Ci sono modi misteriosi e subdoli di usare il suono come arma offensiva o di interdizione. Recentemente un esperto hacker ha denunciato la possibile esistenza di virus e tecniche di spionaggio informatico basati sugli ultrasuoni. Queste stesse tecniche sono state confermate da un proof of concept descritto su Journal of Communications da Michael Hanspach e Michael Goetz due ricercatori del Fraunhofer Institut. In "On Covert Acoustical Mesh Networks in Air" i due autori descrivono un sistema per lo scambio (e la cattura) di informazioni attraverso altoparlanti e microfoni dei computer, utilizzando modulazioni sulle frequenze degli ultrasuoni. Ars Technica ne ha parlato diffusamente qui.
Del resto i primi modem utilizzati per l'interconnessione tra computer e prima di loro i fax, si servivano delle stesse modulazioni per inviare dati e immagini attraverso le linee telefoniche, utilizzando la comune banda vocale (l'unica accessibile senza complesse modifiche delle centraline locali). In passato ci sono stati esperimenti effettuati via radio. Nel 1984, il programma "Un certo discorso" di Radio 3, con Pasquale Santoli e Roberto Mastroianni, inaugurò il ciclo di Radiosoftware, rinnovato anche successivamente (almeno fino al 1987, quando ne parlò la mitica rivista MC Microcomputer). Durante il programma venivano trasmessi in formato audio contenuti e programmi compatibili per le piattaforme personali di allora, lo Spectrum o il Commodore 64. Bastava registrare i suoni su cassetta e riprodurli sugli ingressi audio dei computer, ma vennero sviluppate anche interfacce più evolute (la trasmissione del codice binario avvenne poi anche attraverso il teletext di Televideo).
Molto più recentemente, la Voice of America trasmette testi e immagini sulle onde corte attraverso le nuove modalità digitali dei radioamatori, raggiungendo bitrate relativamente elevati. In questo caso basta sintonizzarsi sulle frequenze usate per i VOA Radiograms in modulazione d'ampiezza e collegare l'uscita audio del ricevitore alla porta audio del computer. I suoni (generati dai protocolli binari a modulazione di fase o frequenza radioamatoriali) corrispondono a un contenuto digitale, un testo o una fotografia, visualizzati sullo schermo dai software di decodifica.
Ma l'esperimento della canadese CBC (segnalatomi oggi da Andrea Borgnino) è ancora più interessante e per certi versi inquietante. La stazione CBC Radio One di Kitchener-Waterloo (89.1 FM), nel corso del suo Morning Show ha trasmesso... Del denaro elettronico. Per la prima volta nella storia, l'emittente ha premiato un ascoltatore recapitandogli un premio del valore di 5 centesimi di Bitcoin, la valuta elettronica peer-to-peer, equivalenti a 40 dollari canadesi. Bitcoin non si può certo considerare una valuta mainstream, ma nella comunità dei geek del computer sta diventando un fenomeno sempre più affermato e come tale viene studiato anche dagli economisti. In Canada, secondo quanto afferma la stessa CBC, Bitcoin sarebbe particolarmente diffusa. Nella stessa Waterloo, Ontario, è stata fondata una startup, Tinkercoin, che promuove l'acquisto semplificato di una forma moneta virtuale estremamente raffinata sul piano tecnologico. Le implicazioni dell'esperimento della trasmissione di denaro via radio sono notevoli, unendo due tecnologie molto resistenti ai controlli e alle censure. Ma come sottolineavo inizialmente le transazioni via etere aprono anche la porta a scenari di illegalità di cui non si sente certo il bisogno. Nell'occasione, la stazione radio si è servita di una tecnologia gratuitamente disponibile sottoforma di app per iOS e Android. La app si chiama Chirp.io e consente appunto di collegare due telefonini sulle normali frequenze audio, utilizzando altoparlanti e microfoni incorporati. Chirp è stato lanciato come una specie di giocattolo per giovani high-tech, ma il connubio con radio e moneta virtuale potrebbe avere sviluppi inattesi.