
Nei gruppi di discussione specializzati in cui la notizia si è diffusa in serata l'eccitazione è, come si dice, palpabile. Nessuno ha mai pensato che un segnale a 280 kHz potesse compiere tale distanza con tale "leggerezza". Il sound originale registrato da Vincent è francamente poco facile da decifrare. Ma utilizzando un filtro molto stretto, sotto i 20 Hertz, la sigla IPA emerge con una intensità davvero inquietante. Paul Crankshaw e Aldo Moroni hanno editato il file Wav diffuso da Lecler e hanno svelato perfettamente questa incredibile rarità. IPA, qualche mese fa era stato ascoltato in Canada. Vincent ci ha aggiunto un oceano in più. Ora la comunità dei radiofarisi italiani (BTW, complimenti ad Aldo che ha finalmente ascoltato, dalla sua postazione vicino a Saronno, CLB dagli USA) si interroga, gli occhi sgranati, sulle reali chance di imitare l'exploit.

A proposito di Auckland, dopo lo storico ascolto di Martin Hall si è naturalmente accesa la discussione su *quanto* la Nuova Zelanda nel Regno Unito fosse davvero storica. Ed è saltato fuori che nel 1959 Medium Wave News aveva documentato una serie di ascolti effettuati negli anni dal 1932 al 1939 da Kenneth Judd (che nel frattempo aveva perso interesse nei confronti della radio). Sembra che Judd avesse sintonizzato otto stazioni australiane e ben quattro neozelandesi. Ma erano tempi molto diversi, quelli. Il DXer di anteguerra aveva sentito anche la California (con 100 watt) e le Hawaii, l'Ecuador con 30 watt. Le imprese di Martin e Hall sono sicuramente più difficili, ma ci dicono anche che le possibilità di DX veramente estremi ci sono, a patto di individuare le location giuste e di utilizzare antenne davvero ottimali (ancora più che ricevitori stratosferici). Il vero problema è che i Martin e i Vincent, ormai, rappresentano un gruppo troppo sparuto.
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