04 ottobre 2007

Torre Bert mania


Inevitabilmente, con l'approssimarsi del cinquantesimo anniversario dello sputnik - lanciato il 4 ottobre del 57 - e la concomitante uscita dell'articolo di Focus Storia sulle imprese radiantistiche dei fratelli Judica Cordiglia, la curiosità degli internauti sui cosmonauti è andata infiammandosi. Visto che si è più volte occupata dell'argomento, RP sta intercettando una vera raffica di parole chiave Google inerenti alla questione. Tutti vogliono conoscere i fatti, le ipotesi e tutti vogliono ascoltare quei beep beep e quelle voci.
I quotidiani nazionali (ieri la Stampa) dedicano pagine intere a Torre Bert e domenica ad Alessandria, al Teato delle Scienze alle 17.00, ci sarà l'ennesimo convegno con i Judica Cordiglia in prima fila.
Devo dire che sono abbastanza sopreso di questo ritorno a mezzo secolo di distanza. Torre Bert fece molto scalpore e riempì i giornali e le stazioni radio di allora. Oggi il rumore mediatico generato non è certo paragonabile a quello di allora, ma una cosa non è cambiata per niente: quello che dicono i fratelli è oro colato e non viene neppure presa in considerazione l'idea di confutare, anche solo in parte, come pure avvenne negli anni 60 e 70, certe affermazioni.
La Guerra Fredda è entrata a far parte di una storia lontana ma esercita ancora un grande fascino. Soprattutto - diciamolo - perché qui in Italia il dibattito politico verte ancora su tematiche aggiornatissime come l'anti-comunismo, l'anti-americanismo e l'asservimento dei mezzi di comunicazione agli interessi di Mosca e Washington (al massimo si è aggiunto l'anti-islamismo, il "relativismo" suo contrario e gli interessi di questa o quella capitale mediorientale). Tutto questo è un po' triste perché ormai dovremmo aver imparato a leggere la storia e la cronaca in altro modo e a decidere su basi meno ideologiche, ma intanto è il sensazionalismo a farla da padrone.
Anche quando in ballo ci sono le famose registrazioni dei fratelli Judica Cordiglia. Che io non mi sogno affatto di contestare, ma che al tempo stesso non riesco ancora a trovare conclusive. Né per un verso né per l'altro. E trovo francamente ingegnuo l'atteggiamento dei giornali del 2007, per i quali la vulgata di Torre Berte è ormai "storia", indiscutibile e non rivedibile. Poco importa che se esperti internazionali contemporanei ai Cordiglia come Sven Grahn pubblicavano 40 anni fa convincenti confutazioni (che ancora adesso suscitano il ribrezzo di certi miei lettori). Poco importa che le informazioni fornite dai fratelli a corredo delle loro registrazioni siano sempre quanto mai sommarie. Il contraddittorio non riesce a decollare neanche quando la stessa Focus Storia allestisce una bella pagina Web multimediale con le registrazioni firmate Cordiglia ma anche da Mario Del Rosario, un altro radioamatore che in quelli stessi anni da Lanciano riuscì a registrare le vere o presunte voci dei cosmonauti. In alcuni casi la duplice fonte pare rappresentare una prova a favore. In altri non fa che aumentare le perplessità. Per esempio, solo i fratelli Cordiglia sono in grado di presentare un nastro con l'angosciata voce femminile che dice di "vedere la fiamma" (del rientro in atmosfera?). Ma sia i Cordiglia che Del Rosario registrano un "sospiro" senza parole, che Torre Bert aveva classificato a suo tempo, e ribadisce essere, un rantolo di un cosmonauta in agonia. Le due registrazioni sono molto simili, ma quello che fa riflettere sono le date (vedete che quando i dettagli ci sono è possibile farsi un'idea più precisa?). I fratelli dicono che la voce in agonia risale alla sera del 2 febbraio del 61, mentre Del Rosario afferma di aver registrato il 4 febbraio sera. Se hanno ragione entrambi, o l'agonia è stata molto lunga o si è trattato del normale rumore del respiro in un microfono all'interno di uno scafandro.
Il problema qui non è credere o meno al fatto che i fratelli abbiano ascoltato delle voci dallo spazio. Nessuno lo ha mai dubitato. Quello che non si riesce a capire è se le registrazioni fornite e i dettagli di contorno siano in grado di surrogare l'ipotesi secondo cui quattordici persone siano morte prima e dopo Gagarin. Non dico di credere ciecamente alle smentite sovietiche di allora. Ma forse è meglio chiedersi se la credibilità della fonte Judica Cordiglia sia davvero al di sopra di ogni giudizio tecnico.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

I fratelli Cordiglia erano irrimediabilmente affetti da manie di protagonismo al limite della mitomania - gente che indossa camici bianchi per sedersi davanti a dei Geloso non poteva essere del tutto a posto neanche in quegli anni.
Anni in cui, non dimentichiamolo, si era in piena guerra fredda e la RAI-TV era blindata su posizioni rigidamente antisovietiche e intenta a dimostrare che i russi banchettavano a bambini arrosto e vodka.
Le panzane dei Cordiglia, a base di astronauti cinicamente mandati a morire bruciati nello spazio e astronaute che vedono fiamme in improbabili spasmi di agonia o di orgasmo, erano del tutto funzionali alla propaganda democristiana dell'epoca. E infatti venivano abbondantemente proposte in prime-time senza alcun contradditorio.
Fa specie che, passati tanti anni, i Cordiglia siano ancora in televisione. Un minimo di pudore in questo paese no, eh.

Andrea Lawendel ha detto...

Come dice Sven Grahn nella pagina di confutazione che cito sempre, il due fratelli sono ormai entrati a far parte della mitologia dell'era spaziale. La storia di quegli anni è anche la storia delle loro intercettazioni. Un primato forse discutibile, che nessuno gli toglierà mai. E un primato alimentato anche dallo spazio (oggi diremmo presenzialismo) che Achille e Gianbattista ebbero sui mass media dell'epoca. Anzi la teoria formulata da Grahn è che proprio la presenza di tanti giornalisti che stavano sul collo dei due "eroici" ascoltatori (sui quali si scomodava anche l'arcigna Rdio Mosca), spinse i due fratelli a cercare lo scoop a tutti i costi. Ma, come scrive ancora Grahn:

In general the Judica-Cordiglias never seemed to understand that extraordinary claims require extraordinary evidence to be believed. They never have produced such extraordinary evidence... details about reception frequencies, log books etc... The recordings published on the "Lost Cosmonauts" website is an improvement in this respect, but unfortunately these recordings do not impress...

Ecco è proprio questo il punto, le registrazioni non impressionano e aggiungerei anche che ascoltare a 45 anni di distanza i nastri di un secondo presunto intercettatore (il Del Rosario scoperto da Focus Storia), rendono la situazione ancora più confusa. Perché nemmeno da questa nuova fonte riusciamo ad avere dati più circostanziali (chi mi dice a questo punto che il respiro "registrato" da Del Rosario non sia semplicemente lo stesso clip dei Cordiglia, leggermente ritoccato in banda base audio? Che tipo di apparecchiature sono state utilizzate, ecc, ecc).
Come tutte le mitologie, la si deve accettare a valore facciale, che per alcuni può essere molto elevato. Il mondo, lo scrivono gli stessi fratelli dopotutto, non saprà mai.

Anonimo ha detto...

Volevo soltanto precisare che Mario Del Rosario non è stato scoperto da Focus Storia ma dal sottoscritto.
Ho accompagnato personalmente il giornalista di Focus da Mario per redigere l'articolo poi pubblicato sul periodico.
E poi, ne avevo già ampiamente parlato qui:

http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=1252.25

LOrlandi

Andrea Lawendel ha detto...

Grazie della precisazione. Non era evidentemente in gioco la paternità della "scoperta" di Del Rosario ma la pubblicazione della sua storia su una rivista ad ampia diffusione.
Grazie anche del riferimento al Forum Astronautico, una fonte sempre ricca di informazioni molto puntuali. Mi riferisco in particolare a quelle, ben circostanziate sul piano tecnico e riportate nel thread indicato, che certo non sembrano corroborare le tesi un po' cospirazioniste basate sulle "registrazioni" delle presunte missioni pre-Gagarin.