A Dublino dal 19 al 20 aprile si è svolta la periodica riunione del gruppo di lavoro FM45 che in seno allo European Communications Office si occupa di digitalizzazione dei servizi di radiodiffusione. Con la sola eccezione del solito Hanns Wolter di ClubDAB Italia non c'erano tra i partecipanti esponenti di RAI, RaiWay o Agcom. Riunioni di questo tipo hanno una importanza molto relativa, è vero, ma tutto sommato si tratta pur sempre di sedi decisionali che influenzano anche solo indirettamente il futuro di un intero comparto. Che in Italia ha una certa importanza. Non solo la radio commerciale è insieme a Internet l'unico mezzo che cresce pubblicitariamente, ma in gioco attraverso il ruolo dell'emittenza pubblica ci sono questioni vitali come il diritto all'informazione, i servizi ai cittadini, il turismo, la cultura. Guarda caso tra le nazioni assenti ci sono Spagna e Grecia: devo dedurre che come loro gli italiani hanno ben altro cui pensare che non il futuro della radiofonia? Tra l'altro a Dublino si è discusso a lungo anche di standardizzazione in materia di microfoni wireless PMSE (Program Making and Special Events), sapete quei microfoni senza fili che vediamo nelle trasmissioni televisive, quelli che servono per pilotare i concorrenti del Grande Fratello e produrre milioni di ore di televisioni e concerti pubblici. Anche questi dispositivi utilizzeranno le frequenze del dividendo digitale in UHF, non si capisce perché in Italia - vista l'importanza del sistema produttivo televisivo, sportivo e musicale - non si debba discutere su come avverrà questo utilizzo.
Nei documenti tecnici che vengono elaborati in queste occasioni si definiscono i parametri da rispettare per l'introduzione delle modulazioni numeriche all'interno di bande come le onde medie o l'FM, oggi occupate dai servizi analogici. In Italia si spendono da anni un po' di soldini per tenere acceso un impianto in onde medie che da Siziano in Lombardia trasmette (nessuno sa bene perché, le misure le hanno fatte e lo hanno dimenticato acceso) con modulazione Digital Radio Mondiale. La versione "plus" di questo sistema viene presa in considerazione, insieme all'americano HD Radio e al russo RAVIS, per la digitalizzazione della banda VHF-II, gli 88-108, occupata in Italia da un trascurabile (sono ironico) numero di network pubblici e privati e stazioni regionali/locali.
A Dublino è stato stabilito che occorreranno altre due riunioni, a giugno e dicembre, per definire questi parametri tecnici e stilare una versione definitiva del documento sulla "Futura distribuzione di servizi radiofonici". Dai lavori del comitato sono stati stralciati i compiti riguardanti la radiofonia digitale in Banda L (1.400 MHz) di cui si occuperanno altri gruppi di lavoro. Su questi documenti e in una modalità che secondo il gruppo FM45 dovrà essere studiata "caso per caso" nelle diverse nazioni, verranno sicuramente prese decisioni normative che avranno validità europea e che l'Italia dovrà recepire senza neppure aver preso parte al processo definitorio. Strano, per il paese europeo che vanta il maggior numero di emittenti commerciali e un buon numero di network pubblici e dove sulla carta l'operatore pubblico dovrebbe trascinare l'intero settore verso la radiofonia digitale in banda VHF-III, il famoso (e ancora "missing in action") DAB+. Ho caricato sul server di RP la cartella zippata con il verbale della riunione di Dublino e le bozze dei documenti su cui l'assemblea ha lavorato negli scorsi giorni. Spero che possa interessare anche gli amici di RaiWay, Agcom e del settore commerciale. Chissà mai che nelle ultime, decisive riunioni non venga loro voglia di rappresentare le istanze di una economia che vale mezzo miliardo di euro in pubblicità e che potrebbe in futuro stimolare lo sviluppo di un interessante mercato della componentistica e dei terminali utente.
1 commento:
Dovresti mandare il tutto a RTL, erano i piu' interessati al DAB (e ultra-responsivi quando abitavo a Como e segnalavo problemi sul loro DAB -- come se qualcun'alro lo ascoltasse!)
In quanto alla digitalizzazione della radio...ma non credi che il futuro sarà necessariamente IP, e dunque piu' legato alla ricezione via reti cellulari che classiche reti broadcast - anche se digitali ?
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