14 agosto 2007

Le Internet radio diventano mainstream


La catena discount britannica Aldi metterà in vendita a partire da giovedì una Internet radio marchiata Tevion basata sulla piattaforma Reciva. Ricordo che per Internet radio si intende un apparato indipendente dal pc con interfaccia Wi-Fi, in grado di sintonizzarsi autonomamente sugli stream diffusi dalle stazioni radio su Web. La particolarità di questa offerta è il prezzo particolarmente aggressivo, 69 sterline equivalenti a circa 100 euro. Tevion è una sottomarca della tedesca Medion (presente in Italia), una ditta che ha già dimostrato di poter sfornare ottimi apparati multimediali digitali a basso prezzo. Il sistema Reciva non mi ispira particolare fiducia, avendo avuto una cattiva esperienza con una prova su strada della Internet radio Acoustic Energy, ma rispetto ad altri sistemi ha il vantaggio della compatibilità con gli stream Real Audio.
Perché queste sono notizie da tenere in debito conto? Perché a questi prezzi la sintonia di programmi radiofonici attraverso Internet comincia a essere una ipotesi sempre più appetibile. Non mi stupirebbe se in una determinata fascia di ascoltatori, questa modalità di fruizione dovesse rpendere rapidamente il posto del tradizionale consumo radiofonico via etere con apparati da tavolo. Un segmento che la radio digitale terrestre via etere sta cercando di attaccare in questo momento, soprattutto negli Stati Uniti ma anche qui in Europa con il DAB Eureka 147 e le sue recenti varianti. Ma mentre gli standard via etere faticano a trovare la quadratura del cerchio tra vincoli tecnologici, di mercato e di contenuto, le Web radio (sempre supponendo che qualcuno non le ammazzi con assurde gabelle) sono già in grado di arrivare su centinaia di milioni di personal computer e, presto, sui nuovi dispositivi stand alone. L'unico vero ostacolo che vedo a questo tipo di evoluzione della radio terrestre è la banda occupata dagli stream (in modalità unicast non si può pensare di servire milioni di persone senza nessun problema) e l'offerta di contenuti. Non fosse per questi due non trascurabili (ma probabilmente risolvibili) fattori, la radio digitale via Internet potrebbe già dichiarare di aver vinto la partita tra chi consuma radio in casa propria o in ufficio. Resta la grossa incognita della radio in mobilità, dove Internet non può ancora contare su una sufficiente capillarità. E' solo questione di tempo? Secondo me no: per quanto rumore possa fare una tecnologia come il Wi-Fi, non credo si possa ipotizzare una larga banda mobile capillarmente diffusa prima di un congruo numero di anni, specie con la situazione finanziaria che gli operatori di telecomunicazione stanno attraversando al momento. La radio in mobilità significa sostanzialmente due mercati: car radio (un segmento fortissimo e denso di pubblico potenziale) e dispositivi portatili a batteria. Qui la partita fra sistemi tradizionali analogici, standard digitali terrestri e satellitari, terminali di tipo convenzionale e alternative come il telefonino o chissà che altro, si fa certamente più incerta. Anche se su una cosa si può scommettere: sarà più una battaglia sui contenuti da un lato e sulle tecnologie di alimentazione (batterie di nuovo tipo, microturbine, cose del genere) dall'altro, ancor più che sulle modulazioni e sui codec.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao,
una cosa non mi è chiara rispetto alle internet radio: per farla funzionare a casa, esattamente cosa ci vuole? Connessione Internet (adsl) e router wireless?

Grazie

Hamlet

Andrea Lawendel ha detto...

Esattamente, la Internet radio (intesa come dispositivo ricevente di uno stream radiofonico diffuso via Web) deve essere vista come un terminale utente dedicato sostitutivo - e in questo caso più semplice - del personal computer. Il primo requisito per chi vuole acquistarne una è una connessione a larga banda, di classe Adsl. Dopodiché non è strettamente necessario disporre di una stazione base o un router Wi-Fi: diverse Internet radio sono compatibili anche con connessioni Ethernet standard. Quindi il Wi-Fi non è propriamente una condicio sine qua non, ma un vantaggio in più per non invadere la casa di cavetti. E chissà che in futuro... Leggevo proprio oggi il commento di un sito tedesco a proposito di una nuova Internet radio della Yurako . Parlando di questo nuovo dispositivo, Teltarif osserva che se oggi le Internet radio utilizzano solo Wi-Fi come sistema di trasporto wireless, uno streaming decente di una Web radio può avvenire anche a 32 kilobit al secondo, velocità compatibile con una buona connessione GPRS. EDGE, UMTS, HSDPA possono fare anche meglio. Niente esclude che l'industria possa prima o poi mettersi d'accordo con gli operatori di telefonia cellulare per realizzare Internet radio compatibili con Wi-Fi e con gli standard della telefonia mobile. La cosa, evidentemente, richiederebbe uno sforzo particolare sul piano della tariffazione, ma se veramente gli operatori mobili voglio, o addirittura devono, pescare nel misterioso mercato dei servizi a valore aggiunto, forse anche questo ostacolo può essere superato.

Anonimo ha detto...

Se l'ascolto della radio (a casa o in ufficio, tralasciamo l'ascolto in mobilità) attraverso Internet diventasse un successo di massa, ci si potrebbe "divertire" a ipotizzare le conseguenze.
Ad esempio, il prezzo delle frequenze FM andrebbe a diminuire decisamente, no?
L'FM diventerebbe di nicchia (magari!) e Internet di massa??

Hamlet