Un interessante sviluppo annunciato in questi giorni dalla società lussemburghese SES, operatore dei satelliti Astra, è sintomatico dei grandi progressi compiuti dalla componentistica adibita alla sintonia, acquisizione e elaborazione dei segnali RF modulati con tecniche numeriche o analogiche. La soluzione LNB-IP presentata in occasione degli Industry Days organizzati da Ses lo scorso aprile, è uno dei primi esempi della tecnologia Sat>IP con cui l'operatore satellitare europeo intende trasformare radicalmente la visione della tv satellitare - ancora fortemente legata alla tradizionale catena parabola-LNB-ricevitore/decoder - in una esperienza facilmente fruibile attraverso la nuova generazione di dispositivi IP: smartphone, tablet e ovviamente televisori "connessi", o Smart TV. LNB-IP è un nuovo tipo di downconverter che agisce simultaneamente nel dominio analogico, catturando gli 11-12 GHz dei segnali ritrasmessi dai transponder satellitari e rendendoli fruibili direttamente in reti IP. La tv via satellite, free to air o a pagamento, è molto promettente in questo momento a causa di due fattori che condizionano pesantemente il futuro del broadcast televisivo terrestre: da un lato la pressione verso una maggiore disponibilità di contenuti HD e 3D, dall'altro la limitatezza di risorse frequenziali in banda UHF. Anche considerando l'idea di una rapida curva di adozione del nuovo standard di tv digitale DVB2, la capacità di trasporto delle piattaforme satellitari, specialmente se multiorbitali come nel caso di SES e Hotbird, sono di gran lunga superiori.
Ma che cosa è LNB-IP? Di fatto è un sofisticato front-end SDR. Il dispositivo effettua la necessaria conversione da 11-12 a 1-2 GHz e un chip sviluppato da MaxLinear, della nuova famiglia Full Spectrum Capture campiona l'intero spettro di segnale convertito, mentre un "system on chip" della Abilis, quest'ultimo con tecnologia Broadcast to Broadband Bridge, rielabora la banda base e la "pacchettizza". LNB-IP permette insomma la ridistribuzione simultanea di otto canali da qualsiasi transponder di una posizione orbitale, via unicast o multicast IP, verso dispositivi fissi e portatili. I segnali satellitari saranno distribuiti via Ethernet, PLC (Power-Line Communications), oppure attraverso una LAN Wi-Fi. La tecnologia precisa SES, è utilizzabile per contenuti free e codificati (pay tv). La prima versione del prodotto può distribuire fino a otto programmi su reti cablate o Wi-Fi. Sono già pronte delle app, per esempio quella di Elgato (ben nota per le sue app per dispositivi TV e DAB USB e tablet), che sfruttano la tecnologia SAT>IP, uno standard che SES ha aperto anche ad altri produttori.
Inverto Digital Labs, che ha collaborato con SES, Abilis e MaxLinear per la realizzazione dell'LNB-IP ha per esempio lanciato una famiglia di decoder satellitari che grazie a SAT>IP fungono anche da veri e propri server di IPTV. Ecco la descrizione del modello Advanced SAT-IP Multi-Screen Server IDL 400s della famiglia Airscreen Server, che riesce a ridistribuire i programmi di quattro transponder satellitari grazie a quattro tuner indipendenti.
L'obiettivo di SES è chiaramente quello di innovare profondamente i sistemi di ridistribuzione dei segnali ricevuti dalle parabole, in particolare gli impianti di ricezione rivolti a condomini e gruppi di utenti. Il suo sistema di ibridizzazione televisiva apre la strada a molte opportunità, anche se evidentemente comporta anche aspetti più delicati, come i problemi di titolarità dei diritti sui contenuti, o peggio ancora la possibilità di catturare e riutilizzare i contenuti pay in contesti non propriamente legali . In ogni caso, questa nuova possibilità di trasformare in Internet TV una televisione che è digitale ma di natura diversa dal digitale della rete, mi sembra un eccellente sviluppo e mi ricorda la tecnologia che l'americana Aereo ha messo a punto per creare un ponte tra il broadcast del televisivo terrestre UHF e le reti IP. Comunque la si legga, il broadcast non sarà mai più quello di un tempo.
3 commenti:
Si tratta di una tecnologia soltanto apparentemente rivoluzionaria. Da anni esistono in commercio ricevitori satellitari consumer, ad esempio Dreambox, che assolvono in maniera egregia a questa funzione rendendo disponibile su rete tcp-ip il flusso (mpeg o h264) di un canale televisivo così come veicolato in origine dal broadcaster, senza alcun re-encoding.
L'aggettivo "rivoluzionario" non lo ho usato io, infatti! Da anni seguo anche il segmento dei set-top box per la tv ibrida e connessa, dei pvr, dei media server. Stiamo sempre parlando di dispositivi client che hanno un loro mercato molto complesso da analizzare in termini di numeri, proprio perché esposto a fattori come - in questo caso - la forte componente individuale e hobbystica che condiziona gli acquisti delle varie soluzioni. I grossi numeri si fanno mettendo insieme le strutture tecnologiche, commerciali, pubblicitarie di grossi operatori e Dream Media, che in Italia (almeno secondo il suo sito) ha cinque importatori, non è propriamente un colosso, a dispetto dell'ottimo livello raggiunto con i suoi prodotti (leggo su Wikipedia che la piattaforma Dreambox nasce in buona sostanza dal fallimento della pay tv di Kirchmedia e dall'improvvisa abbondanza di decoder inutilizzati, una storia molto interessante). Nelle pagine del sito ufficiale il termine "rivoluzione" è ricorrente, ma il target è quello degli early adopter, degli utenti evoluti, degli smanettoni. Resto del parere che nella soluzione SES ci sia un salto di qualità importante: quello di una tecnologia che nella catena di ricezione e distribuzione del segnale satellitare si sposta a monte, avvicinandosi all'antenna. La tv satellitare avrà sicuramente un ruolo determinante nell'affermazione dell'alta definizione e per gli operatori sarà vitale riuscire a imporsi non solo nella percezione del singolo spettatore, libero di acquistare antenne e set-top box più o meno avanzati, ma nella critica realtà degli installatori di impianti collettivi, che saranno determinanti. SES ha poi un secondo obiettivo: quello di essere un carrier minoritario in nazioni come l'Italia. Disporre di un'offerta che includa anche tecnologie avanzate di ricezione e distribuzione del segnale, può essere una mossa molto furba nella competizione con Eutelsat.
La mia, lungi dall'essere una critica, era semplicemente una puntualizzazione. Spesso, in una logica prettamente commerciale, vengono "spacciate" per assolute novità semplici perfezionamenti di quanto già esistente, magari soltanto con qualche adattamento che lo renda user-frendly.
L'acquisizione di flussi satellitari è del resto già in uso da anni presso distributori televisivi via cavo, trasmessi successivamente con tecnologia tcp-ip e ricevuti dall'utente finale mediante set-top box.
Indubbiamente l'offerta commerciale di un dispositivo facile da utilizzare, anche per l'utente meno predisposto alle nuove tecnologie, potrà creare le condizioni per nuovi spazi di penetrazione della tv satellitare. Che, è bene ricordarlo soprattutto in Italia, non vuol dire soltanto Sky. Ma è bensì, nel suo complesso, un'offerta poliedrica, ricca e variegata di culture e stili di vita. E' una finestra sul mondo che raggiunge tutte le case con un minimo investimento.
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