05 marzo 2008

Il futuro (semantico) della radio

Che cos'è il Web semantico? In tre righe non è facile... Diciamo che è il progetto cui sta lavorando in questo momento l'inventore del Web per dare alle pagine Web e alle informazioni in esse contenute una sorta di autocoscienza. E' un potente impianto descrittivo che permette di guidare il navigatore verso le informazioni cercate, in base a criteri di ricerca non più basati su parole chiave casuali ma su vere e proprie frasi in senso compiuto.
Poche settimane fa, all'Imperial College di South Kensington a Londra, si è svolto un seminario sul Web semantico (anzi, un BarCamp) che ha visto la partecipazione della BBC e dei suoi esperti che lavorano alla messa online sia dell'archivio storico dei programmi sia della programmazione real-time dell'emittente. Ovviamente uno dei problemi è accedere all'immane database di informazioni che serve per classificare questi programmi e presentarli sul Web. Una missione affascinante e molto difficile da capire e spiegare. Sul blog dei Radio Labs è apparso il riferimento alle slide presentate nel corso del seminario. L'ultima di queste slide riassume molto bene il senso ultimo del Web semantico e del lavoro dei Radio Labs.

Sarebbe bello se la gente potesse chiedere (a un motore di ricerca):

Fammi avere qualsiasi Episodio tra i programmi radiotelevisivi attualmente disponibili per iPlayer che contenga almeno una Traccia di un Artista sposato con una Artista giamaicana.

Ecco che cosa vuol dire lavorare per il futuro della radio. Un futuro che come si vede non è legato necessariamente a una modulazione di tipo digitale, ma a una autentica rivoluzione nel modo di concepire, realizzare, distribuire, accedere ai programmi di una emittente. Credo che una forte percentuale degli ascoltatori di oggi - diciamo il 70, 80 percento? - faticherebbe a comprendere quello di cui sto parlando. Quando si tratta di Semantic Web e di "ontologie" faccio molta fatica anch'io. Ma considerate il fattore demografico, la familiarità che i nostri figli avranno con questi strumenti, questa terminologia, questa forma mentis. Sempre che continueremo a mandarli a scuola i nostri figli, invece che a farli morire in fabbrica o in assurde missioni militari, se continueremo a investire nella scuola fino all'ultima goccia del nostro vecchio sangue, vero signori ministri dell'Istruzione?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

A quando un motore di ricerca attivo *all'interno* di uno spezzone audio-video? A mio avviso la non ricercabilità dei programmi audio presenti in rete è uno degli elementi per cui il binomio web-radio non hanno la stessa visibilità di quello quotidiano-web, come si diceva qualche post addietro.

Fabrizio ha detto...

quando leggo le chiavi di ricerca di quelli che mi arrivano sul blog, penso che forse il web semantico è già arrivato. Es: "reasons of introduction english in south asia", "what people do online", "the media's role in terrorism, hostage and mass murder". Uno addirittura ha cercato "how has american pop culture influenced art throughout the world?"; forse pensava che invece di Google aveva davanti l'oracolo di Delfi.
Il web semantico per il passato della radio (ricerche per archivi) va benissimo ma per il presente non so immaginarmi una radio semantica

Andrea Lawendel ha detto...

Non è la radio ad essere "semantica", ma il contesto Web in cui vai ad inserire i suoi programmi. Che poi si tratti di archivi storici o di flussi realtime poco importa, quel che conta è poter individuare il contenuto che ci più ci aggrada, attraverso EPG che se quelli del Web semantico hanno ragione (io qualche dubbio ce l'ho) potrebbero quasi costruirsi da sole. Qual è il parere degli operatori? Mi spiegate perché queste discussioni - che non mi sembrano prive di interesse - siamo sempre solo in quattro gatti a farle?

Fabrizio ha detto...

Provo a spiegarlo io: ho l'impressione che in molti snobbino la blogosfera, probabilmente gli operatori fanno lo stesso