Nel 1951, una aziendina di Dallas apre i battenti con un'idea che avrebbe segnato profondamente la storia della radiofonia e persino della musica, creando addirittura un nuovo "genere", quello dei motivetti o "jingles" identificativi. La motivazione commerciale nasceva dalla necessità per le stazioni radio americane, di distinguersi dalla concorrenza potendo contare più sullo stile della loro programmazione che sulla forza di un vero e proprio brand. Le radio americane in onde medie si riconoscevano per il loro "call", l'identificativo di tre o quattro lettere (le prime erano invariabilmente "W" e "K") che veniva loro assegnato insieme alla licenza. Al poco appetibile "nome" gli ascoltatori dovevano associare una frequenza della scala parlante dei loro ricevitori, un incubo dal punto di vista del marketing. Alcune emittenti adottavano uno slogan, decisamente più facile da ricordare e spendibile come arma promozionale. Ma diversamente da tutti gli altri tipi di business non potevano imporsi altrettanto facilmente con una insegna o un logotipo. L'unica era inventarsi un marchio musicale. A questa esigenza venne incontro la famosa piccola azienda di Dallas.
Per i primi decenni gli editori delle stazioni più importanti e ricche producevano i loro jingles in proprio, ma dal 1951, con la nascita di "Production, Advertising, Merchandising Service", meglio nota tra editori radiofonici e cultori del genere con il suo acronimo PAMS la composizione e l'esecuzione di questi "audio-logotipi" diventa un processo industriale, a metà strada tra arte creativa e catena di montaggio, un mestiere capace di conciliare inventiva e standardizzazione offrendo a un maggior numero di stazioni, anche a quelle più piccole, l'opportunità di farsi riconoscere. Con l'arrivo delle stazioni pirata offshore nel Mare del Nord, PAMS conquistò una solida fama anche in Europa, creando una vera e propria cultura dello stacchetto musicale.
Alla storia dei primi sessanta anni di vita di PAMS è dedicato un radiodocumentario di due ore curato con Ken R. Deutsch da Norman Barrington, storico, collezionista (il sito con il suo Jingles Database è qui) e soprattutto DJ della seconda fase di Radio Caroline/Mi Amigo, dal 1972 al 1974 Oltre a essere trasmesso su un certo numero di stazioni on air e Web, lo show di Norman è ospitato sul sito di The Jingle Network, sito sponsorizzato dallo studio di registrazione milanese Jingles Factory RadioImaging anch'esso attivo, sul mercato italiano e mondiale, da parecchi anni (non ho avuto tempo di fare molte ricerche ma credo sia una iniziativa del musicista Loris Meroni). Se andate sulla pagina Web creata per l'occasione da The Jingle Network troverete, oltre al radiodocumentario di Norman, un divertente link a una Web radio che trasmette jingles a getto continuo. Affrettatevi però, perché lo stream è attivo solo fino al 2 maggio.
La stessa PAMS è presente sul Web con un fantastico archivio delle sue produzioni, fin dagli esordi a inizio anni '50 e naturalmente una breve storia del jingle. Il "sampler" del primo periodo di attività si apre con un incredibile jingle di 10-10 WINS, la stazione oggi "all news" di New York:
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