28 febbraio 2014

Ricezione amatoriale VDL-2 e ADS-B, una torre di controllo in salotto

Da quando MultiPSK, il programma di decodifica di svariati tipi di segnali dati in HF e VHF ha aggiunto la possibilità di catturare le comunicazioni degli aerei civili in modalità VDL mode 2 (una evoluzione del sistema di messaggistica dati ACARS), si stanno moltiplicando gli strumenti e le interfacce visuali che consentono di realizzare in casa vere e proprie postazioni di Air Traffic Control. Ecco per esempio una guida, in lingua inglese, che spiega come impostare MultiPSK per la ricezione effettuata direttamente con una chiavetta USB di tipo RTL2832U, la famiglia di economici dispositivi per la ricezione della TV digitale che la comunità dei radioamatori ha adattato al monitoraggio dell'intero spettro VFH-UHF. La guida dell'olandese Dick insegna anche come visualizzare i dati di posizione trasmessi dagli aerei sui 136 MHz direttamente su una mappa geografica, con il software PlanePlotter. L'australiano Mike Simpson, ha invece realizzato dei semplici "estrattori" che consentono di visualizzare i dati all'interno di griglie (spreadsheet) molto più leggibili. Il software di Mike, Display Launcher, si presenta sottoforma di una serie di plug-in che si occupano di altrettante modalità decodificate da MultiPSK, dialogando con quest'ultimo attraverso una connessione TCP/IP. Informazioni in questo pdf.
Per il momento lo standard VDL-2 è ancora poco diffuso, ma l'evoluzione delle normative che regolano il traffico aereo e i suoi servizi di supporto prevedono un rapido passaggio a modalità "all digital" molto estese. A livello hobbystico la comunità degli appassionati ha scoperto anche la modalità ADS-B, un sistema di tracking di posizione che utilizza frequenze UHF (1090 MHz in particolare) anch'esse monitorabili con  dispositivi poco costosi. Finora sul mercato amatoriale erano diffusi "box" specializzati ma ormai, con software come RTL1090, anche le normali chiavette USB possono funzionare. L'ATC do-it-yourself (per fortuna senza la possibilità di impartire comandi di rotta ai piloti) è arrivato a esprimersi attraverso due progetti commerciali, Flightradar24 e RadarBox24, che trasformano il tracciamento degli aerei in volo in una forma di intrattenimento. Entrambe le iniziative mettono a disposizione siti Web e app mobili che consentono di visualizzare, come in un radar portatile, i voli in corso in dato momento in ogni spicchio di cielo. Ed entrambe fanno affidamento su reti di volontari equipaggiati con ricevitori ADS-B che condividono in rete le informazioni ricevute. Flightradar24 addirittura arriva a fornire gratuitamente i dispositivi per ottenere una copertura anche nelle località più remote e poter commercializzare i suoi servizi in abbonamento, ma il network è aperto anche a chi volesse condividere i dati ADS-B generati autonomamente, con un proprio ricevitore, magari un semplice dongle USB. Se siete interessati ad acquistare un ricevitore dedicato, o pensate di poter fornire dati interessanti a questi due network, potete consultare questa pagina di Flightradar24, o questa di Airnav Systems/RadarBox24. Attenzione però, perché gli apparati proposti sono piuttosto raffinati e possono costare parecchie centinaia di euro, paragonabili al box ADS-B della Kinetic Avionics, SBS3.

27 febbraio 2014

DRM+, l'israeliana Siano annuncia un chip per autoradio digitali multistandard

L'altro giorno parlavo della sperimentazione in Svezia del sistema di radio digitale DRM+, una tecnologia interessante perché espressamente rivolta all'adeguamento al digitale delle stazioni FM più piccole, in situazioni dove il DAB potrebbe risultare troppo complesso o insufficiente per accogliere tutti gli operatori. Uno dei fattori di incertezza sulle possibilità di affermazione del DRM+ è l'attuale carenza sul piano della componentistica e dei ricevitori commerciali, ma quando si ha a che fare con l'elettronica digitale la carenza si può rapidamente trasformare in abbondanza, se appena intorno a uno standard riesce a nascere un business case.
Ancora non possiamo affermarlo ma proprio di ieri arriva da Israele la notizia di Siano, che annuncia la prossima disponibilità di un nuovo chip per la sintonia e la demodulazione della radio digitale DAB, T-DMB, DRM+ e FM/RDS. Ho parlato già di Siano, anzi di Siano Mobile, a proposito di chipset per la realizzazione di chiavette e dongle Wi-Fi per la ricezione di tv e radio digitale su tablet. L'azienda rifornisce per esempio il produttore di chiavette con brand Tivizen. Il chip annunciato ieri è siglato SMS2160 e supporta anche il diversity mode reception per assicurare una maggiore affidabilità della ricezione anche in mobilità.
Il nuovo device sembra essere rivolto espressamente al segmento del car entertainment e Siano dichiara di avere già instaurato un rapporto d'affari con Hirschmann Car Communication, una società tedesca specializzata in ricevitori digital TV per l'automotive. Le uniche specifiche di cui si sa al momento riguardano le frequenze coperte, e cioè le VHF I e III e la L-band: 

Siano Launches Advanced Multi-Standard Digital Radio Receiver Chip Supporting T-DMB/DAB/DAB+, DRM+ and Legacy FM Radio
Netanya, Israel, February 26, 2014 – Siano, the world’s leading supplier of mobile broadcast DTV solutions today announced the launch of SMS2160, a new multi-standard digital radio receiver chip designed for automotive and portable/mobile consumer electronics applications. The SMS2160 is the world’s most versatile digital radio IC to support T-DMB/DAB/DAB+, DRM+, and FM Radio, including RDS/TMC. The newly released chip is particularly addressed to the emerging markets of DAB+ in Europe, and DRM+ in Asia and around the globe.
The SMS2160 is the first chip of its kind to support 2-way antenna diversity (MRC) for DRM+, T-DMB/DAB/DAB+. DRM+ (the FM mode of the all-band Digital Radio Mondiale standard) is the digital open candidate for FM band radio when FM broadcasts start phasing out. An extension of the DRM digital radio broadcasting system, DRM+ works in frequency bands over 30 MHz (Band I, II and III), delivering enhanced audio quality and multimedia broadcasts. With DRM+’s growing popularity worldwide, especially in Asia and Latin America, Siano’s SMS2160 offers users in these regions exceptionally high sensitivity and mobility performance in a variety of mobile devices. 
“We are excited about the prospects of a dedicated DRM+ receiver chip to potentially support India’s massive mobile device market,” said Ruxandra Obreja, DRM Consortium Chairman and President of the DRM Association. “The nationwide All India Radio (AIR) DRM Rollout Plan will support digital radio broadcasts in 23 languages and 146 dialects, covering 92% of the country and reaching 99% of the population. Making Siano’s SMS2160 receiver chip available to the national effort open to public and commercial broadcasters will open new horizons for quality mobile broadcasts all over India.”
The SMS2160 is a highly integrated, small-size (5x5 mm) receiver chip with optional 2-way antenna diversity (MRC) and multiple frequency band support: VHF Band III (174-240 MHz), VHF Band I (47-88 MHz), VHF Band II (88-108 MHz), and L1-Band. Tailored to meet the challenging demands of automotive applications, the chip offers superior mobility algorithms and is environmentally friendly (RoHS and REACH compliant).
Samples of the SMS2160 are already in use by select Siano customers including Hirschmann Car Communication http://www.hirschmann-car.com, one of the world’s leading suppliers of automobile communications and TV receivers. “The collaboration with Siano provides our customers with high value for their automotive infotainment applications,” said Thomas Adam, Head of Development at Hirschmann Car Communication. “This new Siano receiver chip delivers uncompromised performance and will allow us to expand our global customer base. This is the high level of quality and reliability we have come to depend on from Siano.”
Alon Ironi, CEO of Siano, comments, “The increased popularity of DRM+ technology translates into winning partnerships for Siano’s mobile digital TV solutions. Already having several customers such as Hirschmann Car Communication and others, we are confident that this new chip will lead the steadily growing DRM+ market.”
Forse qualche dettaglio in più si può dedurre dal confronto con un altro chip che Siano, basata a Kfar-Netter, a nord di Tel Aviv, nei pressi di Netanya, ha annunciato alla fine del 2013, l'SMS4470, un chip di 10x10 mm con 140 pin per la ricezione radiofonica e televisiva. I primi sample del SMS2160 dedicato alla radio sono già arrivati in Germania da Hirsch e, a quanto sostiene il comunicato Siano, nelle mani di altri costruttori. I fondatori di Siano, Alon Ironi e Hamutal Raab, hanno una grande esperienza nell'industria dei semiconduttori e provengono dall'esperienza di Emblaze.

Quando l'SDR si chiamava VCR: le onde medie con Chernobyl nelle registrazioni a larga banda di 30 anni fa.

Sulla lista di discussione di un club americano di radioascoltatori hobbystici, l'International Radio Club of America, Mark Connelly ha raccontato in questi giorni una bellissima storia relativa al recupero di un materiale sonoro da registrazioni ormai d'epoca. Mark è una figura quasi leggendaria dell'hobby dell'ascolto a lunga distanza, è sulla breccia da decenni ed è autore di decine e decine di progetti di sperimentazione con antenne, filtri audio e altri accorgimenti che aiutano a captare meglio segnali radio deboli e disturbati. Recentemente ha messo le mani su alcuni nastri che custodiscono registrazioni su nastro magnetico (analogiche) molto speciali. Non si tratta soltanto di materiale che risale a quasi 25-30 anni fa (sono infatti registrazioni effettuate nel 1991 e 1986). Le registrazioni di cui ci parla Mark sono state effettuate da un suo collega hobbysta, Craig Healey, sulla costa est, con un metodo analogico alternativo ai normali registratori a nastro o a cassetta che già allora - parecchi anni prima dell'era della software defined radio - permetteva di catturare una grossa porzione di spettro radiofonico e procedere solo successivamente all'ascolto dei segnali trasmessi in quella specifica finestra frequenziale.
Oggi per catturare quella che in gergo viene chiamata "banda base", in pratica il segnale radio non ancora demodulato, i radioamatori ricorrono ai convertitori analogico-digitali a larga banda, dispositivi che consentono di acquisire tutti i segnali radio compresi tra una frequenza A e una B. Prima dell'avvento dei convertitori A/D, uno dei modi accessibili anche al singolo dilettante era il videoregistratore analogico (VCR), quei dispositivi mangiacassetta che oggi sono stati completamente soppiantati dai dischi ottici o addirittura dagli hard disc. Un canale televisivo analogico "composito" era composto da una parte video di circa 4 MHz di larghezza utile più una ulteriore sottoportante per l'audio. L'ingresso di un videoregistratore doveva avere una larghezza di banda adeguata a questi valori. Nella seconda metà degli anni '70 lo standard VHS si era imposto contro il sistema Betamax della Sony e nel decennio successivo il VCR divenne un apparecchio alla portata di tutti. Alcuni "DXer" proposero di adattare l'ingresso di un videoregistratore per acquisire, invece dei segnali televisivi, le normali emittenti in modulazione d'ampiezza. La cosa sembrava impossibile, ma funzionava in realtà molto bene, spiega Mark (io mi ricordo benissimo di aver letto sui fanzine dell'epoca la descrizione di quei circuiti) riferendosi a un articolo scritto allora da Craig Healey (articolo che potete leggere qui) a proposito di una tecnica che non a caso veniva chiamata "Time machine DX": l'ascolto dello spettro passato. L'unico accorgimento fondamentale consisteva nel riuscire a fare in modo che il VCR non perdesse il filo di un segnale che a differenza di quello televisivo era privo di riferimenti di sincronia, ragion per cui si trattava di aggiungere alla banda radiofonica da registrare anche una sorgente sinusoidale che facesse da clock. Per i VCR americani, abituati al sistema NTSC un segnale a 60 Hz, che scendevano a 50 Hz nei VCR europei a sistema PAL. Una volta registrato il segnale, che in questo caso corrispondeva all'intera porzione di spettro assegnata alle onde medie, per "riascoltare" bisognava prendere l'uscita del VCR e adattarla all'ingresso in antenna di un ricevitore, eliminando ovviamente il segnale a 60 o 50 Hz. Come per magia, ruotando la manopola di sintonia, in cuffia si potevano ascoltare le tutte le stazioni presenti in quel momento nella porzione di banda catturata.
Mark ha avuto modo di analizzare sei videocassette storiche di Craig. La qualità della registrazione in banda base non è elevata. Nella porzione più bassa, dove la sensibilità del videoregitratore era scarsa, si possono ascoltare solo le stazioni più forti e anche la dinamica è molto, molto limitata, per cui le stazioni più deboli risultano praticamente sepolte dai segnali adiacenti. Però Mark è riuscito lo stesso a riversare il contenuto di radiofrequenza nei file in formato WAV che oggi si possono "esplorare" con l'aiuto di un ricevitore SDR come il Perseus. Ecco il risultato, questa volta in audiofrequenza, ottenuto esplorando due videocassette, una del 1986 (con le notizie dal reattore di Chernobyl!), l'altra del 1991. Mark afferma anche che se il sistema VHS aveva reso possibile questo tipo di registrazioni anche a livello hobbystico, i sistemi professionali come l'Ampex venivano utilizzati anche in passato, specialmente dalle agenzie governative Usa (e immagino in altre aree) per monitorare le trasmissioni radiofoniche evitando di doversi sintonizzare su centinaia di segnali con altrettanti ricevitori. Non è escluso che supporti magnetici di questo tipo saltino fuori, dandoci così la possibilità di ascoltare la radio come viaggiatori nel tempo.

26 febbraio 2014

A Stoccolma il DRM+ "acceso" su 97 MHz: una alternativa al DAB per la digitalizzazione della banda FM?

Da lunedì una frequenza FM dell'etere di Stoccolma, in Svezia -  i 97 MHz - sono occupati dalle trasmissioni di prova in modalità DRM+ effettuati da DRS, nuovo consorzio svedese che si prefigge l'obiettivo di una digitalizzazione ancora più estesa della radiofonia in Europa, aperta alle esigenze delle emittenti più piccole che hanno  difficoltà a inserirsi nel contesto di multiplazione dei programmi tipico del DAB. Lo standard ETSI DRM è nato in orgine per aggiornare tecnologicamente un medium in disuso, le onde corte, ma questo tentativo non ha avuto, finora, un fulminante successo. Il DRM è carente soprattutto sul piano dei terminali utente, i ricevitori. Finora anche a livello di componentistica l'interesse dei produttori è stato molto tiepido. 
Con il DRM+ la modulazione COFDM viene ottimizzata riorganizzando le trame distribuite tra le varie sottoportanti QAM e viene consentita una maggiore occupazione di banda. In 100 kHz si può trasmettere uno o più flussi audio/dati (i bit rate variano a seconda della modalità QAM e della protezione tra sottoportanti, da 32 a 186, informazioni che ho trovato su questa valida guida). Si possono quindi ottenere, in teoria, molti vantaggi rispetto a alla banda FM analogica. A Stoccolma, afferma per esempio il blog Digital Radio FM Europe, ci sono 52 frequenze FM occupate: con il DRM+ potrebbero esserci duecento programmi diversi. 
Il protagonista di questo test - che per la verità non è il primo in banda FM tradizionale - è l'associazione Digital Radio Sweden, un organismo no profit fondato da un gruppo di manager e innovatori dell'industria broadcast svedese. DRS ha chiesto e ottenuto dall'authority PTS una licenza sperimentale della durata di sei mesi, con una potenza autorizzata di 500 Watt ERP su 97.0 MHz. L'impianto di trasmissione è costituito da un modulatore SDR SPark Pro e come exciter una Ettus Research USRP B100, con due finali autocostruiti. Per i test in ricezione vengono utilizzate delle chiavette DVB Noxon e FunCube Pro con il software Wavesink di Michael Feilen, il quale ha recentemente rilasciato una prima versione Android su Google Play. Una pagina sul sito inglese DRS descrive tutti questi accorgimenti e contiene anche qualche fotografia.
La Svezia è una nazione molto ricettiva e non è detto che questa sperimentazione non possa portare a una maggiore attenzione da parte delle autorità che devono decidere sul passaggio dall'FM al DAB e che potrebbero anche decidere, in caso di switch-off delle frequenze analogiche, di tentare un approccio combinato, DAB+DRM, alla radiofonia digitale. Da anni questo è il sogno dei fautori del DRM delusi dal sostanziale insuccesso di questo sistema sulle onde corte. A livello europeo il DRM+ fa già parte delle alternative digitali alla radiofonia regolamentate dallo European Communications Office di Copenhagen. Dal punto di vista degli editori e dei proprietari di emittenti FM, il DRM+ è una soluzione più pratica, anche se non ibrida come HD Radio (che si può ascoltare anche con una radio analogica). In teoria in una situazione come la nostra il DRM+ sarebbe molto più pratico del DAB per la digitalizzazione di tante piccole stazioni locali. Una grossa incognita è rappresentata dal mercato dei ricevitori, ma questo era vero per molte tecnologie digitali che hanno creato mercati molto floridi (pensiano alla musica mp3) partendo da zero.

25 febbraio 2014

Questa di Caroline è la storia vera: la mamma dei pirati radiofonici, 50 anni dopo

Quest'anno nei giorni di Pasqua si celebra il cinquantesimo anniversario di Radio Caroline, l'ormai mitica nave musicale ("the boat that rocked") pirata, che ha completamente trasformato la radiofonia europea, aprendo le porte a una programmazione commerciale, scanzonata e allegra, che si distingueva nettamente dalle paludate trasmissioni delle emittenti "statali" (che alla fine dovettero arrendersi allo stesso stile).  Ray Clark, oggi a BBC Essex, ebbe la possibilità di trasmettere attraverso una delle sue "franchise" successive e ha appena pubblicato una storia di Radio Caroline che i critici definiscono "definitiva". La si può acquistare in formato cartaceo da Amazon o dal sito dell'editore The History Press. Il volume è disponibile anche nei formati elettronici .mobi e .epub.

Trevor Dann  ha realizzato con Ray una breve intervista per il podcast di RadioToday (minuto 6':50"):




Radio Caroline was the world’s most famous pirate radio station during its heyday in the 1960s and ‘70s, but did the thousands of people tuning in realise just what battles went on behind the scenes? Financed by respected city money men, this is a story of human endeavour and risk, international politics, business success and financial failures. A story of innovation, technical challenges, changing attitudes, unimaginable battles with nature, disasters, frustrations, challenging authority and the promotion of love and peace while, at times, harmony was far from evident behind the scenes. For one person to tell the full Radio Caroline story is impossible, but there are many who have been involved over the years whose memories and experiences bring this modern day adventure story of fighting overwhelming odds to life. Featuring many rare photographs and unpublished interviews with the ‘pirates’ who were there, Ray Clark, once a Radio Caroline disc jockey himself, tells the captivating story of the boat that rocked!

23 febbraio 2014

Il "quarto fronte" bellico: le radio internazionali come arma di intelligence nella Seconda guerra mondiale

Provate a immaginarvi di vivere negli anni Trenta del secolo scorso e di essere un bravo studioso di geopolitica, fresco di laurea da una università prestigiosa come Princeton e pronto a iniziare una carriera nella diplomazia, nell'accademia o in un grande giornale. Tornate a casa dai vostri genitori agiati e in salotto, evidentemente troneggia un grande apparecchio radio con le onde corte. La sera vi rendete conto che da quell'altoparlante potete ascoltare una quantità di voci, i notiziari, le cronache, i discorsi di presidenti, ministri e dittatori. Non è come leggere tutto qualche giorno dopo dalle stringate cronache di un inviato speciale, o dopo settimane sui giornali stranieri che arrivavano, via nave, alla biblioteca dell'università. Tutto è in diretta, dal vivo, nelle voci si possono cogliere le esitazioni, le pause, qualche parola può sparire nell'occasionale scarica, nell'evanescenza del segnale. Ma la gran parte delle cose dette, sfumature comprese, si distingue perfettamente a patto di avere familiarità con la lingua (cosa abbastanza probabile nell'America ancora vicina agli anni delle grandi migrazioni dall'Europa).
Ecco, questo è il mondo descritto in War on the shortwave, un opuscolo degli anni '40 curato da The foreign policy association, un centro studi che voleva promuovere negli Stati Uniti una maggiore consapevolezza in materia di politica internazionale. Il libro tratta dei primi anni di guerra in Europa e Unione Sovietica  (39-41) "letti" attraverso le trasmissioni radio che arrivavano in America.
Il libro, scovato da SWListening Post, si può leggere online su Archive.org e si basa sulle trascrizioni dell'epoca effettuate dal Princeton Listening Center, una istituzione che poi confluì in una iniziativa della FCC, il Foreign Broadcast Monitoring (poi Information) Service. L'autore di War on the shortwave è Harold Graves, direttore del Listening Center e diventato poi collaboratore della FCC per i servizi di monitoraggio e trascrizione dei programmi diffusi da quello che già allora veniva definito "quarto fronte di guerra" (dopo l'economia, le operazioni militari e le diplomazie).



La storia del Foreign Broadcast Service è anch'essa ben documentata, nonostante il passaggio del coordinamento del servizio dalla FCC nelle mani della CIA. Un documento rilasciato dall'Agenzia in base al Freedom of information act copre per esempio tutte le attività del FBIS da Pearl Harbour al 1947. Stephen Mercado, scrivendo nel 2001 sulla rivista del Center for the study of intelligence usa il linguaggio di Internet titolando il suo saggio sul FBIS e le sue attività di ascolto "Open-source intelligence from the airwaves".   Il sito della CIA è una miniera di informazioni sulla storia delle comunicazioni radio per scopi propagandistici, spionistici e militari. La storia del FBIS si concluse nel 2005, quando tutte le attività passarono sotto l'insegna, guarda caso, dell'Open Source Center, il cui accesso è riservato ai dipendenti federali e ai fornitori del governo americano. A partire dal 1946 lo stesso FBIS curava la pubblicazione di una versione americana del World Radio TV Handbook, un repertorio di tutte le stazioni radio e televisive del mondo. Se ne trovano alcune copie su Archive.org:



Ma è ancora più interessante il fatto che Archive.org oltre a libri e trascrizioni, conserva anche delle registrazioni delle trasmissioni propagandistiche ascoltate dal FBIS. Per esempio questo notiziario del 1941 nella trasmissione del Reich al Nord America:



o questo documento sonoro di notevole significato per noi italiani, con una trasmissione in lingua inglese del 1942, da Roma, il cui notiziario è seguito da un discorso del poeta Ezra Pound:

22 febbraio 2014

Il digitale dell'anno prossimo, perché il DAB è stato (finora) una delusione

Quella della radio digitale DAB è una "nuova tecnologia" tutta particolare, avendo una storia ultraventennale alle spalle prima ancora di essere adottata su larga scala da un pubblico consapevole. È anche vero che in qualche nazione, non solo europea, il DAB è una realtà abbastanza consolidata e che c'è anche chi si appresta a spegnere definitivamente la radiofonia analogica in suo favore. Ma se fenomeni come la tv digitale terrestre, YouTube o Spotify sono ormai planetari, almeno il 90% degli ascoltatori della radio nel mondo non hanno mai sentito parlare di DAB. Il problema è: in quanti ne sentiranno mai parlare? Fino a poco tempo fa, io che seguo la questione dal 1994 (oh, yes), ritenevo che i casi significativi di successo in Europa - UK, Norvegia, Svizzera e ora Germania - avrebbero prima o poi indotto i regolatori europei a optare per una strategia di switch-over (se non di switch-off) a livello continentale. Ora non sono neppure certo che l'anno prossimo avremo ancora una moneta unica quindi non mi pare realistico pensare che il DAB possa per il momento diventare tanto prioritario.
Comunque vada mi sembra interessante leggere le riflessioni che Philippe Manach, del gruppo francese RTL, ha messo nero su bianco in un pamphlet (un centinaio di pagine) appena uscito per HF Éditions, ordinabile sia in versione cartacea sia in elettronico sull'iTunes Store da Le Kiosk Radio. Andando sul sito di La lettre Pro Radio, dove è in vendita il libro fisico, potete scaricare anche un pdf con l'indice e le prefazioni. Perché le considerazioni di Manach sono interessanti? Perché il caso della Francia è molto particolare. L'autore racconta di essere stato incaricato dei progetti di digitalizzazione della radio da RTL nel 1995: da allora la "radio numerica" è sempre stata in pectore, la classica tecnologia "disponibile dal prossimo anno". In Francia qualche anno fa era stato addirittura deciso di accantonare definitivamente i progetti, allora centrati sulla variante (coreana) T-DMB del DAB (europeo). Poi anche su questa decisione è stato fatto dietrofront, con l'avvio di alcuni progetti di reti metropolitane. Ma senza imprimere alla cosa lo stesso impeto che caratterizza per esempio la rinascita del DAB in Germania, dove una prima fase di implementazione del DAB era stata talmente fallimentare da spingere la Corte dei conti tedesca a fissare un vero e proprio ultimatum ai suoi fautori. Io ho il sospetto che questo impeto cominci a mancare anche in Italia, soprattutto da parte di una Rai piuttosto "groggy" per la mazziatona subita dai risultati Radiomonitor, di cui stanno parlando un po' tutti. Sì, Trentino e Bolzano sono territori importanti, Roma e Milano sono più o meno coperte, Club Dab sta viaggiando veloce con il suo piano di espansione della rete del consorzio. Ma a parte i soliti impegni assunti nei soliti convegni, un piano nazionale degno di questo nome non c'è: è perfettamente inutile fingere il contrario. Cerchiamo almeno di capire perché e se sia ancora possibile uscire dal pantano.

WSPR e QRSS, il Raspberry PI diventa un radiofaro programmabile


Il Raspberry PI programmato come generatore di radiofrequenza viene utilizzato ormai per diverse applicazioni radioamatoriali. Ispirandosi ai progetti dell'olandese Guido Ten Dolle PE1NNZ relativi ai radiofari amatoriali a bassissima potenza della rete WSPR (un sistema digitale di machine-to-machine communication molto usato per studiare la propagazione e stabilire record di trasmissione a lunga distanza) il radioamatore italiano Mauro Bernardetto, IK1QVW, ha adattato il codice che trasforma un "PI" in un oscillatore fino a 250 MHz, per pilotare col Raspberry un radiofaro per la banda dei 30 metri. In questo caso invece del sistema WSPR la modulazione è in telegrafia lenta (QRSS), con una semplice rampa e l'identificativo in FSK.

Sul gruppo di discussione dei "Knightsqrss", Mauro descrive il codice C messo a disposizione dei colleghi come un divisore frazionario che genera la frequenza desiderata (o una approssimazione del suo valore) sull'uscita GPIO del Raspberry. Lo "stadio finale" è un semplice buffer MC74AC540 con quattro porte collegate in parallelo, direttamente connesso all'antenna, un dipolo per 30 metri, per mezzo di un condensatore da 10 nF. Mauro avverte che il setup è lungi dall'essere ottimale, ma funziona. Mancano l'adattamento di impendenza e soprattutto un filtro passabasso che "addolcirebbe" le ripide pareti del segnale a scalini generato dal Raspberry. Come si può vedere dall'immagine generata dal radiofaro di Mauro, che trasmette da Albenga, la purezza spettrale non è perfetta, ma Raspberry si rivela perfettamente adatto allo scopo. La potenza con il buffer è di 100 milliwatt, ma in teoria ci si può accontentare dell'uscita dal GPIO a 10 milliwatt, un livello che incredibilmente permette al sistema WSPR di arrivare a distanze transoceaniche.
Il codice per il momento mi sembra disponibile solo attraverso la lista Knightsqrss, mentre i sorgenti di Guido PE1NNZ sono su Github (a sua volta Guido ha modificato il progetto WsprryPI di Dan Ankers MD1CLV). Mauro invita però a scrivere per informazioni all'indirizzo che trovate sulla sua pagina dedicati ai "modi lenti", dove è conservata anche una sua dettagliata presentazione.

20 febbraio 2014

Sempre più numerose e attive le stazioni radio dell'opposizione siriana: una giungla di voci di servizio e propaganda


Un lungo articolo del New York Times racconta le numerose voci dell'opposizione al regime siriano che in questa lunga e disastrosa guerra civile informano e cercano di influenzare la popolazione, svolgendo spesso un prezioso ruolo di allerta in caso di bombardamenti e indisponibilità di servizi essenziali, interruzioni del traffico e così via. Il giornalista romano di origini siriane Fouad Roueiha ha compilato su Facebook una lista di una trentina di risorse che aggiornano continuamente la loro situazione sul social network, fornendo un quadro in tempo reale di una situazione che i media italiani, distratti da noiosissime vicende interne, ignorano colpevolmente.

Anche i gruppi di oppositori più strutturati cominciano a utilizzare i programmi radiofonici. Il MEMRI, istituto di studi mediorientali basato a Washington e accusato da parte araba di essere marcatamente filoisraeliano, segnala per esempio che trasmissioni a carattere religioso dell'ISIS (gruppo irakeno di matrice fondamentalista che sarebbe affiliato ad al-Qaeda) dalla località del nord ar-Raqqa. Tra pochissimo, verso le 11 su Radio 3 Mondo, Andrea Borgnino parlerà delle stazioni radio clandestine e pirata attive in Siria (puntata successivamente disponibile in podcast).

Un documentario racconta la storia della radiotv greca, ERT. Che continua a trasmettere programmi ribelli

In aprile dovrebbe essere rilasciato il documentario di Yorgos Avgeropoulos "Agorà, dalla democrazia al mercato", sulla repentina chiusura di ERT, l'ente radiotelevisivo pubblico greco. Un primo estratto del film è stato pubblicato su Vimeo. ERT, che aveva trasmesso anche durante l'occupazione nazista, è stata chiusa dal governo greco nel giugno del 2013. Dopo mesi di occupazione la sede di Atene è stata sgomberata dalla polizia. Malgrado questo, alcune frequenze in onde medie (per la precisione 1512 kHz da Chania, 1404 kHz da Komotini e 1260 kHz da Rodi) e corte continuano a trasmettere in mano a ex dipendenti ERT, che diffondono anche uno stream televisivo sul sito ERTopen. Da poche settimane la nuova organizzazione nata dalle ceneri di ERT, EDT - Ellinikí Dimósia Tileórasi, ha iniziato a trasmettere su 729 kHz, sempre in onde medie.

16 febbraio 2014

Spengono anche le onde lunghe della Radio Ceca. Avevano la stessa età di Jan Palach.


[Ennesimo contrordine. Fonti attendibili interne alla Radio Ceca affermano che in settimana verrà ufficiliazzato il proseguimento delle trasmissioni su 270 kHz attraverso una rinegoziazione dei costi con l'operatore Radiokomunikace. Seguiranno altri dettagli, nel frattempo l'allarme per la chiusura di Topolná rientra, ma rimane il ricordo di Jan Palach]. Ha avuto una proroga di un paio di mesi, ma il termine ultimo del 28 febbraio si sta avvicinando. In quella data il potente impianto della radio pubblica ceca sui 270 kHz in onde lunghe verrà definitivamente spento. La costruzione dell'impianto di Topolná è iniziata nel 1950 e il trasmettitore è attivo dai suoi due tralicci di 257 metri dal 1951, anche se ufficialmente venne inaugurato nel 1952. Al massimo della sua potenza Topolná ha operato a 1500 kW ma oggi ne utilizza meno della metà, 650. Lo si può ascoltare dal mattino presto fino alle 23 UTC, la mezzanotte in Italia e con il buio il segnale diventa praticamente locale qui nell'Italia del nord. Per Český rozhlas i costi delle operazioni e della manutenzione sono diventati troppo elevati, ci sono ancora due settimane per ascoltare il segnale e cercare di ottenere una conferma. 

Questa sera la storia cecoslovacca di quel periodo è tornata alla ribalta con la trasmissione del film televisivo Burning bush, dedicato alla memoria di Jan Palach, lo studente di filosofia poco più che ventenne che nel gennaio del 1969 si cosparse di benzina e si diede fuoco in piazza San Venceslao, in pieno centro di Praga. Il regime autoritario cecoslovacco crollò solo vent'anni dopo, nel 1989, proprio in seguito alle silenziose proteste per l'anniversario di Jan. Dopo la Rivoluzione di velluto, la prima a essere nominata ministro della Giustizia fu Dagmar Burešová, un'avvocatessa che nei mesi successivi alla morte di Jan patrocinò uno dei processi più coraggiosi di quell'epoca di oppressione. Era accaduto che un alto funzionario di partito e deputato, Vilém Nový, aveva portato avanti una campagna di diffamazione che puntava chiaramente alla damnatio memoriae del giovane suicida. Nel corso di una riunione nella località di Česká Lípa Nový aveva riferito di una indagine del ministero degli Interni, secondo cui il gesto di Palach avrebbe dovuto essere una semplice provocazione ordita per screditare il Partito Comunista e gli occupanti sovietici che avevano stroncato la Primavera di Praga. Sobillato da un gruppo di complottisti, tra i quali lo scrittore Pavel Kohout e persino l'atleta Emil Zátopek, Palach avrebbe dovuto solo fingere di darsi fuoco, utilizzando una sostanza (inesistente) chiamata "fuoco freddo". Ma in qualche modo Palach sarebbe poi stato ingannato e i suoi compagni avrebbero sostituito il fuoco freddo con la benzina. Per queste affermazioni, che erano state ripetute da Nový  anche in occasione di una intervista con la France Presse, la madre di Jan, Libuše Palachová con il fratello, intentò una causa di diffamazione che apparve subito difficilissima. Le autorità cercarono di sabotare in ogni modo l'indagine della Burešová che venne tradita anche dai testimoni a favore. Ma all'ultimo momento saltò fuori la registrazione dell'incontro di Česká Lípa, effettuata da una troupe della redazione Agricoltura di Radio Praga. Quella registrazione venne acquisita al processo, insieme alla testimonianza del tecnico Vladimír Hončík ma non bastò a vincere la causa: la corte decretò che Nový, nella sua posizione di politico aveva il dovere di difendere l'immagine della Cecoslovacchia. La madre e i ricorrenti dovettero pagare le spese dell'istruttoria e furono dichiarati nemici del socialismo.
Ci crediate o no quella registrazione di 45 anni fa che non andò mai in onda è rimasta intatta e la si può ascoltare su You Tube, con la voce originale di Vilém Nový. Il quale non fece purtroppo in tempo ad assistere alla fine del regime che ebbe il suo così solerte contributo. Dagmar Burešová, invece, è ancora viva e ha 85 anni.


14 febbraio 2014

BBC World Service, and now a word from our sponsor


C'erano stati alcuni test nelle edizioni in altre lingue e una parte dei contenuti viene da tempo commercializzata ad altre emittenti, ma è la prima volta che l'organo regolatore della BBC, il BBC Trust, autorizza la diffusione di annunci pubblicitari nel corso delle trasmissioni in inglese del World Service della BBC (mai però all'interno di notiziari e reportage). Dal primo di aprile, il servizio per l'estero della BBC, celebre per la sua sobria accuratezza e libertà da condizionamenti, potrà vendere pubblicità e con quei soldi finanziare nuove iniziative. La conferma è arrivata da Peter Horrocks, direttore della news division in una lettera ai dipendenti.

Sarà forse una boccata d'ossigeno per una organizzazione che ha subito numerosi tagli in questi anni, ma per il sindacato della National Union of Journalists - che invoca l'annullamento della decisione - la pubblicità mette gravemente a rischio l'autonomia dei giornalisti.

10 febbraio 2014

Ginevra, si riunisce il summit della radio digitale europea. Lentamente, si muove anche l'Italia

Nella settimana del World Radio Day, l'EBU di Ginevra organizza anche il Digital Radio Summit, evento mirato a consolidare in Europa il fenomeno della migrazione verso le piattaforme di radio digitale, in particolare il DAB. La conferenza si apre domani, martedì 11 febbraio, ma in parallelo, oggi e domani si tiene anche l'evento RadioHack 2014. Ecco un piccolo sommario delle diavolerie tecniche che verranno "smanettate":


RadioDNS Hybrid Radio with RadioVIS and RadioEPG services. Radio DNS is now an ETSI standard, and its designers and experts will be present to answer questions and assist with implementation. A prototype hybrid radio implementation of the Samsung Galaxy Express handset will be shown.
EBU RadioDNS Manager and Content Manager. Activate RadioDNS hybrid radio in a few click using EBU platform and learn how to use the content manger to create visuals for your radio station.
• The EBU Cross-Platform Authentication group will show its proposed authentication protocol for personal services on media devices (including radios and TVs) based on OAuth 2.0, with a working reference implementation.
DABberry, a complete hybrid DAB+ radio receiver based on the Raspberry Pi, developed by IRT. This platform offers broadcasters the opportunity to experiment with new radio services, to demonstrate, test or develop them further using an API. Designers will be present and participants can build a DABberry if they wish; for this it's necessary to contact Alexander Erk (erk@irt.de) in advance and bring your own Raspberry Pi kit (with SD and power supply).
• Software Defined Radio. Having started with CRC's mmbTools some years ago, there is now a community of developers using it for real transmissions and continuing development for SFN compatibility, distributed encoding, satellite fed DAB gap fillers, etc. On the receiving side, recent Android devices are now powerful enough to perform the whole demodulation, decoding on the host processor, thus offering a generic receiving platform.
• Updates on other topics such as chaptering for radio programmes and the GENIVI Alliance open source software platform for in-car infotainment.


Mi piace in particolare questo progetto DABberry, il Raspberry come motore di un ricevitore DAB, a suo tempo presentato all'IFA di Berlino.
Il programma della conferenza vera e propria, prevista per mercoledì 12, si può prelevare qui. In rappresentanza di Radio RAI interverrà anche Andrea Borgnino, quindi immagino sarà possibile seguire i suoi canali su Twitter e FB per avere qualche notizia in diretta. La conferenza di quest'anno si concentra sulla questione della migrazione alla radio digitale, che in alcune nazioni europee equiverrà anche al totale o parziale smantellamento delle infrastrutture analogiche in FM. Ma Nick Piggot, celebre esperto inglese oggi in forza a Global Radio, broadcaster commerciale britannico, interviene sulla iniziativa Universal Smartphone Radio Project, che si prefigge di armonizzare e arricchire le funzionalità di ricezione radiofonica dei dispositivi telefonici smart. Un progetto promosso anche dal consorzio RadioDNS, che a Ginevra in concomitanza con il Digital Radio Summit terrà la sua assemblea generale.




In Italia la radio digitale è ancora priva di un piano di implementazione all'altezza di quelli che si sono visti in azione in Germania, Svizzera, Norvegia e persino in Polonia. Ma le iniziative promozionali curate da Digital Radio.it riescono a farsi sentire. A gennaio per esempio è partita la nuova campagna di spot radiofonici e televisivi per la promozione della DigitalRadio, il brand commerciale delle diffusioni T DAB+ Secondo i promotori è stata la prima delle quattro wave, ciascuna di almeno due flight, in programma per l’anno in corso.  La campagna si è sviluppata su tre settimane di programmazione continuativa, dal 13 gennaio al 2 febbraio, con  la diffusione di 1300 spot radio di 40 secondi. Era incluso anche uno spot video della medesima durata in  programmazione sui canali televisivi delle emittenti radiofoniche nazionali e dei loro gruppi editoriali. Il nuovo spot che promuove la “DigitalRadio, il suono perfetto” parla della evoluzione inarrestabile della  tecnologia. 
Parallelamente, continuano a essere aperti nuovi impianti, mentre vengono potenziati e aggiornati al DAB+ diversi impianti utilizzati in questi anni nelle varie sperimentazioni di RAI e privati. A dicembre RaiWay, RAS e Eurodab sono stati molto attivi in Trentino-Alto Adige. Club Dab ha aperto impianti DAB+ in Friuli e in Lazio. Mediaworld e Saturn a Natale hanno reclamizzato la disponibilità di ricevitori DAB+ nei loro negozi. Certo, siamo lontani dai livelli di consapevolezza che hanno raggiunto i consumatori tedeschi e inglesi, ma si è mosso qualcosa. Speriamo che in questo 2014 arrivino altre iniziative e soprattutto altre attivazioni di impianti.

La radio protagonista del numero monografico del Calendario del Popolo presentato in occasione del World Radio Day 2014

Il 13 febbraio (questo giovedì) è la giornata che l'Unesco dedica su scala internazionale al medium radiofonica. Il World Radio Day 2014 sarà abbinato alla questione della parità dei generi e il sito Unesco contiene moltissime testimonianze audio di giornaliste e operatrici radiofoniche di tutto il mondo. Anche in Italia è in previsto un evento che mi sembra molto interessante, per quanto sia in calendario non il 13 bensì domani, martedì 11 febbraio. A Roma, presso la sede di Radio Vaticana, in Piazza Pia 3, la rivista culturale Il Calendario del Popolo presenterà infatti il suo numero speciale (il 761/2013) tutto dedicato alla radiofonia. 
Alle 17, sotto la moderazione della caporedattrice del Calendario Rachele Masci, si troveranno a discutere Alido Brinzaglia, curatore Museo della radio in Vaticano;  Gianpiero Gamaleri, preside Facoltà Scienze della Comunicazione Uninettuno; Adriano Mazzoletti, giornalista Rai, autore e regista; e Emiliano Sbaraglia, responsabile produzione web Underadio;  Raffaele Vincenti, direzione Teche Rai. Le conclusioni saranno affidate allo storico della radio Franco Monteleone, professore Università Roma Tre. 
Riporto qui in calce l'indice degli articoli pubblicati sul numero monografico del Calendario, dove potrete ritrovare anche diversi nomi noti (per esempio quelli di Tiziano e Andrea). La rivista si può acquistare nelle principali libreria e può essere ordinata per posta, un numero arretrato costa nove euro.







La radio, una vocazione
Laura De Luca

Una lunga storia d’ascolto
Franco Monteleone

La radio nell’era del social media
Tiziano Bonini

Netcast, le voci libere nella rete
Andrea Borgnino

Dalla Buffalo Roundup al caso Montesi
Adriano Mazzoletti

Le politiche abitative
Antonella Ciocia


Elogio del documentario radiofonico
Raffaele Vincenti

30 anni a Radio Svoboda
Giovanni Bensi

Una radio che non c’era
Niccolò Volpati

3R: le voci libere della Tunisia
Andrea Cocco

Il futuro digitale
Sergio Bellucci

Corso Resina 62
Radio Siani

And the radio plays
Roberto Colella

1,2,3... 100 radio
Danilo Sulis

I ribelli di Libera Radio
Federico Lacche

Kreattivi
Lucia Abbinante

La profezia della scatola musicale
Gianpiero Gamaleri

UndeRadio, storie dalla scuola che verrà
Emiliano Sbaraglia

La radio va al museo
R.M.

Il teatro alla radio
Enzo Ferrieri

07 febbraio 2014

Datacasting dallo spazio: Outernet sogna una costellazione di CubeSat per Internet free e planetaria


L'idea di Internet dallo spazio non è del tutto nuova ma la visionaria iniziativa di Outernet, intende sfruttare un recente sviluppo della tecnologia satellitare, quella dei "nanosatelliti", per abbattare drasticamente i costi di una operazione che ha tutto il fascino di un romanzo cyberpunk alla Neal Stephenson. Si tratterebbe di realizzare una costellazione di centinaia di piccoli CubeSat in orbita bassa per ridistribuire su scala planetaria un flusso informativo - un datacast - capace di arrivare direttamente agli smartphone e ai dispositivi Wi-Fi, superando barriere infrastrutturali e censure. 


Già a partire da giugno Outernet intende sviluppare i primi prototipi dei nanosatelliti, con l'obiettivo di lanciare i primi esemplari già nel giugno 2015. Il piano prevede anche una fase di sperimentazione che dovrebbe coinvolgere la Space Station. La tecnologia utilizzata è il Wi-Fi Multicasting basato sul protocollo UDP, un sistema che Cisco ha già implementato e che viene già utilizzato in alcuni impianti sportivi per trasmettere contenuti Wi-Fi agli spettatori. Outernet trasmetterebbe in questa modalità notiziari, applicazioni, corsi online e persino "vaglia" in moneta elettronica Bitcoin. Il periodo di sperimentazione serve a stabilire la affidabilità del sistema su distanze orbitali di qualche centinaio di chilometri. 
Dietro le quinte di Outernet c'è un gruppo di sviluppatori, ingegneri spaziali e finanziatori guidati da Syed Karim, un broker americano. Secondo il project leader Outernet verrebbe a costare nell'ordine delle decine di milioni di dollari (con i satelliti tradizionali costerebbe cento volte tanto) ed è possibile che i fondatori decidano di ricorrere, in parte, al crowdfounding della loro iniziativa.