11 maggio 2006

Con la radio si vola

Tra i molti divieti che i passeggeri di un aereo devono rispettare c'è quello di tenere accesi determinati apparati elettronici, telefonini e radio in testa. Le frequenze utilizzate dai cellulari sono generalmente lontane da quelle su cui lavorano i sistemi di comunicazione e navigazione degli aerei, ma i rumori in RF generati da un telefonino GSM possono davvero dare fastidio, come sanno tutti quelli che sentono il caratteristico ronzio ritmico di una comunicazione in arrivo quando avvicinano il loro telefono a uno stereo o a un qualunque sistema di amplificazione. In gioco non ci sono solo i contatti voce tra velivolo e torre di controllo, ma i sistemi radio che permettono al pilota di imboccare con precisione la rotta di avvicinamento alla pista e atterraggio. Il localizer e il glideslope (operano rispettivamente intorno ai 110 e 330 MHz) consentono di misurare l'allineamento lungo l'asse centrale della pista e l'angolo di discesa, che dev'essere di circa tre gradi rispetto all'orizzontale. La misura non è difficile, il ricevitore deve semplicemente confrontare due segnali modulanti: quando la percentuale di modulazione misurata è uguale, l'aereo è in allineamento corretto. Se la misura viene disturbata dal rumore si possono verificare dei problemi.
Il telefonino, dopotutto, un segnale lo trasmette. Il divieto relativo all'uso di apparecchi riceventi è apparentemente poco comprensibile. Ma altrettanto motivato: una radio moderna monta a bordo un microscopico trasmettitore, l'oscillatore locale, che serve a generare un segnale di riferimento insieme al quale il segnale ricevuto viene miscelato per estrarne una frequenza sempre uguale, la media frequenza, su cui saranno tarati gli stadi di amplificazione e demodulazione (è più facile dimensionare un amplificatore su una frequenza determinata). Nelle radio FM, che hanno una media frequenza di 10,7 MHz, l'oscillatore locale ha il brutto vizio di funzionare in un range parzialmente sovrapposto con le frequenze assegnate al controllo del volo (ATC), tra i 118 e i 136 MHz. Accendendo un ricevitore FM a bordo, insomma, si rischia di generare una minuscola portante proprio su un canale usato in quel momento per le comunicazioni, che potrebbero risultare parzialmente incomprensibili.
Devo tuttavia confessare che quando sono in aereo non riesco a resistere alla tentazione di ascoltare la radio. Utilizzo apposta la funzione FM del mio lettore/registratore MP3, che con la sua piletta da 1,5 volts non può certo generare troppa potenza di oscillazione locale. Se potete, non utilizzate radio grosse, alimentate a più di 3 volt. E non fatevi vedere dal personale di bordo, di questi tempi può essere spiacevole. Contrariamente a quello che saremmo portati a pensare, l'aereo non è proprio una gabbia di Faraday e avvicinando l'antenna ai finestrini (con il lettore MP3 è facile, visto che l'antenna è il filo della cuffia) i segnali si sentono eccome. E a 800 km orari è una pacchia, specialmente se si effettuano tratte continentali europee. Tra Milano e Helsinki l'altro giorno ho sentito stazioni in sette lingue. Sulla tratta di ritorno, grazie al cambiamento di rotta (sulla Germania invece che sulla Polonia) ho beccato una dozzina di nazioni e ancora più lingue, grazie a un curiosa Metropol FM, la stazione turca di Berlino.
Per poter ascoltare bene occorre essere seduti vicino al finestrino. La schermatura nell'abitacolo è molto efficace ed è facile che dal lato dell'aereo opposto al vostro non arrivino segnali. Una stazione ricevuta non dura per più di qualche minuto a questa velocità, ma in compenso a diecimila metri la copertura ottica, l'orizzonte radio aumenta incredibilmente (circa 400 km). Mentre ancora stavo sorvolando la Svizzera al ritorno, ho sentito, tanto per fare un esempio, la frequenza per Reggio Emilia di Radio Bruno, su 99.7 MHz. Qui trovate un piccolo calcolatore online per determinare la portata ottica di un trasmettitore FM in funzione della quota dell'antenna trasmittente e della quota della postazione d'ascolto; molto utile per capire quali distanze teoriche possono compiere i segnali in assenza di fenomeni di rafforzamento propagativo come il tropo o l'E-sporadico.

Tags:

1 commento:

Anonimo ha detto...

grazie