Provate a immaginarvi di vivere negli anni Trenta del secolo scorso e di essere un bravo studioso di geopolitica, fresco di laurea da una università prestigiosa come Princeton e pronto a iniziare una carriera nella diplomazia, nell'accademia o in un grande giornale. Tornate a casa dai vostri genitori agiati e in salotto, evidentemente troneggia un grande apparecchio radio con le onde corte. La sera vi rendete conto che da quell'altoparlante potete ascoltare una quantità di voci, i notiziari, le cronache, i discorsi di presidenti, ministri e dittatori. Non è come leggere tutto qualche giorno dopo dalle stringate cronache di un inviato speciale, o dopo settimane sui giornali stranieri che arrivavano, via nave, alla biblioteca dell'università. Tutto è in diretta, dal vivo, nelle voci si possono cogliere le esitazioni, le pause, qualche parola può sparire nell'occasionale scarica, nell'evanescenza del segnale. Ma la gran parte delle cose dette, sfumature comprese, si distingue perfettamente a patto di avere familiarità con la lingua (cosa abbastanza probabile nell'America ancora vicina agli anni delle grandi migrazioni dall'Europa).
Ecco, questo è il mondo descritto in War on the shortwave, un opuscolo degli anni '40 curato da The foreign policy association, un centro studi che voleva promuovere negli Stati Uniti una maggiore consapevolezza in materia di politica internazionale. Il libro tratta dei primi anni di guerra in Europa e Unione Sovietica (39-41) "letti" attraverso le trasmissioni radio che arrivavano in America.
Il libro, scovato da SWListening Post, si può leggere online su Archive.org e si basa sulle trascrizioni dell'epoca effettuate dal Princeton Listening Center, una istituzione che poi confluì in una iniziativa della FCC, il Foreign Broadcast Monitoring (poi Information) Service. L'autore di War on the shortwave è Harold Graves, direttore del Listening Center e diventato poi collaboratore della FCC per i servizi di monitoraggio e trascrizione dei programmi diffusi da quello che già allora veniva definito "quarto fronte di guerra" (dopo l'economia, le operazioni militari e le diplomazie).
La storia del Foreign Broadcast Service è anch'essa ben documentata, nonostante il passaggio del coordinamento del servizio dalla FCC nelle mani della CIA. Un documento rilasciato dall'Agenzia in base al Freedom of information act copre per esempio tutte le attività del FBIS da Pearl Harbour al 1947. Stephen Mercado, scrivendo nel 2001 sulla rivista del Center for the study of intelligence usa il linguaggio di Internet titolando il suo saggio sul FBIS e le sue attività di ascolto "Open-source intelligence from the airwaves". Il sito della CIA è una miniera di informazioni sulla storia delle comunicazioni radio per scopi propagandistici, spionistici e militari. La storia del FBIS si concluse nel 2005, quando tutte le attività passarono sotto l'insegna, guarda caso, dell'Open Source Center, il cui accesso è riservato ai dipendenti federali e ai fornitori del governo americano. A partire dal 1946 lo stesso FBIS curava la pubblicazione di una versione americana del World Radio TV Handbook, un repertorio di tutte le stazioni radio e televisive del mondo. Se ne trovano alcune copie su Archive.org:
Ma è ancora più interessante il fatto che Archive.org oltre a libri e trascrizioni, conserva anche delle registrazioni delle trasmissioni propagandistiche ascoltate dal FBIS. Per esempio questo notiziario del 1941 nella trasmissione del Reich al Nord America:
o questo documento sonoro di notevole significato per noi italiani, con una trasmissione in lingua inglese del 1942, da Roma, il cui notiziario è seguito da un discorso del poeta Ezra Pound:
1 commento:
Interessante tutto, ma ancora di più le clip audio: in quella from Rome è evidente il fading, che si mangia qualche parola o sillaba qui e là e che, senza tecnologie ancora di inventare, non risparmiava nemmeno le super radio americane...
Piero_53
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