Notevole, anche sui nostri quotidiani, la copertura mediatica sull'omicidio di due personalità radiofoniche somale: quelle di Mahad Ahmed Elmi, conduttore di un popolare programma mattutino, e del suo editore Ali Iman Sharmarke, intellettuale proprietario di HornAfrik Media Company. Sharmarke è stato fatto saltare da una mina radiocomandata (che fine ironia) mentre era a bordo della sua auto di ritorno dal funerale di Elmi. Mentre è appena giunta la notizia dell'arresto di due presunti responsabili dell'attentato a Sharmarke da parte del governo provvisorio somalo (peraltro accusato dai ribelli islamici di essere il vero mandante degli attentati), un'altra stazione, Radio Shabelle, è da tempo nel mirino dello stesso governo. Due giorni fa le autorità militari di Mogadishu, dove ora comandano (?) le truppe etiopiche, avevano arrestato (come riferisce AllAfrica.com) undici componenti dello staff di Radio Shabelle, tornata in onda solo da poche ore. Shabelle, che gestisce anche un sito Web pieno di notizie in inglese, fino all'anno scorso veniva segnalata sulla sua frequenza "ufficiale" in onde corte, i 6960 kHz. AllAfrica sostiene che la radio aveva già ricevuto minacciosi avvertimenti da parte dell'ambasciata etiope in Somalia per il modo in cui venivano formulati i notiziari. Shabelle.net precisa che l'ordine di chiusura è arrivato da Ali Hersi, capo della polizia di Mogadishu, arrabbiatosi perché i giornalisti avevano raccontato l'episodio di un attacco dei ribelli (islamici, immagino) a una stazione della stessa polizia. Radio Shabelle aveva riferito che i poliziotti se l'erano date a gambe in seguito all'assalto e Hersi sostiene che questa sarebbe una bugia mirata evidentemente a screditare gli agenti per il loro scarso coraggio. Siamo alle solite: nel dubbio, sempre meglio censurare. Ancora meglio imbavagliare i giornalisti, metterli in guardina, strappargli il microfono. Nello spaventoso caos che attanaglia la sfortunata Somalia, la voce della radio sembra dare ancora più fastidio di quella dei kalashnikov. Tutto perfettamente nella norma, direi.
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