06 marzo 2006

Fonti caucasiche

Tornato alla normale connettività a banda larga ho caricato qualche clip audio del servizio per l'estero della radio azera, ascoltata (ma non perfettamente identificata, a volte ci si deve fidare) su 1295 kHz, un canale martoriato dalle interferenze analogiche e digitali di 1296. A tratti l'audio di Baku, in quell'oretta scarsa di picco del segnale, era tutto sommato discreto, sempre tenendo presente che il segnale "discreto" per il DXer desterebbe nel normale radioascoltare parecchie perplessità. Comunque sia, provate ad ascoltare i quattro spezzoni, magari con la cuffia in testa o gli auricolari, senza tenere troppo alto il volume:


Perché tutto questo entusiasmo per una stazione così difficile da sentire e praticamente inintelligibile? E' un po' il paradosso dell'hobby del DX, ma c'e' anche dell'altro. La piccola ossessione dell'Azerbaijan mi è venuta leggendo un libro che parla di una Baku che ha smesso di esistere e la radio in questo contesto è un mezzo evocativo perché non "si vede" e consente di prendersi una mezza licenza poetica e mescolare fatti del presente e impressioni del passato (provate a soffermarvi sul tipo di musica trasmesso ancora nel 2006). Stiamo parlando della regione caucasica, un crogiolo di etnie, religioni e regionalismi che non ha certo smesso di affascinare. O di fare paura. Come avremo modo di vedere, approfondendo l'aspetto della radiofonia legato a questa particolare geopolitica, la radio è uno straordinario strumento, appunto evocativo, uno spunto ideale per un viaggio nella geografia, la cultura, la politica e ovviamente la cronaca di un mondo che sembra confinato a romanzi demodé e a polverosi libri di storia e che invece continua a saltarci addosso dalle prime pagine dei nostri giornali e non solo per le tragedie cecene nel Caucaso del nord, ma anche per questioni molto più terra terra, più vicine al portafogli che al cuore, come le ultime vicende del gas russo. Per non parlare delle guerre per il petrolio e i gasdotti che condizionano lo stato di salute dell'intero mondo.
Mi sembra particolarmente azzeccato approfondire attraverso la radio la situazione amministrativa della Russia e dei vari Stati post-sovietici e da queste ripartizioni geografiche amministrative, risalire alla politica e alla cronaca. Non è detto che lo si debba fare con testi da intellettuali snob e gracchianti voci dal nulla. Se l'Azerbaijan si sente poco e male, la vicina Armenia, altro territorio ricco di eventi, molti dei quali strazianti, dispone invece di un servizio per l'estero eccellente, che riesce a mettere in onda un poderoso segnale sui 9965 kHz, ogni sera in inglese tra le 20.10 e le 20.30 UTC. Il notiziario raccoglie quasi esclusivamente notizie locali e vi posso assicurare che non le sentireste da nessun'altra parte. Anche il sito Web della Radio repubblicana armena, in ottimo inglese, è un piccolo gioiello. Provate a confrontare i clip audio di prima con questi due della radio Armena, con la fine delle notizie in inglese e, poco più tardi, dello slot quotidiano nella stessa lingua (alle 20.30 segue la fascia in turco, almeno credo).


Restate sintonizzati per ulteriori approfondimenti dal Caucaso e dall'Asia ex-sovietica.


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