24 agosto 2009

Uniwave Diwave100, ricevitore DRM e analogico

Da Claudio Re e il gruppo di discussione DRMItalia arrivano interessanti novità sulle specifiche finali del ricevitore ibrido per DRM e radio analogica UniWave Diwave 100, la cui presentazione ufficiale è attesa per la manifestazione IBC ad Amsterdam (11-15 settembre). Insieme alle sue annotazioni personali, Claudi ha condiviso anche una serie di immagini da "test bed" del nuovo portatile, che dovrebbe costare 200 dollari. Claudio conferma inoltre che l'Etsi ha pubblicato la versione 3.1.1. del documento ES 201 980, quello relativo alle specifiche del DRM+, il Digital Radio Mondiale esteso alle frequenze dell'FM/VHF. Vi invito a prelevare questo interessante documento in PDF, molto aggiornato. L'ho trovato sul sito del politecnico di Kaiserslautern ed è stato compilato da Fränz Thillen per il Seminar Nachrichtentechnik di luglio. La norma Etsi, ampliata con la ratificazione del "robustness mode" di classe E per la trasmissione in banda VHF si può prelevare dal sito dell'organismo normatore (bisogna disporre degli accrediti adeguati).
«Dopo essere stato coinvolto come beta tester del primo prototipo,» scrive Claudio, «mi è stato chiesto di riprogettare alcune parti RF del ricevitore che ora dispone - come ogni buon ricevitore - di un gruppo sostanzioso di preselettori (4 per le HF, mentre in onde medie e onde lunghe la preselezione viene fatta tramite la sintonizzazione della antenna in ferrite), oltre ad un attenuatore da 10 dB. L'antenna esterna è ora a 50 Ohm e funziona anche per le Onde Lunghe e Onde Medie migliorando ulteriormente le possibilità di ricezione. Lo stilo per le HF è una antenna attiva con alta IP e trappole per i segnali FM .
Il consumo del ricevitore è dell'ordine dei 500-600mA a 6V, peraltro allineato con quello dei ricevitori HD (IBOC) della attuale generazione . Solo alcuni ricevitori DAB possono oggigiorno considerarsi realmente della categoria portatile a batteria o addirittura da "taschino". Il consiglio parziale che posso dare è quello di impiegare per l'Uniwave una serie di batterie ricaricabili NiMH che hanno capacità decisamente superiori alle batterie alcaline non ricaricabili. Se, come nella stragrande maggioranza dei casi, non esistano trasmettori DRM nelle vicinanze , si consiglia l'uso di una antenna esterna, in quanto la schermatura delle case e la rumorosità degli ambienti a frequenze "basse" e' estremamente elevata e quindi l'ascolto indooor ne risente. I loop attivi a larga banda o i dipoli attivi a larga banda sembrano dare i migliori risultati, ma anche un dipolo HF offre miglioramenti enormi.»

2 commenti:

Roberto Del Bianco ha detto...

Bello! Potrebbe essere questo il mio "regalo di Natale" di cui scrivevo sabato via Skype, eh Andrea? Sempre che si trovi in giro in tempo utile, e che... le caratteristiche siano perlomeno decenti.
Il DRM potrebbe avere successo se la ricezione riesce finalmente a slegarsi dal trittico "radio+IF converter+PC", uscendo quindi dall'ambiente di nicchia dei pochi appassionati.
Se c'è tutto dentro il ricevitore (e se le sezioni analogica e digitale non s'incasinano con disturbi o altro) è tutto di guadagnato per l'utente appassionato ma desideroso di non star troppo a smanettare (e poi, così, almeno il DRM me lo porto in campagna e lasciando il PC a casa! :) )

Andrea Lawendel ha detto...

Assolutamente Roberto, la disponibilità di ricevitori autonomi "stand alone" che liberino dalla relativa schiavitù della decodifica basata su pc è fondamentale per il successo di uno standard come il DRM. Come si è visto nel caso di altri sistemi di radio digitale, può essere una condizione necessaria ma non sufficiente. Il problema di fondo sta in una piattaforma di distribuzione dei contenuti come le onde corte: la modulazione digitale potrebbe non bastare per rivitalizzare un mezzo che per ironia della sorte ci appare oggi tanto più appetibile quanto i sistemi riceventi sono più semplici e capaci di favorire l'ascolto da parte di popolazioni e geografie poco dotate di mezzi finanziari e infrastrutturali. La radiolina cinese analogica da pochi dollari, in grado di restare accesa con due pilette per una settimana è forse più indicata per la ricezione dei programmi rivolti dai broadcaster internazionali agli ascoltatori birmani. I quali, quando si tratta di onde corte. sono potenzialmente assai più numerosi rispetto a noi occidentali, annoiati e Web-dipendenti.
Comunque sia, speriamo che Uniwave ce la faccia dove altri hanno fallito.