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22 novembre 2010

DE1106 con synchro-AM e RDS vista da Christian


Christian Diemoz ha fatto un gran bel lavoro sottoponendo la sua nuova "ultralight" cinese Degen DE1106, fresca fresca di eBay, a tre giorni di prove intensive e scrivendo, da cronista di razza qual è, una recensione che non potrebbe essere più esauriente e articolata. Lo ringrazio di cuore per aver voluto che la sua recensione del ricevitore portatile apparisse per la prima volta su Radiopassioni.
Da qualche settimana sugli eBay shop del mainland del transistor è apparsa la versione "brandizzata" Degen di un apparecchio già commercializzato recentemente sotto il marchio Grundig G3. Se la ricostruzione mi è riuscita correttamente mi sembra di aver capito che in origine il design della Degen 1106 era stato "ceduto" ai marchi Eton e a Grundig, che avevano sfornato due versioni gemelle E5 e G5. In seguito, al design originale è stata aggiunta la demodulazione AM sincrona e la radiolina si è ripresentata come Degen DE1106 e come Grundig G3. Ancora una volta siamo davanti a un ricevitore 0-30 MHz con FM/RDS e con l'aggiunta della banda areonautica 117-135 MHz in AM. Rispetto alla gloriosa DE1103, la 1106 vanta, oltre all'RDS in FM, la ricezione SSB-synchro in AM e, appunto, la banda areonautica (che purtroppo per gli appassionati di air traffic control sembra piuttosto sorda)
Durante la sua prova Christian ha fatto fare veramente di tutto alla nuova Degen, inclusa la ricezione dei radiofax meteorologici e della televisione a scansione lenta in banda radioamatoriale. Ne sono venute fuori sei fitte pagine di valutazioni e confronti, accompagnate da miriade di foto e filmati YouTube, che potete scaricare da questo indirizzo. Non una recensione strumentale, ma quella, ragionatissima, di uno che con la cuffia in testa e il dial sintonizzato sulle onde medie e corte sa il fatto suo.
Insomma, come funziona l'ultimo nato della mamma di tutti i 1103?
«A parte - conclude Christian - la debolezza sulle lunghe e medie, che fa sfumare, per il DE1106, una valutazione complessiva più elevata di quella attribuita a suo tempo al DE1103, si tratta di una radio in grado di offrire una gamma di possibilità ricettive particolarmente estesa, anzi meravigliosamente estesa in relazione al prezzo. Il nuovo frutto dei cervelloni Degen non solo rappresenta un ottimo approccio per chi volesse avvicinarsi al radioascolto, ma incarna anche un oggetto stimolante per il DXer con già dell’esperienza all’attivo. Come in altre discipline, una volta che si è sviluppata qualche capacità, la vera sfida è ottenere risultati migliori, o uguali al passato, riducendo l’attrezzatura utilizzata. Questo, con il DE1106 si può fare, come si è visto sinora, e il rischio è solo quello di trascorrere qualche ora piacevole. A questo punto, tutti a sgommare su quel dial, un Degen nuovo non è cosa da ogni giorno!»

30 ottobre 2010

Dual Dab 4, radio DAB/FM. In attesa di giudizio

Ho esitato un po' a pubblicare questa recensione, perché ancora non sono riuscito a stabilire l'esatta origine dei difetti di ricezione DAB+ che ho riscontrato con questo modello tedesco (ma Made in China) di radio digitale/FM basata - credo - su chip Frontier Silicon Venice5. Il funzionamento è piuttosto discontinuo con i canali DAB+ italiani (non posso dire di quelli svizzeri). Ma la radiolina è molto economica e interessante, ha una buona ricezione DAB e FM-RDS e il più delle volte funziona anche sul DAB+. La recensione la pubblico lo stesso, sospendendo un giudizio definitivo al momento in cui sarò riuscito a stabilire se ho avuto la sfortuna di capitare su un modello un po' difettoso.
Di passaggio al CERN di Ginevra per una conferenza stampa Intel sul cloud computing (che regalo la chiacchierata con Sergio Bertolucci sugli incredibili progressi fatti negli ultimi 6 mesi dentro all'anellone del progetto LHC e i suoi detector, non ché sull'imminente lancio di SCOAP3 lo Sponsoring Consortium for Open Access Publishing in particle physics e sulla fisica delle stringhe), mi sono concesso questa mattina molto presto una deviazione voluttuaria al centro commerciale Balexert nella zona aeroportuale di Cointrin. Sugli scaffali di Migros Electronics sono infatti esposti numerosi ricevitori per radio digitale DAB/DAB+. In effetti ho trovato una offerta quasi altrettanto ricca qui in aeroporto, anche se da Migros l'assortimento è imbattibile e include anche una autoradio della Dual, la marca dominane insieme a Pure, Tech-Line, Revo e forse altre che adesso non ricordo (altre marche sono saltate fuori nei negozietti dutyfree).
Pensavo di acquistare una Dual Dab 6, ma ho ripiegato su una Dab 4 che con i suoi 69 franchi e 99 mi ha fatto risparmiare 30 franchi (credo che la differenza sia solo nel fatto che la Dab 4 ha un semplice vano batteria da 6 pile AA mentre la Dab 6 ha una ricaricabile al litio integrata). Ho anche avuto il tempo di accendere l'apparecchio nella stanzetta dell'Ibis Hotel e realizzare il filmato che includo qui.




Ricezione molto buona, sintonia DAB molto veloce, abbondanti dettagli sulla ricezione grazie al tastino INFO (incluso il bit rate, il tipo di codifica e la frequenza in banda III ricevuta), velocissima anche l'identificazione dell'RDS dell'FM, che con i suoi 50 kHz di passo mi sembra molto adatta alla nostra situazione. Alla fine del filmato ho impacchettato tutto, ho trascorso la giornata al CERN e alle sei di sera ho preso l'aereo Ginevra Roma. Ovviamente ero molto curioso di testare la ricezione del DAB nella capitale.
Riapro la scatola della Dab 4, accendo, risintonizzo sulle emittenti locali e mi metto ad ascoltare Auditorium FD5+, davvero un altro sentire rispetto al canale FD5 old style del multiplex milanese. Ma dopo un po' che ascolto l'FD5+ romano la Dab 4 comincia a dare problemi. La ricezione si interrompe, il display dice solo "FD5+ connecting..." e non c'è verso di spostare la sintonia. E' difficile anche commutare dal DAB all'FM, devo accendere e spegnere per farlo, premere ripetutamente il pulsantino BAND. C'è qualcosa che non va. Piuttosto incazzato (la radio è in garanzia ma il Migros più vicino è a casa mia è oltre Chiasso, a 60 chilometri da casa mia) spengo e reimballo tutto. Trascorsa la giornata in via Asiago alla RAI salgo sul mio treno per Milano. A Firenze tiro fuori la Dab 4 e il blocco sul canale FD5+ non c'è più, sparito con il segnale. Risintonizzo e trovo un multiplex EuroDAB, la radiolina Dual è davvero sensibile. Ma la ricezione si interrompe molto spesso sui canali DAB+, non tutti i canali si ricevono subito, devo riaccendere e riprovare. Insomma, qualcosa proprio non va. Stessa cosa a Bologna, dove il multiplex DAB della RAI funziona e il multiplex Aeranti-Corallo funziona a singhiozzo. Identica situazione a Milano, vecchia codifica perfetta, multiplex EuroDAB ancora a singhiozzo sulle stazioni DAB+.
I motivi possono essere diversi. Non posso escludere che avrei riscontrato problemi analoghi in Svizzera perché ho ascoltato per troppo poco tempo. Un'altra ipotesi è che i multiplex italani non siano configurati perfettamente e producano qualche conflitto. Un'altra ancora è ovviamente che la radio sia guasta, ma mi sembra strano visto il buon funzionamento sul DAB senza "+" e in FM. Ho chiesto al mio amico romano che mi fa da consulente in materia di chipset (è un fisico che lavora anche al CERN ed è molto ferrato), ma la sua Dual Dab 6 acquistata in Svizzera non dà assolutamente problemi di ascolto a Roma, né sul DAB, né sul DAB+. Forse ci sono problemi con la versione del firmware della mia? Non posso neppure escludere che l'alimentatore fornito abbia qualche problema nello stare al passo con i requisiti di assorbimento della codifica DAB+. Il menu mi consente di visualizzare anche la versione del firmware su cui è basato il mio apparecchietto: dabp-fm-mmi.arts.ven5-dpr199_V3.2.13.23215-6. Da questa sequenza è possibile se non altro risalire al chipset utilizzato dalla Dual, un Venice5 di Frontier Silicon. L'unico modo di avere la controprova sarebbe quello di provare con una radio diversa, cercherò di farlo.
Assumendo che i problemi riscontrati dipendano da una radio effettivamente difettosa, il comportamento della Dual Dab 4 mi sembra molto soddisfacente in rapporto a un prezzo di 70 franchi, circa 50 euro. La sensibilità indoor appare molto elevata, il software informativo e veloce, l'ergonomia sufficiente. L'apparecchio è molto leggero e anche se il materiale non è dei più lussuosi e robusti, la linea estetica non è troppo "cheap". L'unico inconveniente è il vano batterie che richiede sei pile (credo che l'autonomia debba essere molto scarsa). Se non fosse per tutti questi inghippi riscontrati con il DAB+ italiano sarebbe una radio digitale ibrida molto interessante.

23 settembre 2010

Insignia HD1 HD Radio/FM: la radio digitale è tascabile

L'anno scorso avevo dato notizia di un ricevitore portatile americano compatibile con l'FM (con RDS) e con il sistema di radio digitale HD Radio. Oggi questo ricevitore, l'Insignia HD1 si trova su eBay a prezzi praticamente stracciati. Christian Diemoz - che ringrazio confidando in tante altre recensioni - lo ha acquistato e lo ha provato per noi. Da ciò che emerge dalle sue osservazioni viene una conferma della qualità dei chipset sviluppati per HD Radio (un punto molto interessante alla luce delle difficoltà che l'industria sta incontrando nel supportare altri sistemi di radio digitale). Non ci sono molte probabilità che questa modulazione venga adottata sul nostro continente, tanto meno in Italia, ma se viaggiate negli Stati Uniti forse potreste prenderlo in considerazione. Il vero "neo": il passo di sintonia a 200 kHz, uniformato alla conformazione della banda FM americana. Un limite che qui in Europa esclude l'ascolto "centrato" di parecchie frequenze. Un vero peccato, perché le doti di questo ricevitorino...


Non sempre si arriva sulle novità in tempo reale. Del ricevitore portatile HD1 di Insignia, Radiopassioni aveva già parlato oltre un anno fa, nel luglio 2009. Peraltro, il progetto - avveniristico nel tentare di lanciare, attraverso la divulgazione massiva di un “terminale leggero” (ed a prezzo contenuto), lo standard radiofonico ad alta definizione (audio in qualità cd) - sembrava scarsamente appetibile dalla prospettiva italiana.
Per carità, non che accadimenti recenti abbiano modificato radicalmente la situazione. Il naufragio di uno dei pochi tentativi di attivazione di HD radio in Europa (in Svizzera, di cui si è detto in questo articolo) costituisce una bara di cemento per l’ennesimo standard digitale rimasto sulla pista di decollo, ma la curiosità del radioappassionato è più longeva dell’emivita di una sostanza radioattiva e la disponibilità di un “ultralight” dotato di lettura rds si palesava quale fattore attrattivo non considerato inizialmente.
Oggi come oggi, su Ebay, le quotazioni dell’Insignia HD1 sono decisamente basse. Lo si può avere a casa propria, in versione “refurbished” (viene eliminato solo l’imballo originale, ma il contenuto dello stesso è completo e nuovo), con 28 dollari. Malgrado la modesta entità della cifra e la dicitura “gift” sulla dichiarazione doganale, yours truly si è visto applicare un conteggio IVA per un totale di 10.14 Euro. Nulla, comunque, da rendere insostenibile il prezzo finale (considerato anche il favorevole cambio momentaneo del dollaro americano).
Il primo impatto è positivo, vista la dotazione molto completa: oltre al ricevitore, all’acquirente vengono forniti un cavo USB per ricaricare la batteria (interna e non sostituibile dall’utente, da 840 mAh, al Litio), gli auricolari (con jack standard da 3,5 mm stereo), una “strip” in tela con chiusura a velcro da indossare sul braccio (utile per l’ascolto a mani libere, durante attività come il jogging) e il manuale inglese. La dimensione del ricevitore è davvero contenuta (52.4 x 78 x 15.9 mm): si veda l’immagine fotografica in cui compare accanto ad una comune penna a sfera).
Tali considerazioni positive si specchiano nell’essenzialità dei comandi. Sul fronte dell’HD1 sono presenti solo sei pulsanti, tre per lato del display. Sulla destra, quello di accensione/spegnimento (prima di tutto, procedere a caricare la batteria, poiché fornita scarica) e i due che servono a muoversi tra le dieci frequenze memorizzabili. Sulla sinistra, i due utili ad esplorare lo spettro ricevibile dall’HD1 (87.5-107.9 MHz) e quello che apre le porte del menù.
Da quest’ultimo, l’utente può gestire funzioni relativei al contrasto e all’illuminazione del display LCD (128 x 128 pixels, fullcolor), alle modalità di ricerca delle stazioni, nonché ottenere le informazioni sulla versione del (blindatissimo) firmware implementato nel terminale e, se necessario per vari motivi, ripristinare le impostazioni di fabbrica del ricevitore. Infine, sotto il display si trovano i due pulsanti per la lanciare la ricerca delle stazioni (verso il margine superiore, o inferiore, dello spettro) e un terzo, con funzione di “enter” per le opzioni del menù.
La sensazione di un apparato “user friendly” è confermata al momento dell’accensione. Al di là delle opzioni di memorizzazione e ricerca, andare a zonzo in libertà per la banda FM è davvero semplice. E’ in questa fase che, tuttavia, si palesa il primo e maggiore limite dell’HD1. Essendo concepito per il mercato USA, il ricevitore applica la canalizzazione di quel Paese e presenta uno step a 200 kHz. Un muro che, dalle nostre parti, taglia fuori una quantità tutt’altro che indifferente di frequenze.
Però, la pienezza e nitidezza dell’ascolto (sia in cuffia, sia collegando l’Insignia ad una cassa, come nel video a margine) compensano, almeno in parte, tale limite. Altrettanto fa l’rds, concepito su due righe: una dedicata all’Id della stazione (senza, però, visualizzazione del PI code), l’altra al “Radiotext” (alcune stazioni lo usano, ad esempio, per offrire il titolo del brano trasmesso in quel momento). Il riconoscimento delle emittenti è rapido e l’unico limite, specie per quanto riguarda il messaggio variabile, è dato dal display di piccole dimensioni, che rende obbligato e pressoché istantaneo lo scrolling del testo.
Il volume può essere regolato tramite un comando a rotella sul lato destro del ricevitore (mentre sull’opposto si trova la presa USB per il caricamento) e anche questo fa dell’HD1 un’ottima soluzione per l’ascolto in movimento. Volendo spingere all’estremo la fantasia, cosa in cui i radioappassionati non sono secondi a nessuno, l’idea di un utilizzo per FM DXing è da abbandonare pressoché aprioristicamente. La canalizzazione dell’apparato, unita all’assenza di prese esterne di antenna, rende necessario un quasi miracolo. Però, non si può escludere che, specie in condizioni di forte tropo, se il canale libero è tra quelli rilevabili dall’HD1, qualche sorpresa possa verificarsi (esistono dei precedenti in merito, dalle nostre coste). L’antenna interna appare infatti piuttosto sensibile, dal momento che tenendo in mano il ricevitore e spostandolo si possono notare, nelle stazioni meno forti, variazioni di segnale. Quindi, chissà.
Concludendo, per i suoi poco più di trenta Euro di prezzo, per l’rds su una radio che sta in un palmo di mano, per la nitidezza di ascolto garantita, l’HD1 - fatti i salvi i limiti ampiamente sottolineati – è in grado di offrire un’esperienza FM divertente e positiva, specie se in mobilità. Non è poco, considerando che i presupposti della sua nascita (l’HD radio) erano ben diversi.
(Christian Diemoz)


09 maggio 2010

Radcom recensisce Perseus, primo per range dinamico

Il mensile Radcom di maggio pubblica una recensione del ricevitore SDR Perseus firmata dal radioamatore inglese Peter Hart, famoso per i suoi testi sui ricevitori di classe professionale.
Hart afferma che Perseus ormai occupa il primo posto della sua personale classifica per range dinamico, il parametro che definisce la capacità di un ricevitore di sintonizzarsi su segnali molto deboli (stazioni lontane) anche nelle vicinanze - in frequenza - di segnali molto forti, senza produrre immagini e altri prodotti di miscelazione. Il range dinamico misura quanto può essere debole un segnale rispetto ai più forti e indica qual è la sensibilità effettiva.

09 gennaio 2010

Avatar: RP goes to the movies

Non ho saputo resistere alla tentazione quando ho ricevuto l'invito di Adobe Italia per l'anteprima milanese di Avatar, il film di James Cameron, presentato stamattina al Plinius di Milano, dove - uniformarmi alle regole anti-pirateria - sono stato obbligato a chiudere telefonino e blackberry in una busta di plastica antistrappo a chiusura adesiva. Ora non riesco a non postare qui il mio commento di pigrissimo frequentatore di sale di cinema, chiedendo scusa per l'off topic. Ho sentito dire che secondo Steven Spielberg questo è il più bel film di fantascienza mai prodotto e da sincero, anche se arruginito, appassionato del genere, mi sento in parte d'accordo con questo giudizio. Ma solo in parte. Questo è uno dei migliori film di fantascienza che mi si sia capitato di vedere. Ma chi si aspettava una alchemica combinazione tra Solaris e Guerre Stellari, dovrà attendere ancora.
Il fondamento della storia, la ragione per cui è l'intero pianeta Pandora a ribellarsi al tentativo di invasione militar-mineraria, ha una base fantascientifica robusta: quella di un ecosistema in cui ogni singola cellula vivente si comporta come un neurone, stabilendo delle connessioni che in qualche modo determinano l'esistenza di una memoria, ma soprattutto di una coscienza collettiva. Diversi risvolti sono (fanta)scientificamente interessanti, altri vengono risolti in modo frettoloso e poco convincente (la figura della "exobiologa" interpretata da Sigourney Weaver, tanti anni dopo Alien, è nel migliore dei casi grottesca).
La cosa un po' meno convincente è la presunzione per cui questi umani capaci di colmare distanze intergalattiche - con l'equipaggio in stato di ibernazione criogenica - e di comandare telepaticamente dei cloni costruiti con pezzi di DNA "na-vi" innestati su quello dei loro "piloti" telepatici, debbano ancora comportarsi come un branco di cowboys rozzi, violenti e decerebrati. Ma questo aspetto è funzionale al messaggio che Cameron intende comunicare con questa revisione non di Apocalypse Now (il parallelo che ho sentito fare e che con tutti quegli elicotteri da guerra è inevitabile), ma dell'intero genere Western. Dopo le giungle, i pantani, i deserti mortali di Vietnam, Irak e Afghanistan, gli americani tornano cinematograficamente a fare i conti con la loro frontiera interna, estremizzata nelle montagne flottanti di Pandora. Solo che questa volta, gli indiani...
Storia a parte, le immagini di Avatar sono di quelle che non si dimenticano facilmente. Nella versione tridimensionale, la qualità immersiva dei continui effetti speciali è strabiliante. Ricordo come non troppo piacevoli le prime esperienze con i film 3D Imax, negli Stati Uniti, ma nel frattempo la tecnologia ha fatto passi avanti notevoli: gli occhialini polarizzati che ho indossato per due ore e mezza questa mattina (sopra i miei spessi occhiali da miope), hanno funzionato benissimo e non mi hanno procurato alcun fastidio. Se possibile cercate di andare a vedere la versione tridimensionale.
Ecco, per darvi un'idea del tipo di applicativi software coinvolti, la scheda che ho ricevuto da Adobe. Ma attenti, non pensate a un colossale videogame per il grande schermo. La grafica di sintesi di Avatar è il punto di forza di tutto il film ed è tutt'altro che infantile e scontata. Lasciatevi coinvolgere.
Adobe Photoshop è stato scelto da Fox per preparare le riprese del film e definire i punti chiave della sua progettazione. E’ stato utilizzato inoltre per creare molte delle textures e degli sfondi grafici ad alta risoluzione utilizzati poi in Computer Grafica 3D per la ricostruzione di ambienti, veicoli e personaggi,

Adobe Photoshop Lightroom, lo strumento essenziale per importare, elaborare, gestire e presentare rapidamente le immagini, è stato utilizzato nella fase di previsualizzazione (ovvero la visualizzazione del film prima che venga girato) per organizzare e catalogare le migliaia di immagini relative al set e al lighting.

Adobe After Effects il software Adobe diventato standard di settore per animazioni ed effetti speciali, è stato fondamentale per la produzione di Avatar:

• Nelle prime fasi della produzione, il software è stato usato per integrare le scene girate dando dinamicità e movimento alle illustrazioni statiche;
• Sia nelle scene live che in quelle di mocup, Adobe After Effects è stato utilizzato per testare velocemente l’allineamento delle azioni dal vivo di quelle realizzate in simulcam con l’animazione virtuale e i vari ambienti. Pochi minuti dopo aver terminato una ripresa, gli artisti erano in grado di comporre il risultato finale e mostrarlo a James Cameron che immediatamente poteva approvarlo o decidere di rigirare alcune scene.
• Adobe After Effects è stato utilizzato inoltre per automatizzare l’integrazione grezza dei volti degli attori (filmati con videocamere in miniatura) con quelli dei personaggi digitali in fase di previsualizzazione. Questo ha offerto al regista un modo facile ed efficacie per verificare se la mimica facciale degli attori fosse appropriata o da correggere.
• Adobe After Effects è stato utilizzato da alcuni vendor che hanno collaborato con la produzione per creare gli effetti 3D sulle riprese definitive , sviluppando animazioni grafiche complesse adatte agli schermi olografici 3D e display “heads-up” per i vari mezzi high-tech che compaiono nel film.
• Adobe ha inoltre fornito la documentazione per scrivere script procedurali complessi per After Effects. Gli artisti di AVATAR hanno così potuto realizzare, ad esempio, una pipeline in rendering automatico per finalizzare il girato in previsualizzazione, sfruttando le capacità avanzate di scripting di Adobe After Effects.

Adobe Premiere Pro, la soluzione di postproduzione intelligente per la pianificazione, la creazione e la distribuzione universale dei contenuti, è stato utilizzato nella produzione del film AVATAR con diverse finalità:
• Ogni volta che il regista James Cameron ha rivisto o verificato i Visual Effects, è stata fatta una registrazione HD della sessione. Adobe Premiere Pro è stato utilizzato per portare queste registrazioni e i formati modificati in diversi pacchetti per la distribuzione digitale. Il processo è stato interamente automatizzato, dovendo processare una media di 8 ore o più di lavoro al giorno.
• Premiere Pro è stato utilizzato ampiamente sul set insieme ad Adobe After Effects per verificare le composite grezze in playback con le sequenze animate. Le comparazioni A/B con il lavoro dei vendor responsabili dei Visual Effects sono state poi facilmente montate e riviste in modo semplice ed efficiente.
• Nonostante l’editing creativo di AVATAR sia stato fatto utilizzando un sistema basato su AVID, Premier Pro è stato preferito per leggere le cut-list e altri importanti metadati grazie alla funzionalità incorporata di import AAF da Avid. Piuttosto che imporre agli editor AVID di rifare il rendering delle sequenze aggiornate di animazione, al montatore Avid è stato richiesto solo di esportare la “ricetta” virtuale dei nuovi tagli in un piccolo file che Premiere pro ha importato assemblando automaticamente i tagli e ricollegando i file video originali. I file video che restano online nel database master con tutto il girato vengono trattati come clips da Premier Pro.

Adobe Acrobat Connect, la soluzione completa di comunicazione via Web, è stata utilizzata per la collaborazione durante tutto il lavoro per la produzione del film.
Adobe Flash Player, che consente di visualizzare esperienze web sensazionali ed è oggi presente su oltre il 98% dei desktop connessi a Internet e su un miliardo di dispositivi mobili, è stato utilizzato per la distribuzione del sito Web del film con immagini di alta qualità e video ad alta definizione.

Infine, per la promozione del film è stata presentata un’applicazione in Adobe AIR molto divertente che permette ai fan di visualizzare i contenuti speciali del film, tra i quali le video interviste con il cast. I trailer interattivi sono anche un modo per permettere ai fan di tenere d’occhio gli update ufficiali postati su Twitter, You Tube e Flickr.

12 ottobre 2009

Internet radio Nokia: alta qualità, margini di crescita


Ho colto l'occasione del comunicato stampa ricevuto l'altro giorno e pubblicato subito su RP per chiedere di sperimentare dal vivo le funzionalità Nokia Home Music, la nuova Internet radio arricchische la gamma di prodotti marcatamente musicali del colosso dei telefonini. Venerdì mi è arrivato un esemplare del dispositivo e l'ho messo alla prova in questo fine settimana. Mi sono fatto l'idea di un apparecchio di qualità superiore alla media - e in questo senso si vede in azione la forza del brand Nokia rispetto alle società più di nicchia che hanno fatto da apripista in un settore tanto innovativo dell'elettronica di consumo - che ha ancora parecchio margine di miglioramento.
Nokia Home Music, NHM per brevità, appartiene alla categoria che personalmente definisco delle Internet radio ibride. La sua funzione principale è quella di potersi sintonizzare - senza pc, direttamente via interfaccia Wi-Fi o Ethernet cablata - sulle ormai numerose stazioni radio che ripetono via Web un segnale già diffuso via etere o che ne generano uno apposito per la "piattaforma" Internet. Ma questa è solo una delle possibilità di un dispositivo che abbraccia la nuova tendenza all'universalità, alla musica "on any platform" che contraddistingue l'industria multimediale. Home Music amplia la sua offerta audio con un sintonizzatore FM (con RDS - anche se curiosamente le specifiche sul manuale non lo dicono - e con passi di sintonia di 50 kHz) e con la possibilità di abbonarsi ai podcast del Web attraverso una apposita directory o inserendo il codice XML dei feed RSS. Inoltre, Home Music funziona come client UPnP e riproduce la musica del personal computer o del dispositivo UPnP connesso alla stessa rete locale. Una serie di porte permette inoltre di ascoltare la musica di player e chiavette USB, e in uscita di connettere Home Music verso casse, amplificatori e altri sistemi di riproduzione (prese RCA, S/PDIF e jack altoparlanti/cuffie).
La prima impressione fuori dalla scatola si concentra sulla solidità del dispositivo, sull'ampiezza e la leggibilità del display, sulla qualità e la potenza dell'audio riprodotto. NHM possiede un design elegante e una delle migliori interfacce utente che abbia visto, anche se l'ergonomia dei pulsanti frontali potrebbe essere migliore. L'apparecchio può essere gestito anche da telecomando che sicuramente rende la navigazione è più pratica e veloce. Peccato che il telecomando fornito nella mia confezione avesse un difetto nella ghiera del pulsante centrale che ha reso difficile spostare il cursore del display in direzione destra. NHM è un dispositivo costoso, più di altri, ma per come si presenta è un prezzo tutto sommato in linea con una qualità molto marcata.
All'accensione NHM cerca subito una connessione di rete Wi-Fi, per impostare l'accesso alle reti protette si deve semplicemente immettere la password con la tastiera emulata sul display. E' una tastiera molto visibile ma come per tutte le versioni emulate immettere i caratteri è sempre un'impresa. Mi sentirei di suggerire a Nokia qualche miglioria a tale proposito: per prima cosa sarebbe bello avere dei tasti per lo spostamento del cursore sui singoli caratteri di stringhe alfanumeriche che possono essere molto lunghe (ora per correggere o inserire un carattere mancante è necessario cancellare tutto); inoltre trovo veramente macchinoso dover passare dalla sezione alfabetica della tastiera a quella numerica solo per inserire una cifra che nelle URL delle stazioni radio sono molto frequenti, non si potrebbero avere cifre e lettere in una unica videata? Le cose vanno un po' meglio con il telecomando, peccato che quello provato da me fosse difettoso. In ogni caso bastano pochi minuti per rendere completamente operativa la radio. A questo punto basta scegliere in contenuti da ricevere. NHM ha una sezione FM di ottima qualità con funzione di RDS e Radiotetx. La ricerca della stazione può avvenire per scansione della banda o per sintonia diretta in passi da 50 kHz. Ogni canale impostato può essere associato a una etichetta col nome e memorizzato tra i preferiti, nome che può essere impostato a mano o ritagliato dall'identificativo RDS. In modalità "scanning" è possibile avanzare con la frequenza agendo sulle apposite frecce. Qui l'ergonomia lascia un po' a desiderare, forse sarebbe opportuno programmare la ghiera di selezione anche per spostare in avanti o indietro la frequenza di sintonia.
La ricerca delle stazioni su Internet avviene invece per nazione, lingua o genere e dovrebbe far riferimento al Nokia Internet Radio Directory che alimenta anche telefonini e Internet tablet dello stesso costruttore. Come potete aspettarvi è la funzionalità che ho esplorato più a fondo. La scelta di canali preimpostati nella directory può essere ampliata immettendo la URL della Web radio desiderata, ma qui comincia a manifestarsi il vero punto debole di NHM. La lista di stazioni di Nokia non è molto completa, mancano moltissimi broadcaster pubblici europei e purtroppo non è sempre possibile ovviare con l'immissione di una URL nuova. NHM sulla carta supporta stream di tipo MP3 e WMA (non c'è il supporto dell'audio Real Media che viene invece precisato tra le specifiche del player Nokia a bordo di certi telefoni e della Internet tablet). Molte stazioni pubbliche utilizzano Real e pertanto non si possono ascoltare. In teoria NHM dovrebbe supportare anche diversi formati di metafile per l'accesso agli stream, in particolare m3u, pls, asx. Purtroppo le cose non sono così semplici, il più delle volte ho passato diversi minuti per immettere URL molto lunghe con la tastiera emulata e alla fine NHM mi ha risposto con un laconico "formato non supportato". In alcuni casi la ricezione può avvenire modificando il tipo di protocollo (da http:// a mms://) o omettendolo, o ancora esplicitando i metafile e sostituendoli con la URL diretta allo stream. Ma è un lavoro complicato e senza nessuna garanzia di successo, troppi stream mi sono risultati inaccessibili e questo in un prodotto di standard qualitativo così elevato è un altro difetto importante. Sono sicuro che le cose possono cambiare, anche perché NHM utilizza software open source ed è sempre possibile modificare le cose (il costruttore si offre persino di inviare un CD con i sorgenti), si tratta di vedere se Nokia avrà interesse nel far evolvere questo prodotto e come. Al momento direi che la scelta di stazioni preimpostate sul server non è particolarmente estesa e che l'aggiunta di nuovi canali tramite URL può contribuire solo in parte a risolvere il problema.
Come per le stazioni radio, esiste anche un catalogo preimpostato di audio in formato podcast. E come per le stazioni NHM offre l'opportunità di memorizzare anche i podcast preferiti inserendo il rispettivo feed XML. Ho dovuto fare qualche prova, verificando che è meglio inserire le URL senza l'indicazione esplicita del protocollo HTTP:// ma sono riuscito senza altri problemi a impostare i podcast di RadioRai e ad ascoltare, per esempio, le letture di Alta Voce da Radio3. Malgrado la natura "scaricabile" del formato podcast, NHM non consente di effettuare alcuna operazione di salvataggio su un supporto esterno, pur essendo dotata di una porta USB dedicata alla lettura dei file audio salvati su chiavette e altri dispositivi. La mancanza di una funzione di salvataggio è comprensibile, Nokia dev'essere preoccupata, come tutti i grossi operatori, dalla questione diritti digitali, ma per un apparecchio del genere è un limite: sarebbe molto bello se NMH potesse gestire anche il download dei podcast.
Con NMH sono riuscito, devo dire per la prima volta su Mac OS X, a riprodurre i contenuti musicali del mio Mac "trasmessi" in rete locale con il protocollo UPnP. Mac OS X Leopard non supporta nativamente il protocollo ma esiste un certo numero di client e server da installare. Ho provato con successo Allegro MediaServer (a pagamento) e un programma molto interessante della britannica TvMobili (free, multipiattaforma), che permette di condiviere i contenuti custoditi sul disco del pc con dispositivi in rete anche remotamente, via Internet. Una volta caricato il server e configurata la condivisione della cartella Musica sul Mac, l'ascolto dei brani attraverso Nokia Home Music è davvero immediato: si sceglie la funzionalità Jukebox e sul display compare automaticamente il server UPnP. Selezionandolo, i file custoditi sul disco compaiono direttamente nell'elenco di file riproducibili sul dispositivo esterno. Se avessi collegato NHM a un impianto stereo avrei potuto trasformarlo in un media server molto intuitivo.
Ci sono diversi aspetti che non convincono del tutto in Nokia Home Music, una piattaforma peraltro completa e molto promettente. L'elenco delle stazioni impostate nella Nokia Internet Radio Directory sembra un po' limitato e NHM mi sembra troppo schizzinosa con le URL personalizzate: troppo spesso lo stream non può essere riprodotto e manca il supporto del formato Real Media. Lo stadio di ricezione FM è sicuramente valido ma proprio per questo non riesco a spiegarmi del tutto perché Nokia non abbia voluto aggiungere all'FM anche la radio digitale DAB. So che in questa industria la situazione è molto complessa e che Nokia probabilmente non può operare le stesse scelte dei costruttori tutto sommato di nicchia che oggi alimentano il mercato dei ricevitori DAB/ADB+. Certo è che un dispositivo Nokia compatibile con la radio digitale Eureka 147 (o, negli USA, con Ibiquity) sarebbe un segno molto eloquente, senza contare che Nokia stessa potrebbe rivestire un ruolo non secondario nello sviluppo di componenti per gli standard radiofonici numerici. Mi chiedo se la presenza della sola FM analogica nella NHM debba essere inserita in uno scenario di contrapposzione tra radio digitale e radio via Internet (fissa o mobile che sia).
E' un prodotto riuscito? Per molti versi lo è e non escludo che possa contribuire a rendere ancora più diffuso l'ascolto della radio via Internet. Dal mio punto di vista Nokia Home Music ha qualche pecca e il suo prezzo consigliato, 399 euro, mi sembra piuttosto elevato. I numerosi aspetti positivi evidenziati invitano però a non distogliere lo sguardo da una piattaforma di accesso ai contenuti audio che ha molte cose da dire alla attuale concorrenza. L'uso del software open source mi fa credere che la Internet radio Nokia possa evolvere in modo significativo.

03 dicembre 2008

In negozio (in Svizzera) i primi modelli DAB+ Pure

L'amico e lettore F, a Ginevra per lavoro, ha scovato dalla Migros (è una catena di supermercati, tipo la nostra Coop) un ricevitore DAB della Pure già aggiornato al DAB+. Il modello è il OneClassic, è aggiornabile via software e sullo scaffale portava un marchietto "Alpen Horn" del canale folk DSR Musikwelle e il bollino dell'upgrade al sistema di radio digitale che prossimamente verrà introdotto in Svizzera, accanto ai vecchi multiplex DAB. La radio è costata 99 franchi svizzeri, circa 65-70 euro. F. se l'è portata a Roma, dove abita e l'ha messa alla prova sui canali più critici per lui, quelli musicali "classici", di Radio Tre e Auditorium insomma. Ecco che le sue impressioni (e un paio di foto del suo nuovo acquisto):

La radio è dichiaratamente economica e da "cucina"( 99 CHF ~66 euro), infatti ha oltre i timer convenzionali (ora, accensione, spegnimento etc) anche un kitchen timer... Utile per i tempi di cottura!
Tutta plastica( ma buona, non sdrucciolevole) ed un altoparlante economico. L'uscita cuffia è eccellente, l'ho attaccata all'input HiFi e va che è una bellezza, anche la mia minicuffia HiFi funge. Ha un line-in analogico per uscita Ipod-mp3 ma l'altoparlante è economico, tipo Sangean, non come Tivoli (che che costa 180 euro!)
Funziona perfettamente, il DAB+ (a 64 Kb/s) è formidabile, nonostante l'antenna trasmittente sia a MonteMario, zona "bruttissima per me", si ascolta che è un piacere con ntenna a stilo in verticale: se si mette in orizzontale il segnale crolla (polarizzazione verticale I presume) e dappertutto, in casa, indoor... Miracolo! Sono veramente soddisfatto. Certo, se FD5 passsasse a 80 Kb/s o 128 Kb/s sarebbe meglio.
In FM tradizionale invece è parente della Sangean o Degen in versione standard, senza modifiche filtri stretti. Quindi niente male, ma inadeguata per l'Italia. Giustamente, assumono che l'FM sia "corretta" , mica si possono occupare della giungla italiana. Non c'e' Pi-Code.
Per quanto riguarda l'interfaccia , non male, c'è una rotella per il volume, continua con la sensazione di scattini (ottima). La manopola si preme per l'"enter", ottima soluzione, come la rotella del mouse più pulsante sinistro.
La sintonia è sia automatica (sia in DAB che FM) sia manuale, ma
bisogna ruotare la manopola dopo aver premuto il pulsante Station. Non ci sono i pulsanti numerici, e così i preset (15 stazioni DAB e 15 e FM), si memorizzano e si selezionano ruotando la manopola e premendola alla fine (3 s per memorizzare). Dopo 4-5 secondi la radio torna nello stato ascolto con la manopola volume disponibile. Display comodo, 3 righe da 16 caratteri (8*5) pixel piccolo ma molto, molto chiaro, ben fatto. C'e' il segnale di strength (6 posizioni, a triangolo ) ma nessuna informazione sugli errori di trasmissione. C'è un connettore mini USB per upgrade software, esiste quindi la possibilità di migliorare anche la GUI.
Sono riuscito a far cadere l'apparecchio con il jack cuffia inserito e nell'urto l'uscita cuffia si è rotta (plastica di infimo ordine). Ho aperto la radio, nel tentativo di ripararla, ci sono molte viti metalliche (meno male) e poi tutta plastica. La colla attaccatutto spero abbia risolto la "rottura" della plastica del jack. All'interno una board elementarissima per la pulsantiera (assemblata a mano, ma non c'è quasi nulla) più in piggy back un modulo "Pure Imagination Teck" con silicio FrontierSilicon (ma non i moduli FrontierSilicon Venice ). La board è a singolo strato (costa niente) ma i componenti tutti SMD e molto piccoli, di ultima generazione: montaggio con robot!
Ho riconosciuto solo l'FS1110 Silicon RF tuner, il resto è coperto da uno schermo elettromagnetico saldato. In conclusione, credo che ormai ci siamo, si possono produrre radio con "tecnologia digitale" sia nella ricezione di segnali analogici (AM/FM) che digitali (Dab/DAB+/T-DMB che DRM o HD) a costi accettabili. Sony XF1 e Pure OneClassic lo dimostrano.













08 febbraio 2008

Revo Blik Station, il primo DAB/DAB+ da tavolo


Ho ricevuto dal suo distributore esclusivo in Italia, Distrel, un esemplare di Blik Station, il recevitore Revo compatibile con DAB, DAB+, FM/RDS e Internet Radio MP3/WMA (con riproduzione della musica conservata su un PC/MAC o in streaming Windows Media con protocollo UPnP). Al prezzo di 229,00 euro questo è il primo apparecchio nativamente compatibile con il sistema DAB+ dopo il dispositivo portatile/tascabile iRiver B20 (che riceve anche la tv mobile DMB). Angelo Brunero mi segnala tra l'altro che sul sito di e-commerce www.factotus.it la Blik Station è già in vendita al prezzo speciale di 209,99 euro.

La forma dà la sveglia

Per Blik Station, Revo ha scelto un fattore di forma che può non piacere: quello della radiosveglia. La curiosa forma trapezoidale, o a piramide tronca, si adatta anche all'uso come radio da tavolo. Mancano però maniglie e non si può alimentare l'apparecchio a batteria. Leggerissima, Blik Station è disponibile in due colori, bianco e nero. Il display è di dimensioni ridotte, ma ben leggibile, con led bianchi su fondo nero. I pulsanti operativi, come in ogni radiosveglia che si rispetti, sono posizionati sulla faccia superiore. Ergonomicamente è un po' macchinoso, certamente poco adatto a chi deve allungare la mano dal letto. Ma tutto sommato l'interfaccia è intuitiva, io ho manovrato tutto senza prima leggere il manuale (fornito in PDF su CD). Viene fornito anche un telecomando che non ho ancora provato. Sul pannello posteriore troviamo l'antenna telescopica e le prese per l'alimentatore, la cuffia e le casse stereo. Sul fianco una presa per usare la Blik Station come cassa per l'iPod o il computer. Un piccolo telecomando accompagna il dispositivo riproducendo le stesse funzioni della tastiera o ovviando all'inconveniente di cui dicevo prima. Certo, è un telecomando in più in giro per casa e oltretutto è talmente piccolo e sottile che sembra molto facile smarrirlo.

Non piace il PC

Partiamo subito dall'unica cosa che non sono riuscito a far funzionare: l'ascolto dei file residenti su un PC collegato alla stessa rete. Le istruzioni fornite sono piuttosto chiare, ma non c'è stato verso di andare oltre la scritta "NETWORK ERROR" con il mio portatile Mac OS X. Sono probabilmente io a sbagliare qualcosa, ma l'unico punto che mi viene in mente è il nome di default del "workgroup" o zona di rete che Revo e Mac dovrebbero condividere. Il dialogo tra i due avviene, perché la Revo ha risposto ai miei ping, ho provato a risettare tutte le password e gli account. Ma non c'è stato verso. Ho effettuato in primo tentativo anche con Windows Vista, un sistema operativo a dir poco indecente, lasciatemelo dire. Anche qui non ho avuto successo. Per me questa funzione non è importante e sicuramente posso aver fatto qualche errore io. Diciamo che sospendo il giudizio dando alla Revo il beneficio di inventario. Non posso escludere che lavorandoci sopra il problema non si risolva, ma se per voi la possibilità di ascoltare le musiche salvate sul PC, fate un po' d'attenzione.

FM/RDS adeguata

Come radio, invece, Blik Station funziona in modo eccellente, e anche la qualità del suo piccolo altoparlante non lascia niente a desiderare. La ricezione in FM è più che soddisfacente e l'apparecchio supporta l'RDS e il Radiotext, visualizzati in tempi ragionevoli (non fulminee, specie se il segnale è medio).
Mi è sembrata più che discreta la selettività. La sintonia con i tastini del lato superiore è tutto sommato agevole ed è prevista una funzione di scan con due livelli di sensibilità, facilmente azionabile con i pulsanti freccia o tenendo premuto il pulsante SELECT, che permette di passare da una stazione all'altra in un secondo. Si possono memorizzare fino a dieci stazioni preferite semplicemente tenendo premuto uno dei corrispondenti tasti numerici. Il pulsante INFO su una stazione sintonizzata produce una serie di videate informative con il nome della stazione, la frequenza, il tipo di programma, data e ora.

Internet radio da campioni

Straordinaria la ricezione Internet. Blik Station supporta stream MP3, Windows Media e Real e la lista delle stazioni è consultabile per location (area geografica e singole nazioni) e per genere. Sorprendente la capacità sinergica con il server della directory di stazioni, realizzato dalla stessa Frontier Silicon che ha fornito il chipset. Blik dispone di due liste, stazioni preferite e stazioni aggiuntive (non originariamente presenti nell'elenco generale), che si possono gestire andando all'indirizzo www.wifiradio-frontier.com e registrando l'apparecchio inserendo un token (access code) generato sul momento da uno dei controlli della Blik Station. Una soluzione elegante. Dopo aver registrato la vostra radio in questo modo, potete accedere sul sito Web Frontier ai due elenchi personalizzabili. Volete aggiungere una stazione non ancora catalogata? Basta inserire la URL giusta e il tipo di streaming attraverso l'interfaccia Web. In pochi secondi la stessa stazione sarà presente nella memoria delle stazioni aggiuntive della Blik Station! Sembra complicato ma non lo è e il funzionamento è liscio come l'olio. Frontier afferma di disporre di oltre 10.000 stazioni già catalogate, ma se ne possono trovare molte di più in questo modo. Dimenticavo: oltre agli stream in tempo reale delle stazioni, il catalogo Frontier comprende anche i podcast. Mai visto una Internet radio tanto efficace.

Buona (ma unica) la terza

E veniamo alla sezione DAB/DAB+. Anche qui lo scan è molto immediato e veloce, purtroppo limitato alla sola banda III. Si possono effettuare lo scan completo della banda, lo scan dell'ensemble sintonizzato e la sintonia manuale (le stazioni DAB+ sono contrassegnate da un +). Anche qui si possono memorizzare dieci stazioni preferite. La sensibilità DAB mi pare superiore alla mia radio DAB Sangean, ma non all'iRiver B20. La resa audio è molto buona in considerazione del piccolo altoparlante e la Blik Station comprende tre livelli di dinamica per l'ascolto della musica. Una volta sintonizzate le stazioni, si può scegliere una lista ordinata per ensemble o per ordine alfabetico. Dopo aver sintonizzato una determinata stazione si possono visualizzare tutte le informazioni relative premendo il pulsante INFO, come avviene per l'FM. A rotazione compaiono: intensità del segnale (grafica), intensità (valore numerico), nome dell'ensemble, frequenza, tipo di programma, eventuale PTY, bit rate e format (DAB/MP2 o DAB+/AAC), data e ora. Non ho avuto difficoltà nel sintonizzarmi su tutti gli ensemble ricevibili qui a Milano e il suono prodotto è molto valido, anche nel caso del vecchio MP2. Come ricevitore ibrido DAB/DAB+ fa decisamente il suo mestiere.

Conclusioni

Qual è il giudizio, in definitiva? Se trascuriamo il problema della riproduzione dei contenuti dal pc, Blik Station è un apparecchio estremamente funzionale, addirittura brillante nella ricezione via Internet. La sezione FM è all'altezza delle difficili condizioni di ascolto milanesi e la presenza dell'RDS è un conforto in più. L'ascolto del DAB e del DAB+ combinati è piacevole, e questo nonostante un altoparlantino oggettivamente striminzito. Forse, sul piano ergonomico Revo dovrebbe studiare qualcosa di più fluido. La posizione dei tastini alla fin fine è abbastanza comoda per chi deve esercitare la pressione sui comandi, ma per chi deve tenere sott'occhio anche il display la mano può ostacolare la visione. Inoltre bisognerebbe avere sempre il display all'altezza dell'occhio, altrimenti si rischia, una poco pratica visuale di sghembo. Il telecomando rimedia all'inconveniente, ma è un di più di cui molti fanno a meno.
C'è chi potrebbe obiettare sulla scelta di creare una radiosveglia (a proposito, ci sono due allarmi impostabili e potete scegliere il modo e la stazione, Internet/DAB/FM con cui essere svegliati), ma immagino che altri fattori di forma arriveranno in futuro. Il prezzo della Blik è giusto? Se questa fosse solo una Internet radio forse 229 euro (210 su Factotus) sarebbero già considerati eccessivi. Ma questa dopotutto non è una semplice Internet radio. La compatibilità col DAB+ e la retrocompatibilità con FM e DAB sono un buon vantaggio in termini di durata dell'investimento, anche se in Italia il mancato supporto del DMB potrebbe rappresentare un problema. Questa radio costa come il Morphy Richards (in compenso il Morphy non supporta le Internet radio e non è aggiornabile al DAB+), ma non supporta il DRM. Non credo che molti di noi rimpiageranno la cosa. Blik Station è per molti versi un "solid performer" e sul suo aspetto esterno si può chiudere un occhio. La sua ottima flessibilità, inferiore solo al B20 iRiver (la cui sezione FM non ha l'RDS), può accontentare molti gusti, malgrado il serio inconveniente della non copertura della Banda L.

10 novembre 2007

Le mie impressioni su Perseus


Ho approfittato del ritorno in treno da Roma oggi per stendere le mie annotazioni relative alle prove che ho avuto modo di effettuare con Perseus, la piattaforma SDR di Nico Palermo. Ringrazio Nico e Beppe Campana, distributore ufficiale del dispositivo, proposto a 799,0 euro. Le mie prove si riferiscono al software di controllo originale Perseus, sviluppato anch'esso da Nico Palermo. Perseus come front end può funzionare anche con Winrad di Alberto di Bene.
E' una recensione molto hands on, per niente strumentale e frutto di un test intenso ma durato pochi giorni (non avrebbe senso provare una Ferrari del genere sulle stradine strette e rumorose di Milano). Più una educated first impression che una vera recensione, a pensarci. Potete prelevare qui il documento. Ricordo che per discutere del nuovo front end SDR a conversione diretta è stato creato un gruppo su Yahoo.