In piena controtendenza con il resto del mondo che sembra aver messo sulla radiofonia in onde medie una pesante pietra tombale, l'amministrazione della Groenlandia e l'ente trasmissivo
KNR tornano sui loro passi. Stig Artvig Nielsen, noto DXer danese, annuncia sulla lista MWDX che tre frequenze in onde medie groenlandesi verranno riattivate dopo uno spegnimento deciso qualche anno fa. KNR, secondo Stig Artvig, avrebbe ceduto davanti alle proteste dei naviganti che non riuscivano più a ricevere il segnale dell'emittente durante la navigazione. Sarebbe stato anche diffuso un calendario per la riattivazione dei tre impianti, per i quali viene specificata la località ma non ancora la frequenza (è presumibile che verranno ripristinate quelle orginariamente assegnate dall'ITU:
Qeqertarsuaq - anytime between October 1st and December 1st 2014
Nuuk - anytime between January and March 2015
Simiutaq, Qaqortoq – approx. June 1st 2015
No frequencies nor powers were quoted, but previously they were:
Qeqertarsuaq – 650 kHz (5 kW)
Nuuk - 570 kHz (5 kW)
Simiutaq, Qaqortoq – 720 kHz (10 kW)
I 650 kHz rappresentano la frequenza a suo tempo più "facile" da ascoltare in Europa. Anche se stiamo parlando comunque di un ascolto molto complicato, gli appassionati di radioascolto estremo stanno festeggiando questo ritorno. A parte qualche trasmissione sulla frequenza marittima prossima ai 4 MHz e ai radiofari, i segnali radio dalla Groenlandia erano spariti del tutto.
Quello che interessa più in generale è la successione degli eventi: un taglio evidentemente deciso ex ante con l'esclusivo obiettivo di risparmiare un po' di risorse finanziare, la protesta che segue la constatazione di una altrettanto palese carenza di copertura e la decisione di ritornare a utilizzare un impianto che aveva le sue buone ragioni di esistere. Gran parte delle manovre di "razionalizzazione" cui abbiamo assistito in questi anni sulle frequenze comprese tra 500 kHz e 30 MHz, dove fino agli anni '90 operavano tantissimi servizi locali e decine e decine di broadcaster internazionali, è stata motivata con il solito mantra: la radio è un medium vecchio, specialmente sulle onde medie. In parecchie situazioni questa formula ha il suo fondamento. Il pubblico giovanile preferisce altre modalità di consumo dei contenuti audio e informativi e per gli ascoltatori che risiedono nei grandi agglomerati urbani (e persino nei centri di dimensioni più piccoli), le frequenze "basse" delle onde medie sono molto disturbate. Ma ho la sensazione che in molti casi specifici la chiusura degli impianti e spesso l'abbattimento delle antenne vanno di fatto a impoverire un servizio che ha ancora una propria destinazione d'uso per quanto riguarda i contenuti locali. Non parliamo poi delle onde corte, la cui efficienza viene completamente sottovalutata dagli "esperti" che devono giustificare i succitati tagli con i loro "studi". Il caso della Groenlandia purtroppo non potrà costituire un precedente, certamente nessun ente radiofonico pubblico importante seguirà l'esempio di KNR. Ma la storia del ritorno alle onde medie da parte del Grande Nord groenlandese fa pensare.