03 giugno 2012

Brainsway, onde elettromagnetiche per curare la depressione

Non tutte le radiazioni elettromagnetiche vengono evidententemente per nuocere. Ma se la notizia - pubblicata su Spectrum, la rivista dell'autorevolissima IEEE, la società degli ingegneri americani - dovesse diffondersi oltre l'ambito clinico per cui la tecnologia TMS, o Transcranial Magnetic Stimulation, è stata progettata, i cospirazionisti ci andranno a nozze. Si avverebbe la minaccia del controllo del cervello sotto l'azione di un'onda, come vaneggiava, a Milano trenta e più anni fa, il profeta di strada conosciuto come "C. T." Una società israeliana, Braisnway, avrebbe chiesto alla FDA americana l'autorizzazione alla messa in commercio di un nuovo dispositivo elettromagnetico per la cura non invasiva (e non farmacologica) della depressione. Si tratta in sostanza di un caschetto che incorpora gli avvolgimenti di alcuni elettromagneti. La corrente che passa attraverso le bobine induce un forte campo magnetico che a sua volta induce una corrente nei "circuiti" neuronali profondi. La IEEE spiega che la TMS "profonda" è analoga ma non completamente simile alla TMS ripetiva, un'altra forma di trattamento elettromagnetico delle malattie nervose i cui elettromagneti riescono a indurre correnti su strati molto superficiali.
Brainsway ha trovato il modo di contrastare l'attenuazione dei campi indotti nella materia neuronale. Leggiamo la spiegazione fornita dall'azienda israeliana: «the pulses are administered by passing high currents through an electromagnetic coil placed adjacent to a patient's scalp. The pulses induce an electric field in the underlying brain tissue. When the induced field is above a certain threshold, and is directed in an appropriate orientation relative the brain's neuronal pathways, localized axonal depolarizations are produced, thus activating the neurons in the relevant brain structure». La cosa sembra avere un senso. Nel giusto orientamento, il campo magnetico induce una corrente che agisce sul bilancio elettrochimico degli assoni, i "reofori" degli impulsi neuronali. Grazie alla depolarizzazione del canale di trasporto degli impulsi di attivazione delle cellule nervose, la TMS profonda riuscirebbe a risvegliere i percorsi neuronali compromessi dalla depressione.
Non saremmo di fronte a un rimedio fasullo, a dei dulcamara dei nervi. Le prove cliniche già condotte sulla TMS profonda parlano di risultati oggettivi, misurabili attraverso la scala di valutazione di Hamilton, un test che misura l'impatto della depressione attraverso una serie di domande multiple choice. I pazienti depressi trattati con le onde elettromagnetiche mostrano marcati segni di miglioramento. Se la FDA autorizzasse il caschetto Brainsway, sarebbe il quarto dispositivo "non invasivo" autorizzato dal 2005 a oggi. Rispetto all'elettroshock sembra comunque un bel progresso.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

nell'articolo mancano alcune informazioni fondamentali:
questo tipo di stimolazione intracranica con che frequenza e con che intensità è effettuata? per esempio. Mi sembra troppo banale parlare genericamente di elettromagnetismo senza dare ulteriori informazioni in un blog tecnico di questo tipo.

Andrea Lawendel ha detto...

Sono andato alla ricerca di un commento dello stesso tenore (e cordiale simpatia) anche in calce all'articolo di Spectrum da cui ho tratto questa notizia. Strano che non l'abbia trovato (forse Spectrum al contrario del modestissimo RP non accetta commenti anonimi), perché anche Spectrum omette completamente dati che certo avrebbero interessato pure me, ma che francamente mi sembrano accessori e specialistici. Qui la notizia è che un dispositivo elettromagnetico riceve l'approvazione della FDA perché risultato efficace nel trattamento della depressione. La descrizione fornita dall'azienda interessata parla di "high currents"... Ora, questo banale blog tecnico in genere cerca di approfondire determinati dettagli. Questa volta, per il momento, si era fermato qui. Ha propagato il peccato di banalità di quel fanzine scalcagnato che è Spectrum. Avevo banalmente pensato (sono un tipo banale) che un lettore interessato e motivato si sarebbe preso la briga di andare a leggersi la documentazione archiviata sul sito Brainsway.
Visti i modi tanto garbati del commento, il lavoro di approfondimento lo faccio adesso e chiedo umilmente scusa se ometto di tradurre dall'inglese le frasi topiche che ho trovato nello studio intitolato "H-coil repetitive transcranial magnetic stimulation for the treatment of bipolar depression: an add-on, safety and feasibility study", apparso su The World Journal of Biological Psychiatry, nel 2010.
Leggo per esempio dall'abstract: "Nineteen patients diagnosed as having BPD and under treatment
with psychotropic medication were enrolled in the study. They received daily prefrontal repetitive TMS (rTMS: 20 Hz, 2 s on, 20 s off, totaling 1680 stimuli) every weekday for four consecutive weeks." Abbiamo così dato un'idea del range di frequenze e devo dire che pur non essendo un neurofisiologo mi aspettavo un ordine di grandezza del genere dalle mie vaghe frequentazioni in ambito elettreencefalografico e elettromiografico.
Quanto ai valori di intensità ho scoperto un ulteriore dato nella definizione che gli sperimentatori degli apparati Brainsway danno di "soglia motoria". Ho scoperto infatti che evidentemente i tecnici ritengono sufficiente fornire valori di intensità relativa alla corrente (variabile ogni volta) capace di indurre uno stimolo motorio nel paziente quando la bobina viene applicata in un'area specifica della corteccia motoria. Diamo di nuovo la parola allo studio: "The H1-Coil rTMS sessions were conducted using a Magstim Super Rapid stimulator (Magstim, UK) with the novel H1-Coil, which is an extracorporeal device positioned on the patient's scalp prior to stimulation. The optimal spot on the scalp for stimulation of the right abductor pollicis brevis muscle was located, and the motor threshold (MT) was established by delivering single stimulations to the motor cortex. The MT was measured by gradually increasing the stimulation intensity (using single pulse mode, applying one pulse every 5 s, i.e. 0.2 Hz) and recording electrical activity in the abductor pollicis brevis using surface electrodes. MT was defined as the lowest intensity of stimulation able to produce motor-evoked potentials of at least 50 μV in five out of 10 trials. The coil was then placed 5.5 cm anterior to the motor spot (i.e. the prefrontal cortex), and spa- tial coordinates were recorded with markings on a cap placed on the subject’s head to ensure placement reproducibility. The MT was determined each time, and all pulses were delivered by an expert physician in trains of 20 Hz at 120% of the measured MT. Each rTMS session consisted of 42 trains with a 2-s duration for each, and a 20-s intertrain interval (a total of 1680 magnetic pulses delivered per session)."
Le specifiche fornite da Magstim per il suo stimolatore parlano di un "campo magnetico di picco" generato dalle bobine (intercambiabili) compreso tra 0,5 e 3,5 Tesla. Non so se sono riuscito a compensare almeno parzialmente la banalità del post originale.

soundsetting ha detto...

Con tutto il rispetto per le idee di ciascuno non credo che i dati quantitativi siano al centro della prospettiva messa in luve dal post. D'altra parte l'articolo contiene i riferimenti necessari agli approfondimenti che ciascuno può fare, ed è proprio ciò che si chiede a una rivista online di alto profilo: un lavoro di divulgazione scientifica che stimoli ulteriori e personali ricerche. A questo proposito vorrei segnalare il sito del centro c.a.r.m.a http://www.carmareality.it/Sito/TMS_I.aspx in cui non si entra nel merito degli aspetti tecnici della procedura ma si dà testimonianza dell'esperienza applicativa della TMS in una struttura italiana. E' stata inoltre data la possibilità di visitare la sede operativa e fare alcune esperienze http://www.carmareality.it/Sito/Porte_Aperte.aspx
Ciao
soundsetting