30 ottobre 2007

Cognitive radio con cognizione di causa

Stefan Mangold, chi è costui? Stefan è un ricercatore di Swisscom Innovations che si occupa - tra le altre cose - di cognitive radio e dynamic spectrum assignment. Ho trovato il suo sito Web segnalato su un gruppo di discussione sulla software defined radio. Per cognitive radio si intende, a grandissime linee, una radio che prima di ricevere e trasmettere "annusa" lo spettro che la circonda e agisce di conseguenza, scegliendo la o le frequenze più opportune per evitare di interferire con altre radio o altri servizi. Roba tosta, perché tutto si basa su algoritmi real-time molto complessi. L'argomento viene affrontato da Stefan in un libro che John Wiley & Sons pubblicherà nel 2008. Ma come assaggino, uno può andarsi a leggere gli articoli Cognitive Radio, Spectrum Etiquette e gli altri che troverete sul sito di Stefan sezione Research Interests.
Non è un testo divulgativo, specie quando si entra nel contesto delle ontologie, ma finora non ho trovato niente di così esaustivo come prima introduzione sull'argomento. Questo è il "problem statement" che precede la successiva discussione:

It is well known that radio spectrum (~30MHz ... 30GHz) is inefficiently used, because of our complicated radio regulation. Cognitive radios attempt to overcome this problem. Often, "agile radio" is used as synonym for "cognitive radio." Cognitive radio is not only a new radio technology, it also includes a revolutionary change in how the radio spectrum is regulated.
Today, access to radio spectrum is frustratingly difficult. The access is restricted by an old radio regulatory regime that emerged over the last 100 years. Large parts of our radio spectrum are allocated to licensed radio services, in a way that is referred to as command-and-control. Open access to most of the radio spectrum is only permitted with very low transmission powers, in a so-called underlay sharing approach, as for example used by Ultra Wideband (UWB). The overlay sharing approach, i.e. the free access to open spectrum, is generally not permitted.
Only some small fractions of the radio spectrum, the unlicensed frequency bands, are more or less openly available. Unlicensed frequency bands build a tiny fraction of the entire radio spectrum, where overlay sharing is commonly used. Excitingly, over the past decades, this lead to a wide variety of new wireless technologies and services, among many others the popular Wireless Local Area Network (LAN) IEEE 802.11 and Bluetooth for Wireless Personal Area Network (PAN).
However, spectrum access remains to be a restricting bottleneck that may even slow down the development of new radio services that can substantially improve our health, safety, work environment, education of people, and quality of leisure time.
Changing the status of licensed radio spectrum can be perilous and painfully slow. It takes a concerted effort among government regulatory agencies, technology developers, and service providers to achieve efficient and timely deployment. This is one of the reasons why, paradoxically, 90-95% of the licensed radio spectrum is not in use at any location at any given time. The existing radio regulatory regime is simply too complex to handle the increasingly dynamic nature of emerging wireless applications. As a result, we waste precious spectrum.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottimo materiale per la mia tesi! Grazie!

Andrea Lawendel ha detto...

Prego. E in bocca al lupo per la dissertazione. Non voglio polemizzare sull'uso dell'anonimato in rete, so che alcuni ci tengono moltissimo. Ma credo che anche ai lettori farebbe piacere avere qualche dettaglio in più e io sarei contentissimo di pubblicarne.

Anna ha detto...

Ciao...grazie mille per l'articolo è stato veramente di grande aiuto per la mia tesi. Giacchè vorrei utilizzarlo nella stesura dell'elaborato dovrei inserire i riferimenti bibliografici ma non ho ben capito da dove è stato preso l'articolo in questione. Mi potresti aiutare??? te ne sarei molto grata davvero.

Grazie mille ancora

Anna

Andrea Lawendel ha detto...

Anna, nel mio post originario c'era il link al sito di Stefan Mangold. Nel frattempo vedo che è cambiato (ora l'autore lavora alla Disney Research di Zurigo) ma grazie al redirect è possibile accedere al nuovo indirizzo:

http://zurich.disneyresearch.com/~smangold/

In calce alla pagina personale trovi i riferimenti al libro Cognitive Radio e agli articoli pubblicati sull'argomento. Spero di essere stato utile.

Andrea Lawendel ha detto...

L'articolo da cui avevo citato è però ancora presente al vecchio indirizzo:

http://www.comnets.rwth-aachen.de/home/smd/stefanmangold_research.html

Credo che si tratti di una dissertazione dello stesso Mangold, immagino che sia sufficiente scrivergli per sapere come attribuirla esattamente.

Anna ha detto...

grazie mille Andrea, sei sato davvero molto gentile e di grandissimo aiuto.