27 luglio 2007

Il DAB+ di Club DAB in onda da 48 ore

Da mercoledì 25 luglio sarebbe on-air, secondo il Club Dab Italia, il quarto sistema di radio digitale ascoltabile (se solo ci fossero dei ricevitori) in Italia. Dopo il DAB della sperimentazione storica, il DMB attivato da RAI (e in via di attivazione da parte di Radio Vaticana, che ha ricevuto un encoder DMB in dono dai coreani), l'FMeXtra di Reteotto e naturalmente il simpatico DRM della RAi su 693 (ciao, ciao, onde medie distanti), ecco, l'audio AAC del DAB+:
«Il Club DAB Italia ha iniziato mercoledì 25 luglio 2007 le prime trasmissioni con il nuovo standard DAB+ in Italia. Al momento sono presenti sul multiplex 5 programmi con la nuova codifica audio e 8 programmi con il sistema classico DAB.»
(,grazie ad Antonio Tamiozzo, inesorabile e instancabile sorvegliatore delle novità DAB)
Vi dirò, qualche dubbio sulla disposizione del multiplex (8 canali DAB e 5 DAB+) ce l'avrei. Da quel che so forse 8 canali DAB tradizionali potrebbero essere un po' troppi. Sto facendo qualche controllo con la mia radio DAB Sangean e vi saprò dire. Per adesso, su parecchi canali degli associati a Club DAB vedo solo una identificazione e sento solo silenzio, segno dell'assenza di contenuti DAB. Radio Maria, ovviamente, c'è. Mi piacerebbe tanto capire come suona, questo famoso DAB+, ma ribadisco: di apparecchi commerciali non ne vedo ancora. Si continua a operare in un regime di sperimentazione (e se ripenso a quello che mi dicevano gli amici di RVR, non potrei escludere una sperimentazione HD Radio).
Club DAB, tra l'altro, dovrebbe anche entrare a far parte della sperimentazione allargata ad altri consorzi radiofonici del T-DMB della RAI su Roma, come riportava ieri ADN Kronos (segnalazione di Andrea Borgnino):

Rai Way e i Consorzi radiofonici Club Dab Italia, C.R. Dab ed Eurodab hanno sottoscritto oggi un accordo di cooperazione per sperimentare congiuntamente lo standard radiofonico digitale T-DMB nella città di Roma. L'accordo, che rappresenta un passo avanti importante nell'evoluzione tecnologica del sistema radiofonico pubblico e privato, permetterà di diffondere nell'area romana circa trenta programmi radiofonici e multimediali digitali di alta qualità. I Consorzi radiofonici contribuiranno attraverso la messa a disposizione della capacita' trasmissiva, mentre Rai Way offrirà il supporto ingegneristico per la diffusione del segnale e la verifica della qualità ricevuta. L'inizio della sperimentazione è previsto per il prossimo mese di settembre.
Bisognerà capire come il Club sceglierà di mantenere un presidio sulle due diverse evoluzioni dell'Eureka 147. Forse adottando proprio la strategia dei multiplex a tripla codifica, vedremo. Le sperimentazioni sono evidentemente molto utili per chi trasmette, ma non servono a vendere alcunché a chi riceve. Chi riceve ha bisogno di apparecchi radio e contenuti validi. Guardate quello che sta succedendo con la tv digitale, che prima aveva dovuto fissare per legge lo spegnimento dell'analogico e poi è stata costretta a un penoso tracheggiamento, fatto di date continuamente rimandate. Se la tv analogica fosse spenta l'anno prossimo, metà delle famiglie, forse più, smetterebbero di ricevere i programmi televisivi. E qualcosa mi fa pensare che forse la reazione sarebbe blanda. Tornando alla radio, mentre in Gran Bretagna e altre nazioni europee si parla seriamente di spegnere l'FM tra cinque anni, qui la radio digitale serve un bacino d'utenza che con tutta probabilità non supera qualche migliaio di persone (ed è già una stima ottimistica). A fronte di oltre 35 milioni di ascoltatori. Mi sembra un divario drammatico, anche considerando la rapidità con cui una tecnologia digitale viene di solito adottata. E poi ripeto, adottare una tecnologia significa, A) Avere davanti a sé una scelta appetibili, che giustifichi l'acquisto di nuovi apparati (vedi il caso della tv satellitare o delle partite di calcio del digitale terrestre). Oppure, B) Essere forzati al cambiamento da una rigorosa politica di adeguamento e successivo spegnimento delle infrastrutture alternative.
Mi sembra tutto così confuso e mal progettato...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao,

io credo che il Dab+ possa soppiantare il Dab attuale in poco tempo; credo di aver letto da qualche parte che anche i pochi apparecchi Dab vecchio tipo potranno essere aggiornati per ricevere il nuovo e molto più efficiente sistema. In questo caso, se venisse finalmente liberato e gestito il canale 13 (quello del famoso radiofaro a 234 Mhz), con 6 multiplex ad alta efficienza, ci sarebbero almeno una sessantina di radio con una qualità finalmente superiore all'FM (a differenza dell'attuale Dab che suona piuttosto metallico); l'altra tecnologia che secondo me non è da scartare è Fm extra, per una serie di ragioni che su questo blog sono state ampiamente ed esaurientemente trattate.

L'idea o meglio la domanda è capire se verranno immessi sul mercato apparecchi DAB+ / Fm extra / Dmb e qualcosa d'altro compatibili, perchè se un consumatore dovrà dotarsi di diversi apparecchi contemporaneamente, sarà sicuramente una tragedia.

Buona giornata
Massimo Peverelli

Andrea Lawendel ha detto...

No, l'aggiornamento al DAB+ dei vecchi apparecchi DAB attualmente sul mercato è invece molto critico. Solo in questi ultimi tempi sono entrate in circolazione radio DAB aggiornabili via USB (ne ho parlato proprio io l'altro giorno), ma al momento rappresentano l'eccezione, non la regola. Il DAB+ non è affatto retrocompatibile dal punto dei vista dei codec, per ascoltare contenuti DAB+ dovremo acquistare radio nuove. La domanda è: in quanto tempo? Non significa che non lo si possa fare in fretta, intendiamoci.
La questione dello slot 13 del DAB assegnato nella conferenza di Wiesbaden e attualmente appannaggio ai servizi fissi e mobili della Difesa (non credo proprio per i radiofari, a meno che tu non voglia riferirti a qualche glider per l'atterraggio strumentale di aerei militari) potrebbe non essere così fondamentale. Con una pianificazione decente il DAB può convivere con la banda III televisiva. E sicuramente avremmo potuto assicurare una copertura in banda III assai più ampia. Ricordo per l'ennesima volta che Agcom ha già deciso di usare la banda L come spazio preferenziale per l'assegnamento delle licenze DAB. Su queste frequenze i problemi di ricezione indoor sarebbero molto marcati, ma anche qui: se ci fosse stata la volontà, l'offerta di programmi sarebbe partita anche coi vecchi codec e avremmo potuto coprire il territorio nazionale in poco tempo.
Sui ricevitori multistandard, mi trovi perfettamente d'accordo. Sono assolutamente fondamentali. Ma anche qui ho parecchie perplessità, nonostante la mia passione per l'SDR. Il multistandard richiede un forte impegno da parte dell'industria del silicio e del software. La compresenza di standard diversi è una bellissima cosa sul piano teorico, ma la storia delle applicazioni dell'elettronica di consumo ci dice che il successo commerciale arriva quando il mercato riesce a focalizzarsi su uno, massimo due sistemi di riferimento. E' sempre stato così, dal VHS al CD, dal DVB all'MP3. In un mondo ideale sarebbe forse possibile immaginare un mercato capace di decidere da solo, tra numerosi sistemi in sana competizione reciproca. Ma questo non è un mondo ideale. Dieci, quindici anni fa, con l'FM in pieno marasma di frequenze il DAB sembrava un'ottima alternativa, con il suo audio metallico. Ma non ha mai preso piede. Non capisco perché oggi, con una radio analogica molto più stabile e facile da ricevere, milioni di persone dovrebbero adottare rapidamente il coded AAC del DAB+. E' tutto troppo velleitario e condizionato dai desiderata degli ingegneri, mentre i regolatori non danno l'impressione di saper valutare appieno tutti i fattori i campo. Anche il digitale televisivo terrestre doveva essere adottato "molto rapidamente". E stiamo parlando di contenuti televisivi free, di uno standard che permette di costruire milioni di decoder con per pochi dollari. L'iniziale entusiasmo per sistemi come FMeXtra si è raffreddato nel giro di pochi mesi, in pochi finora hanno imitato Reteotto (staremo a vedere se dopo l'estate arriveranno un po' di radio). FMeXtra è rivolto a editori radiofonici che non possono permettersi lunghi anni di sperimentazione a fondo perduto. Il sistema può decollare solo ed esclusivamente quando ci saranno in giro molti apparecchi compatibili.

Andrea Lawendel ha detto...

Ecco l'elenco dettagliato dei canali DAB/DAB+ del multiplex di Club Italia (courtesy A. Tamiozzo):

DAB+ (tutti a 48 Kibt/s):

-Radio Deejay

-M20

-RDS

-R101

-Virgin

DAB 128 Kbits JS:

-Radio Deejay

-Radio Capital

-RDS

-R101

-Radio Italia

DAB a 64Kbits:

-Radio Maria

-Radio Radicale

-Radio 24

Anonimo ha detto...

Riciao,

effettivamente credevo fosse più semplice, come aggiornare un qualunque software tipo winamp per ricevere anche il nuovo codec; quindi, i pochi/pochissimi che hanno "investito" su una radio Dab hanno buttato via i soldi!

del canale 13, lo avevo letto tempo fa su un qualche sito, evidentemente non ben informato; una seria pianificazione libererebbe parecchie risorse ma se pensi che la rai ha convertito il 12 da campo de' Fiori, al mux B del dtt...e la banda L è decisamente peggio della terza banda VHF...rimangono i cd "intercanali" come il 9D usato da Eurodab...

A proposito di Dtt, io sono ancora convinto che sarebbe stato più saggio attendere un po' e partire in mpeg4, per avere un maggior numero di servizi potenziali e per fare una concorrenza più concreta al satellite in termini di alta definizione: anche qui, dato per scontato che prima o poi si partirà con l'mpeg4, i primi possessori di decoder (neanche pochi) si troveranno un prodotto vecchio da subito; in Italia, poi, sono sempre mancati i contenuti, eccezion fatta per la ppv (soprattutto Mediaset); si è voluto promuovere la piattaforma MHP, che ha determinato un costo medio per decoder notevole, venduta come la famosa interattività che avrebbe permesso di fare tutto da casa, quando si sa che serviva quasi solo per gestire gli eventi ppv...

Certo, la situazione FM analogica attuale è decisamente meglio di quanto non fosse alcuni anni fa, però esistono bacini d'utenza abbastanza stabili accanto ad aree di "confine" che soffrono notevolmente: penso per esempio a diverse aree della bassa padana e non solo.

Interessanti i dati sulle trasmissioni in dab+: sarebbe molto utile poter ascoltare questi segnali per capire se il suono trasmesso sia veramente "buono"!

Ciao e ancora complimenti per l'eccellente blog (lo seguo sempre via rss).
Massimo

Andrea Lawendel ha detto...

E' proprio questo il problema, chi acquista oggi una radio DAB ha la quasi matematica certezza - se DAB+ e DMB dovessero decollare - di ritrovarsi con pochi canali da ascoltare (quelli che gli operatori più pietosi lasceranno in DAB e col vecchio codec). Si assiste così a un paradosso quasi comico: le due avventate generazioni di radio digitale hanno costretto i consumatori a sostituire due volte, non una il ricevitore. Del resto questo è uno dei capisaldi dell'elettronica integrata e digitale: i dispositivi utente non si guastano mai, diventano "obsoleti" e uno deve anche baciarsi i gomiti quando l'obsolescenza si può tenere a bada con l'aggiornamento software. Non è molto consolante pensare che quando i processori saranno davvero molto, molto potenti, il software la farà davvero da padrone. Nei primi vent'anni del mercato del personal computer, siamo stati costretti a gettar via macchine perfettamente funzionanti solo perché processori e memorie non riuscivano a stare al passo. Adesso sta succedendo anche con le radio, mentre almeno i decoder della DTT si possono aggiornare un po' più facilmente (ma non so in che misura nell'istante in cui, come osservi giustamente, si passerà a livelli di compressione e a codec diversi anche per il DVB-T; non parliamo poi dei problemi di middleware, come dici tu a proposito di MHP: qui bisognava accontentare Microsoft e compagni, anche se per fortuna il movimento dei set top box televisivi open source potrebbe spalancare le porte a soluzioni molto interessanti).
Ovviamente il mercato del silicio si sta muovendo e secondo quello che leggo su Digitalradiotech costruittori come Pure ritengono che a partire dal 2008 buona parte della loro offerta sarà "DAB+ ready" (ma è un po' come per gli schermi HD-TV ready: quanti di quelli che li acquistano decidono poi di aggiornarli e quanti semplicemente si rassegnano a comperare un secondo apparecchio?). Frontier Silicon, Radioscape, Digidia hanno annunciato moduli DAB/DAB+ o addirittura DAB+/DBM. L'israeliana Etherwaves spiega in questo comunicato un interessante approccio alla tecnologia multistandard basato su FPGA compatibili con gli attuali microprocessori DSP, tipo ARM. Ma da questi annunci a un vero mercato dei ricevitori multistandard, ne corre.