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La seconda particolarità è che i servizi proposti non sarebbero propriamente in streaming.
Invece di trasmettere un programma in tempo reale, i satelliti servirebbero a diffondere file multimediali da conservare nella memoria cache dei ricevitori veicolari. Una volta "ricomposta", questa trasmissione in differita può essere ascoltata a piacimento dagli automobilisti. Perché questa apparente complicazione? Perché la radio in differita consentirebbe di fare a meno della rete di "gap fillers" terrestri, i trasmettitori a bassa potenza che nel caso di reti come Sirius o Worldspace servono per illuminare le zone non coperte dal cielo, come gallerie e sottopassaggi, ed evitare i buchi nella ricezione. Sul sito
dell'ESA si trovano molte informazioni e grafici. Parte del materiale richiede una password d'accesso che potete provare a richiedere, ma la documentazione aperta è già molto esaustiva. Qui per esempio c'è una descrizione molto completa. Secondo l'ESA il sistema, oltre che più economico visto che permetterebbe di risparmiare sul lancio di nuovi satelliti, risulterebbe avere una efficienza analoga a quella delle reti satellitari in banda L. Viene prevista anche la possibilità di servirsi di reti GPRS/UMTS come canali di ritorno per l'interattività Da qui a ipotizzare una possibile entrata in funzione dei futuri servizi, tuttavia, ce ne corre. Stiamo parlando ancora di prototipi, di sistemi che devono ancora essere testati su scala più estesa. E che forse, chissà, probabilmente non vedremo mai.
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