FBI arresta 10 "spie" americane: usavano le onde corte

Le autorità americane (ecco per esempio il reportage della CBS) avrebbero messo sotto arresto una decina di persone coinvolte in attività di spionaggio per conto del servizio di intelligence russo. Le cronache mettono come al solito in risalto le tecniche di steganografia e crittografia utilizzate per lo scambio di messaggi, dando prominenza alle trasmissioni codificate sulle onde corte. Per esempio questo riassunto della BBC:

The suspects are accused of using short-wave radios to send and receive "radiograms" - coded bursts of data - to Moscow Centre. US agents believe they are referred to as "RG"s by the alleged spies.
Decoded electronic messages sent using steganography include one from Moscow Centre in 2009 saying: "Pls, make sure your radioequipment [sic] for RG rcptn is in order. We plan to send a couple of test Rgs [.]"
A search of a Seattle apartment linked to the suspects in 2006 turned up short-wave radio equipment. "In addition, agents observed and photographed spiral notebooks, some pages of which contain apparently random columns of numbers," the court papers say.
Those numbers are believed by US agents to be codes for deciphering incoming radiograms.

Altri agenti utilizzavano connessioni Wi-Fi all'interno di ristoranti... C'è da ridere pensando a questi spioni "high-tech" che si collegano con il capo-maglia utilizzando Skype da Starbucks, ma i giornali ne parlano come se si trattasse di tecniche complicatissime e misteriose, rese ancora più nebulose dal linguaggio legale. La cronaca più dettagliata, accompagnata dagli atti di accusa forniti dal Dipartimento di Giustizia, l'ho trovata sul canadese The Globe and Mail. La stampa canadese è interessata alla vicenda perché una delle accusate sarebbe coinvolta nella falsificazione di identità di cittadini canadesi. Gli atti sono disponibili anche su Scribd.com:


Ho sempre qualche difficoltà nel valutare l'attendibilità di teoremi giudiziari come questi. Il circuito "spionistico" viene accusato di aver fornito informazioni di intelligence sulla politica americana, in un contesto in cui la lettura del New York Times fornisce dettagli sicuramente più interessanti. Non dico che lo spionaggio non esista, che le number stations ancora oggi ascoltabili sulle onde corte non siano con ogni evidenza riferibili alla presenza sul campo di agenti dei servizi e alla necessità di coordinarli. Quello che stupisce è la banalità delle situazioni descritte, la partecipazione di gente non solo insospettabile (per una spia è fondamentale, no?) ma quasi sicuramente esclusa dall'accesso a veri e propri segreti. Si parla per esempio di contatti con persone impegnate in laboratori di ricerca nucleare, come se su Internet non esistessero siti come Wikileak. Qualunque lettore di giornali sarebbe sicuramente in grado di fornire "intelligence" altrettanto accurata: perché imbastire un'operazione così complessa quando l'edicola all'angolo con l'ambasciata russa a Washington - per non parlare di un bel computer in un Internet café di Mosca - sarebbe molto più utile e riposante?

28 aprile 2010

Il film delle Number Stations


Altra segnalazione dall'amico Benn Kobb: si tratta di "Clandestine" un suggestivo documentario di 30 minuti realizzato da Gideon Kennedy e Marcus Rosentrater con materiale d'archivio americano sulla storia delle Number Stations, le misteriose emittenti che ancora adesso vengono utilizzate dai servizi di intelligence per gestire le reti di agenti sul campo, con lunghi messaggi in forma criptata. La colonna sonora del documentario è costituita dall'inconfondibile sound di queste stazioni, nella famosa antologia del Conet Project.
Di seguito il trailer su YouTube e una breve intervista ai registi proposta dall'Atlanta Film Festival. Clandestine ha anche una pagina Facebook molto attiva.

10 Questions with Gideon Kennedy & Marcus Rosentrater of CLANDESTINE (with Code!)

In the early days of film the norm was to store a print for a few years after an initial run and when space was needed, to burn it. Studios would keep the hits they knew they could re-release every few years, but Hollywood had no problem destroying hundreds of films they no longer had any financial use for--to be fair, they did keep the scripts around so they could remake them. Unfortunately, it wasn't until the 1960s that film preservation really started in earnest and it really wasn't till the 1980s there were enough techniques developed to salvage the large number films that were literally crumbling. One hundred plus years of filmmaking has disappeared, and is disappearing, and no one will see it.

What directors Kennedy and Rosentrater have done is to go beyond preservation and have, in the tradition of oral storytelling, reordered the familiar to craft a new narrative that's grounded in reality, tinged in paranoia and intimately personal.

CLANDESTINE
Gideon Kennedy & Marcus Rosentrater - Directors
Become a Facebook Fan

If you could describe your film using only 3 words, what would they be?

ECHO HOTEL PAPA (that's also a clue!)

Is there a character or subject in your film you most identify with? Would you switch places with them just for a day?

Can't really say without generating unwanted suspicion.

What's the one thing about your film you're most proud of?

The fact that we were able to weave sounds and images from hundreds of sources into one seamless film that tells two stories, is really something to be proud of. That, and a genuine paranoia of the FBI.

When you first screened your film, was there a moment, scene or character the audience reacted to, that surprised you?

Because our film is half non-fiction and half narrative fiction, many people assume that the narrative half is documentary and therefore autobiographical. It is not. However, it is based on research around the thoughts, feelings and reactions people have towards an adulterous parent or role model.

What do you want audiences to take away from your film?

We've found that many viewers leave reflecting on a parent or role model who has let them down, or somehow grew out of favor. On the documentary side, it's been fun to see people's reaction to Numbers Stations; their surprise that governments are still br [transmission cut off]

Who are the directors, filmmakers and artists that most influenced your film or yourself?

Hopefully a viewer, watching our film, would see the influences of Chris Marker, Craig Baldwin, Rick Prelinger, Laura Kissel, Bill Morrison, Peter Watkins and perhaps even Jay Rosenblatt.

Who is the unsung hero of your film and why?

Adolf Tolkachev. In addition to being one of the most productive spies in history, his story and personal life are the most reminiscent of the story told in the narrative segments. His greatness is relative to which side you are on.

Where do you see your film in 5 years?

Gathering dust on archive.org, from which most of it came.

Someone has to go to the bathroom during your film, and they have to miss part of your film. Do they miss the beginning, the middle or the end?

Leave at the beginning, and don't come back. In a word, ABORT!



17 aprile 2010

Una inaspettata radio-spia milanese

Haaretz dedica un interessante approfondimento al personaggio di Michael Harari, figura leggendaria nella storia dei servizi di intelligence israeliani, l'uomo che aiutò a tirare le fila di operazioni come il raid di Entebbe o "Ira di Dio", la missione, successivamente immortalata nel film di Steven Spielberg "Munich", per vendicare l'uccisione, a Monaco, degli atleti della squadra israeliana olimpica. Ma fu anche coinvolto nelle oscure vicende panamensi immediatamente precedenti l'invazion americana, quando Harari divenne addirittura consigliare di Manuel Noriega.
Comprensibilmente Harari non è mai stato troppo incline a farsi intervistare. Il quotidiano di Gerusalemme cita il momento pubblico più famoso, il colloquio con i giornalisti del primo canale della tv pubblica israeliana ormai più di venti anni fa. Oggi Harari è tornato a parlare, a lungo, con il giornalista del Messaggero Eric Salerno, che ha utilizzato queste conversazioni per il suo recentee libro Mossad Base Italia. Al centro dell'attenzione di Salerno ci sono le relazioni tra servizi israeliani e italia, nei giorni immediatamene successivi alla seconda guerra mondiale. Hariri ha raccontato a Salerno delle sue esperienze come radio operatore della Aliyah Bet, l'organizzazione segreta che nelle diverse nazioni organizzava il reimpatrio clandestino di chi voleva migrare nella Palestina britannica e in Israele prima della dichiarazione dello Stato nel 1948. Harari era dislocato in Lombardia e il suo nominativo era FNM, come "Ferrovie Nord Milano" (il che chissà perché mi fa ricordare le volte che uno torna dalla Malpensa su uno degli ultimi treni e viaggia con la security di El Al, ragazze e ragazzi giovanissimi, molto simili a come doveva essere Harari 60 e più anni fa, che abitano tra la città e l'aeroporto e scendono da quel treno come "normali" pendolari, solo a un'ora un po' insolita).
Il libro di Salerno parte da queste prime forme di collaborazione offerta agli agenti pre-israeliani per elaborare una storia dei rapporti tra i servizi informativi italiani e il Mossad e gli altri servizi dello Stato ebraico, rapporti che coinvolgono anche personaggi fascisti e post-fascisti. Un libro che non potrà non far discutere, corroborando le ipotesi cospirazioniste dei tanti, troppi nemici di Israele (non appartengo a questa infausta schiera, zeppa di antisemiti dichiarati) ma facendo anche arricciare il naso ai pochi gruppi di sostenitori, come Informazione corretta, che scrive un sacco di cose giustissime con il tono da mastino del nostrano giornalismo di destra, inducendomi a volte a dubitare che la difesa di Israele sia l'obiettivo primario. Personalmente ritengo che certe storie vadano raccontate, dando voce ai protagonisti e alle loro testimonianze dirette, a dispetto di chi ritiene - spesso per motivazioni diametralmente opposte - che sia sempre meglio tacere. Dall'articolo di Haaretz sembra di capire che Harari non abbia smentito il racconto riportato da Eric Salerno. La sua vicenda di operatore radio va così ad aggiungersi ai pochi fatti e alla notevole mole di folklore che da anni andiamo imbastendo a proposito delle stazioni-numero sulle onde corte, le presunte centrali di controllo delle reti di agenti del Mossad e di tanti altri servizi spionistici in tutto il mondo.

Tales of Harari in Italy
By Yossi Melman

Mike Harari is one of the most admired and mysterious figures in Israel's intelligence community. But over the last quarter century, his numerous clashes with journalists and photographers have supplied ample evidence of his attitude toward the media: He is not a big fan. Except for one interview with Channel 1 television in 1989, given in order to clear his name, he always adamantly refused to be interviewed.
Harari headed the Mossad's Caesarea operations department during the dramatic years of the fight against Palestinian terrorism in the 1970s. His otherwise successful career in the agency was tarnished in July 1973, when a team from the Mossad's Kidon unit killed Ahmed Bouchiki, an innocent Moroccan waiter, in Lillehammer, Norway after mistaking him for the real target: Hassan Ali Salameh, a senior member of the Black September organization, who was involved in planning the kidnap and murder of Israeli athletes at the 1972 Munich Olympics. Several Mossad agents were caught and served time in jail, but Harari and then Mossad chief Zvi Zamir, who supervised the operation on the ground, managed to get out of Norway.
Harari continued in the Mossad for another two years and then went into business. He served as Panama's honorary consul in Israel and as an adviser to Panama's former president, Manuel Noriega.
In 1989, U.S. President George Bush ordered his country's army to invade Panama and depose Noriega, who was arrested and sentenced to jail (where he still remains) for drug trafficking, money laundering and extortion. For a time, there were rumors that Harari had been either killed or arrested during the invasion. Harari gave the Channel 1 interview to dispel these rumors.
Given his animosity toward the press, it is surprising that he recently agreed to another interview with a journalist - not an Israeli one, heaven forbid, but an American-Italian one. Eric Salerno held lengthy conversations with Harari in the latter's Tel Aviv home. The talk focused not on Harari's work in the Mossad, but on his distant past, when he was a radio operator in Italy's Lombardy district for the Mossad L'Aliya Bet, which brought illegal immigrants to prestate Israel. Harari related, for instance, that his code name in radio messages was FNM, an Italian abbreviation for the rail line to northern Milan, and showed the interviewer a pistol he retained from operations in 1948.
The conversation forms a chapter in a book Salerno recently published in Italian, Mossad base Italia. The book relates the story of the generous aid the Italians provided to Mossad L'Aliya Bet and other prestate undergrounds, such as the Haganah, as well as the close cooperation, ever since Israel's establishment, between Italy's intelligence service, SISMI, and the Mossad and the Israel Defense Forces' intelligence branch.
The Israeli organizations never examined the backgrounds of the Italians who assisted them. In 1938, members of the Betar movement participated in a naval training course in Benito Mussolini's fascist Italy. Mossad L'Aliya Bet and the prestate military organizations Palmach and Palyam - which worked to bring Jews to Israel, purchase arms and blow up ships and planes carrying weapons to Arab countries - were assisted by former fascists.
A key Italian figure was Pino Romualdi, leader of the neofascist Movimento Sociale Italiano, with which the current speaker of the Italian parliament, Gianfranco Fini, was also affiliated. Romualdi supplied the Irgun, another prestate underground, with explosives from old cartridges used by the fascists in World War II. Another fascist who was very close to Mussolini, Fiorenzo Capriatti, came to Israel and helped create Shayetet 13, the navy commando unit.
According to Salerno, the Mossad persuaded Italy's current prime minister, Silvio Berlusconi, and his aides to order Italy's intelligence services to give it the names of their own operations officers, so that Mossad could obtain their help in its clandestine operations. Adm. Flavio Martini, a former head of SISMI, said that when he was SISMI's chief of operations in the 1970s, he traveled to Syria, and upon his return, provided Israeli intelligence with Damascus' plans for war.
Based on the evidence and documents gathered by the author, all Italian governments since World War II helped the Mossad and Military Intelligence. Israeli espionage agents confirm that Italy's intelligence services are among the friendliest in the world toward their Israeli counterparts.

18 dicembre 2009

La number station che incastrò l'agente Georgiyev

Un altro articolo dell'esperto polacco Jan Bury apparso sull'ultimo numero del trimestrale Cryptologia, aggiunge un'ulteriore tessera al mosaico con cui Bury sta ricostruendo il funzionamento delle operazioni di spionaggio e controspionaggio negli anni della guerra fredda, con una particolare attenzione agli aspetti della trasmissione e ricezione di messaggi cifrati. Dello stesso autore sono apparse altre storie non meno affascinanti ma questa è davvero particolare perché racconta di come i messaggi trasmessi dalle cosiddette number stations sono stati intercettati e decodificati grazie a un'operazione di counterintelligence che aveva permesso di individuare, all'inizio degli anni Sessanta, un cittadino bulgaro che lavorava per i servizi americani.
Il fatto raccontato da Bury emerge da un rapporto che le autorità di Mosca avevano a suo tempo diffuso nelle altre nazioni del Patto di Varsavia, documento fortunosamente scampato alle distruzioni successive alla caduta dei regimi comunisti e che oggi è conservato in Polonia negli archivi dell'Istituto nazionale del ricordo. Nel documento si legge la vicenda del bulgaro Asen Hristov Georgiyev, nato a Sofia nel 1907 e reclutato verso la fine degli anni Cinquanta, mentre svolgeva funzioni diplomatiche negli Stati Uniti, dagli agenti della CIA. Georgiyev fu equipaggiato con inchiostro invisibile per la stesura dei suoi rapporti, con un ricevitore Hammarlund SP600 per la ricezione dei messaggi che avrebbero contenuto le istruzioni e richieste, e coni one time pad necessari per la decodifica dei messaggi stessi.
Georgiyev viene fortunosamente scoperto attraverso le operazioni di sorveglianza dei funzionari dell'ambasciata americana a Sofia e posto a sua volta sotto stretto pedinamento. Le prove per incastrarlo definitivamente quando nella sua abitazione vengono scoperti gli one time pad che rendono possibile la lettura di alcuni messaggi cifrati trasmessi dalla "number station" americana di Atene su una frequenza di 5243 kHz (si tratta di una frequenza del tutto compatibile con quelle ancora oggi utilizzate - si sospetta - per il coordinamento di reti di agenti stranieri). Nel 1963, mentre si trova a Mosca per un congresso aerospaziale, Georgiyev viene arrestato, sottoposto a processo e condannato a morte.
Chi fosse interessanto alla lettura dell'articolo di Bury su Cryptologia lo troverà a questo indirizzo.

06 giugno 2009

I nostri agenti a Capitol Hill

Tre anni fa era stata arrestata una coppia di origine ispanica, intellettuali, lui docente alla Florida University. Ora è la volta di Walter Kendall Myers e Gwendolyn Steingraber Myers di Washington, lui funzionario e istruttore del Dipartimento di Stato, ora docente alla Johns Hopkins. L'accusa è sempre la stessa: attività spionistiche per conto di Cuba. E identiche sono le modalità operative, Walter e Gwen, 72 e 71 anni, tenevano in casa un radio a onde corte e trasmettevano le loro informazioni in codice Morse, in forma cifrata. Il loro era uno dei tanti segnali che noi appassionati classifichiamo tra le "number stations", le stazioni dei numeri, tutte di chiara origine spionistica o controspionistica. Un metodo vecchio ma incredibilmente ancora in auge per comunicare senza lasciare tracce nella civiltà always online. Le onde corte, intercettabili ma indecifrabili se solo si utilizzano gli accorgimenti giusti, come una cifratura OTP, one time pad, un codice random da utilizzare una volta sola, capace di reggere agli attacchi del più geniale criptoanalista.
Con tutto l'orrore che posso provare davanti ai sistemi repressivi di una dittatura, ai delitti, alle incarcerazioni ordinati da Fidel Castro, non riesco a leggere la cronaca del New York Times dell'arresto dei Myers (o il dettagliatissimo pezzo del Miami Herald, che di spie cubane se ne intende, o ancora l'inchiesta dell'AP tra gli increduli vicini di casa) senza pensare a una storia triste alla Graham Greene. Senza immaginare i due coniugi ormai anziani, pensionati, che per trent'anni raccolgono informazioni "riservate" ma quasi certamente inutili e pletoriche e le trasmettono ai loro fratelli cubani. Che viaggiano per il centro e sud America per mantenere i loro contatti, che nel 1995 incontrano Fidel in persona. Quali vantaggi pensate che abbiano procurato questi trent'anni di informazioni trafugate al regime di Castro, alla guerra di contrapposizione tra l'isoletta dell'utopia degenerata come tante altre in una vita di difficoltà, angherie e senso di oppressione e il colosso geografico, economico e militare da 300 milioni di abitanti pervaso di diffuso benessere (e diseguaglianze tanto deprecabili quanto più il colosso assume atteggiamenti di superiorità morale nei confronti dell'isoletta dittatoriale)? A nulla, sicuramente a nulla. La schiacciante superiorità degli Stati Uniti non è stata scalfita di un atomo, la situazione interna cubana non è migliorata di una virgola. Due spioni di settant'anni arrestati, giovedì scorso, con accuse definite "molto serie", due tranquilli coniugi di Capitol Hill che all'agente federale che li ha incastrati spacciandosi per contatto cubano hanno confessato di sentirsi "svuotati" dopo una vita di clandestinità e tradimento, senza che questo potesse indurli a smettere, in nome dei legami di amicizia che continuavano a provare per Cuba. L'isola dell'utopia degenerata, il loro piccolo paradiso mentale, da raggiungere un giorno in barca a vela. Il verbale del processo di autorizzazione a procedere riporta le parole di Walter Myers all'agente dell'FBI in incognito: "è per sempre, come Fidel, per sempre."

U.S. Charges Couple With Spying for Cuba

By ERIC LICHTBLAU
June 5, 2009

WASHINGTON — The Justice Department charged Friday that a former State Department analyst and his wife worked as spies for Cuba for nearly 30 years, using a short-wave radio to pass on secret diplomatic information to their Cuban handlers. Officials said the couple, Walter K. Myers, 72, and Gwendolyn S. Myers, 71, received little in the way of compensation from the Cubans except for the short-wave radio and some travel expenses. Rather, the officials said, the couple appears to have been driven by their strong affinity for Cuba and their bitterness toward “American imperialism.”
“We think they did it because they love Cuba,” said a law enforcement official who spoke on condition of anonymity because he was not authorized to discuss the case.
The Myerses, who live in Washington, were arrested on Thursday and charged in a grand jury indictment unsealed Friday with serving as illegal agents of the Cuban government and wire fraud. A defense lawyer declined to comment on the charges.
The case had been under investigation for three years but intensified two months ago, when an undercover agent of the Federal Bureau of Investigation, posing as a Cuban agent, approached Mr. Myers. That led to a series of meetings in which the Justice Department said that Mr. Myers and his wife made incriminating admissions about their decades-long work for Cuba.
Mr. Myers began working as a contract instructor at the State Department in 1977 and rose to the position of senior analyst with top-secret security clearance, specializing in European affairs. He retired from the department in 2007.
In the indictment, the Justice Department said that Mr. Myers examined some 200 intelligence reports that dealt with Cuba in 2006 and 2007, many of them classified or top-secret reports that were unrelated to his own duties at the State Department.
While some of the material that the government says the Myerses passed on to Cuba apparently related to State Department personnel and internal policy matters, the indictment does not detail the bulk of the material or the sensitivity of it.
David Kris, the assistant attorney general for national security at the Justice Department, called the Myerses’ activity for Cuba “incredibly serious.” The indictment and the government’s supporting material say the Myerses were recruited as spies during an academic trip to Cuba in 1978.
In a diary entry that the Justice Department said Mr. Myers wrote at the time of the trip, he expressed his passion for Cuba and its Communist revolutionary goals and his distaste for “American imperialism” and the United States’ indifference to medical care, the poor and other basic public needs. “Cuba is so exciting!” he wrote, adding that “the revolution has released enormous potential and liberated the Cuban spirit.”
The government alleged that soon after their return to the United States, the Myerses began using Morse code, encrypted messages and the short-wave radio to pass sensitive diplomatic information to Havana. They met Fidel Castro on a clandestine trip to Cuba in 1995 and made trips over the years to meet Cuban contacts in Trinidad and Tobago, Argentina, Brazil, Ecuador, and Jamaica, the government charged.
It appears from government documents that suspicions among American counterintelligence officials about a possible security leak within the State Department first led the authorities to focus on Mr. Myers two or three years ago.
This April, an undercover agent from the F.B.I., posing as a Cuban official, approached Mr. Myers outside the Johns Hopkins School of Advanced International Studies in Washington, where he taught. The agent said he had instructions to contact him concerning the thawing diplomatic changes in the air between Cuba and the United States. The agent offered Mr. Myers a cigar and wished him a happy birthday.
The agent directed Mr. Myers to search out State Department information about Cuba, and at one in a series of follow-up meetings, Mr. Myers and his wife told the agent that they hoped to “sail home” to Cuba some day on their sailboat, the government said.
The couple also expressed some mixed emotions, saying that they were “burned out” by their clandestine activity yet wanted to continue to help Cubans because of their strong ties. “It’s forever,” the affidavit quoted Mr. Myers as telling the agent. “You know, it’s like Fidel. It’s forever.”

21 novembre 2008

Papazulu, una number station sul computer

L'altro giorno tra i messaggi di UDXF, la lista di distribuzione del gruppo di appassionati di monitoraggio di stazioni militari e civili "non broadcast" che ha preso il posto di WUN Club, Flavio Cardone (nome italiano, ma indirizzo di mail polacco) ha menzionato un programma software Unix molto interessante. Si chiama Papazulu e serve per creare "one time pad" e codificare/decodificare messaggi cifrati nel tipico formato di gruppi di cinque lettere utilizzato dalle famose number stations spionistiche sulle onde corte. Grazie a un file di brevi spezzoni audio preimpostati, Papazulu riesce persino a confezionare un file audio perfettamente somigliante alle sfilze di lettere che possiamo ascoltare dalle "stazioni dei numeri".
Un one time pad è un cifrario generato in modo casuale (lo si può fare sul computer con algoritmi pseudocasuali, non è pero una casualità irresistibile) che serve per codificare un messaggio in chiaro per sostituzione alfabetica in funzione di una specifica chiave. Le teorie di Claude Shannon dimostrano che un one time pad effettivamente casuale è la base di una crittografia perfetta, inviolabile a tutti gli effetti.
Per scaricare il software andate su questo indirizzo di SourceForge. Ovviamente bisogna avere accesso a una macchina Linux/Unix. Flavio racconta nei suoi messaggi di esseri occupato anche di critpanalisi e di essere socio della International Association for Cryptologic Research, si deve quindi supporre che sappia il fatto suo. Sul mio Mac non ho avuto difficoltà a eseguire Papazulu. Ecco per esempio il pad di mille caratteri associato alla videata del programma catturata dal Terminal di Mac OS:


22 marzo 2008

Le spie alla radio: fonti polacche svelano il mistero

E' da qualche tempo che volevo scrivere a proposito di un eccezionale articolo apparso sul numero di ottobre 2007 (vol. 31 n. 4, 2007) della rivista Cryptologia. Scritto dallo specialista polacco Jan Bury, "From the Archives: The U.S. and West German Agent Radio Ciphers" cita alcuni documenti desecretati del controspionaggio che rivelano con incredibile dettaglio il funzionamento delle reti di agenti che all'interno dei paesi dell'ex blocco orientale ricevevano le trasmissioni cifrate delle cosiddette number stations. Su queste stazioni sappiamo molte cose e molte altre ne sospettiamo, ma personalmente questa è la prima volta che vedo analizzare le loro trasmissioni in codice proprio dal punto di vista di un servizio di SIGINT e counterintelligence ufficiale.
I documenti cui si riferisce Jan Bury sono conservati presso l'IPN, o Istituto Polacco della Rimembranza, un archivio della storia della potente burocrazia del regime comunista. In particolare, Bury si rifa a un rapporto il cui titolo tradotto in inglese recita "Agent Radio Communications of the US and West Germany intelligence services between 1960 and 1975. La storia e le modalità delle trasmissioni "one way" verso gli agenti sul campo viene ripercorsa a ritroso fino agli anni Cinquanta in una dissertazione, anch'essa recentemente desecretata, scritta nel 1982 e conservata presso l'Accademia degli affari interni di Varsavia.
Secondo gli autori di Agent Radio Communications le attività di collegamento one way con gli agenti dello spionaggio tedesco occidentale avvenivano tramite due impianti, quello di Francoforte e quello di Monaco. Da Francoforte a partire dal 1959 veniva controllata una rete di circa 200 agenti, uno dei quali E. Kuhnert, era stato arrestato. Altri sette agenti erano stati scoperti e facevano il doppiogioco, riferendo alle autorità polacce in cambio di un compenso in denaro (se poi il gioco fosse triplo non è dato sapere). Dal trasmettitore di Monaco, che in realtà garantiva una copertura mondiale, veniva controllata una rete di altri 220 agenti, uno dei quali era diventato collaborazionista. Molto dettagliata la descrizione degli apparati di cui gli agenti erano dotati (si va da ricevitori general coverage come il vecchio Telefunken Bajazzo a set a cristalli non commerciali), delle tabelle di codici e chiavi e delle "schedules" delle trasmissioni. Le due frequenze di Francoforte erano 3370 e 4010 kHz, mentre Monaco aveva una griglia più diversificata, con una trentina di frequenze comprese tra 2656 e 12210 kHz cui corrispondevano altrettanti cristalli in dotazione degli agenti.
Per decifrare i messaggi venivano utilizzati i numeri di one time pad e una tabella di sostituzione alfabetica basata sulla chiave ZA OWIES (se la lingua utilizzata per i messaggi era il polacco) e DEIN STAR per il tedesco. Bury illustra il procedimento di decifratura con esempi molto comprensibili. Diverse erano le modalità con cui si svolgevano le comunicazioni provenienti dalla postazioni utilizzate dai servizi americani, che al contrario dei tedeschi, come sempre molto precisi, preferivano non fare affidamento su frequenze e orari di trasmissione predefiniti. Anche la decifratura funzionava in modo più complesso. I numeri ricevuti venivano trasformati in lettere in base a una tabella generata a partire dalle chiavi e successivamente le lettere venivano decodificate tramite apposite tabelle di sostuzione.
Altre informazioni si ricavano dalla tesi preparata evidentemente da uno studente dei corsi di spionaggio all'Accademia degli affari interni. Qui si dice per esempio che gli impianti di trasmissione noti in Germania erano almeno due, DFD21 su 4010 (attivo dal 1953) e DFC37 su 3370 (dal 1951). Gli agenti sul campo utilizzavano specifici ricevitori a cristallo oppure apparecchi commerciali a onde corte o ancora apparecchi commerciali non dotati di onde corte ma forniti di appositi convertitori a cristallo (l'agente inseriva il cristallo in uno zoccolo poi collegava il convertitore all'antenna esterna e il ricevitore all'uscita del convertitore). Le comunicazioni non erano esclusivamente one way, anche se queste sono sempre state piuttosto diffuse. Alcuni agenti venivano dotato di trasmettitori molti dei quali capaci di funzionare (grazie a un nastro magnetico integrato) in modalità "burst", cioè in morse ad altissima velocità. In questi casi intercettare gli apparati diventava molto complicato per il controspionaggio polacco. Tanto, scrive Bury, che se nel 1973 i servizi avevano intercettato cento trasmissioni, nel 1977 le intercettazioni si erano ridotte a cinque.
Cryptologia è una piccola rivista accademica per specialisti in crittografia e criptanalisi che spesso tocca argomenti di enorme interesse storico e parecchie questioni direttamente riferibili al monitoraggio di segnali radio. Ve la consiglio caldamente, anche se a volte il formalismo è molto avanzato.

24 dicembre 2007

Number Stations 1: la musica

Pensavo che il Conet Project fosse una delle poche e parziali forme di popolarizzazione delle number stations, le emittenti di chiara matrice spionistica che ancora oggi si possono ascoltare sulle onde corte, con le loro misteriose sfilze di messaggi cifrati. Oggi DXLD pubblica il consiglio per un regalo natalizio davvero originale, un CD intitolato The failure of shortwave. Il disco è stato composto nel 2005 da Derek Whitacre, musicista e regista che vive a Los Angeles e si autodefinisce "agente segreto del disincanto". Le sue opere le firma con un nome suggestivo, The Moscow Coup Attempt, che significa Tentativo di golpe a Mosca. Dai preview delle tracce spiccano i suoni e le voci della number stations mescolati a temi musicali. L'effetto è inquietante e rilassante al tempo stesso, anche se un po' ripetitivo. Potete ascoltare alcuni esempi delle realizzazione di Derek sulla sua pagina su YouTube, ma anche andando sul suo sito, dove troverete le informazioni relative a questo disco e al successivo, Insomnia, che riprende lo stesso tema.
Lo stesso Simon Mason, autore del sito Web più esaustivo sulle Number Station ha curato una selezione di brani, album e altre forme di espressività artistica che citano in modo esplicito le misteriosi comunicazioni.