07 giugno 2011

No al meter, RAJAR mette online i diari dell'audience

La pubblicazione del mio post sulla situazione di marasma in cui versa Audiradio la società a partecipazione mista pubblica-privata che dovrebbe misurare l'audience radiofonica in Italia (e che invece non la misura da più di un anno con pessime conseguenze sul valore pubblicitario del mezzo, che sta precipitando) è stata ripresa dagli amici di Newsline che oggi tornano sull'argomento evidenziando i loro sospetti sul ruolo che la RAI sta avendo in questo poco edificante quadretto.
Manco a farlo apposta la stampa britannica - per esempio questo articolo della BBC - riporta proprio in queste ore il comunicato stampa con cui RAJAR, omologo British di
Audiradio, annuncia un importante ammodernamento dei suoi metodi di rilevazione, rigorosamente basati su diari. E' una doppia coincidenza perché la storia che ho raccontato e che è piaciuta a Newsline partiva da un annuncio molto simile fatto da Arbitron, cioè l'Audiradio americana. Dopo l'introduzione del personal meter nelle maggiori aree metroplitane USA, con il progetto Leapfrog Arbitron si appresta a rinnovare anche lo strumento dei diari degli ascoltatori, trasferendolo online e sugli smartphone.
Questo è esattamente il senso dell'operazione di svecchiamento dei metodi di indagine che sta portando avanti anche RAJAR. La quale, a differenza di Arbitron, non crede per niente nelle tecnologie di rilevamento basate sull'identificazione automatica dell'audio. RAJAR aveva già respinto qualche anno fa, dopo alcuni test, la tecnologia EMM che viene proposta da GFK-Eurisko anche per l'Italia, giudicandola troppo inaffidabile perché non in grado di certificare l'uso corretto del dispositivo da parte dei componenti del campione di rilevatori. RAJAR punta tutto sulla diaristica, attivando un ambizioso servizio Web per la raccolta dei dati, in sostituzione dei formulari cartacei.
Il CAPI, Computer Assisted Personali Interviewing System, su cui si basa il nuovo servizio RadioDiary verrà gradualmente introdotto a partire dal mese di luglio e il RAJAR avrebbe snguizagliato per tutta la Gran Bretagna trecento promotori che con il porta-a-porta cercano di reclutare nuovi rilevatori per rendere ancora più preciso il sistema.
Secondo la BBC sono duemila le persone che ogni settimana compilano attualmente i diari RAJAR per un totale di centomila persone in un anno. I dati raccolti non servono solo a sostenere il mercato pubblicitario per le reti commerciali (la BBC non trasmette pubblicità) ma oggi sono diventati fondamentali per misurare la soglia di percentuale di ascolto digitale DAB oltre la quale potrebbe scattare lo switchoff della radio analogica, una eventualità prevista dalla normativa Digital Britain. Insomma, la posta in gioco è estremamente importante e come sempre gli operatori e i regolatori del nostro mercato farebbero bene a studiare quello che accade intorno a loro e applicare anche qui le best practice che pure - come io e Newsline andiamo ripetendo da sempre - non mancano altrove. Personalmente non sono così scettico in relazione a un approccio più tecnologico della misurazione dell'ascolto radiofonico, ma anche una soluzione come i diari, grazie ai nuovi strumenti dell'informatica, può funzionare bene. Basta aver voglia di farla funzionare.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Spesso le soluzioni migliori le abbiamo in casa (...Italia...!!!) perchè andarle a cercare in altri paesi??????

Ai posteri l'ardua sentenza!

Anonimo ha detto...

Se però i diari di Audiradio hanno dato risultati distorti nel 2010, come potrebbero diventare uno strumento attendibile? E poi in Italia ci sono molte persone che non usano il pc.
Della ricerca Cati che ne pensi?