12 dicembre 2013

Crowdcasting: la sonda Juno salutata via radio da centinaia di piccoli trasmettitori radioamatoriali

Say HI to Juno! Dì ciao a Juno!. Esperimento riuscito, segnale ricevuto. Nel suo volo radente intorno al nostro pianeta prima di essere proiettata verso giove (arrivo previsto nel 2016), la sonda NASA-JPL Juno era stata salutata da un "arrivederci" molto speciale. Per sventolare il fazzoletto e augurare buon viaggio, 1.400 radioamatori di tutto il mondo hanno impostato sui loro trasmettitori una frequenza scelta in uno stretto intervallo centrato intorno ai 28 MHz nella banda dei 10 metri e tutti, il 9 ottobre scorso, hanno trasmesso a cadenza molto regolare un segnale non modulato. Letta sull'analizzatore di spettro a bordo di Juno, la sequenza di queste trasmissioni sovrapposte, opportunamente intervallate da pause della stessa durata (30 secondi),  avrebbe formato le lettere H e I espresse in codice Morse. Quattro punti seguiti da una pausa e da altri due punti per dire HI, "ciao Juno". Punti trasmessi molto lentamente, per sfidare il rumore di fondo che avrebbe nascosto un segnale così debole.
Perché una iniziativa collaborativa in apparenza tanto complessa? Non sarebbe bastato telegrafare il saluto a velocità normale? Alla base di questo progetto collaborativo tra la NASA e la comunità radioamatoriale,  c'era proprio l'idea di comunicare via radio con una sonda spaziale non sfuttando i potenti segnali emessi dalle antenne paraboliche delle varie stazioni di tracking e controllo satellitare. Juno, che su giove studierà i fenomeni "giovomagnetici", è equipaggiata con due ricevitori, uno per le frequenze molto basse tipiche dei fenomeni di "radio naturale" legate al geomagnetismo e alle sue interazioni con la ionosfera, l'altro per le HF. È stato proprio questo ricevitore a rilevare la "sommatoria" di tanti piccoli segnali trasmessi dai partecipanti. Gli scienziati del Jet Propulsion Lab hanno dovuto applicare dei filtri alla ai dati trasmessi a terra dalla sonda, ma una  volta convertiti in un segnale audio un po' accelerato, i sei puntini si distinguono molto bene. ll successo dell'esperimento era tutt'altro che scontato. A parte la bassa potenza impegnata a livello individuale, non era affatto detto che le trasmissioni sui 28 MHz avrebbero potuto attraversare la ionosefera terrestre. E invece le onde corte hanno funzionato bene, producendo un messaggio che esalta il valore della scienza e della collaborazione. Nei due filmati è possibile ascoltare il famoso "HI" in una versione compressa più facile da seguire e osservare alcuni partecipanti del progetto in azione davanti ai loro tasti telegrafici.

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