Se devo giudicare dalle statistiche di visita di questa pagina (ignorando il possibile ruolo del caso), la discussione sul tema Radio Data System incontra il gradimento dei lettori. Facciamo finta che il rapporto di casualità ci sia, che l'argomento piaccia davvero. La prima spiegazione che mi viene in mente è che l'ascolto delle stazioni FM sia un'attività familiare, anzi naturale per molti milioni di persone. Ed è facile immaginare che l'idea di un segnale un po' più lontano di altri, la possibilità di spingersi oltre il normale raggio d'azione del radioascoltatore medio grazie a fenomeni propagativi solo leggermente anomali, possa "suonare bene". Voglio dire che se l'ascolto di una stazione locale in onde medie dall'America del Sud o del Giappone ci può apparire come un esoterismo fuori luogo (e per molti versi lo è), l'ascolto del tutto rilassato, praticato in spiaggia nei mesi estivi, di una emittente che arriva dall'altra sponda del Mediterraneo è qualcosa che molti possono accettare. Dal punto di vista dell'hobbysta puro non cambia alcunché, sempre di radioascolto a distanza si tratta. In compenso si fa meno fatica a spiegarlo ai non addetti ai lavori e l'interesse, di conseguenza, aumenta. Negli ambiti specializzati di questo hobby ormai si parla con crescente nervosismo di un problema assillante: quello del passaggio del testimone a una nuova generazione di appassionati. In questo senso le stazioni FM possono essere uno strumento importante.
Anche perché offrono lo spunto per parlare di tecnologie come l'RDS, ma anche di antenne, amplificatori, tecniche di registrazione, fisica della ionosfera e dell'atmosfera, facendo sempre capire che anche nel caso delle "normalissime" stazioni FM esiste un modo "normale" di ascoltarle e un modo che potremmo definire "potenziato". Il Radio Data Systems è un ottimo esempio del mio discorso. Milioni di autoradio lo utilizzano per aiutarci nella sintonia di network e stazioni locali costrette a utilizzare ovunque frequenze diverse. Il DXer dell'FM, paradossalmente, non usa l'autoradio, preferendo piuttosto adoperare tuner di alta qualità che spesso e volentieri l'RDS non lo supportano neppure (ricordiamoci che il sistema è stato inventato per facilitare l'ascolto in movimento). Da cui il problema di modificare o estendere i propri ricevitori per poter usufruire di quella funzionalità. E anche qui, non certo in modo banale. Tornando all'autoradio RDS, sappiamo tutti che sul display compare il nome della stazione o del network. Ma questo nome, tradotto in bit da trasmettere, è molto pesante, richiede un certo numero di secondi se il segnale è molto debole. E' molto raro che nel corso delle aperture DX il segnale ricevuto sia stabile al punto da consentire la decodifica del nome della stazione. Una discreta percentuale di stazioni DX in FM oggi viene identificata grazie a un'altra informazione, il Program Information Code, o PI Code, che la stragrande maggioranza dei ricevitori RDS-compatibili non è neanche in grado di visualizzare.
Ma ecco venirci in aiuto software come RDSDX, che sono capaci di analizzare l'intero flusso di informazioni RDS trasmesse e darci le informazioni più interessanti. Per convenzione (ci sono nazioni molto ordinate e altre più aleatore, ma in genere la regola viene rispettata), il codice PI viene univocamente assegnato a singole stazioni e network radiofonici. Il primo elemento alfanumerico dei quattro serve a definire una nazione o gruppo di nazioni ("5" nel caso dell'Italia), gli altri tre sono quelli attribuiti a network o ai singoli programmi diffusi a livello regionale o nazionale da un unico ente, o ancora alla singola stazione locale. Un ricevitore debitamente attrezzato è in grado, grazie al PI Code, di identificare in pochi decimi di secondo il segnale più flebile e fluttuante. Nelle nazioni davvero fortunate, e in quelle poche zone italiane in cui lo spettro FM non è completamente intasato, la possibilità di decodificare il PI Code può fare la differenza tra un logbook (registro degli ascolti) pieno di Unid (stazioni non identificate) e uno pieno di ghiotte identificazioni. Contrariamente alle onde corte e medie, infatti, una singola frequenza FM può animarsi di decine di stazioni lontante durante le aperture. Difficile identificarle tutte solo sulla base della lingua, perché in genere le aperture stesse sono molto localizzate e su una frequenza possono arrivare anche cinque stazioni che parlano la stessa lingua.
Bellissimo, direte voi, ma come faccio a risalire da quei quattro simboli alfanumerici alle stazioni vere e proprie? Questo legame lo stabiliscono gli elenchi ufficiosi, quasi sempre compilati grazie al lavoro di squadre di volontari organizzati per singole nazioni. E dove si trovano questi elenchi? In Europa fortunatamente si sta gradualmente arrivando a una efficace convergenza delle varie iniziative nazionali. Il lavoro più grosso è quello iniziato dal sito tedesco UkwtTv.de, oggi sostanzialmente confluito nei file nazionali allegati (in formato testo, consultabile indipendentemente dal codice RDS) al software RDSDX: anche se non siete in grado di utilizzare il software scaricatelo comunque e riceverete in cambio decine di singoli elenchi di nazioni, europee e no. Recentemente, il sito Ukwtv.de ha avviato un progetto di hosting di questi database, coordinato da Günter Lorenz e battezzato FMlist Online. Non solo, FMlist è gradualmente cresciuto fino a essere esteso anche al mondo dei canali televisivi (il TV DX sulla banda VHF/I è di gran lunga la specialità più spettacolare del nostro hobby, con stazioni televisive terrestri ricevute a duemila chilometri di distanza) e alle stazioni in onde medie e corte. Cominciamo da FMlist, visto che stiamo parlando di RDS. Andando sul sito gestito da Günter, è possibile - dopo essersi registrati gratuitamente o aver scelto l'accesso da ospite - visualizzare una lista non filtrata delle emittenti FM attive (salvo omissioni o variazioni che vengono gradualmente corrette) in una determinata nazione. La lista riporta (e può essere ordinata in base a) la frequenza, il nome del programma, la potenza di emissione, le coordinate geografiche, il codice RDS e il PI Code. Una miniera di dati che può essere sfruttata in modo ancora più dettagliato con le ricerche mirate, per esempio visualizzando solo le stazioni comprese in un range di frequenze, un determinato tipo di programma... E non finisce qui. Con il nuovo sito Myradiobase.de Günter ha aggiunto la visualizzazione di mappe con l'indicazione delle stazioni attive in quell'area e molti altri servizi preziosi per l'identificazione delle stazioni in FM e AM. Ne parliamo nel prossimo post.
Anche perché offrono lo spunto per parlare di tecnologie come l'RDS, ma anche di antenne, amplificatori, tecniche di registrazione, fisica della ionosfera e dell'atmosfera, facendo sempre capire che anche nel caso delle "normalissime" stazioni FM esiste un modo "normale" di ascoltarle e un modo che potremmo definire "potenziato". Il Radio Data Systems è un ottimo esempio del mio discorso. Milioni di autoradio lo utilizzano per aiutarci nella sintonia di network e stazioni locali costrette a utilizzare ovunque frequenze diverse. Il DXer dell'FM, paradossalmente, non usa l'autoradio, preferendo piuttosto adoperare tuner di alta qualità che spesso e volentieri l'RDS non lo supportano neppure (ricordiamoci che il sistema è stato inventato per facilitare l'ascolto in movimento). Da cui il problema di modificare o estendere i propri ricevitori per poter usufruire di quella funzionalità. E anche qui, non certo in modo banale. Tornando all'autoradio RDS, sappiamo tutti che sul display compare il nome della stazione o del network. Ma questo nome, tradotto in bit da trasmettere, è molto pesante, richiede un certo numero di secondi se il segnale è molto debole. E' molto raro che nel corso delle aperture DX il segnale ricevuto sia stabile al punto da consentire la decodifica del nome della stazione. Una discreta percentuale di stazioni DX in FM oggi viene identificata grazie a un'altra informazione, il Program Information Code, o PI Code, che la stragrande maggioranza dei ricevitori RDS-compatibili non è neanche in grado di visualizzare.
Ma ecco venirci in aiuto software come RDSDX, che sono capaci di analizzare l'intero flusso di informazioni RDS trasmesse e darci le informazioni più interessanti. Per convenzione (ci sono nazioni molto ordinate e altre più aleatore, ma in genere la regola viene rispettata), il codice PI viene univocamente assegnato a singole stazioni e network radiofonici. Il primo elemento alfanumerico dei quattro serve a definire una nazione o gruppo di nazioni ("5" nel caso dell'Italia), gli altri tre sono quelli attribuiti a network o ai singoli programmi diffusi a livello regionale o nazionale da un unico ente, o ancora alla singola stazione locale. Un ricevitore debitamente attrezzato è in grado, grazie al PI Code, di identificare in pochi decimi di secondo il segnale più flebile e fluttuante. Nelle nazioni davvero fortunate, e in quelle poche zone italiane in cui lo spettro FM non è completamente intasato, la possibilità di decodificare il PI Code può fare la differenza tra un logbook (registro degli ascolti) pieno di Unid (stazioni non identificate) e uno pieno di ghiotte identificazioni. Contrariamente alle onde corte e medie, infatti, una singola frequenza FM può animarsi di decine di stazioni lontante durante le aperture. Difficile identificarle tutte solo sulla base della lingua, perché in genere le aperture stesse sono molto localizzate e su una frequenza possono arrivare anche cinque stazioni che parlano la stessa lingua.
Bellissimo, direte voi, ma come faccio a risalire da quei quattro simboli alfanumerici alle stazioni vere e proprie? Questo legame lo stabiliscono gli elenchi ufficiosi, quasi sempre compilati grazie al lavoro di squadre di volontari organizzati per singole nazioni. E dove si trovano questi elenchi? In Europa fortunatamente si sta gradualmente arrivando a una efficace convergenza delle varie iniziative nazionali. Il lavoro più grosso è quello iniziato dal sito tedesco UkwtTv.de, oggi sostanzialmente confluito nei file nazionali allegati (in formato testo, consultabile indipendentemente dal codice RDS) al software RDSDX: anche se non siete in grado di utilizzare il software scaricatelo comunque e riceverete in cambio decine di singoli elenchi di nazioni, europee e no. Recentemente, il sito Ukwtv.de ha avviato un progetto di hosting di questi database, coordinato da Günter Lorenz e battezzato FMlist Online. Non solo, FMlist è gradualmente cresciuto fino a essere esteso anche al mondo dei canali televisivi (il TV DX sulla banda VHF/I è di gran lunga la specialità più spettacolare del nostro hobby, con stazioni televisive terrestri ricevute a duemila chilometri di distanza) e alle stazioni in onde medie e corte. Cominciamo da FMlist, visto che stiamo parlando di RDS. Andando sul sito gestito da Günter, è possibile - dopo essersi registrati gratuitamente o aver scelto l'accesso da ospite - visualizzare una lista non filtrata delle emittenti FM attive (salvo omissioni o variazioni che vengono gradualmente corrette) in una determinata nazione. La lista riporta (e può essere ordinata in base a) la frequenza, il nome del programma, la potenza di emissione, le coordinate geografiche, il codice RDS e il PI Code. Una miniera di dati che può essere sfruttata in modo ancora più dettagliato con le ricerche mirate, per esempio visualizzando solo le stazioni comprese in un range di frequenze, un determinato tipo di programma... E non finisce qui. Con il nuovo sito Myradiobase.de Günter ha aggiunto la visualizzazione di mappe con l'indicazione delle stazioni attive in quell'area e molti altri servizi preziosi per l'identificazione delle stazioni in FM e AM. Ne parliamo nel prossimo post.
Tags: radioascolto, radiofonia, radio, dxing.
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