In generale il personale delle stazioni radiofoniche ignora le regole più elementari della propagazione a lunga distanza. La possibilità di ricevere i segnali a distanze assai superiori a quelle previste dal loro tradizionale bacino d'utenza è quasi sempre una sorpresa per gli animatori delle radio locali, come testimoniano nel corso degli anni le reazioni - tra scetticismo e legittimo orgoglio - degli annunciatori che ricevono un cosiddetto "rapporto d'ascolto" da qualche appassionato DXer (così, richiamandosi all'acronimo radioamatoriale DX, Distance Unknown, si definiscono gli appassionati di ricezioni estreme che a volta scrivono alle loro prede illustrando i dettagli dei programmi e chiedendo una "verifica" scritta dei loro ascolti). Proprio perché i meccanismi propagativi sono così poco noti, persino agli addetti ai lavori, a volte il DX riesce a fare notizia sui media radiofonici di taglio più giornalistico. Recentemente è capitato ai ragazzi (si fa per dire, l'età media è tristemente elevata) di Kongsfjord, microscopica località dell'estremo nord norvegese dove da qualche anno un gruppetto di DXer locali effettua periodiche spedizioni, con radio e antenne filari lunghissime, per "pescare" nell'etere i segnali più impensabili. A Kongsfjord, Bjarne Mjelde e soci riescono con estrema nonchalance ad ascoltare le stazioni in onde medie del Sud del Pacifico. Le loro imprese hanno suscitato la curiosità degli autori di una trasmissione della radio nazionale norvegese Nrk, che ha dedicato al fenomeno delle DXpedition una recente puntata della rubrica Kurer, spazio che la radio dedica alla radio. La pagina è in norvegese ma le foto e le registrazioni audio riportate nel programma, ascoltabile seguendo questo link, sono molto esplicite.
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