Se non fosse stata utilizzata recentemente con Angela Merkel dall'imputato eccellente Silvio Berlusconi, sarebbe proprio il caso di ricorrere alla citazione brechtiana "c'è un giudice a Berlino". E invece l'efficacia della metafora inventata dal grande drammaturgo è stata vanificata da un grande mistificatore. Per fortuna la vicenda di cui voglio parlare riguarda sia i tagli che hanno costretto il World Service della BBC a ridurre drasticamente i suoi programmi in lingue estere, sia il destino finanziario della National Public Radio americana minacciata da tagli non meno drastici. Su entrambe le vicende si sono accese alcune luci di speranza e al posto della metafora svilita si può parafrasare con un altrettanto efficace "ci sono giudici a Londra e Washington." Per fortuna sì, esistono ancora dei giudici capaci di opporre a scelte politiche arroganti e controproducenti la forza di una pacata, democratica argomentazione.
I giudici di Londra sono quelli che siedono sugli scranni del Foreign Affairs Committee, la Commissione Esteri del Parlamento britannico. La quale commissione ha appena rilasciato un rapporto in due volumi (uno e due) che critica pesantemente la decisione da parte del governo Cameron togliere al BBC World Service i soldi che arrivavano dal Foreign Office. Il "tribunale" americano che ha allontanato per il momento le nuvole minacciose agitate da deputati repubblicani come Doug Lamborn contro la "Corporation for Public Broadcasting", è lo stesso Congresso: nelle pieghe degli accordi che hanno consentito in questi giorni di evitare il crack del bilancio federale, c'è anche il mantenimento quasi integrale della copertura finanziaria dell'organismo che consente per l'appunto a centinaia di stazioni NPR di offrire programmi di qualità e buon giornalismo radiofonico. Secondo Paul Fahri del Washington Post la CPB riceverà una somma di 445 milioni di dollari, con poche variazioni rispetto allo scorso anno, mentre Senato e Casa Bianca hanno fatto in modo che non venissero modificate le regole sull'impiego dei fondi che le varie stazioni ottengono dalla CPB (i repubblicani volevano impedire che servissero per l'acquisto di programmi).
Leggere l'incipit del rapporto pubblicato dalla Commissione parlamentare britannica fa bene al cuore. In esso le attività del BBC World Service sono equiparate letteralmente a un "gioiello della corona".
1. We share the assessments of the observations made by commentators, institutions, statesmen and the Government: the World Service is a “jewel in the crown” which promotes British values across the globe and has a reputation exceeded by none. In an era dominated by the media and the internet its influence becomes increasingly relevant.(Paragraph 14)2. We conclude that the BBC World Service has suffered a disproportionate reduction in its future Grant-in-Aid under the Spending Review settlement, by comparison with that of the ‘core FCO’: allowing for inflation, 16% as against 10% across the four years 2010–11 to 2014–15. Furthermore, we note that this has to be seen in the context of the long-term trend whereby FCO spending as a whole has been eroded in relation to that on other areas of government. We consider that the relatively small monetary savings to be achieved through this 16% reduction in spending on the World Service are disproportionate to the World Service’s actual worth to the UK. The value of the World Service in promoting the UK across the globe, by providing a widely respected and trusted news service in combination with high-quality journalism, continues far to outweigh the relatively small cost of the service. (Paragraph 15)
Investire in buona programmazione radiofonica pubblica, in giornalismo di elevato standard qualitativo, ad alta affidabilità, comporta in definitiva per lo Stato britannico un vantaggio che compensa ampiamente i costi, relativamente bassi, di questi servizi. Il report non lo dice esplicitamente, ma sembra di leggere tra le righe un messaggio che afferma: uno Stato che spende miliardi per affrontare una "guerra al terrorismo" di dubbia efficacia e dai pesantissimi costi in vite umane e sociali, non può chiudere i rubinetti di quei pochi milioni investiti in una arma non cruenta, un "soft power" assai più fruttuoso. Riportando la notizia dei risultati dell'inchiesta sui tagli al World Service, la stessa BBC cita il capo della Commissione, Richard Ottaway che guarda caso si riferisce a una guerra affermando:
«The recent dramatic events in North Africa and the Middle East have shown the 'soft power' wielded through the World Service could bring even more benefits to the UK in the future than it has in the past.»
BBC e NPR sono solo due esempi in una pletora di brutte storie di contrazione dei fondi pubblici riservati alle strutture mediatiche che operano dentro e fuori le varie nazioni. In Olanda un documento appena rilasciato dal governo liberlista di Mark Rutte, minaccia la prossima chiusura delle trasmissioni internazionali di Radio Netherland in lingua olandese. Lo stesso governo prevede di chiudere nove ambasciate in altrettante nazioni in cui i Paesi Bassi non hanno sufficienti interessi economici da difendere. Governi (di destra) che tagliano a mani basse sulla cultura, sugli ammortizzatori sociali, sull'istruzione, sulla diplomazia disarmata, sulla sanità, sulle politiche estere non cruente, apparentemente per risolvere i disastri economici provocati molto spesso da politiche liberiste a dir poco miopi, che non solo hanno favorito una eccessiva "finaziarizzazione" dell'economia ma hanno pure consentito ai padroni della finanza di comportarsi come un'orda di cavallette affamate e prive di ogni regola. E guarda caso molto spesso le prime vittime dei tagli sono gli organismi radiotelevisivi pubblici che denunciano le manchevolezze di queste politiche. Sarebbe ora di inchiodare questi cialtroni alle loro responsabilità. Altro che votarli ridendo, acquiescenti, del loro stile di vita da satrapi e delle loro barzellette oscene.
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