14 dicembre 2006

Clima solare: alla faccia del minimo

Ma che sta succedendo al sole e, di conseguenza, al campo geomagnetico? Ufficialmente siamo in condizioni di minimo, ma la propagazione delle frequenze molto basse, tipicamente le onde medie, lascia parecchio a desiderare, almeno sui tracciati che dall'Europa del Sud portano all'America del Nord. Questo perché invece di starsene molto quieto, il campo geomagnetico è agitatissimo a causa degli eventi solari. Sotto osservazione c'è la macchia numero 10930, che si sta avvicinando al bordo "destro" (per chi guarda) del sole. Diversi giorni fa, emergendo dal bordo sinistro, la macchia ha avuto un primo flare, che ha determinato sulla terra una situazione aurorale (boreale) e una pioggia protonica che non si verificava da anni. Ieri, altro brillamento protonico di classe X3, piuttosto fortino, i cui effetti sono arrivati questo pomeriggio, verso le 14 utc, qui a terra, provocando un indice K pari a 6. Per stanotte sono attesi avvistamenti di aurore anche a latitudini basse come la nostra. Eventualità che in epoca di minimo non dovrebbe neppure lontanamente porsi. Nella giornata di ieri, agli astronauti al lavoro sulla Space Station è stato dato l'ordine di rintanarsi nella parte protetta della stazione, per evitare particelle e radiazioni (si parla di protoni, non di noccioline).
Anche i DXer sono rintanati a letto da un paio di mesi, perché non conviene più dare la caccia a segnali che non ci sono, o sono troppo occasionali e legati agli improvvisi mutamenti degli indici. In compenso sono discrete le possibilità alle frequenze più alte, facilitate anche dalla stagione astronomicamente propizia. Un certo numero di stazioni indocinesi, indonesiane e papuasiane fra i 3 e i 6 MHz riescono a produrre segnali consistenti anche dalle nostre parti (sono stato in Liguria per il ponte e qualcosa è arrivato, cercherò di mettere online un po' di audio). Perfino dalla regione latinoamericana delle Ande, che di solito è più attiva in periodo equinoziale primaverile, si riscontra una certa effervescenza di segnali. Anche perché se è vero che le bande tropicali sotto i 5 MHz tendono a spopolarsi, qualche stazione è ancora in piedi.
E col sole non è finita. Oggi Spacewather.com mette in bella evidenza un buco coronale, una grande apertura nell'atmosfera del sole, prossima al bordo sinistro e pronta a mettersi in posizione "geoeffective" verso il 16 dicembre. Il vento solare in arrivo potrebbe colpire la magnetosfera terrestre il 19, portando ulteriori guai e turbamenti propagativi.

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