Aldo Fontanarosa su Repubblica scomoda Antonio de Curtis in arte Totò, scomparso mezzo secolo fa, per celebrare il "ritorno della radio" per giunta a onde medie. Fonte della leggenda sul Totò radioascoltatore notturno è lo stesso Principe della risata, a colloquio con un altro mostro sacro, Oriana Fallaci. In un'intervista del 1963 Totò raccontava:
«Nulla e tante cose. Ora le spiego. La servitù va a dormire alle 11. Franca, mia moglie, resta con me fino alle 2: mi parla, mi legge i giornali perché come lei sa io son mezzo cieco... Poi anche lei va a dormire e io resto solo. Giro per la casa, sto seduto, penso, io penso molto, mi affaccio alla finestra, vado in cucina a controllare che il gas sia chiuso, che le valvole della luce elettrica siano a posto, spengo le cicche perché ho sempre paura dell’incendio, vuoto i portacenere perché non sopporto l’odore delle cicche... E poi, siccome ho una radio che prende tutte le stazioni e in più la radio marina, mi metto lì e mi sento tutti i discorsi che si fanno le navi, i telegrammi dei pescherecci, «Partito da Gibilterra, caricato 6 quintali di banane», e ci trovo l’ alba. Ridicolo, eh? Una scena da uomo ridicolo.»
Torniamo insomma a parlare di una radio favolistica e fasulla, che come viene raccontata non esiste più, che alla maggior parte di noi risulterebbe comprensibile come la diligenza al posto del treno a levitazione magnetica: in mancanza di meglio la diligenza a qualcosa serviva, ma nessuno si sognerebbe mai di ripristinarla su larga scala. Insomma una radio che suona patetica e ridicola, proprio come il Totò narrato da Totò.
La faccenda del presunto "ritorno" delle onde medie in Italia desta le stesse perplessità. L'articolo di Aldo nel suo svolgimento successivo è ottimo e ben documentato. Soprattutto dà il giusto merito a Giorgio Marsiglio, l'esperto di normative che con le sue richieste in sede europea ha di fatto scatenato un iter che ha portato al recepimento, in Italia, di regole che sanciscono la fine del monopolio della RAI sulle medie. Fontanarosa cita le numerose (non così tante però) emittenti che negli ultimi due o tre anni hanno trasmesso in assenza di autorizzazione e il suo pezzo parla persino dei problemi di ricezione legati ai rumori elettrici. Dice anche che in Italia Radio RAI dispone ancora di 12 impianti, ma non si dice che questi impianti verranno sicuramente spenti, più prima che poi. Non si fa parola di un declino massiccio, della Germania e della Francia che cancellano i loro impianti AM, del Nord Europa che li ha spenti da anni, della Russia che di colpo abbandona onde medie e corte, delle 5 mila stazioni AM americane che soffrono per mancanza di ascolti e sponsor pubblicitari, che vogliono chiudere o migrare in fm.
Del resto non è colpa di Fontanarosa. La
bozza di regolamentazione su cui pochi giorni fa Agcom ha aperto la consultazione, a proposito di licenze parla soltanto di investimenti, di progetti di ampio respiro, di tecniche (digitali) alternative. Peccato che ovunque nel mondo enti pubblici e operatori commerciali abbandonano la modulazione d'ampiezza mentre le famose modulazioni numeriche sono ferme al palo dal giorno zero (
HD Radio negli USA) o nate quasi morte (il
DRM europeo). Quest'ultimo non è mai andato al di là di qualche modulatore venduto (con un po' di marketing lubrificante) dai veri inventori dello standard: le aziende che ancora costruiscono trasmettitori per le onde medie. Ricevitori commerciali DRM non ne esistono, di componentistica ce n'è più che altro nei data sheet e le varie "sperimentazioni" sono finite, nella generale indifferenza, da anni. I fautori del DRM si attaccano ai nuovi trasmettitori acquistati da
All India Radio per ammodernare la rete AM, ma anche in India sono state mosse critiche a una tecnologia che tuttora non può contare su un mercato di ricevitori a basso costo in grado di soddisfare le richieste di decine di milioni di ascoltatori.
A mio parere rimane, per le onde medie, un unico spazio di opportunità e Agcom lo ha drammaticamente ignorato. Le nuove licenze si devono vendere (a caro prezzo?), punto. Nessuno sembra prendere in considerazione l'idea di spalancare le onde medie al mondo dell'attivismo, dell'emittenza comunitaria e associativa, della cultura. Tiziano Bonini, docente allo IULM, e grande studioso dei modello dei broadcaster pubblici, di financing e economia partecipativa, l'altro giorno mi ha scritto: «come possiamo fare per convincere Agcom a lasciare gratuitamente una frequenza AM a disposizione delle università e del terzo settore?». Io gli ho risposto che mi sembra velleitario puntare tutto sul presunto valore commerciale delle onde medie (valore in cui non crede più nessuno) e non pensarle invece come un possibile laboratorio di sperimentazione e come piattaforma aperta allo scambio di idee e alla diffusione di contenuti, per la visibilità di tante iniziative che potrebbero sfruttare una radiofonia su scala locale. Pensiamo ai gruppi etnici nelle città, alle associazioni di volontariato, alle scuole inferiori, ai teatri, ai musei, ai siti archeologici, alla miriade di realtà che potrebbero occupare l'etere, così come hanno fatto col Web, ma con una tecnologia più leggera e a costo molto contenuto, sia per chi trasmette, sia per chi riceve.
Alla fine con Tiziano si è deciso di partecipare, con tutte queste considerazioni, alla consultazione promossa da Agcom sul tema della regolamentazione dell'accesso alle onde medie. Abbiamo unito anche i riferimenti ad alcuni esempi di regolamentazione delle licenze di tipo comunitario vigente in nazioni come il Regno Unito, Gli Stati Uniti, la stessa Svizzera (così avanti sul piano della radio digitale DAB+). Vediamo come andrà a finire. Intanto, chi voglia approfondire sulle modalità di concessione non commerciale di frequenze AM, FM e persino DAB può guardare, per esempio qui:
USA
The
Local Community Radio Act is an act of broadcast law in the United States, explicitly authorizing the Federal Communications Commission (FCC) to license local low-power broadcasting in the FM broadcast band (LPFM). After five years and four versions, it passed the U.S. Congress in 2010, granting equal protection to community radio stations with regard to translator and booster stations. All three types of stations remain secondary to full-power radio stations, which are typically owned by major corporations and nonprofits. (Previously, this second-class status was only a part of FCC regulation, rather than law.)
The Local Community Radio Act of 2010 (based upon legislation originally introduced in 2005) was signed into law by President Barack Obama on January 4, 2011 as Pub.L. 111–371, after passage in the House on December 17, 2010, and the U.S. Senate on December 18, 2010. In a statement after the bill became law, Federal Communications Commission Chair Julius Genachowski said, "Low power FM stations are small, but they make a giant contribution to local community programming. This important law eliminates the unnecessary restrictions that kept these local stations off the air in cities and towns across the country." The Act states the following: The Federal Communications Commission, when licensing new FM translator stations, FM booster stations, and low-power FM stations, shall ensure that-- (1) licenses are available to FM translator stations, FM booster stations, and low-power FM stations; (2) such decisions are made based on the needs of the local community; and (3) FM translator stations, FM booster stations, and low-power FM stations remain equal in status and secondary to existing and modified full-service FM stations. In General- The Federal Communications Commission shall modify its rules to eliminate third-adjacent minimum distance separation requirements between-- (1) low-power FM stations; and (2) full-service FM stations, FM translator stations, and FM booster stations.
UK
6.2 There are three types of long term restricted service licence (RSL).
• Low-powered AM (LPAM) licences are available throughout the UK, except within the area enclosed by the M25 London orbital motorway, and allow for freely-radiating transmission on the AM waveband at a usual maximum radiated power of up to 1 watt.
• Low-powered FM (LPFM) licences are generally available in pre-defined, sparsely populated, areas of England, Wales and Scotland (see map at Annex 1). At Ofcom’s discretion FM may also be available in areas where there has been no short-term RSL (SRSL) activity over a long period (normally three years or more). LPFMs allow for freely-radiating transmission on the FM (VHF) waveband at a usual maximum radiated power of 50 mW, however up to 500 mW of radiated power may be available depending on the coverage required. (This will be considered on a case by case basis. See paragraphs 6.5 and 10.2 for further information.)
• Induction loop (IL) licences are available throughout the UK, and allow for limited coverage, usually within selected buildings only, on the AM waveband.
Svizzera