Mi è arrivato questo bel messaggio da Francesco Marzano, di Roma:
Come amante sviscerato e vergognosamente parziale della radio e della musica colta (repertorio liederistico schubertiano in primis e a tale proposito suggerisco qualsiasi voce se accompagnata da Leonard Hokanson) ci sono parecchi temi, tra quelli sollevati da Francesco, che condivido e mi stanno a cuore. Forse l'unico punto su cui mi sento di poter dissentire riguarda l'effetto del digitale sui "weak signals": è deleterio, Francesco, mi creda. Ovviamente c'è digitale e digitale. E segnali deboli e segnali deboli. Per quelli che piacciono a certi pazzi come me, l'interferenza dal DRM è letale, non ci sono spazi di convivenza tra le due cose. E il vero problema è che il DRM (o chi per lui) sulle onde medie e in FM non è una tecnologia sostitutiva, dal nostro punto di vista. In altre parole: non è che nel 2020 ci metteremo a dare la caccia ai segnali deboli in DRM al posto di quelli analogici. Sulle lunghe distanze, la tecnica di modulazione ortogonale su tante portanti diffuse non regge assolutamente al confronto. Una modulazione in ampiezza analogica, per quanto disturbata ed evanescente, ha un rendimento molto maggiore, resiste a perdite di segnale paurose. A me interessa sentire male ma sentire comunque. Col digitale sperimentato oggi in onde medie e corte, se il segnale arriva male l'altoparlante ammutolisce. Stiamo parlando del problema di trasmettere diversi kilohertz di banda audio, si badi. Se la mia informazione è un testo trasmesso a otto caratteri al secondo il discorso sarebbe diverso. Già oggi con l'FM che ci ritroviamo qui l'E sporadico è diventato un sogno (troppi canali occupati). Con l'FM digitale, anche se in Europa ci sono esempi di ricezione tropo del DAB, la vedrei malino. Certo è che il mio caso individuale fa pochissimo testo.
Resta la questione, importantissima, della fedeltà. Un diritto sacrosanto in tutti i rapporti di coppia, come quello che ci lega alla radio. Francesco pone anche un problema di programmazione tematica, che se non proprio un diritto sarebbe perlomeno un nice to have. Il mio corrispondente sarà il cliente ideale di Worldspace Italia, quando l'emittente satellitare che dovrebbe lanciare la sua offerta tematica in prima europea all'inizio del prossimo anno sarà davvero partita. Prima di Worldspace Italia magari possiamo cercare di sfruttare la banda larga di Internet che in questo nascente mercato della "coda lunga" dei contenuti offre diverse opportunità interessanti, a incominciare dalle radio di iTunes o da etichette musicali eque come Magnatune.
Con la radio tematica digitale non terrestre è difficile ipotizzare un intero canale dedicato a Schubert. Uno a Mozart. Tre a Bach (Cantate e oratori, opere per tastiera, opere per archi). Due a Beethoven (uno solo per le mille esecuzioni delle Sonate). Il satellite costa, ma copre immensi territori e trasporta decine, centinaia di canali. Le tecniche diffusive digitali terrestri non arrivebbero a tanto, ma certo potrebbero aiutare un DAB realmente disponibile (per implementarlo seriamente basterebbero sei mesi, le frequenze ci sono, i trasmettitori anche e se non ci sono si possono attivare) e una diversa politica della radiofonia.
E qui si ritorna al presente, all'analogico che abbiamo. E che non ci piace per niente, quando non è abbastanza lontano. Francesco fa un conto per lui, che di dominio fa infn.it, elementare: 20 MHz diviso 200 kHz farebbe 100 stazioni. Gli suggerirei di andarsi a leggere Wrath Of Khan (si trova tra i link, sezione Affinità infettive). E' una delle fonti che meglio aiuta a capire quanto efficace potrebbe essere la radio analogica terrestre già in onorato servizio da ottant'anni. Per essere efficace, ahimé, dovrebbe essere fatta di draconiana regolamentazione delle frequenze (stile FCC, non Coreco), rigoroso rispetto dei limiti di potenza assegnati e programmazione intelligente. Non quella pensata (?) da un branco di pseudo giovanotti ignorantelli, buoni solo a mettere su musicaccia di plastica per vendere la loro carta igienica del belino e fare da grancassa alla prossima monovolume che farà da gabbia, inchiavardata all'asfalto della tangenziale all'ascoltatore e futuro acquirente (Pendodeliri, ci manchi). It's the economy, stupid.
Oltre a certe semplici cautele lato server, la radio analogica trarrebbe enormi giovamenti da qualche piccolo intervento lato client. Cioè sui ricevitori. Niente da dire sul suono di un buona modulazione digitale con bitstream decente. Purtroppo devo dire che anche questa può essere un'utopia. Nei bouquet DAB che ricevo a Milano, con ricevitore Sangean, ci sono canali di ottima qualità audio. Altri pessimi. Ma il segnale deve comunque avere una certa stabilità, le antenne interne spesso non bastano.
In compenso un buon segnale analogico pulito offre un eccellente audio anche in AM. Il citato Khan è un convinto assertore dell'AM stereo, quello utilizzato in Italia da Studio X (1584 kHz: purtroppo la copertura è limitata e i programmi, scusate, non sono granché; e figuriamoci quando partiranno le annunciate prove del DRM). La vera differenza la farebbero ricevitori analogici progettati con cura e basati su buoni componenti. Gli apparecchi Tivoli Audio sono fatti benissimo, e si sente. Ma si potrebbe arrivare a una qualità simile, a filtri di qualità, a integrati per la demodulazione coi controfiocchi, con una spesa inferiore. Sulla banda FM è incredibile l'impatto di contromisure che tutti, non solo Francesco, potrebbero facilmente adottare. Un buon dipolo esterno (bastano quattro elementi) e un tuner che non sia equipaggiato con i soliti filtracci di media frequenza a 280 kHz. Guardatelo lo spettro di un segnale FM: è perfettamente inutile farne passare più di 110.
E stiamo parlando di rimedi analogici da applicare a ricevitori di segnali modulati analogicamente. Francesco forse non ricorda che qui su RP si è parlato anche di un aspetto che lui stesso mette in evidenza: radio digitale può benissimo voler dire: ricezione "assistita" (dal digitale) di segnali analogici. Il DSP sui telefonini costa tre dollari al pezzo, mi volete dire che non esiste motivazione industriale per implementare filtri e demodulatori digitali in almeno altrettanti milioni di apparecchi radio? La radiolina da sette euro va più che bene per Tutto il calcio minuto per minuto (sempre che ci rimanga qualche radiocronaca da fare dopo che si saranno lavati i loro piedi incrostati di corruzione e arroganza). Per le nicchie di programmazione intelligente ci sono sicuramente milioni di potenziali acquirenti di ricevitori più seri, anche senza essere per forza costretti ad aspettare che una qualche Authority riesca a fare un'improbaible pulizia dell'etere di Milano, dove Radio Tre non si sente più da anni, e Roma.
Siamo veramente sicuri che il rimedio consista nello spegnere l'analogico e accendere il DRM? Abbiamo provato a ipotizzare per davvero lo spettro da 531 a 1611 kHz popolato da canali digitali da 20 kHz reali di larghezza di banda? E quanto spazio resterebbe sull'FM dopo che avremo soddisfatto la fame di copertura di tanti, troppi network commerciali spesso l'uno la brutta copia dell'altro? Sbaglierò, ma in un contesto del genere non so quante stazioni finirebbero per trasmettere solo Schubert. Il futuro migliore potrebbe essere digitale ma per carità, prima cerchiamo di scegliere il digitale migliore.
Da un paio d'anni, sempre più "seccato" (direi "incazzatissimo") per il sempre più cattivo ascolto delle mie radio FM preferite (Rai Radio3, Radio Vaticana 105, Radio Classica, Rai Auditorium) ho cercato di capire il perché di questa sciagurata situazione. Vivo e lavoro a Roma in una zona semicentrale, ascolto più di 80 radio FM (notare 20 MHz/200Khz=100). Di queste solo le suindicate trasmettono musica "colta": apparentemente è un vizio perverso di una minoranza , visto che tutte le altre parlano in genere solo di un'attività umana chiamata "giuoco calcio".
Sono arrivato alla conclusione che FM broadcasting serve solo per vendere carta igienica (et similia) e per discettare su questa alta attività umana.
Umberto Eco ha scritto che abbiamo 5 pulsioni: dormire, mangiare e bere, affettività (il sesso è una sottocategoria dell'affettività), giuoco , conoscenza. Ebbene io credo che "il giuoco calcio" non sia un giuoco, ma invero io sono un essere "strano" , quanto al "calcio", come dice la canzoncina di un musichall degli anni 40, "I couldn't care less", tradotto in dialetto romano "Non me ne potrebbe fregà de meno"....
Sto divagando, veniamo alla conoscenza .
Perché ricevo male ? (Ho acquistato il meglio degli apparecchi in commercio.) Spigolando sulla rete ho cominciato a "leggere" quanto pubblicato da "radioamatori" con la passione delle "radiopassioni", unica fonte accessibile di conoscenza nel campo. Ho capito infine, con molta fatica, che in Italia non solo non si pagano le tasse, non solo si parcheggia in terza fila, non solo si costruiscono case abusive, ma anche si "trasmette" da prepotenti in FM ( con il beneplacito di cardinali e presidenti di consiglio). E .... Contemporaneamente stiamo dimenticando la nostra gloriosissima tradizione musicale. O no? In alcune zone di Roma non si ascolta bene Rai3!!! E nessuno se ne cura, inclusa la Rai!!! A casa ho risolto il mio problema ascoltando "via satellite". Da HotBird 3 si ricevono 200 radio free, 30 trasmettono buona musica . Mi accontento, non si può avere tutto: il mio hi-fi è collegato ad un decoder free (non SKY!)
Non cesso però di sperare in un futuro migliore. Mi sono imbattuto casualmente nel suo blog "Radiopassioni". Spero di poter continuare a leggere quanto scrive nel futuro. E però non dice mai nulla sulla "fedeltà" delle trasmissioni, e la vedo alquanto "perplesso" sulla Radio Digitale. Io sono convinto invece che una speranza di soddisfare "Radiopassioni", sia da parte di chi che insegue "weak signals" sia da chi vuole "hi-fi signal", venga dalla Radio Digitale. Con questa parola mi sembra si indichi sia la tecnologia di ricezione (i LNA, i filtri, i clock sintetizzati, insomma i tuner ) sia il decoding dell'informazione "codificata" in trasmissione. Entrambe fanne parte di uno stesso nuovo sistema. Bisognerebbe iniziare una campagna per propagandare e diffondere il DRM sia nella versione normale (bande mediumwave e shortwave ) che balbetta di già nell'etere, sia plus (DRM+) futuro prossimo, nella banda 60-120 MHz. Perfino la RAI sembra abbia iniziato a trasmettere da Milano, a Roma abbiamo la "modernissima" RadioVaticana... Bisogna sorbirsi qualche giaculatoria, per me molto meglio delle stupidate dei "tifosi romanisti laziali".
La tecnologia esiste tutta: in ogni telefonino UTMS c'è un processore di decodifica segnale con capacità stellari , nei recentissimi decoder ibridi TV-Analogica AND DVB-T c'è un silicon-tuner (niente più elementi discreti passivi, filtri attivi con operazionali e pezzi di hardware digitale BiCmos .18 micron, del resto silicio non particolarmente avanzato) con caratteristiche nettamente migliori dei vecchi tuner analogici ad una frazione del costo. Entrambi costano 100 euro. Una vera radio moderna digitale dovrebbe avere un silicon tuner, capace di ricevere tutti i segnali diffusi nell'etere, ed un processore digitale per le decodifiche ove del caso. Grandezza e peso... Quello di un telefonino, ovviamente + altoparlante.
Voce, testo da molto vicino o molto lontano... Si potrà ricevere in E-Sporadico banda FM un lied di Schubert dall'altoparlante, con il testo in tedesco sul display da una radio ungherese perfettamente identificata e poi... Magari subito dopo Volare di Modugno con testo in italiano da una radio Algerina...
E così via...Se ne è convinto, ne parli. Leggerò con interesse. E speriamo tutti in un futuro migliore...
Come amante sviscerato e vergognosamente parziale della radio e della musica colta (repertorio liederistico schubertiano in primis e a tale proposito suggerisco qualsiasi voce se accompagnata da Leonard Hokanson) ci sono parecchi temi, tra quelli sollevati da Francesco, che condivido e mi stanno a cuore. Forse l'unico punto su cui mi sento di poter dissentire riguarda l'effetto del digitale sui "weak signals": è deleterio, Francesco, mi creda. Ovviamente c'è digitale e digitale. E segnali deboli e segnali deboli. Per quelli che piacciono a certi pazzi come me, l'interferenza dal DRM è letale, non ci sono spazi di convivenza tra le due cose. E il vero problema è che il DRM (o chi per lui) sulle onde medie e in FM non è una tecnologia sostitutiva, dal nostro punto di vista. In altre parole: non è che nel 2020 ci metteremo a dare la caccia ai segnali deboli in DRM al posto di quelli analogici. Sulle lunghe distanze, la tecnica di modulazione ortogonale su tante portanti diffuse non regge assolutamente al confronto. Una modulazione in ampiezza analogica, per quanto disturbata ed evanescente, ha un rendimento molto maggiore, resiste a perdite di segnale paurose. A me interessa sentire male ma sentire comunque. Col digitale sperimentato oggi in onde medie e corte, se il segnale arriva male l'altoparlante ammutolisce. Stiamo parlando del problema di trasmettere diversi kilohertz di banda audio, si badi. Se la mia informazione è un testo trasmesso a otto caratteri al secondo il discorso sarebbe diverso. Già oggi con l'FM che ci ritroviamo qui l'E sporadico è diventato un sogno (troppi canali occupati). Con l'FM digitale, anche se in Europa ci sono esempi di ricezione tropo del DAB, la vedrei malino. Certo è che il mio caso individuale fa pochissimo testo.
Resta la questione, importantissima, della fedeltà. Un diritto sacrosanto in tutti i rapporti di coppia, come quello che ci lega alla radio. Francesco pone anche un problema di programmazione tematica, che se non proprio un diritto sarebbe perlomeno un nice to have. Il mio corrispondente sarà il cliente ideale di Worldspace Italia, quando l'emittente satellitare che dovrebbe lanciare la sua offerta tematica in prima europea all'inizio del prossimo anno sarà davvero partita. Prima di Worldspace Italia magari possiamo cercare di sfruttare la banda larga di Internet che in questo nascente mercato della "coda lunga" dei contenuti offre diverse opportunità interessanti, a incominciare dalle radio di iTunes o da etichette musicali eque come Magnatune.
Con la radio tematica digitale non terrestre è difficile ipotizzare un intero canale dedicato a Schubert. Uno a Mozart. Tre a Bach (Cantate e oratori, opere per tastiera, opere per archi). Due a Beethoven (uno solo per le mille esecuzioni delle Sonate). Il satellite costa, ma copre immensi territori e trasporta decine, centinaia di canali. Le tecniche diffusive digitali terrestri non arrivebbero a tanto, ma certo potrebbero aiutare un DAB realmente disponibile (per implementarlo seriamente basterebbero sei mesi, le frequenze ci sono, i trasmettitori anche e se non ci sono si possono attivare) e una diversa politica della radiofonia.
E qui si ritorna al presente, all'analogico che abbiamo. E che non ci piace per niente, quando non è abbastanza lontano. Francesco fa un conto per lui, che di dominio fa infn.it, elementare: 20 MHz diviso 200 kHz farebbe 100 stazioni. Gli suggerirei di andarsi a leggere Wrath Of Khan (si trova tra i link, sezione Affinità infettive). E' una delle fonti che meglio aiuta a capire quanto efficace potrebbe essere la radio analogica terrestre già in onorato servizio da ottant'anni. Per essere efficace, ahimé, dovrebbe essere fatta di draconiana regolamentazione delle frequenze (stile FCC, non Coreco), rigoroso rispetto dei limiti di potenza assegnati e programmazione intelligente. Non quella pensata (?) da un branco di pseudo giovanotti ignorantelli, buoni solo a mettere su musicaccia di plastica per vendere la loro carta igienica del belino e fare da grancassa alla prossima monovolume che farà da gabbia, inchiavardata all'asfalto della tangenziale all'ascoltatore e futuro acquirente (Pendodeliri, ci manchi). It's the economy, stupid.
Oltre a certe semplici cautele lato server, la radio analogica trarrebbe enormi giovamenti da qualche piccolo intervento lato client. Cioè sui ricevitori. Niente da dire sul suono di un buona modulazione digitale con bitstream decente. Purtroppo devo dire che anche questa può essere un'utopia. Nei bouquet DAB che ricevo a Milano, con ricevitore Sangean, ci sono canali di ottima qualità audio. Altri pessimi. Ma il segnale deve comunque avere una certa stabilità, le antenne interne spesso non bastano.
In compenso un buon segnale analogico pulito offre un eccellente audio anche in AM. Il citato Khan è un convinto assertore dell'AM stereo, quello utilizzato in Italia da Studio X (1584 kHz: purtroppo la copertura è limitata e i programmi, scusate, non sono granché; e figuriamoci quando partiranno le annunciate prove del DRM). La vera differenza la farebbero ricevitori analogici progettati con cura e basati su buoni componenti. Gli apparecchi Tivoli Audio sono fatti benissimo, e si sente. Ma si potrebbe arrivare a una qualità simile, a filtri di qualità, a integrati per la demodulazione coi controfiocchi, con una spesa inferiore. Sulla banda FM è incredibile l'impatto di contromisure che tutti, non solo Francesco, potrebbero facilmente adottare. Un buon dipolo esterno (bastano quattro elementi) e un tuner che non sia equipaggiato con i soliti filtracci di media frequenza a 280 kHz. Guardatelo lo spettro di un segnale FM: è perfettamente inutile farne passare più di 110.
E stiamo parlando di rimedi analogici da applicare a ricevitori di segnali modulati analogicamente. Francesco forse non ricorda che qui su RP si è parlato anche di un aspetto che lui stesso mette in evidenza: radio digitale può benissimo voler dire: ricezione "assistita" (dal digitale) di segnali analogici. Il DSP sui telefonini costa tre dollari al pezzo, mi volete dire che non esiste motivazione industriale per implementare filtri e demodulatori digitali in almeno altrettanti milioni di apparecchi radio? La radiolina da sette euro va più che bene per Tutto il calcio minuto per minuto (sempre che ci rimanga qualche radiocronaca da fare dopo che si saranno lavati i loro piedi incrostati di corruzione e arroganza). Per le nicchie di programmazione intelligente ci sono sicuramente milioni di potenziali acquirenti di ricevitori più seri, anche senza essere per forza costretti ad aspettare che una qualche Authority riesca a fare un'improbaible pulizia dell'etere di Milano, dove Radio Tre non si sente più da anni, e Roma.
Siamo veramente sicuri che il rimedio consista nello spegnere l'analogico e accendere il DRM? Abbiamo provato a ipotizzare per davvero lo spettro da 531 a 1611 kHz popolato da canali digitali da 20 kHz reali di larghezza di banda? E quanto spazio resterebbe sull'FM dopo che avremo soddisfatto la fame di copertura di tanti, troppi network commerciali spesso l'uno la brutta copia dell'altro? Sbaglierò, ma in un contesto del genere non so quante stazioni finirebbero per trasmettere solo Schubert. Il futuro migliore potrebbe essere digitale ma per carità, prima cerchiamo di scegliere il digitale migliore.
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