03 novembre 2015

Radio Biafra e le altre: la lotta politica in Nigeria trasmette in onde corte


Passa il tempo ma l'Africa radiofonica continua a stupire, persino su frequenze - in onde corte - che pensavamo fossero al tramonto. La stampa online nigeriana pubblica in queste ore le notizie di una nuova guerra civile - per fortuna solo virtuale o quasi - con la regione ribelle del Biafra, a quasi mezzo secolo da quella combattuta con le armi, quando a soli 7 anni dall'indipendenza dal Regno Unito, Enugu, nel sud-est, cercò di staccarsi dalla confederazione con capitale Lagos, dichiarando a sua volta l'indipendenza. 

La nazione più popolosa del continente continua come sappiamo a essere caratterizzata da forti instabilità e spinte secessionikste e già cinque o sei anni fa gli orgogliosi Igbo avevano riportato clandestinamente in onda Radio Biafra, emittente prodotta dall'esilio di uno studio di Londra. Voice of Biafra negli anni Sessanta operava direttamente dalla giungla nigeriana e qui dagli archivi di On the Shortwave potete leggere una bella rievocazione di Don Jensen, nel ventesimo anniversario della guerra civile, ricordata dallo stesso sito con una registrazione originale effettuata nel 1969 su 6145 kHz. Le trasmissioni oggi avvengono invece attraverso frequenze affittate dagli operatori europei ancora attivi sulle onde corte e proprio quest'anno c'è stato un forte rilancio dell'attività della stazione, guidata da Nnamdi Kanu. I programmi vengono irradiati, su 155560 kHz, da impianti localizzati in Francia. 

La situazione sembra essere precipitata dopo che recentemente il governo del presidente nigeriano Muhammad Buhari aveva alzato i toni contro i proclami di Radio Biafra. La scorsa estate Buhari si era espressamente dichiarato estraneo a una presunta politica anti-Igbo, accusando l'emittente clandestina di diffondere bugie. Un'accusa che indirettamente richiama il ruolo che anche il partito di Buhari, l'APC, ha avuto nella primavera scorsa, con il lancio di un'altra stazione propagandistica sulle onde corte internazionali, Radio Chanji (l'anima di questo progetto, Kayode Fayemi, negli anni Novanta aveva fondato Radio Freedom, o Radio Democracy ribattezzata Radio Kudirat dopo l'assassinio di Kudirat Abiola, moglie del leader della National Democratic Coalition arrestato durante il regime militare di Sani Abacha).

Poi, il 17 ottobre, la clamorosa notizia dell'arresto di Nnamdi Kanu cui ha fatto seguito un'azione ancora più incisiva: una contro-trasmissione rivolta contro Radio Biafra riportata oggi dal sito Nigeria Masterweb.  Secondo questo annuncio il governo nigeriano avrebbe assunto il controllo della frequenza di 15560 kHz o piratando i feed satellitari o sovrapponendosi, forse con gli impianti della governativa Voice of Nigeria, sui programmi diffusi da TDF in Francia con un impianto basato in Nigeria. Si tratterebbe di un'operazione "grigia", perché nel corso della trasmissione sono state diffuse dichiarazioni lealiste da parte della stessa comunità Igbo.  Secondo Nigeria Masterweb insieme a canzoni di guerra sarebbero stati diffusi proclami che in inglese suonano come: "We are Nigerians, we are pround Nigerians. We want peace and progress. There is no Biafra, all Igbos are for peace. Biafra is dead, we are Nigerians - no more MASSOB. We are Igbos, we are happy Nigerians, Biafra died 45 years ago. Long live Nigeria. This is Radio Biafra - this is Radio Biafra closing down forever. Whoever is talking Biafra does not like nde Igbo. Ndigbo are proud Nigerians. Long live Federal Republic of Nigeria. My name is Nkemdilim Chukwuemeka." Il MASSOB non è altro che il Movement for the Actualisation of the Sovereign State of Biafra guidato da Raph Uwazuruike. 
La lotta politica africana continua insomma a essere articolata anche attraverso un mezzo apparentemente desueto come le onde corte. Una modalità del tutto logica se si pensa alla scarsa penetrazione di Internet in una geografia così complicata.

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