27 marzo 2006

Dalle steppe alle stelle


C'è un bel reportage dal Turkmenistan sull'ultimo numero, il 492, di D di Repubblica (accesso gratuito previa registrazione), il femminile allegato ogni sabato al quotidiano. Forse un po' di parte e più sarcastico che ironico. Ma per molti buoni motivi. La grande nazione dell'Asia centrale ex sovietica non ama i giornalisti e l'autore del pezzo, non firmato, si è introdotto in incognito, sbarcando con tutta probabilità sulle coste del Caspio dall'Azerbaijan, percorrendo una rotta che Lev Nussinbaum, l'Orientalista dell'omonimo libro di cui vi ho già detto, fece per sfuggire ai primi segni della rivoluzione bolscevica.
Se il tono dell'articolista è sarcastico, buona parte del merito va al clima da brutta operetta orwelliana, di stampo prettamente nordcoreano, che il padre padrone della nazione "indipendente", Saparmurat Niyazov, è riuscito a imporre dal 1991, data del passaggio di consegne da Mosca alla nuova corte di Ashkabad. Un signore di studi tecnici ( lavorava in una centrale elettrica) e di livello politico-culturale che lo avvicina pericolosamente (per noi) a certi bei tomi di casa nostra. Un parvenu di un potere esercitato con arrogante bonomia, al punto da cambiare i nomi dei mesi con quelli dei parenti e mediato dall'immancabile, in questi casi, libretto teorico-catechistico abborracciato in fretta e reso obbligatorio nelle scuole. Un "vangelo secondo me" che predica la falsa pace universale del dissenso imbavagliato e si intitola Ruhnama (l'illuminato Turmenbashi, Signore dei Turkmeni, ha pensato bene di farlo tradurre in italiano sul sito governativo). Da anni, il presidente Niyazov, eletto ovviamente da una maggioranza del 99,9% di adoranti elettori, troneggia in doppiopetto blu e cravatta a pallini (!), come un gangster della steppa, nelle statue dorate e nelle gigantografie appese in ogni centro abitato.
Il viaggiatore di D descrive una nazione vasta (12 volte la Svizzera) e poco popolosa (meno di 5 milioni di abitanti), che non riesce ad affrancarsi dal delirio di onnipotenza di un dittatore che ha costretto migliaia di concittadini alla fuga. C'è chi per studiare (per davvero, visto che le scuole non funzionano e il
Grande Capo ha pensato bene di togliere dagli ospedali medici e infermieri e sostituirli con militari) se ne va in Kyrgyzstan, che non deve essere proprio il paradigma di una democrazia parlamentare di stile anglosassone. Ma nessuno rientra per far valere i l diploma: dal 1993, le lauree conseguite all'estero non valgono, in Turkmenistan, la carta su cui sono stampate.
E' un ritratto tragicomico, tristemente familiare visto il clima di quella regione, che tuttavia non intacca il senso di fascino che promana, almeno sulla carta, dalle sue steppe, dai suoi deserti montuosi. Il fascino dell'Asia millenaria e guerriera, degli invasori e delle carovane verso la Cina. Un territorio gigantesco diventato di colpo strategico in chiave purtroppo molto moderna, in virtù dei suoi primati energetici (il Turkmenistan è un serbatoio di gas naturale che non ha certo reso ricchi gli sfortunati abitanti) e militari.
Anche da questa nazione le onde radio ci portano suoni e impressioni degne di un viaggio virtuale. Due le frequenze delle onde corte, anzi delle bande tropicali (il Turkmenistan tropicale non è ma quando le fasce geografiche assegnate da Ginevra alle frequenze delle onde corte "basse, tra i 120 e i 60 metri, le repubbliche sovietiche ci finirono dentro e là rimasero). Entrambe storiche, perché ereditate dai tempi di Mosca: 4930 e 5015 kHz. Su quest'ultima, viene segnalato un breve notiziario in inglese ogni giorno verso le 15.00 UTC. Non è un orario molto compatibile con la stagione primaverile e estiva, su queste frequenze i segnali sono nemici del sole pomeridiano e senza una buona antenna e condizioni di ricezione ottimali (niente rumori elettrici), non si può sentire granché. Le cose migliorano dopo il tramonto, oppure durante la stagione tardo autunnale, quando 5015 rivaleggia, per intensità, nella prima sera, con alcune stazioni africane. I DXer europei segnalano anche, raramente, il trasmettitore sulle onde lunghe, 279 kHz, ma la preda è quanto mai difficile. Ho un paio di clip, dai 5015 kHz registrati nel tardo pomeriggio qualche settimana fa e da 4930, registrata ieri col sole ancora alto, ma nella location di L'Ago, l'oasi di silenzio elettrico dove scappo ogni tanto per poter accendere la radio.


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