"Volevo scrivere un libro sul miracolo della radio", racconta Anthony Doerr nel trailer di presentazione del suo All the light we cannot see, un riferimento al fatto che, come la luce, ma su frequenze non visibili a occhio nudo, le trasmissioni della radio e della tv, milioni di telefonate, miliardi di connessioni Wi-Fi, altro non sono che radiazione elettromagnetica. La storia del suo romanzo, che ha avuto un successo straordinario, è un dialogo a distanza - solo alla fine i due personaggi si incontreranno brevemente - tra la figlia, cieca, del fabbro ufficiale del Museo di Storia Naturale di Parigi, sfollato insieme a Marie-Laure nella città costiera di Saint Malo, poco prima del bombardamento alleato che rase al suolo la città storica; e Werner, un orfano tedesco che scopre di essere ferratissimo in elettronica e in radioriparazioni e grazie a questa sua capacità finisce dentro a una esclusiva scuola della Gioventù hitleriana e si ritrova durante la guerra nel Corpo tramissioni, a dare la caccia alle emittenti clandestine della Resistenza francese. Non è un caso - anche se la scelta non è assolutamente apologetico - che in ex ergo al suo romanzo Doerr sceglie una sinistra - per noi radioappassionati - citazione di Goebbels: "Per noi - dichiarava il responsabile della propaganda nazista, non sarebbe stato possibile prendere il potere così come ci siamo riusciti, senza la radio."
Questo racconto così intimamente legato alla natura pervasiva, labirintica delle onde elettromagnetiche e dei sentimenti, ha colpito uno degli autori di Spectrum, la prestigiosa rivista della associazione ingegneristica americana, IEEE, Robert W. Lucky, che ha scritto questa bellissima recensione.
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