Il precedente articolo sulla decodifica dell'RDS ha visto una piccola impennata di interesse tra i due o tre lettori della mia radiocronaca. Ho pensato così che fosse il caso di aggiungere qualche particolare al circuito proposto e all'implementazione che ne ha fatta Aldo Moroni. Innanzitutto, i componenti. Si tratta del decoder TDA7330 di STM, un chip che probabilmente non è facile reperire sul mercato. In realtà un sito specializzato belga, Techdesign Electronics lo offre, attraverso comodo ordinazioni online, a poco più di 4 euro ivati. La parte più critica sembra però essere il cristallo a 4,332 MHz indispensabile per generare la portante giusta all'interno del chip. Techdesign risolve anche questo problema, il componente è disponibile a 3 euro ivati o a 10 euro per cinque pezzi.
Chi osserva attentamente lo schema elettrico (pubblicato in origine su questo sito ungherese, che riporta anche le tracce per la realizzazione del piccolo circuito stampato, simile a quello disegnato da Aldo - ma forse può bastare una semplice basetta millefori e due zoccoletti) vedrà che all'ingresso del decoder dovrebbe essere presenta un segnale MPX. Che roba è? Beh, è il multiplex o composito di un segnale FM, cioè quello che vedete nel semplice schema qui accanto. Tralasciate la parte in rosso, quella sul DARC (vedremo dopo di che si tratta). Il segnale MPX è tutta la parte che precede, cioè l'audio monofonico, le informazioni L-R per la ricostruzione dei due canali stereo (ricordiamolo, è una informazione modulata in AM su una sottoportante a 38 kHz, DSBSC significa Dual Side Band Suppressed Carrier), il segnale pilota a 19 khz e il segnale RDS modulato, in fase, su 57 kHz. Il segnale MPX si deve in teoria prelevare, in un ricevitore FM, subito dopo la demodulazione e prima del decoder stereo. Ovviamente, la cosa può essere complicata in un ricevitore molto integrato o portatile, ma per fortuna il nostro decoder RDS si accontenta anche del segnale audio finale, magari prelevato da una porta Line-Out. Non è una soluzione ottimale, soprattutto quando il ricevitore in questione ha i filtri di media frequenza modificati per assicurare una maggiore sensibilità. I DXer utilizzano anche filtri a 53 kHz e questo significa che i 57 khz della sottoportante RDS può risultare molto attenuata. Le prove che ho effettuato con il decoder di Aldo e RDSDX su un Degen con i filtri modificati mi dicono che il segnale RDS viene comunque rilevato, magari più lentamente.
Ma torniamo al DARC. Acronimo di Data Radio Channel, è stato un super-RDS sviluppato dalla NHK in Giappone. La storia di questo sistema dimostra quante poche cose sono state fatte per rendere più funzionale e attraente la radio analogica. Con DARC e la sua maggiore larghezza di banda (25 kHz centrati sui 76 kHz della sua sottoportante) si possono trasmettere flussi dati importanti. In Giappone erano stati sperimentati servizi di trasmissione di immagini simili a quelli del DAB. Il sistema era stato sperimentato anche negli USA, ai tempi delle Olimpiadi di Atlanta, come spiega questo articolo della giapponese OKI e poi in Europa, da ETSI (come si evince da quest'altro articolo tecnico dell'EBU) e da Eureka, con il progetto SWIFT, per il quale tra il 1994 e il 1996 sono stati spesi 3,7 milioni di euro. Soldi spesi benissimo, come vediamo oggi. Un peccato, perché il super-RDS potrebbe tornare molto utile nel quadro attuale, senza necessariamente risultare da ostacolo alla diffusione di standard digitali, molti dei quali pensati per spettri di frequenza diversa dalla banda FM. Eeeeh, la dura legge del mercato non sempre fa emergere le idee più meritevoli. O quelle che piacciono a noi (e solo a noi). Anche il DARC è finito presto nel dimenticatoio.
Chi osserva attentamente lo schema elettrico (pubblicato in origine su questo sito ungherese, che riporta anche le tracce per la realizzazione del piccolo circuito stampato, simile a quello disegnato da Aldo - ma forse può bastare una semplice basetta millefori e due zoccoletti) vedrà che all'ingresso del decoder dovrebbe essere presenta un segnale MPX. Che roba è? Beh, è il multiplex o composito di un segnale FM, cioè quello che vedete nel semplice schema qui accanto. Tralasciate la parte in rosso, quella sul DARC (vedremo dopo di che si tratta). Il segnale MPX è tutta la parte che precede, cioè l'audio monofonico, le informazioni L-R per la ricostruzione dei due canali stereo (ricordiamolo, è una informazione modulata in AM su una sottoportante a 38 kHz, DSBSC significa Dual Side Band Suppressed Carrier), il segnale pilota a 19 khz e il segnale RDS modulato, in fase, su 57 kHz. Il segnale MPX si deve in teoria prelevare, in un ricevitore FM, subito dopo la demodulazione e prima del decoder stereo. Ovviamente, la cosa può essere complicata in un ricevitore molto integrato o portatile, ma per fortuna il nostro decoder RDS si accontenta anche del segnale audio finale, magari prelevato da una porta Line-Out. Non è una soluzione ottimale, soprattutto quando il ricevitore in questione ha i filtri di media frequenza modificati per assicurare una maggiore sensibilità. I DXer utilizzano anche filtri a 53 kHz e questo significa che i 57 khz della sottoportante RDS può risultare molto attenuata. Le prove che ho effettuato con il decoder di Aldo e RDSDX su un Degen con i filtri modificati mi dicono che il segnale RDS viene comunque rilevato, magari più lentamente.
Ma torniamo al DARC. Acronimo di Data Radio Channel, è stato un super-RDS sviluppato dalla NHK in Giappone. La storia di questo sistema dimostra quante poche cose sono state fatte per rendere più funzionale e attraente la radio analogica. Con DARC e la sua maggiore larghezza di banda (25 kHz centrati sui 76 kHz della sua sottoportante) si possono trasmettere flussi dati importanti. In Giappone erano stati sperimentati servizi di trasmissione di immagini simili a quelli del DAB. Il sistema era stato sperimentato anche negli USA, ai tempi delle Olimpiadi di Atlanta, come spiega questo articolo della giapponese OKI e poi in Europa, da ETSI (come si evince da quest'altro articolo tecnico dell'EBU) e da Eureka, con il progetto SWIFT, per il quale tra il 1994 e il 1996 sono stati spesi 3,7 milioni di euro. Soldi spesi benissimo, come vediamo oggi. Un peccato, perché il super-RDS potrebbe tornare molto utile nel quadro attuale, senza necessariamente risultare da ostacolo alla diffusione di standard digitali, molti dei quali pensati per spettri di frequenza diversa dalla banda FM. Eeeeh, la dura legge del mercato non sempre fa emergere le idee più meritevoli. O quelle che piacciono a noi (e solo a noi). Anche il DARC è finito presto nel dimenticatoio.
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