Le origini "cablate" del concetto di broadcasting sono oggetto di questo interessante studio di Gabriele Balbi appena pubblicato da Bulzoni Editore. Balbi, alessandrino, è un giovane ricercatore post-doc in Storia e teoria della comunicazione presso l'Istituto di media e giornalismo della Università della Svizzera italiana di Lugano e l'argomento di "La radio prima della radio" (240 pp., 20 euro) è l'Araldo Telefonico, un servizio che ben prima della diffusione commerciale e "circolare" dell'invenzione di Marconi diffondeva musica e notizia attraverso i fili del telefono nella città di Roma prima e successivamente anche a Milano e Bologna. Prima della radio esisteva insomma la filodiffusione e il modello importato in Italia dall'ingegner Luigi Ranieri era stato sperimentato anche in altre nazioni. Con il diffondersi della tecnologia di radiotrasmissione via etere, la rete telefonica prese definitivamente un indirizzo diverso, quello della comunicazione punto-punto che aveva ereditato dalla rete telegrafica. L'etere per il broadcasting, il filo per il punto-punto: una dicotomia che ha retto fino all'avvento di Internet e che ora viene messa in forse dal concetto di streaming definitivamente affermatosi anche sulle infrastrutture basate su Internet Protocol, siano esse cablate o wireless come la radio. E' uno strano percorso fatto di alternarsi e rimescolarsi di approcci, che il testo di Balbi rintraccia fino agli inizi della "diffusione circolare", nei primi anni del Novecento. Un libro conciso ma documentatissimo, che riprende un argomento che avevo sentito trattare qualche tempo fa da Massimo Temporelli, del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano (del resto citato nella pagina dei ringraziamenti di questo volume).
L'introduzione è del sociologo dei media Peppino Ortoleva, la collana in cui è pubblicato è diretta dallo storico Franco Monteleone. Ci sono tutti gli ingredienti per fare immediatamente posto sul vostro scaffale per "La radio prima della radio". In attesa che da Bruno Mondadori esca, sempre di Gabriele Balbi, quella "Storia sociale del telefono in Italia" che nel 2008 lo studioso aveva presentato come tesi di laurea.
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