02 giugno 2011

L'ITU contro le interferenze radio del PowerLine

1
Il 27 maggio si è tenuto a Ginevra, in sede ITU, un forum di discussione sulla grave problematica dell'interferenze radio prodotte da tecnologie come PowerLine, il sistema di interconnessione IP attraverso i cavi della corrente elettriche. Da anni i radioamatori lamentano le forti interferenze prodotte dai dispositivi PowerLine sulle frequenze delle onde corte e medie, ma la diffusione di questi dispositivi minaccia ormai anche frequenze più elevate e il problema della compatibilità elettromagnetica è diventato prioritario anche per i controllori del traffico aereo e i radioastronomi. La protezione dei servizi radio comporterà una stretta collaborazione tra i vari organismi e l'industria dell'elettronica e di Internet. In gioco c'è la libertà di ascolto e di informazione di milioni e milioni di persone, la sicurezza del volo e l'attività di moltissimi scienziati e non si può sacrificare tutto questo sull'interesse di chi vende sistemi per la connettività "cablata" dei nuovi televisori della IPTV, degli impianti hi-fi domestici o servizi di accesso broadband: bisogna trovare una soluzione. Abitando in città vedo già irrimediabilmente compromesso l'ascolto delle onde medie e delle stazioni più deboli sulle corte. Personalmente temo che il problema non siano soltanto le connessioni HomePlug e gli altri sistemi PowerLine e che non è più possibile rimediare. Ma prima che si arrivi a compromettere anche l'ascolto dell'FM dobbiamo fare qualcosa.
L'audio del seminario ITU può essere ascoltato ai seguenti link (audio Real Audio) relativi alla mattinata e al pomeriggio di discussione:


In questa pagina http://www.itu.int/ITU-R/index.asp?category=conferences&rlink=itu-plt-forum-11&lang=en si trovano altre informazioni sul forum del 27 maggio 2011.

Forum highlights radio interference fears

Non-ITU compliant home network equipment may cause problems

Geneva, 02 June, 2011 – Concerns that home networking products using power line transmission (PLT) technology may cause interference with radio services led to a Forum last week in Geneva to address the issue. ITU’s own home networking standard ITU-T G.hn was considered to have electromagnetic compatibility (EMC) and mitigation techniques that go well beyond those considered essential for protecting radio services.
Given the variety of electronic devices in our homes, strict EMC requirements are imperative. Over-the-air broadcast services in particular could be subject to interference from PLT systems.
The event took place in parallel with an interoperability event giving ITU-T G.hn chipset vendors the opportunity to test their products, which will be on the market later this year. It brought together radio spectrum experts from national regulators, service providers, and product manufacturers, as well as standards development organizations (SDOs) and industry alliances including ETSI, IEC, IEEE, HomeGrid Forum, IARU, NAJO/IAU and HomePlug.
The Forum successfully achieved its goal of agreeing on commitments and future actions by all stakeholders to resolve interference issues in the interest of consumers. A key conclusion is that ITU will act as the focal point for coordinating other SDOs and industry alliances in order to agree further developments.
“There are PLT products on the market that do not conform to the necessary EMC standards, and this is very much a concern,” says Dr Hamadoun Touré, Secretary-General, ITU. “We are fortunate in ITU to have telecom and radio experts from both the private sector, government and regulators. Together they have agreed the necessary requirements to ensure that products conforming to ITU standards do not cause interference, which may have potentially serious consequences. We would caution service providers and others against rolling out technologies conforming to specifications that do not meet ITU requirements.”
John Shaw, representing BBC World Service, said at the meeting: "For broadcasters, it is extremely important that products sold do not interfere with the reception of programmes or reduce coverage. We applaud the efforts of ITU to ensure international acceptance of the organization's stringent guidelines on compatibility between electronic communication systems and the use of the radio frequency spectrum." Similar views were also expressed by representatives of the aeronautical and radio astronomy communities.

01 giugno 2011

Anche in FM il radiofestival di Gwen, web radio ticinese

E' in pieno svolgimento, da domenica scorsa, il festival musical-culturale dell'emittente Web ticinese Gwendalyn. Per l'occasione, dal 30 maggio al 5 giugno l'emittente dichiara di aver attivato due frequenze FM, per la zona di Chiasso e di Lugano: rispettivamente (come direbbe un ticinese purosangue) 97,3 e 107,2 MHz. Non ho ben chiaro se si tratti di frequenze pirata (improbabile, in Svizzera), temporaneamente autorizzate da UFCOM, il regolatore elvetico, o più semplicemente prese a prestito da qualcuno, penso da Radio 3iii. Ma sarò molto grato a chiunque potrà confermare la ricezione di una o entrambe queste frequenze. Da Como dovrebbe essere possibile sintonizzarsi sui 97,3, per esempio. Ecco qualche estratto dal comunicato che ho ricevuto dagli amici di Gwen:
Se possiamo definire il Ticino come una metropoli allargata, ci prefissiamo di cogliere l'occasione per lavorare su quest'area, distribuendo gli eventi su più fronti e spostandoci su una linea ideale tra Losone, Lugano e Chiasso senza soffermarci su un luogo centrale, in modo da permetteci di ridurre il concetto opaco di una divisione territoriale suddivisa in confini poco comunicanti tra loro. Questi confini si accorciano o si annullano proprio grazie all'accompagnamento della comunicazione radiofonica FM e Web.
Gli storici magazzini FFS di Chiasso, Il centro culturale "La Fabbrica", il centro sociale "Il Molino" e naturalmente il quartier generale di Radio Gwendalyn, saranno i contenitori delle proposte artistiche del Festival la cui strutturazione si dispiega su almeno due fronti: programmazione radio FM e web per la durata di una settimana dal 30 maggio al 5 giugno 2011.
Intendiamo proporre un dialogo che possa avere come attori i tre fondamentali settori che alimentano la nostra vita quotidiana e creano, smembrano e ricreano i nostri insiemi di senso, di giudizio, di esperienza: la comunicazione, la tecnica, la musica.
Lo scopo sarà così di comprendere la loro influenza sul territorio ticinese ed il tipo di interazione che hanno l'uno con l'altro tramite incontri tra esperti, testimonianze di artisti e musicisti, utilizzi sperimentali nei loro ambiti, interazione tra luoghi (asse Locarno-Lugano-Chiasso). Unendo il dialogo all'interno dei due macro-progetti vogliamo permettere di farli interagire e di prendere spunto e idee l'uno dall'altro con lo scopo ultimo di tradurre tre linguaggi di comunicazione differenti verso uno stesso livello di percezione collettiva: un festival musicale (incontro di persone e scambio di esperienze), una radio FM (un linguaggio per il grande pubblico) e la tecnologia Web (un linguaggio contemporaneo ed ancora molto incompreso).

Il programma dei concerti del festival si trova all'indirizzo:


Mentre il palinsesto della radio si trova qui:


Radio Gwendalyn ha una nutrita pagina di podcast, che include alcuni radiodrammi autoprodotti.

31 maggio 2011

L'EBU e il dibattito "broadcast versus broadband"

Da non perdere il numero di giugno della rivista tecnica dell'EBU, Tech-I. La potete prelevare in PDF qui o consultare online direttamente nel browser. Vi suggerisco in particolare il dibattito a distanza tra Internet Radio e Broadcast Radio, in cui intervengono Béatrice Merlach, responsabile della società di consulena MCDT ed ex responsabile marketing di Radio Svizzera, e Joan Warner, Ceo di Commercial Radio Australia, l'associazione delle emittenti commerciali australiane che sta partecipando al grosso progetto di digitalizzazione DAB+.
Ricca di spunti anche la lettura dell'articolo di Ulrich Reimers, del Politecnico di Braunschweig, che analizza le prospettive della radiofonia terrestre sotto la graduale spinta di assegnamento delle frequenze broadcast a servizi di tipo broadband. La soluzione ipotizzata dai ricercatori tedeschi, scrive Reimers, si basa su un approccio ibrido e dinamico in cui la radio di tipo broadcast servirà a coprire le necessità della programmazione in diretta, mentre tutto il resto - teatro, musica, approfondimenti - si sposterà verso modelli di consumo on demand su mezzi interattivi.

30 maggio 2011

Radio Milano Liberata


Molti contributi audio di Radio Milano Liberata si trovano negli archivi di Millevoci.
Buon ascolto.

26 maggio 2011

Anche in UK il DAB ha bisogno di incentivazione

Anche nella nazione europea che più di tutte ha cercato di sviluppare e promuovere il sistema di radiofonia numerica basato sulla norma Eureka 147, gli ostacoli sulla strada verso un possibile spegnimento di reti e stazioni locali oggi attive in modulazione di frequenza a favore del Digital Audio Broadcasting devono essere ancora parecchi se il Regno Unito sente il bisogno di lanciare una campagna online, Get Digital Radio, per incoraggiare i suoi abitanti a dotarsi di un apparecchio per ricevere la radio numerica. Ricezione che in base a una legge britannica potrebbe presto diventare forzata: il DAB come unica possibilità per ascoltare programmi musicali, giornalistici e culturali via etere.
I nodi da sciogliere rimangono anche di fronte ai dati di ascolto dell'indagine RAJAR riferiti al primo trimestre 2011: l'ascolto digitale passa al 26,5% dell'ascolto radiofonico complessivo, il DAB da solo fa quasi il 17% con un buon aumento rispetto ai valori precedenti. Nella stagione natalizia 2010, afferma Digital Radio UK, il consorzio promotore del nuovo volto del vecchio medium, sono stati venduti 750 mila apprecchie DAB.
Se tutto va così bene quali sono le motivazioni della campagna appena varata, con il coinvolgimento di retailer come Amazon, Co-op, Currys, John Lewis, M&S e Tesco che sui loro punti vendita reali e virtuali spiegheranno ai potenziali acquirenti l'offerta diffusa in digitale? Innanzitutto c'è in gioco il superamento della soglia di ascolto minimo che dovrebbe autorizzare, secondo la normativa appena citata, Digital Britain, allo spegnimento di molti network pubblici e privai della radio analogica. Il 17% è ancora lontano dalla quote auspicate. Poi c'è la delicatissima questione del finanziamento della transizione al digitale della radiofonia locale, ora che i tagli imposti all'operatore pubblico ha spinto la BBC a chiamarsi fuori dal finanziamento dei costi di realizzazione dell'infrastruttura locale. Per trovare un accordo tra pubblico e privato, in questi mesi si sono susseguite delle riunioni. A marzo era stata raggiunta una bozza di accordo per la condivisione dei costi, all'inizio di maggio sono stati affinati alcuni dettagli, ma ancora non c'è definitiva chiarezza. Secondo il provider infrastrutturale Arqiva, oggi ci sono 215 impianti DAB in funzione per 46 multiplex locali e regionali. Raggiungere il 90% del territorio richiederebbe altri 150 impianti. Per un valore che molti stimano prossimo ai 25 milioni di sterline. Al di là di tutte le considerazioni di merito sui vantaggi della radio numerica a fronte dell'attuale capacità dell'offerta analogica, davanti a queste cifre non ci si può non chiedere come sarà possibile per una industria tutto sommato povera rientrare di questa spesa in tempi ragionevoli: se si affronta un cambiamento infrastrutturale di questa portata, come avvenne per la telefonia mobile, ci deve essere un obiettivo di maggiori entrate. E questo con il DAB non è affatto scontato.
Anche perché rimane un ulteriore dubbio di fondo nel dietro le quinte del "successo" britannico del DAB. Nessuno in Gran Bretagna sta parlando di nuove codifiche DAB+, che introdurrebbero notevoli margini di qualità di ascolto e diversificazione dei servizi, ma renderebbero del tutto obsolete gli apparecchi riceventi di prima generazione che autorizzano a parlare di successo del DAB. Prima si scioglie questo paradosso meglio sarà se non si vuole rischiare una concente delusione nel pubblico e nell'imprenditoria della radio.

24 maggio 2011

Number station in tv: Voyager e la radio delle spie

Ecco la trasmissione sulle stazioni spionistiche criptate che si possono ascoltare sulle onde corte, le celebri number stations. Il programma è andato in onda ieri 23 maggio, su Rai 2, in occasione di Voyager e ha visto intervenire Andrea Borgnino, giornalista di Radio Rai esperto di onde corte e Corrado Giustozzi, giornalista e divulgatore di tematiche crittografiche.





22 maggio 2011

Israele, in forse la pubblicità sull'emittente di Tzahal

In una situazione internazionale complessa per Israele dopo il discorso di Obama sulla pace in Medio Oriente, il gabinetto dei ministri israeliani doveva prendere una decisione su una questione marginale ma molto importante per "Galaz", il nomignolo della stazione radiofonica dell'esercito Galei Tzahal. Secondo Haaretz in gioco c'è l'autorizzazione alla messa in onda di spot pubblicitari sulle frequenze della stazione radio, che è molto popolare. Qualche anno fa le emittenti commerciali private, preoccupate di questa concorrenza, avevano sollevato la questione presso l'autorità garante israeliana. Quest'ultima, pur respingendo la richiesta di vietare la pubblicità ha chiesto al Parlamento di legiferare in materia, cosa che la Knesset non ha fatto del tutto. E' stato invece decretato un memorandum che di anno in anno autorizza alla messa in onda di annunci, anche se limitati a imprese e iniziative no profit. Secondo il quotidiano anche così Galaz ricava il 45% del suo budget dalla pubblicità. Ci sono però alcuni dubbi sulle possibilità di rinnovo del decreto temporaneo e alcuni esponenti dell'emittente si sono detti allarmati sulle possibile conseguenze. Sto cercando di capire che cosa sia emerso dalla discussione tra i ministri ma Haaretz non ha ancora pubblicato un follow up.
Lo scorso ottobre Galaz, che oggi trasmette due diversi programmi, Galaz (ripreso anche in onde corte e ricevibile qui su 6973 e 15850 kHz) e Galgalaz (musicale in FM), ha celebrato il suo 60esimo (comunicato dell'esercito) anniversario. Ecco un bell'articolo apparso sul Jerusalem Post.

Army Radio may close if not allowed to air commercials
By Gili Izikovich and Jonathan Lis

The cabinet is to decide today whether to support a bill that would allow Army Radio to continue broadcasting commercials in order to help fund its operations.
Commercials and public service announcements bring in some NIS 17 million a year, which is 45 percent of Army Radio's budget.
The station has been broadcasting commercials for some 20 years. However, in 2005, local radio stations, which compete with Army Radio for the same advertisers, petitioned the High Court to disallow commercials on the army station. The High Court rejected the petition, but at the same time recommended that the matter be legislated.
Until an early version of a bill, called a memorandum, could be formulated, a temporary order was put into effect by which Army Radio could broadcast no more than four and a half minutes of advertising and public service announcements for soldiers and reservists announcing sales and special deals, but it could not advertise the quality of the product or service or compare them to others. As a result, most of the bodies advertising on Army Radio are non-profit groups.
The temporary order, which was extended several times in recent years, expired yesterday. It was to have been replaced by a law identical to the order. A memorandum was placed before the Ministerial Committee on Legislation a few months ago, but it was voted down by a majority of 10 ministers against two - Dan Meridor and Yaakov Neeman. Defense Minister Ehud Barak submitted an objection to the rejection of the memorandum, which the cabinet is to discuss today at its weekly meeting.
Officials at Army Radio told Haaretz that the rejection of the memorandum and a continued prohibition on advertising on the station would effectively mean the station would have to close.
A number of senior employees including presenters and journalists have spoken to various ministers to gain their support for the bill. "There are forces, political but also economic, that are trying to let Army Radio waste away," journalist and presenter Razi Barkai told Haaretz. "I've given what I could to prevent these efforts and I hope we'll succeed."
"I personally have not approached anyone or met with anyone," presenter Ilana Dayan said, adding that it would be a terrible mistake not to allow the station to continue broadcasting commercials as it had before the temporary order expired.

Il mondo non è finito, ma che ne sarà di Family Radio?

Difficile dire quante persone nel mondo hanno davvero preso sul serio le previsioni di Harold Camping, fondatore di Family Radio (un broadcaster religioso che trasmette in più di dieci lingue in tutto il mondo), sulla fine del mondo. Il giudizio universale avrebbe dovuto incominciare alle sei di sera ora locale di ieri 21 maggio, a partire dalle 18 in Nuova Zelanda e fino alle 18 in California, a Oakland, dove l'emittente ha il suo quartier generale. Una devastazione provocata da terremoti a catena che avrebbero distrutto il pianeta e ucciso la maggior parte degli abitanti. I sopravvissuti sarebbero stati assunti in cielo con il cosiddetto "Rapture", un mega-trasloco che doveva durare fino al 21 ottobre.Camping ha sostenuto per mesi che le date in questione erano chiaramente scritte nella Bibbia e come racconta il Los Angeles Times ha chiuso definitivamente lo scorso giovedì la sua serie di trasmissioni Open Forum. Lo stesso quotidiano rivela che per annunciare il disastro Family Radio e altri volontari hanno speso almeno cento milioni di dollari per una campagna cartellonistica su scala mondiale. In effetti anche a me hanno segnalato cartelli avvistati qui a Milano.
L'LA Times afferma che i soldi sono arrivati anche dalla cessione di emittenti radiotelevisive, ma nei giorni che hanno preceduto il 21 la stampa ha parlato anche di casi come quello di Robert Fitzpatrick, un ex dipendente della metropolitana newyorkese, oggi in pensione, che ha fatto tappezzare le vetture della metro e le fermate degli autobus, spendendo tutti i suoi risparmi (140 mila dollari).
Ieri per gran parte della giornata il sito Internet di Family Radio è stato bloccato. Oggi la connessione sembra ripristinata, ma a San Francisco nessuno riesce a entrare in contatto con Camping, che già nel 1994 aveva fatto una previsione farlocca. Secondo il San Francisco Chronicle ieri una piccola folla di fedeli e di scettici si era riunita di fronte alla sede dell'emittente, a Oakland. Porte e finestre erano sbarrate, si intravedevano solo scatoloni e scritte messianiche. La programmazione in onde corte di Family Radio attraverso la fitta rete di stazioni ripetitrici ieri veniva ascoltata regolarmente, ma si tratta di programmi registrati. Alcuni cominciano a sospettare che la previsione potesse essere una vera e propria truffa, mirata a raccogliere donazioni e a fuggire con la cassa. Secondo il fisco americano nel 2009 Family Radio aveva dichiarato 18 milioni di dollari in donazioni e un capitale di 72 milioni di dollari. Le organizzazioni laiche e atee americane avevano organizzato diverse iniziative di protesta, invocando l'intervento della autorità giudiziarie e della FCC, che in linea di principio potrebbe revocare la licenza a Family Radio per uso improprio delle frequenze. Seminare il panico non è mai una buona cosa in un mondo che ha dovuto registrare fatti agghiaccianti come il suicidio di massa a Jonestown in Guyana (909 morti nel 1978 con un risvolto curioso: la setta fondamentalista di Jim Jones comunicava con l'esterno sulle bande amatoriali in onde corte) o la strage di Waco in Texas del 1993 (e anche qui la stazione radio di Dallas, KRLD 1080, ebbe un ruolo molto importante nel ritrasmettere le parole di David Koresh, il capo della setta che venne annientata in un incendio deflagrato alla fine del lungo assedio da parte delle forze dell'ordine).

21 maggio 2011

L'erede di Radio Luxy spegne il digitale in onde corte

Era l'ultimo rimasuglio di una epopea radiofonica che ha plasmato una intera generazione di ascoltatori europei nel dopoguerra e la sua chiusura sancisce in modo pressoché totale il fallimento di una strategia che all'inizio della scorsa decade puntava a rivitalizzare la vetusta tecnologia delle onde corte con la modulazione numerica Digital Radio Mondial. I 6095 kHz dell'impianto in onde corte lussemburghese di Junglinster ormai trasmettevano per soli quarantacinque minuti nella mattinata, ma il primo maggio 2011 RTL Group ha messo fine anche a quel rivolo di programmazione, tirando la leva dell'interruttore. Gli utili del gruppo mediatico lussemburghese hanno subito una contrazione, anche a fronte di un leggero aumento del fatturato e buttar via i soldi anche per meno di un'ora di corrente a 35 kW non ha nessun senso, quando questi pochi minuti vengono seguiti da due o tre persone in tutta Europa quando va bene.
Nel 2005, quando Radio Luxembourg aveva dichiarato di voler riprendere il discorso rimasto in sospeso ai tempi della chiusura della mitica Radio Luxy in onde medie (1991), sembrava che ci potesse essere un futuro di nicchia ma comunque interessante per il DRM. Non è andata così, intorno a questa tecnologia - per la quale si cerca oggi un complicato rilancio nella digitalizzazione della banda FM - non si è mai riuscita ad affermare una industria degli apparati riceventi.
Oltre alla fotografia qui pubblicata con la nuova antenna a V per i 49 metri, sul Web trovate diverse fotografie dell'impianto di Junglinster, con le antenne delle onde medie, lunghe e degli ormai inutilizzati 19 metri in HF e il dipolo incrociato utilizzato inizialmente per il DRM. Il sito del comune lussemburghese ha inoltre una splendida raccolta di cartoline postali d'epoca.
Qui su YouTube invece c'è un documentario della BBC sulla Fabulous 208, la mitica lunghezza d'onda di Radio Luxy.


Deutsche Welle taglia di 4/5 le onde corte

Anche la Germania taglia sulla radiofonia in onde corte: dal primo luglio blocco delle trasmissioni in diverse lingue est-europee ripetute in FM, mentre dal primo di novembre ci sarà una drastica riduzione delle trasmissioni in onde corte. L'ultimo bilancio approvato da Deutsche Welle, emittente internazionale di stato tedesca, porta a una notevole diminuzione dell'output via radio, sia in onde corte - passerà dalle attuali 260 ore a 55 con la chiusura dei ripetitori di Sri Lanka e Sines in Portogallo - sia in modulazione di frequenza, con la cessazione delle partnership locali fuori da Africa e Asia. Resterà in esercizio la stazione relay del Rwanda, anche perché Deutsche Welle si focalizza sull'Asia e sull'Africa (ma cessa di trasmettere in tedesco e in molte altre lingue). La rifocalizzazione comporta un aumento delle attività multimediali.

Deutsche Welle Scales Down Radio Broadcasts

Increased focus on television, online and mobile services
Reduction of shortwave broadcasts

Starting July 1, 2011, Deutsche Welle (DW) will be making major changes in how and when its radio programming is broadcast in Asia and Europe, as well as German radio programming as a whole.
The measures will ensure the further development of Germany’s international broadcaster to a truly multimedia organization. As stipulated in the organization’s strategic plan for 2010-2013, DW will focus on modern modules that can be integrated into partner’s FM line-ups as well as being offered as stand-alone, on-demand services for the Internet and mobile devices. DW will thereby increase the cooperation with its partners throughout the world. With the exception of Africa and parts of Asia, linear shortwave broadcasts will be discontinued due to limited usage. The resources that have been saved will be reinvested in projects for the future – especially in the development of television services with regional languages and content, as well as an increase in online and mobile services.
DW will aim to use its available resources to offer two TV channels per region. This will give viewers the opportunity to choose between a channel with predominantly German programming and a channel with a focus on one of the regional languages – English, Spanish or Arabic.
In the future, DW will work with partner stations in Central and Southeast Europe to broadcast regional TV magazines and produce online services – each in the regional language. Starting July 1, 2011, the FM services for Bulgarian, Greek, Croatian, Macedonian and Romanian will be reduced and eventually discontinued. The frequencies that were purchased or rented in Sofia, Bucharest, Pristina and Tirana will be returned, as well as the corresponding licenses. The FM broadcasts for Albanian, Bosnian and Serbian will be reduced. In the future, these services will focus on selected partnerships with local FM stations. A service in Romani will be maintained for the time being. For Ukraine, DW is currently examining whether or not an agreement can be made with a partner to broadcast a reduced amount of FM radio programming that has been tailored to fit their needs. Radio programming for Hindi will be discontinued on July 1.

Reduction of shortwave

On November 1, 2011, DW will be discontinuing the shortwave broadcast for German, Russian, Farsi and Indonesian. For English, the shortwave broadcast will be limited to Africa. The broadcasting times for Chinese programming will be reduced from 120 minutes to 60 minutes. For these languages, DW will also be increasing the online and mobile services as well as video-on-demand and audio-on-demand. The portfolio will also include audio productions for rebroadcast by partners (when applicable).
Starting in November, DW will only be broadcasting radio programming via shortwave in the following languages: Amharic, Chinese, Dari, English and French for Africa, Hausa, Kiswahili, Pashtu, Portuguese for Africa and Urdu.

Closing of relay stations

The shortwave program currently broadcasts 260 hours daily with DW’s own or rented relay stations – with the new focus on Africa and regions in Asia that will be reduced to just 55 at the beginning of the winter season. Only the relay station in Kigali (Rwanda) will be needed for shortwave broadcasts in Africa. The stations in Trincomalee (Sri Lanka) und Sines (Portugal) can no longer be used to capacity. The financial operation is no longer possible and the relay stations will stop being used on November 1, 2011 and closed at the next possible point in time.
With the reduction of rental prices and the closing of the two relay stations, DW will be able to save resources that can be reinvested in the further development of its services.

Development of FM broadcasts with partners

DW will continue to expand its network of FM partners in Africa. The radio production for Hausa, Kiswahili, French and Portuguese for Africa will be optimized for FM broadcasts step by step. DW will also produce a regional radio magazine daily in English, to be rebroadcast by partners in Africa.
Audio content in Arabic will be created for the Middle East and North Africa and distributed online, via mobile or rebroadcast by partners.
DW will focus on FM partnerships for Bengali, Urdu, Dari/Pashtu und Indonesian for South Asia, India, Pakistan and Afghanistan. A decision will be made about the future of these partnerships in accordance with the budget situation and following the evaluation results.

Strategic plan for 2010 to 2013

The German Bundestag approved DW’s strategic plan in April 2011 with an overwhelming majority. The core of the plan is the multimedia orientation of the broadcaster, the focus on major tasks and target regions with regards to the budgetary issues. The new strategic direction ensures that DW is prepared for the changing conditions of international media markets:

Services for certain languages and regions will be reinforced to secure DW’s competitive position in the future.
The focus for the coming years will be on Sub-Sahara Africa, the Middle East, Iran and North Africa, South Asia and Afghanistan, Russia and Latin America. Due to the limited budget, the development of services will only be possible when activities are reduced somewhere else. In the area of television, DW will work more closely together with the German public broadcasters ARD and ZDF and develop regionalized TV programming with selected partners. For many areas around the world, it will be necessary to further development online and mobile services in order to reach DW’s target audience better: Individuals who are interested in diverse perspectives and use a large amount and variety of media resources. That especially includes opinion leaders and future opinion leaders as well as people who lobby for democracy, freedom and progress in authoritarian countries and thereby strengthen the civil society.