Voglio segnalarvi un articolo di EeTimes dedicato alle tecnologie di rete wireless "mesh" (in pratica, a topologia completamente distribuita, senza la necessità di un hub centrale) come fondamento della futura Internet delle cose. Ci sono ovviamente molte proposte per i protocolli e gli standard di comunicazione, con l'attenzione finora focalizzata sul sistema ZigBee/Ieee 802.15.4 (utilizzabile su tre porzioni di banda: gli 868, 915 e 2450 MHz) , con altri candidati come WirelessHart o MiWi. Ma questa estate, dopo l'acquisizione di Nest da parte di Google, è stata annunciata l'iniziativa Thread Group, che tra l'altro si propone come evoluzione solo software della 802.15.4 e potrebbe scombinare le carte sul tavolo considerando l'autorevolezza degli endorser (c'è anche Samsung).
EeTimes si sofferma piuttosto su BluetoothSmart, nuovo nome di Bluetooth LE e sulle opportunità legate a startup come Zuli, che ha realizzato una presa elettrica smart e connessa elettricamente e telematicamente, e a società di intellectual property come CSR. Quest'ultima sta cavalcando l'onda BluetoothSmart con una serie di prodotti di domotica per il governo elettronico della propria abitazione da un normale smartphone compatibile BT, un vantaggio considerevole visto il numero di dispositivi già in commercio.
In un articolo a parte EeTimes affronta anche il tema dell'energy harvesting, con un rimando a una ricerca dell'Università di Washington per l'estrazione di energia di alimentazione direttamente dalle emissioni Wi-Fi e da altre frequenze. La combinazione tra mesh networking e energy harvesting fa pensare a un futuro di dispositivi intelligenti completamente autonomi e in grado potenzialmente di lavorare in rete senza una infrastruttura di comunicazione o alimentazione separata.
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