Giunti ormai alla terza settimana di sciopero a difesa del loro ruolo nella radio pubblica, i dipendenti di Radio France si trovano oggi ad analizzare le proposte contenute nel piano di ristrutturazione presentato da Matthieu Gallet e rivelato qualche giorno fa da Le Monde. Ci saranno tagli del personale - circa 300 persone su 4.600 - e interventi sui palinsesti. Per esempio la stazione classica France Musique dovrà funzionare più sul repertorio e vedrà un riposizionamento di contenuti sulla musica jazz, attraverso però la creazione di canali Web specializzati. Non verrà chiusa una delle due orchestre sinfoniche, ma gli organici di entrambe verranno ridotti.
Le undici pagine del piano contengono alla fine - in cauda venenum - un riferimento a un risparmio di 13 milioni di euro all'anno in spese di diffusione da conseguire con la misura più prevedibile: la soppressione delle onde lunghe e medie. La sezione Espace Public de sito di Radio France pubblica una recente lettera di un ascoltatore che si improvvisa avvocato difensore dell'infrastruttura ancora utilizzata per le trasmissioni di France Inter e di alcuni programmi regionali France Bleu. Il discorso non fa una piega (tranne forse dove dice che le frequenze lasciate libere dalla Francia favoriranno le altre nazioni che potranno aumentare la potenza dei loro impianti), ma non sembra possibile che Gallet voglia tornare indietro su questo punto. Dopo che lo scorso anno France Inter aveva spento i trasmettitori di Nancy, Limoges e Toulouse, presto verrà il turno degli impianti superstiti e con loro spegneranno le onde lunghe. Resterà da vedere quale sarà il destino delle onde corte di RFI. Su alcuni giornali si legge che faranno la stessa fine delle onde medie, ma la gestione della programmazione internazionale dovrebbe essere separata.
Ecco la lista delle frequenze che con tutta probabilità verranno disattivate:
- PARIS Villebon (864 KHz - 300 kW) : Ile-de-France, Normandie, Centre (diffuse France-Bleu 107.1)
- LILLE Camphin (1377 kHz - 300 kW), Nord-Pas de Calais, Picardie, Mer du Nord
- RENNES Thourie (711 kHz - 300 kW), Bretagne, Pays de Loire, Basse-Normandie, Atlantique-Est, Manche
- BORDEAUX Néac (1206 kHz - 300 kW) : Aquitaine, Charentes, Atlantique-Est
- MARSEILLE Réaltor (1242 kHz - 150 kW) : Provence, Languedoc, Golfe du Lion
- NICE Col de la Madonne (1557 kHz 300 kW) : Côte d'Azur, Méditerranée
- LYON Tramoyes (603 kHz - 300 kW) : Rhône-Alpes, Vallée du Rhône, Bourgogne, Franche-Comté
- STRASBOURG Sélestat (1161 kHz - 200 kW) : Alsace, Vallée du Rhin
- STRASBOURG Sélestat (1278 kHz - 300 kW) : Alsace, Vallée du Rhin (France-Bleu Elsass)
- BREST Quimerch (1404 kHz - 20 KW) : Finistère, Mer d'Iroise
- GRENOBLE St-Nizier (1404 kHz - 20 KW) : Alpes
- AJACCIO Coti Chiavari (1404 kHz - 20 KW) : Ouest de la Corse (diffuse France Bleu RCFM)
- BASTIA Serra di Pigno (1494 kHz - 20 KW) : Est de la Corse (diffuse France Bleu RCFM)
- CLERMONT-FERRAND Ennezat (1494 kHz - 20 KW) : Nord de l'Auvergne
1 commento:
Purtroppo a farne le spese sono le onde medie e lunghe. Dopo anni di sprechi e ladrerie varie (come in Italia) per far quadrare i bilanci si tagliano queste bande d'ondsuomo che hanno servito in modo ineccepibile la popolazione da più di cento anni. E inutile far capire alle nuove generazioni l' importanza di queste bande fruibili con modesti apparati riceventi. Se le emittenti di stato prendono questa piega significa che siamo alla frutta; se informare il popolo anche oltre confine è oneroso si delegittima anche la loro esistenza.Oggi dovrà transitare tutti sul WEB in modo da poter controllare la popolazione con aggravi di spesa per il fruitore dimenticando che più bit transitano sulla rete più sarà onerosa gestirla e manutenerla con il rischio che in caso di eventi calamitosi o di mercato.si rischierà il totale silenzio.
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