Uno dei miei vizi inconfessabili si chiama Chi l'ha visto? Il volto nobile del trash televisivo, la trasmissione accusata per anni di moleste interferenze nella vita privata dei mariti in fuga, è stato per me un amico fedele fin dalle primissime puntate. Solo i mesi recenti della conduzione Sciarelli, con il suo taglio da inchiesta apprezzabilissimo ma un po' fuori dall'originario contesto mi ha tenuto lontano dal rituale della puntata settimanale. Per uno un po' fuori media come me, CLHV è stata a lungo una finestra, intelligente e indagatrice, socchiusa sulle umane insondabilità del paese reale. L'unico programma televisivo che quando entra in contatto con certe realtà sociali, con i poveracci che spariscono perché hanno fatto una fotografia di troppo al matrimonio della figlia del mafioso di turno (è successo anche questo), non ricorre a nessuna ipocrisia e mette i sottotitoli agli intervistati.
Dopo aver sopportato per anni gli insulti degli amici potrò andare in giro a testa alta. Leggo infatti che Daniel Alarcón, giovane promessa letteraria peruana che da anni vive tra Stati Uniti e Perú (tanto che i suoi romanzi li scrive prima in inglese) ha elaborato il suo nuovo romanzo Radio Ciudad Perdida/Lost City Radio - metafora senza terra ma marcatamente sudamericana di regimi specializzati in sparizioni, guerre civili permanenti, lotta tra Stati e terrorismo - ispirandosi a un programma radiofonico molto simile a CLHV. La trasmissione si chiama Buscapersonas (Cercapersone) e va in onda ogni domenica sera sulle frequenze di Radio Programas del Perú.
La notizia è circolata in margine alla Feria internacional del libro che si conclude domani, 29 luglio, a Lima. In questa occasione il romanzo di Alarcón ha rivaleggiato, in popolarità e vendite con lo straordinario Deathly Hallows, ultima puntata della saga potteriana (mi ha tenuto su quasi tutta l'altra notte e l'ho trovato bellissimo, condivido pienamente la perfetta recensione apparsa sul New York Times a firma di Michiko Kakutani, fortunatamente reperibile ancora sul sito dell'International Herald Tribune). Tornando a Radio ciudad perdida, forse vi interesserà sapere - certo non l'avrete letto su nessu giornale italiano - che quest'anno l'ospite d'onore alla Feria era l'Italia, con una quantità di nostri autori presenti.
Secondo lo scrittore nordamericano-peruano (lui, che vive a Oakland, dice di sentirsi doppio cittadino dei due Stati), recatosi in visita presso gli studi di RPP (si può ascoltare qui la sua intervista) per incontrare il conduttore di Buscapersonas, Miguel Humberto Aguirre: «El germen de la idea viene de esas noches de domingo escuchando Buscapersonas en mi casa.»
RPP trasmette in onde medie e difficilmente può essere ascoltata alle nostre latitudini. Fortunatamente lo stream Internet è molto efficace. Un altro mezzo dove è possibile incontrare Alarcón è la rivista peruana Etiqueta Negra mentre il sito personale dello scrittore si trova, in inglese e spagnolo, a questo indirizzo.
Dopo aver sopportato per anni gli insulti degli amici potrò andare in giro a testa alta. Leggo infatti che Daniel Alarcón, giovane promessa letteraria peruana che da anni vive tra Stati Uniti e Perú (tanto che i suoi romanzi li scrive prima in inglese) ha elaborato il suo nuovo romanzo Radio Ciudad Perdida/Lost City Radio - metafora senza terra ma marcatamente sudamericana di regimi specializzati in sparizioni, guerre civili permanenti, lotta tra Stati e terrorismo - ispirandosi a un programma radiofonico molto simile a CLHV. La trasmissione si chiama Buscapersonas (Cercapersone) e va in onda ogni domenica sera sulle frequenze di Radio Programas del Perú.
La notizia è circolata in margine alla Feria internacional del libro che si conclude domani, 29 luglio, a Lima. In questa occasione il romanzo di Alarcón ha rivaleggiato, in popolarità e vendite con lo straordinario Deathly Hallows, ultima puntata della saga potteriana (mi ha tenuto su quasi tutta l'altra notte e l'ho trovato bellissimo, condivido pienamente la perfetta recensione apparsa sul New York Times a firma di Michiko Kakutani, fortunatamente reperibile ancora sul sito dell'International Herald Tribune). Tornando a Radio ciudad perdida, forse vi interesserà sapere - certo non l'avrete letto su nessu giornale italiano - che quest'anno l'ospite d'onore alla Feria era l'Italia, con una quantità di nostri autori presenti.
Secondo lo scrittore nordamericano-peruano (lui, che vive a Oakland, dice di sentirsi doppio cittadino dei due Stati), recatosi in visita presso gli studi di RPP (si può ascoltare qui la sua intervista) per incontrare il conduttore di Buscapersonas, Miguel Humberto Aguirre: «El germen de la idea viene de esas noches de domingo escuchando Buscapersonas en mi casa.»
Alarcón, - prosegue la cronaca dell'emittente - quien migró a Estados Unidos a los 3 años junto a sus padres, dijo que el programa le pareció interesante y conmovedor, por lo cual empezó a seguirlo mientras estuvo en Perú hace unos años y luego continuó escuchándolo a través de Internet durante la redacción de la novela.Qualche dettaglio in più sul romanzo l'ho trovato nella home page di Daniel, dove tra l'altro si arguisce che Radio Ciudad Perdida analizza ancora più in generale la devastante psicologia della guerra e della violenza. Il parallelo con la mia frequentazione di Chi l'ha visto diventa ancora più sconvolgente perché i casi più tragici seguiti in tutti questi anni dalla trasmissione sono spesso riferibili allo scontro con le nostre mafie, in una atmosfera che in certi periodi poteva sicuramente essere assimilabile al cupo confronto tra una società inerme e una dittatura militare o la guerriglia (le "cicatrici emotive" cui fa riferimento il testo di presentazione che segue). Alarcón stesso dice che gli americani che hanno letto il suo libro ci si ritrovano, perché Lost city radio parla anche dell'Irak, dell'Afghanistan, di Guantanamo:
Asimismo, precisó que se sintió atraído por Buscapersonas debido a que es "síntoma de una ciudad donde la gente llega de muy lejos, pierde a sus seres queridos, se va confundiendo dentro de la ciudad".
Radio Ciudad Perdida se sitúa en un país latinoamericano, cuyo nombre no se precisa en el relato, donde Norma, una locutora, reúne a las familias disgregadas por los estragos producidos durante la guerra interna producida 10 años antes en dicha nación. La protagonista también ha perdido el rastro de su esposo y un oyente le da pistas del posible paradero de este.
Un país sudamericano sin nombre y sin tiempo emerge lentamente de una guerra que todos preferirían olvidar. Por espacio de diez años, Norma ha brindado consuelo y refugio a un pueblo destrozado por la violencia, al tiempo que ella negaba su propio drama: la desaparición de su esposo al final de la guerra. El programa de radio conducido por Norma es el más popular del país, y cada semana la población entera—desde los indigenas de lejanos caseríos serranos hasta los pobres de los barrios urbano-marginales—sintoniza Radio Ciudad Perdida en busca de algún indicio de sus desaparecidos, aquellos tragados por una ciudad en caótico crecimiento.Pensate anche al parallelo tra Chi l'ha visto?, un programma che ha molti omologhi in diverse nazioni (in Spagna si chiamava Quien sabe donde, in Grecia Fos sto tunel, la luce in fondo al tunnel) e che evidentemente fa leva sulle immagini per cercare di stimolare negli spettatori ricordi e associazioni con le persone scomparse. Buscapersonas è un programma radiofonico, non mostra fotografie limitandosi a indicare nomi e circostanze. Una ricerca in doppio cieco, come direbbe un farmacologo. In perfetta linea con la tradizione delle emittenti delle sperdute località andine, che mandano in onda le "peticiones", richieste rivolte ai parenti e agli amici lontani, impossibilitati a parlarsi direttamente perché il telefono non c'è o è troppo costoso. Al posto della telefonata, un bigliettino recapitato all'emittente: "Maria dice che arriverà mercoledì se tutto va bene", "Jorge chiede alla sorella Juana di mandare un documento". L'aspetto più suggestivo è che i messaggi, magari disperati, di chi ha perso di vista qualcuno possono fungere, attraverso la radio, da ispirazione letteraria. Provate a immaginare uno scrittore col suo foglio bianco davanti al televisore. Impossibile. E invece quanto è più naturale immaginarsi le voci di Buscapersonas che arrivano nello studio dove Daniel sta scrivendo il suo romanzo. E quanto è importante la radio come motivo di fondo e filo conduttore di un altro grandissimo scrittore peruano, il Vargas Llosa di Tía Julia y el escribidor.
Sin embargo, la vida a la que Norma parecía ya haberse habituado cambia irremediablemente cuando un chiquillo llega de la selva con inesperadas pistas en torno al destino de su esposo, Rey.
Devastadora y cautivante, cruel y tierna, Radio Ciudad Perdida, plantea profundas interrogantes respecto a la guerra y su significado: desde su impacto arrasador sobre una sociedad sacudida por la violencia, hasta las cicatrices emocionales que cada participante, observador, y sobreviviente lleva a cuestas por largos años
RPP trasmette in onde medie e difficilmente può essere ascoltata alle nostre latitudini. Fortunatamente lo stream Internet è molto efficace. Un altro mezzo dove è possibile incontrare Alarcón è la rivista peruana Etiqueta Negra mentre il sito personale dello scrittore si trova, in inglese e spagnolo, a questo indirizzo.
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