Dopo essere state scelte per diffondere in tutto il mondo la predicazione multilingue di centinaia di "radioevangelisti" americani e non solo, le onde corte sono diventate il canale privilegiato di una religione più terrena, quella dell'alta finanza. In particolare per i collegamenti transatlantici dell'High Frequency Trading. La coincidenza tra scambi ad "alta frequenza" e l'alta frequenza delle onde radio è casuale. In Borsa l'HFT è un sottoinsieme delle pratiche di trading algoritmico, completamente governate dai computer, che da anni caratterizza una particola forma di contrattazione dei titoli. Secondo il quaderno "Questioni di Economia e Finanza" n. 198 di Bankitalia, l'High Frequency Trading è:
Una tipologia di trading completamente automatizzato (della famiglia del trading algoritmico) in grado di eseguire una moltitudine di calcoli in pochissimo tempo; dispone d un collegamento con il mercato estremamente rapido, analizza dati tick – by – tick avvalendosi di infrastrutture tecnologiche e informatiche in grado di eseguire operazioni in un arco temporale di pochi millisecondi.
La parola chiave in questo caso è "millisecondi". Quando i computer HFT giocano in Borsa una frazione di millisecondo può comportare guadagni o perdite milionarie e per questa ragione le piazze che si scambiano gli ordini di acquisto o vendita devono poter contare su reti di interconnessione a bassissima latenza. Trasmissione e ricezione devono essere pressoché istantanee. In questo, le onde radio possono essere molto più performanti della migliore cablatura in fibra.
Inizialmente, le società di HFT che operavano nel primo decennio del secolo su piazze interne negli Stati Uniti, utilizzavano classici link a microonde, capaci di assicurare larghezze di banda adeguate. Ma quando gli scambi hanno cominciato ad acquisire una dimensione globale, la sintonia dei loro apparati si è spostata in basso, per poter sfruttare meccanismi propagativi a lunga distanza. Di colpo, alla FCC e ai regolatori europei sono pervenute richieste per impianti HF di notevoli dimensioni, con antenne e siti del tutto simili, per portata, a quelli che i broadcaster internazionali hanno smantellato negli ultimi dieci o quindici anni.
Ovviamente il trading algoritmico parla esclusivamente i linguaggi delle modulazioni digitali. I suoi modem occupano decine di kiloHertz di banda (sono stati segnalati canali da 48 kHz) con le classiche modulazioni stile OFDM fatte di sfilze di sottoportanti ortogonali. Guardate lo spettro di una trasmissione su 20250 kHz effettuata da una point-to-point HFT dello stato dell'Indiana, catturata su KiwiSDR qui in Italia. Occupa 10 kHz:
Gli esperti come Antonio I-56578 hanno già pubblicato i risultati delle loro analisi, ma chiaramente abbiamo a che fare con trasmissioni molto ben protette, da parte di operatori che scelgono volutamente di assumere un profilo il più basso possibile. Il rischio per loro non dev'essere tanto quello dell'intercettazione (non dev'essere facile trarre un valore economico dalla semplice decodifica di questi flussi, proprio a causa della criticità della latenza), ma la sensazione è che un'azione di jamming ben coordinata potrebbe fare parecchi danni.
In compenso su Internet possiamo trovare diverse informazioni sui siti trasmissivi e sulle società licenziatarie delle frequenze. Anzi, per fortuna esiste un unico repository di dati, mappe e fotografie frutto del poderoso lavoro di un antropologo belga, Alexandre Laumonier, che ha anche pubblicato in francese un libro - curiosamente intitolato "4" - con i risultati delle sue ricerche nel campo dell'HFT sulle microonde. Laumonier ha pubblicato altri due libri - "6" e "5" - dedicato a tutto il tema del trading ad alta frequenza e questi sono disponibili anche in lingua italiana.
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