17 aprile 2015

Prospettive digitali: la Norvegia spegne l'FM tra venti mesi. Ma l'Italia esita ancora

Ma la radio digitale, che fine ha fatto? Mentre la Norvegia annuncia il piano definitivo per lo switchoff dell'FM analogica a partire dal primo gennaio 2017 (più avanti nel corso del 2015 verranno comunicati i criteri per la definizione delle emittenti locali che saranno autorizzate a proseguire le trasmissioni in FM insieme alle misure per favorire l'inserimento del maggior numero possibile di piccole stazioni nei multiplex DAB), in Italia e altre nazioni sembra che l'interesse nei confronti dello stesso DAB sia meno vivace. In occasione di Radiodays Europe ho percepito da parte degli operatori di tutto il mondo la crescente convinzione che la radio sia diventata digitale - e soprattutto "social" - indipendentemente dalla tecnologia adottata per diffonderne i contenuti. Nell'area espositiva un piccolo stand era dedicato al sistema americano HD Radio e ho potuto scambiare qualche impressione con il responsabile marketing di Ibiquity, la società che promuove negli Stati Uniti il digitale ibrido. Sono oltre 2000 le stazioni ad averlo adottato, il grosso concentrato tra le emittenti in FM. Il digitale sulle medie non ha preso altrettanto piede e anche se è possibile che un certo stimolo derivi dalla decisione di autorizzare le trasmissioni "all digitale", che permettono di ottenere un segnale più corposo senza dover sacrificare niente per la trasmissione delle portanti analogiche, al salone NAB Show in corso proprio in questi giorni a Las Vegas il messaggio degli operatori è abbastanza chiaro: l'unico orizzonte possibile per le 4 o 5 mila stazioni AM degli USA è la migrazione all'FM analogica. E forse da qui al digitale HD Radio. Gli stessi rappresentanti Ibiquity confermano che tra ricevitori stand alone e autoradio, ormai il parco di apparecchi compatibili ha superato i 20 milioni di unità.

Allo stand c'era qualche esempio piuttosto interessante, sia della nuova linea di ricevitori "private label" SPARC di cui Ibiquity ha iniziato la commercializzazione online. Queste radio ibride HD Radio/FM possono in teoria servire ad alimentare i mercati extra-USA che Ibiquity vuole conquistare, come il Messico o il Brasile. Ma all'evento milanese ho visto anche un esemplare molto curioso di telefonino "feature phone" (il gergo di settore per telefono per definire il cellulare non-smart) con integrato un chip HD Radio/FM. Il telefonino aveva il marchio BeatBoy e, mi è stato detto, verrà commercializzato nelle Filippine, dove Ibiquity sta sperimentando le sue emissioni fin dal 2005. Come sempre, è molto difficile fare previsioni, perché è sempre più chiaro che la radiofonia in generale, FM o digitale che sia, ha un unico vero avversario che si chiama mobile Internet. Per il momento valgono ancora le analisi di costo che valutano ancora vantaggioso il modello broadcast rispetto al broadband, almeno nella trasmissione verso bacini di pubblico molto estesi o popolati. Ma nel confronto tra mondo analogico e digitale, lo sappiamo molto bene, le dinamiche di costo sono le prime a cambiare. Staremo a vedere.


E il DAB+ all'italiana? Tra RadioCity Milano e Radiodays ho avuto modo di parlare anche con gli amici di Digital Radio Italia e li ho trovati ancora più ottimisti del solito. La copertura, su iniziativa soprattutto dei consorzi commerciali, sta crescendo. Nelle province dove l'offerta DAB+ è più completa le vendite dei ricevitori sono incoraggianti e soprattutto il mercato automotive pare essere in pieno boom (in effetti Fiat-Chrysler vanta, per la Fiat 500L equipaggiata con DAB un aumento considerevole dei volumi venduti, con percentuali superiori al 500% col segno più). Il problema è che in queste analisi è sempre complicato stabilire la reale distanza tra il potenziale di vendita che possiamo desumere dai cataloghi dei costruttori e il concreto sell-out di automobili che sono davvero in grado di ricevere le trasmissioni DAB+ a bordo. A Milano ho sentito parlare di cifre, a cinque zeri, che francamente mi sembrano leggermene azzardate. Nel 2014, senza contare il segmento car radio, la base installata era stimata in 100 mila apparecchi, probabilmente non tutti DAB+. Quest'anno si prevede di superare nel complesso le 400 mila unità. Anche facendo la tara dell'entusiasmo che contraddistingue tutti i consorzi nati per promuovere qualcosa, i numeri cominciano a essere interessanti. Non si capisce perché Radio RAI e Raiway non spingano a tavoletta sull'acceleratore. Tanto più che a giudicare dagli studi, per esempio di GFK, gli italiani sembrano molto sensibili all'argomento connected car e alla possibilità di accedere a contenuti multimediali in auto attraverso connessioni radiomobili. Il mondo della radio digitale in Italia sta segliendo, sul piano infrastrutturale, una politica troppo attendista. I costruttori di automobili, praticamente tutti già dotati di proprie piattaforme connected car, Apple e ovviamente i maggiori operatori con il 4G, non esiteranno un minuto a rubare il mercato sotto il naso di operatori radiofonici troppo conservatori. Ma l'unico modo per sfondare, in mancanza di una politica di switchoff della radio analogica su scala europea, è stimolare l'interesse nei confronti del DAB con contenuti esclusivi: calcio, intrattenimento, infotraffico... A me sembra un principio così elementare, ma è possibile che il cretino sia io.

Torniamo però alla Norvegia, dove politica e organi tecnici hanno deciso il destino della radio FM con inesorabile, nordica precisione. Il documento da cui parte tutto, Norwegian proposal on the digitizaton of radio, del 2011, si può scaricare in lingua inglese. Il 16 aprile il Ministero della cultura ha annunciato ufficialmente il piano di implementazione del passaggio definito quattro anni fa. Eccolo in questa tabella di sintesi pubblicata da Radio.no:



L'authority norvegese aveva già annunciato il 24 febbraio il raggiungimento delle soglie di copertura minime definite nel 2011 per autorizzare lo spegnimento della radio FM. In quella data aveva anche precisato che entro il 2015 sarebbero stati resi noti i criteri che autorizzavano le emittenti molto piccole a mantenere una presenza in FM a causa evidentemente dei costi e delle difficoltà nel accomodare tutte queste emittenti in un multiplex digitale. Sulla base delle esperienze maturate tra Regno Unito, Norvegia e Svizzera (ma non dimentichamo che anche Svezia, Olanda, Danimarca e altri si stanno orientando verso lo spegnimento dell'FM), l'Unione dei broadcaster europei EBU ha preparato un "digital radio kit" per illustrare questo epocale passaggio alle aspiranti nazioni digitali. Invito gli operatori delle radio ma soprattutto il Governo, il Parlamento, il Ministero dello sviluppo economico e AGCOM a scaricare e leggere l'istruttivo documento. Non è difficile.


19 commenti:

Anonimo ha detto...

Sembra però che la Svezia e la Finlandia non sono più intenzionate a utilizzare li DAB. Da studi effettuati da l' organo statale svedese equiparabile alla nostra corte dei conti, il DAB porterà un enorme impatto sulla popolazione svedese con aggravio di costi sia per la sostituzioni delle autoradio e sia sui ricevitori casalinghi. Da ciò la determinazione di non effettuare lo switch off della FM con proseguito di utilizzo di essa e di abbandono del DAB. La Svezia ha circa 10 milioni di abitanti.Se ciò è veritiero questo accadimento è l' antitesi della Norvegia e dei paesi pro DAB (Inghilterra, Svizzera Germania ecc.) Risulta anche la riattivazione irregolare con dei testdella frequenza offset dei 177 KHZ germanici (ex DEUTSCELAND KULTURE) in DRM, forse il DAB non riesce a coprire lo stesso territorio senza installazione di numerosi trasmettitori. Al Sig. Lawendel chiedo se ha ulteriori informazioni in merito dato che il suo blog è fonte di dati molto utili ed imparziali sul mondo della radio.
Saluti.

Anonimo ha detto...

Non capisco questo entusiasmo per la radio digitale (DAB+): ha una qualità audio peggiore di una trasmissione FM media, e all'aumentare del numero di stazioni in un mux la qualità non può che scendere; ha una peggiore copertura all'interno degli edifici, poca banda disponibile (buona parte della banda III è attualmente occupata dalle TV) per aprire nuovi multiplex, inoltre non consente alle singole radio di pianificare e gestire la copertura in modo autonomo. Tuttavia mi piacerebbe valutare la qualità audio dell' HD-Radio americana, che consente bitrate digitali maggiori quindi una qualità audio (auspicabilmente) migliore, circa la stessa copertura dell'FM e comunque la coesistenza con la trasmissione analogica tradizionale. Sono comunque d'accordo sul fatto che per stimolare la radio digitale sia fondamentale inserire contenuti originali, come ad esempio ha fatto rai inserendo i canali ex-filodiffusione.
Per quanto riguarda UK, leggendo forum si capisce come molti britannici ritengano che le trasmissioni DAB siano peggiori di quelle fm, ammetto di non poter giudicare di persona, ma certamente un audio mp2 mono a 32 kbit/s non credo possa rendere giustizia a una trasmissione che non sia un talk-show.

Saluti e complimenti per il blog
Davide

Andrea Lawendel ha detto...

Vero, dieci anni fa la Finlandia aveva deciso di accantonare i progetti DAB, non ho avuto notizia di eventuali cambiamenti di rotta, anche se non posso escluderli a livello governativo. Al momento, secondo DAB Ensembles Worldwide, forse il punto di riferimento più aggiornato in materia, in Finlandia non risultano multiplex attivi.
Invece temo che per la Svezia non ci siano sostanziali deviazioni rispetto a un piano di switchover ancora da definire. Io stesso lo scorso ottobre avevo effettivamente dato notizia delle obiezioni sollevate dai giudici contabili svedesi. A dicembre è stata però pubblicata una roadmap che a quanto si legge nelle dichiarazioni ufficiali dovrebbe essere seguita entro il prossimo autunno da un tabella di marcia definitiva - fermo restando che i revisori contabili forse possono ancora intervenire. Qui comunque si trova un sommario in lingua inglese: http://www.regeringen.se/sb/d/8317/a/250945 Il documento originale, Från analog till digital marksänd radio - En plan från Digitalradiosamordningen, Il pdf originale si può scaricare qui: http://www.regeringen.se/sb/d/18245/a/250902. Secondo le fonti ministeriali, un possibile obiettivo di switchoff è fissato nel 2022.

Andrea Lawendel ha detto...

Quanto ai 177 kHz in onde lunghe a quanto ho letto (fonte Radio Eins) il segnale DRM recentemente monitorato sulla frequenza sarebbe quello di Radio Andernach, emittente delle Forze Armate tedesche. Si tratta però di trasmissioni codificate che possono essere ascoltate e ridiffuse solo con impianti "autorizzati".
http://www.radioeins.de/programm/sendungen/medienmagazin/radio_news/beitraege/2015/177.html

Andrea Lawendel ha detto...

Davide ha tutte le ragioni di essere perplesso in relazione alla qualità dal DAB. La codifica originale "Musicam" ha una resa obiettivamente inferiore a ogni aspettativa e giustifica ampiamente le proteste sollevate dagli ascoltatori nel Regno Unito (dove la questione dell'inevitabile aggiornamento dal DAB al DAB+ è misteriosamente avvolta nell'incertezza regolamentare). Con l'introduzione di codifiche AAC le cose sono sicuramente migliorate, ma anch'io sono personalmente convinto che l'FM analogica sarà sempre superiore a qualsiasi compressione numerica che non sia "lossless". Inoltre è vero che alle frequenze tipicamente televisive in banda III del DAB, la ricezione indoor può risultare attenuata rispetto agli 88-108. Detto questo bisogna ammettere che nei ricevitori DAB+ moderni la sensibilità mi sembra mediamente più elevata rispetto ai modelli che ho posseduto o provato in passato. Oggi per esempio utilizzo un piccolo ricevitore Pure nel mio ufficio e la sua antenna telescopica è in grado di sintonizzarsi su tre multiplex milanesi pur essendo posizionato lontano dalla finestra in un appartamento situato in un seminterrato diversi metri sotto il livello stradale. In generale le infrastrutture DAB risultano più efficienti sul piano energetico (naturalmente a parità di contenuti trasportati). Ci sono anche delle considerazioni da fare sulla maggiore efficienza "propagativa" della modulazione numerica OFDM con forward error correction, soprattutto per la ricezione veicolare. In un territorio orograficamente complesso come il nostro, la stabilità del segnale risulta incrementata. Poi naturalmente ci sono alcuni vantaggi più marginali, ma neppure tanto, come le reti isofrequenziali, la possibilità di trasmettere molti più metadati e informazioni non audio, la sintonia e identificazione automatica. Non sono qualità dirimenti, forse, ma sono comunque un nice to have.
La questione più importante non riguarda secondo me la minore o maggiore qualità del DAB, ma l'opportunità di optare per questa tecnologia a scapito dell'FM. Questa decisione in Italia è ancora più difficile perché se il DAB è nato in un contesto regolamentare ben preciso - l'Europa dell'emittenza pubblica o dei regimi misti pubblico+privato rigidamente regolamentati - in Italia ha avuto un approccio molto "creativo" alla gestione dei conflitti frequenziali in FM. E qui c'è tutto il paradosso del DAB in Italia: una tecnologia che ci consentirebbe in un certo senso di ripartire con una pianificazione dello spettro adeguata, ma non ci permetterà mai di aprire a tutti gli operatori il percorso verso la digitalizzazione.
Il mio timore è sempre lo stesso: se l'Europa dovesse decidere di imporre la migrazione al digitale come è avvenuto con il DVB-T, rischiamo di essere costretti ad agire in fretta, con brutte conseguenze per i piccoli e i grandi editori.
Sulla qualità audio di HD Radio non saprei dire. Dai test che ho avuto modo di seguire in Svizzera, la resa mi sembra sostanzialmente identica al DAB+ Formalmente non si tratta di codifica audio MPEG-4 come l'AAC del DAB, ma di una variante (si dice derivata dall'AAC) chiamata High Definition Coding. Nella tabella indicata sono riportati alcuni esempi di organizzazione di un canale HD Radio, sempre nell'ipotesi "ibrida" (le cose cambierebbero nella trasmissione HD Radio solo digitale) http://hdradio.com/broadcasters/engineering-support/high-quality-consistent-multicast-engineering

Anonimo ha detto...

Ringrazio il Sig. Lawendel per la risposta puntuale e precisa sia per il DAB è per i 177 KHZ. Sembra strano che le forze armate utilizzano tale frequenza per le proprie emissioni dato l' alta disponibilità di frequenze HF; la Germania ha disattivato le LW ritenute onerose ed obsolete per il broadcast per poi riattivare per uso militare. Per quanto riguarda il DAB effettivamente si nota una grande esitazione da parte dei vari governi e la Svizzera ha pensato di introdurre un referendum popolare per regolamentare la radiodiffusione digitale. Sembra però che i ricevitori DAB non siano ancora molto diffusi e vi è un ripensamento da parte delle emittenti private elvetica. Si ha l' impressione che l' adozione del DAB, per avere successo, debba avvenire in modo coatto in modo da forzare la transizione al di citare come per la TV. Certo non è facile farlo sulla radiofonia in quanto la radio è stato ampie un mezzo di comunicazione funzionale appunto con mezzi semplici ed economici, anche se il DAB offre funzioni avanzate che sicuramente l' analogico non può dare.
Saluti e complimenti per la tempestiva risposta ai miei quesiti: segno che il nome di questo blog rispecchia veramente la passione per il mondo delle comunicazioni confermando la professionalità ed obiettività del gestore del sito.
Cordiali saluti.

Andrea Lawendel ha detto...

Bisogna sottolineare che Radio Andernach è un servizio di intrattenimento e informazione per le truppe e le unità di marina tedesche impegnate nelle missioni all'estero. In effetti ha utilizzato in passato frequenze in HF e tuttora ha delle trasmissioni regolari che vengono segnalate dalla comunità dei radioascoltatori internazionali. Da qualche tempo sperimenta l'uso del digitale DRM, anche se in una modalità "non aperta" al pubblico. I contenuti però sono musicali e giornalistici. Nel caso delle onde lunghe da quanto pare di capire l'interesse sta nella copertura del segnale verso l'Europa orientale.

Anonimo ha detto...

Da siti di radio ascolto circola la voce circa la riattivazione del sito in onde lunghe di Motala (Svezia 191KHz) utilizzando un trasmettitore moderno con potenza ridotta. Sicuramente i moderni trasmettitori LW MW a stato solido hanno rendimenti intorno al 90% e con migliorie al sistema radiante si può copie un bacino di ascolto ampio a fronte dei numerosi siti necessari per il DAB. Certo il DAB veicola più canali, ma se la politica di marketing avesse permesso di avere ricevitori analogici e digitali (AM-FM-DRM-DAB) probabilmente l' impatto del digitale sarebbe stato minore anche a fronte di acquisto di nuovi ricevitori.La tecnologia moderna permette di creare chip di elevata affidabilità e multifunzionalità come nel televisori attuali che permettono la ricezione analogica con i vari standard di canalizzazione e colore. Praticamente ricevitori SDR con chip embebbed senza creare inutili corse contro il tempo.
Saluti

Andrea Lawendel ha detto...

L'uso di ricevitori ibridi, sostanzialmente basati su un approccio SDR, è sicuramente indicato e ci consentirebbe una maggiore flessibilità nell'impiego dele risorse disponibili. L'unico caveat che mi viene in mente quando oggi si parla di LW e MW è ambientale: le condizioni di ascolto a queste frequenze sono diventate proibitive a causa del rumore a larga banda generato da una infinità di apparati elettronici e alimentazioni switched, non solo nelle aree densamente abitate.

Anonimo ha detto...

@Andrea,
Per quanto riguarda la trasmissione HD-Radio, credo che sia positivo che la banda sia gestita dalla singola radio, mi viene in mente come un gruppo editoriale come può essere gruppo finelco possa sulle sue tre radio (105 virgin rmc) mettere la 'principale' in analogico, ed aggiungere lo stream delle altre due in formato digitale. Aumentando così la copertura 'complessiva' senza dover sostituire la propria rete
L'unica nota dolente di HD-Radio è che si perde l'RDS, che per il parco (auto)radio circolante è fondamentale, almeno secondo me, e che il bitrate sia 'in linea' con quello dab (prima non mi ero informato bene e credevo avesse 300kbit/s in modo promiscuo).
Per quanto hai detto sul dab, mi credo che la trasmissione di contenuti non-audio (nello specifico immagini) sia tendenzialmente inutile, se non deletereo, dal momento che:
- Si spreca banda preziosa
- il più del 50% dell'ascolto radio è fatto in auto, e una le immagini distolgono dalla guida.
Molto meglio dedicare quei bit/s alla qualità audio

Saluti
Davide

Andrea Lawendel ha detto...

Considerazioni molto giuste, Davide. Naturalmente la trasmissione di contenuti non audio via DAB dovrebbe essere ridotta al minimo, almeno su target mobili come gli automobilisti (anche se credo che in prospettiva, nella realtà della connected car temo che la radio broadcast sia destinata a pesare meno, purtroppo). Anche per HD Radio si stanno immaginando scenari tendenzialmente all digital, ma certamente sarebbe interessante poterla esplorare qui in Italia nella sua attuale versione ibrida.

Anonimo ha detto...

Salve a tutti, in ottica del' argomento della Norvegia pro DAB e della Svezia in fors vogli segnalare un sito blog in inglese (http://digitalradioinsider.blogspot.it/)che non sembra essere molto entusiasto per questa nuovo sistema di radiodiffusione. In particolare al link: http://digitalradioinsider.blogspot.it/2015/04/norway-first-country-to-introduce-dab.html da quanto ho potuto capire lo switch off norvegese è vissuto in modo coercitivo dalla popolazione Certamente potrebbe essere un sito pro FM, ma vorrei, se possibile leggere qualche notizia più particolare da parte di questo sito ed eventualmente conoscre qualche parere. Infatti il sito blog RADIOPASSIONI è molto seguito ed è un riferimento al' evoluzione della radiofonia che sta attraversando un periodo di transizione sofferto.
Ringrazio il sig. Lawendel che ci tiene informati costantemente sul mondo della comunicazione sia in generale che specificatamente al mondo della radio sia tecnico che divulgativo.

Saluti.

Andrea Lawendel ha detto...

Grazie per l'apprezzamento e per la segnalazione. Sì Digitalradioinsider non è il solo ad aver sollevato fuori dalla Norvegia la questione del passaggio di quest'ultima a uno scenario per cui buona parte dell'offerta radiofonica avverrà solo via DAB+. Per esempio il blog americano Radiosurvivor (anche lui piuttosto scettico sulla tecnologia HD Radio) ha scritto - http://www.radiosurvivor.com/2015/04/22/fm-in-norway-isnt-dead-says-norwegian-local-radio-association/ - di aver ricevuto un comunicato dalla associazione delle radio locali norvegesi, la Norske Lokalradio Forbund, in cui si precisa che anche dopo il passaggio dovrebbero restare attive circa 200 stazioni a bassa potenza. Lo stesso "sindacato" osserva che portare in digitale le 23 stazioni regionali di NRK sia un grave errore. Non solo l'FM continuerebbe ad avere una copertura migliore, ma in questo modo - dice NLF - si rischia di togliere la possibilità di ascoltare l'autoradio (FM) ai turisti che visitano la Norvegia in auto. Sono proprio gli automobilisti a essere citati tra le prime "vittime" di una decisione che tra l'altro avrebbe ancora molta opposizione in Parlamento.
Il punto è che la radio digitale in Norvegia è sostenuta dalle lobby dei rivenditori di apparati e dalla società infrastrutturale chiamata a gestire la rete DAB. Al di là di fattori come la copertura o la diffusione dei ricevitori, il DAB con i suoi multiplex viene considerata una tecnologia tipica di una mentalità monopolistica. In effetti lo standard è nato nell'Europa dei monopoli radiotelevisivi pubblici e non è un caso se anche in Italia sia stato visto di cattivo occhio dagli eredi dello spirito di liberalizzazione che aveva portato, in Italia, all'esercizio di migliaia di stazioni (oggi sono molte meno). Pur essendo in grado di offrire una maggiore efficienza in termini di gestione delle risorse frequenziali e consumi energetici, il DAB introduce uno strato di complessità aggiuntivo tra gli editori, gli ascoltatori e il mercato pubblicitario che sostiene le emittenti commerciali. Tanto è vero che là dove non sia stato accompagnato da una politica di pianificazione forzosa, il mercato non si è mai dimostrato un motore capace di portare a una sua affermazione.
Per paradosso, la tecnologia HD Radio viene in genere vista da molte piccole emittenti in Europa, come una potenziale alternativa, che oltretutto offre all'editore un maggior controllo.
Molte obiezioni al DAB sono sensate. Va detto che anche l'FM non fu una tecnologia capace di imporsi in primissima battuta. Forse sarebbe il caso di sfruttare il vantaggio delpi diversi segmenti di frequenza impegnati per strutturare le transizioni in modo che il DAB accolga solo i grandi network nazionali e regionali e magari le singole stazioni locali che dominano su scala metropolitana, salvaguardando le emittenti locali o addirittura favorendo la nascita di piccole stazioni comunitarie destinate a restare in FM. Ma queste misure potrebbero rallentare lo sviluppo di un mercato dei ricevitori, o provocare le reazioni dei grandi network.
Non ho ricette sicure e non penso che nessuno le abbia, in questo senso la ricca Norvegia può essere un laboratorio molto istruttivo. Occorre chiedersi soprattutto, però, se in prospettiva gli investimenti che stiamo facendo oggi in infrastrutture e regolamenti DAB abbiano completamente senso. È possibile che il vero concorrente della radio FM sia una infrastruttura di tipo telefonico e sembra anacronistico che proprio nel momento in cui gli operatori telefonici si piegano alle esigenze della net neutrality gli stati europei si diano così da fare nell'imporre una tecnologia al posto di un'altra.

Anonimo ha detto...

Rimando il commento probabilmente non arrivato per problemi al chapta. Da questa ultimo commento posso dire che il sistema DRM30 e DRM+ e HD americano sono sicuramente più adatti al broadcast su piccola scala che ai grandi network. Se il processo della radio numerica deve procedere il DRM è sicuramente più democratico del DAB in quanto il broadcaster non deve consorziarsi ed è libero di mantenere il proprio impianto di emissione semplicemente cambiando il trasmettitore. Certo, il vantaggio rispetto alla FM è l' occupazione minore della banda (150 KHz rispetto agli attuali 400 KHz) ciò permette di decongestionare l' attuale banda FM e sulle LW, MW e SW avrebbe una maggiore immunità al rumore made-man. Esso è previsto anche per le bande VHF I e VHF III. Inoltre permetterebbe di usare potenze di emissioni più contenute con notevole risparmio energetico e ninori impatti ambientali. Certo le strutture di emissioni LW, MW, sono in smantellamento, ma potevano essere migliorate permettendo la conservazione ed l' utilizzo di esse. Certo, comunque bisogna sostituire il ricevitore radio a carico dell' ascoltatore, ma con politiche di informazione sul tema dell' inqinamento elettromagnetico e con l' introduzioe di ricevitori analogici-digitali la traslazione verso questa tecnologia poteva avvenire in modo più graduale e meno indolore. Ma le lobby affaristiche stanno spingendo velocemente una tecnologia (DAB) nata per grandi network e monopoli con il risultato di distruggere impianti analogici convertibili in digitale precludento ogni speranza per il piccolo broadcaster sottoponendolo ad investimenti non certo idolore. Questo potrebbe favorire il fiorire di emittenti pirate, nel senso non del puro divertimento di trasmettere, che pur di esprimere la loro valenza sfidando le leggi a scapito di chi le tasse le paga davvero. Internet sicuramante è il maggior concorrente del broadcast tradizionale, ma bisogna pur capire che può essere facilmente censurato oppure, se regolamentato o soggetto a restrizioni, potrebbe diventare non più comletamente fruibile come in modo odierno; inoltre il traffico dati non è gratis con aggravio di spese da sostenere sia per il fruitore che per i gestori (apparati più complessi e costosi da manutenere). Inoltre la radiofonia transfrontaliera potrebbe essere anche riconsiderata in un ottica di divulgazioe culturale e informativa e non solo un mezzo di divulgazione politica.
Saluti.

Andrea Lawendel ha detto...

Lo scetticismo nei confronti del DAB torna a farsi sentire in Svezia, dove peraltro la radio digitale era stata una prima volta scartata dieci anni fa. L'ufficio del revisore nazionale - http://www.riksrevisionen.se/PageFiles/22056/summary_2015_05.pdf - ha preso in esame le proposte governative dello scorso anno sullo switchoff della radio FM, giudicandole irrealistiche e anche pericolose e affrettate.

Andrea Lawendel ha detto...

Digital Radio Insider (riportato su Facebook da Dario Monferini) fa il punto della situazione in Norvegia, Svezia e Danimarca dopo che in tutte e tre le nazioni scandinave sono arrivati segni di crescente perplessità nei confronti di un calendario di possibile switchoff dell'FM giudicato da molti inopportuno ed eccessicamente anticipato. Anche sul piano politico e parlamentare cominciano a farsi sentire le prime voci dissidenti. Cercherò di seguire l'evolversi della situazione. http://digitalradioinsider.blogspot.se/2015/04/dark-clouds-for-dab-radio-in-nordic.html

Anonimo ha detto...

In Belgio si considera di introdurre in parallelo la tecnologia DAB+ e DRM+. Se la conversione della radio in digitale dovrà accadere e ben che avvenga su tutte le piattaforme, nel pieno della neutralità tecnologica. Ciò rende possibile mantenere , tramite il DRM, lo status di emittente libera ed autonoma liberando i gestori dai multiplex del DAB tipico di una gestione oligarchia. Sarebbe meglio liberare lo spettro radio a tutti quelli che vogliono esprimere il loro libero pensiero, chiaramente con adeguate leggi, piuttosto che far detenere poteri informativi a grandi network che per propria natura sono dipendenti da interessi commerciali e che in mancanza di quest'ultimi probabilmente non esisterebbero.
In onde medie e corte in analogico si sta riscontrando un ritorno di emittenti off-shore e pirata; segno che l'era INTERNET non è capace di sostituire. Ben venga la liberazione delle frequenze verso i privati e con migrazione delle emittenti di stato su piattaforme digitali oligarchie, solo così esse si renderanno conto che la loro funzione è quella di servire il popolo e che verrà la loro funzione verrà deligittimata a causa di miopi interventi distruttivi su reti ritenute obsolete a fronte di tecnologie digitali manovrabili e censurabile.

Andrea Lawendel ha detto...

In Belgio due associazioni che riuniscono una quarantina di radio associative hanno in effetti invitato a prendere in considerazione l'uso parallelo dei due sistemi di trasmissione digitale. Siamo ben lontani, mi pare, da un piano formulato dalle autorità. Non si capisce bene per quale motivo si dovrebbe arrivare a una convivenza del genere, considerando che dal punto di vista degli utenti finali uno scenario in cui la radio analogica lascia il posto a una tecnologia per la quale non esiste un concreto mercato di apparecchi riceventi standalone. Forse varrebbe la pena di fare semplicemente lobby per un approccio ibrido analogico e digitale, con l'FM tradizionale svuotata delle emittenti in network e assegnata solo alle low power locali, su modello della Norvegia, del resto. D'altro canto è anche vero che una proposta DAB+DRM potrebbe essere sperimentata assegnando una porzione dello spettro FM all'uso esclusivo di stazioni digitali.
Il fatto è che la situazione dello standard DRM e le sue prospettive a me sembrano sempre più stagnanti, al di là di quello che si vede in India e, timidamente, in Brasile. Ma è solo un mio parere informato.

Anonimo ha detto...

Effettivamente l' ultimo commento lascia molti dubbi sul futuro della radio digitale in Europa. In Germania come in Inghilterra il DAB+ avanza con nuove installazione di siti e l' industria delle autoradio sta impegnando per la produzione di apparati ibridi DAB è IP ma se non sbaglio l' EBU aveva consigliato lo sviluppo dell' EURO CHIP che consente la ricezione dei due standard digitali. Si ha l' impressione che in alcuni paesi europei non siano così incisivi nell' adottare un unico standard. Sicuramente la disponibilità di ricevitori adatti al DRM è sicuramente inferiore a quelli del DAB. Circa un anno fa nel beneventano presso MEDIAWORLD si sono visti i primi ricevitori DAB con garanzia ARD ma adesso non vi sono più. Accendendone uno si poteva ascoltare la FM co suono molto cristallino ma sul DAB nessuna stazione (giustappunto sia perché la ricezione indoor non era possibile sia per mancanza di MUX DAB sul territorio). Speriamo che fra qualche tempo si saprà quale ricevitore acquistare, anche se ho la percezione (forse dovuta a mancanza di copertura digitale sul mio territorio) che si sta facendo una copertura digitale del vario territorio europeo senza avere riscontro se veramente le persone ascolteranno la radio digitale; a meno che di proporla, un giorno, coattamente come il DVB T.
Saluti.