12 marzo 2014

Volo MH370, in un difetto a uno dei sistemi d'antenna la possibile spiegazione del disastro?

Mentre siamo ormai entrati nel quinto giorno successivo alla sparizione del velivolo Malaysia Airlines MH370 decollato da Kuala Lumpur l'8 marzo, si moltiplicano gli articoli che invocano l'adozione di tecnologie più affidabili nel tracciamento dei voli civili e della loro localizzazione in caso di incidente. Gli esperti (quelli veri, perché in giro si legge anche parecchia fuffa) di avionica sottolineano come in realtà i sistemi di Air Traffic Control sono già oggi molto meno semplicistici di quanto certe vulgate pretenderebbero di farci credere. Da un pezzo un aereo in volo non si affida più semplicemente alla voce del controllore del volo (in banda HF e VHF) o al radar primario. A questo si aggiungono gli studi che sono già stati realizzati per ottimizzare e migliorare le attuali tecniche di individuazione delle "scatole nere" (Flight Data Recorder), studi che si sono moltiplicati dopo le lunghe indagini svolte in seguito all'incidente occorso al volo Airfrance 447. Si legga per esempio questo dettagliato report del Flight Data Recovery Working Group della BEA, Bureau d'Enquêtes et d'Analyses.
Nel frattempo, su Tumblr è apparso in queste ore un post - anonimo - che propone una teoria abbastanza plausibile che spiegherebbe non solo la scomparsa dell'aeromobile bensì anche la difficoltà nell'individuare il punto in cui è probabilmente precipitato. Facendo riferimento a una direttiva FAA dello scorso novembre, l'autore (che sa evidentemente il fatto suo), mette in evidenza un punto debole sull'involucro esterno della fusoliera, nella parte superiore dei Boeing 777, proprio in corrispondenza di una delle numerose antenne esterne (in particolare quella per le comunicazioni satellitari):


Una eventuale corrosione intorno a questo componente, avrebbe potuto provocare una lenta depressurizzazione con graduale perdita di ossigeno. In seguito all'asfissia, equipaggio e passeggeri avrebbero perso coscienza e l'aereo avrebbe potuto proseguire la sua rotta con l'autopilota fino all'esaurimento del carburante, precipitando in un punto molto distante dalle coste malesi o vietnamite. Qui trovate un approfondimento con documenti e illustrazioni che spiegano meglio lo scenario. In sostanza, oltre ad aver provocato la depressurizzazione, la perdita avrebbe potuto disabilitare parte delle comunicazioni, rendendo il 777 ancora meno "visibile" nello spettro radio (questa cosa convince un po' meno perché flussi dati come l'ADS-B o ACARS, HFDL, VDL avrebbero dovuto funzionare lo stesso). 

9 commenti:

Cristian ha detto...

Secondo me è comunque incredibile come un aereo di queste dimensioni possa quindi volare indisturbato per migliaia di chilometri senza che radar militari, civili, e qualsiasi altro sistema ricevente abbia rivelato la sua posizione.

Andrea Lawendel ha detto...

Ci sono molti punti di incertezza davanti a ipotesi di questo tipo, in particolare sulla totale assenza di tracce radio. In effetti proprio per questo chi ha formulato lo scenario invita ad analizzare le tracce radar primarie generate in uno spazio aereo molto vasto, alla ricerca di eventuali anomalie (per esempio tracce prive di "ident" a causa di un transponder difettoso).

Roberto FURLAN ha detto...

La teoria mi pare un po' debole in diversi punti.
Anzitutto, una depressurizzazione, seppure lenta, dell'aereo verrebbe rilevata dai sistemi automatici di allarme con conseguente discesa delle mascherine e tutto il tempo di comunicare l'emergenza e tutto il resto. Ma a parte questo, non puo' essere che un aereo, solo perche' privo di transponder o con transponder in avaria, possa volare per miglia e miglia in mezzo al traffico senza che nessun centro di controllo se ne accorga. Una traccia radar, per quanto "grezza", la lascia qualsiasi cosa sia per aria.

Andrea Lawendel ha detto...

Nel frattempo sono spuntate fuori teorie ancora più inquietanti, ma i cospirazionisti sono sempre in agguato.

Roberto FURLAN ha detto...

Sono passati piu' di trent'anni, ma anche da noi un aereo scomparso dai radar fra Roma e Palermo, mentre volava sul mare, e' stato trovato solo dopo 12 ore e... pensa un po', proprio sotto il punto dell'ultima battuta radar. La sera precedente era stato cercato persino nell'Adriatico, per dire.
Oggi sappiamo cosa accadde quella sera e coloro che all'epoca segnalarono certe indiscutibili stranezze nelle ricerche venivano definiti con gli stessi aggettivi di oggi: cospirazionisti.
Certo, non si puo' credere che oggi, in un'epoca nella quale chiunque e ovunque puo' seguire il viaggio di qualunque aereo, un Boeing 777 possa sparire nel nulla e non essere ritrovato dopo 5 giorni dalla scomparsa. Qualcosa di non lineare c'e' di sicuro. Altrimenti, e' meglio che non prendiamo piu' aerei per viaggiare, perche' evidentemente, se i controlli sono questi, la nostra sicurezza e' pari a zero.
Per adesso, preferisco pensare che l'aereo sia normalmente precipitato per qualche grave problema e che siano le ricerche ad essere gravemente carenti di logica ed efficacia.

Andrea Lawendel ha detto...

Mi riferivo ovviamente alla notizia riportata dal WSJ (che di solito le fonti le controlla) http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424052702304914904579434653903086282 sulla base di presunti dati intercettati grazie a un sistema di monitoraggio dei motori Rolls Royce. Non credo proprio che sia possibile rivalutare tutte le altre panzane cospirazioniste che si leggono su Internet alla luce della tragedia Itavia.

Anonimo ha detto...

Concordo con Roberto. Aggiungo che tutto fa supporre un esplosione o un cedimento strutturale improvviso, addio primario, secondario, adsb etc etc e coi rottami in fondo al mare, tanti auguri per il SAR e la centoventunoecinque...
Piero_53

Andrea Lawendel ha detto...

Non tutti i rottami ci restano, in fondo al mare. Certo non si può escludere la distruzione completa, anzi è secondo me l'ipotesi più sensata. Ma anche alla luce delle informazioni diffusi in queste ultime 48 ore gli eventuali detriti potrebbero essere in un'area molto diversa. Gli auguri al SAR ci vogliono proprio.

Roberto FURLAN ha detto...

La faccenda rimane molto misteriosa, sia che si pensi ad un incidente con esplosione in volo, sia che si pensi ad un dirottamento/rapimento.
Il 777 e' un aereo bello grosso e, anche se fosse esploso in volo, non e' possibile che non ne sia rimasto proprio nulla di nulla. Di roba che può affiorare in superficie ce n'e' parecchia. Quantomeno i cadaveri, dato che presumibilmente non erano legati con le cinture in quanto si era ormai in volo di crociera.
D'altra parte, e' un bello sforzo anche credere che si possa prendere un 777 e farlo atterrare in qualche parte del mondo senza che nessuno lo veda o se ne accorga. O senza che ritorni prima o poi nel campo visivo di qualche radar.
L'impressione che ne ho e' che tutti i moderni e sofisticatissimi sistemi di controllo riescano a vedere e gestire solo cio' che corrisponde perfettamente agli standard e agli algoritmi con i quali sono stati programmati. Potrebbe passar loro davanti l'astronave Enterprise e probabilmente non se ne accorgerebbero...