Alla linea di partenza di sono tutti o quasi. L'impegno della
RAI, proclamato dal direttore generale Gubitosi e ribadito con forza dal responsabile di
RaiWay Stefano Ciccotti, sembra particolarmente positivo. È veramente fatta, per la radio digitale in Italia? Lunedì scorso a Trento la nutrita presenza del management dell'ente radiotelevisivo pubblico e del suo braccio infrastrutturale sembra essere di buon auspicio per quello che il piano di rilancio della tecnologia Dab, che dovrebbe portare il nostro paese alla pari con nazioni come la Svizzera e la Germania, mentre in Europa la Norvegia (che il Dab l'ha lanciato una volta sola) è ormai prossima (mancano tre anni) allo spegnimento della radio analogica trasmessa in modulazione di frequenza.
In Italia le "prove" sono andate avanti per quasi vent'anni, ma solo nel 2009 Agcom è riuscita a delineare un piano d'azione che parte dalla definizione dei multiplex in termini di "unità di capacità" (un multiplex accoglie in pratica fino a 12 emittenti) e dall'assegnamento delle frequenze. Queste ultime sono state notoriamente un grosso ostacolo per la transizione al digitale del nostro settore radiofonico. Dopo aver fatto chiarezza, Agcom ha individuato un'area in cui implementare un progetto "pilota" ma definitivo per la radio DAB+ e insieme agli operatori ha autorizzato la creazione di cinque multiplex nella provincia di Trento. Uno dei multiplex, con la prima postazione dalla Paganella (alla quale dovrebbero fare seguito a breve altri impianti), è stato presentato dalla Rai lunedì e prima ancora abbiamo avuto l'attivazione delle postazioni del consorzio nazionale commerciale Club Dab, mentre Digiloc e DBTAA, i due spazi che saranno occupati dalle emittenti locali si apprestano a loro volta a debuttare "on air". Digiloc ha firmato con RaiWay lo scorso febbraio un contratto che conferma la società controllata da Rai nel suo ruolo di "operatore unico" a livello nazionale per le emittenti interessate a trasmettere in DAB senza disporre di infrastruttura propria. Un ruolo che Ciccotti a Trento ha giustamente definito come indispensabile per l'affermazione della tecnologia. Ancora non si conoscono le tempistiche esatte per l'inizio delle trasmissioni di Eurodab, il consorzio di RTL102.5, particolarmente attivo tra i privati nella lunga sperimentazione della "nuova" radio.
Forse la parte più interessante della conferenza stampa, insieme alla credibilità che la presenza del Direttore generale RAI ha dato all'intera iniziativa, è quella che riguarda i piani futuri. Nelle prossime settimane, come hanno confermato sia Vincenzo Lobianco sia i rappresentanti di RAS, l'ente che nella Provincia autonoma di Bolzano vanta nella radio digitale italana il ruolino di marcia più lungo, anche l'Alto Adige passerà al DAB. In buona sostanza, ha precisato Ciccotti, man mano faranno seguito altre province del Nord Italia, con l'obiettivo di avere, entro tre anni, una copertura capillare «da Aosta a Trieste e dalla Riviera ligure al Brennero, scendendo lungo l'asse nord-sud almeno fino a Rimini.» Oltre alla copertura, assicurano poi i costruttori di apparecchi riceventi, gli ascoltatori del DAB troveranno nei negozi una adeguata fornitura di ricevitori, di ogni foggia e per ogni tasca. Anche dal mondo automotive arriveranno - grazie soprattutto all'effetto volano del DAB in Germania - diversi modelli con autoradio digitali integrate.
Per la radio numerica il successo è dunque assicurato? Le nuove premesse sono ottime, ma a Trento nel corso della conferenza RaiWay e successivamente a Riva del Garda, dove il WorldDMB Forum ha tenuto il suo primo importante convegno nel pomeriggio di lunedì e per tutto martedì 16 aprile, si è discusso a lungo del fattore C, come "contenuti". Tra i più accaniti sostenitori della necessità, per il DAB+, di predisporre una ampia offerta di contenuti possibilmente nuovi ed esclusivi per spingere il pubblico a dotarsi di ricevitori digitali in grado di riceverli, è stato Marco Rossignoli di Aeranti-Corallo. Anche Stefano Ciccotti ha parlato della questione quando ha chiarito - a beneficio soprattutto della stampa locale - che il DAB utilizza frequenze diverse dalle stazioni in FM e che queste ultime continueranno a trasmettere normalmente per moltissimo tempo. Ma parlando in seguito con gli stessi giornalisti, tra cui il sottoscritto, il capo di Radio RAI Bruno Soccillo ha ammesso che trasmettere in DAB un'offerta completamente nuova non è facile a causa del regolamento Agcom che impone a chi non sia un nuovo entrante di mettere in onda in digitale almeno il 50% dei programmi diffusi in FM. Una regola che voleva essere un compromesso tra liberalizzazione totale e salvaguardia degli spazi competitivi ma che di fatto si rivela una zavorra. Però, a concluso Soccillo con qualche ragione, un motivo forte per acquistare una radio DAB in Italia c'è: vista la situazione di affollamento dell'FM e le difficoltà di ascolto dei network che non possono contare sull'isofrequenza, il digitale è comunque un buon modo per ascoltare meglio i programmi preferiti. Basterà come argomento di marketing? Staremo a vedere.
Al termine dell'evento allestito a Trento ho approfittato di un cortese passaggio per Riva, dove ho potuto seguire le prime sessioni del
convegno WorldDMB. La partecipazione da parte degli operatori locali è stata davvero corposa e la curiosità evidente nella piccola area espositiva a contorno della conferenza. Ma altrettanto evidente, per chi aveva preso parte poche ore prima all'incontro con la dirigenza Rai, era il cambiamento di umore davanti agli interventi degli oratori dalla Germania, la Norvegia, il Regno Unito. L'idea era che le rispettive success story dovessero agire da pungolo al settore della radiofonia digitale in Italia, ma ho avuto la sensazione che per qualcuno il confronto fosse soprattutto un motivo di imbarazzo. Considerando che le prospettive del DAB+ in Italia continuano a essere condizionate da un clima generale che non sembra incoraggiare alcun tipo di cambiamento anch'io tenderei al pessimismo, ma continuo a credere che il DAB possa aprirci molte opportunità, vuoi come ascoltatori della radio, vuoi come fornitori di contenuti, servizi, impianti, strumentazione. Mi ha fatto piacere vedere tra gli stand espositori come FIAMM (con il suo prodotto automotive "SM10" disponibile da settembre e pensato per consentire - attraverso una antenna con convertitore incorporato - la ricezione del DAB anche alle car radio analogiche) e soprattutto
Parrot, con il nuovissimo
Asteroid, un digital tuned multistandard DAB/IP touchscreen e basato su Android. Asteroid utilizza un componente sviluppato dalla stessa azienda francese attraverso la sua divisione
DiBcom, uno sviluppatore fabless di silicio che ha messo a punto
Octopus, una famiglia di chip basati su un motore di "Vector Signal Processing" software-defined, disponibile anche in versione modulare completa, che permette di realizzare dispositivi riceventi multi-standard (incluso il DRM) e multi-banda. Rappresentati a Riva del Garda anche i ricercatori torinesi del
CSP, con un interessantissimo progetto che implementa
su una schedina ARM a bassissimo costo, la Odroid, un trasmettitore DAB+ embedded supercompatto. Per realizzarlo i tecnici del DSP sono partiti dai tool open source DAB
messi a punto dalla canadese CRC, ricompilando il software per la compatibilità con Odroid e il suo coprocessore.
Infine, tra le novità più interessanti sul fronte dei ricevitori commerciali c'è sicuramente la nuova versione della radio ibrida
Pure Sensia, modello 200D Connect, la famosa radio digitale "ovoidale" con schermo touch integrato e sistema operativo Android, compatibile con radio FM, DAB e Internet.