Sto latitando da qualche giorno da questi spazi, il che non è necessariamente una brutta cosa. In realtà nel fine settimana ho avuto una delle ormai rare opportunità di stare a contatto fisico, non solo verbale, con la radio. Ho fatto qualche prova con due recenti acquisti nel "comparto" software defined radio, un SoftRock Ensemble II e un Funcube Dongle. Due acquisti che ho voluto concedermi con il preciso obiettivo di testare questi due front end con il software SDR disponibile per Macintosh. Non sono ancora in grado di parlare dei risultati, perché ho scoperto con grande disappunto di essere molto meno preparato di quanto la mia regolare frequentazione di siti Web e liste di discussione specializzate mi aveva indotto a credere. Sono stato improvvido e superficiale: già l'SDR non è precisamente una faccenda banale, ma le difficoltà sulla piattaforma Mac aumentano (è un paradosso considerando che il software disponibile è abbastanza sparuto).
Grazie all'aiuto di amici preparati come Aldo Moroni sono riuscito a estrarre qualche segnale dall'Ensemble II utilizzando l'applicazione di Sebastian Mrozek, DSP Radio. Ma sono solo embrioni di ricezioni. L'abboccamento con il Funcube è stato ancora più fugace, abbiamo fatto solo qualche prova sotto Windows con il software HDSDR, uno dei vari cloni di Winrad, ma senza grossi risultati. Ci sarebbero già alcune cose da dire ma mi riservo di farlo dopo un lavoro più approfondito, sperando di trovare il tempo necessario.
Ci sono invece delle cose interessanti da dire sul versante della radio definita via software, lato trasmissioni. Pochi giorni fa ho ricevuto una gentile mail di Andrea Montefusco, uno dei maggiori esperti radioamatoriali italiano della piattaforma Linux/Unix. Andrea mi ha raccontato velocemente delle sue prime esperienze con un trasmettitore HF software defined presentato all'ultimo convegno dell'ARI di Modena, l'SDT realizzato da un altro binomio di grande prestigio: Giuliano Carmignani per la parte hardware e Alberto di Bene per il software.
"E' un trasmettitore SSB/CW completamente digitale con amplificatore da 10 W incorporato (opera di un altro radioamatore italiano, IK0OTG Pietro Tancioni)", mi scrive Andrea. Al quale ho subito chiesto se il concetto di fondo del progetto fosse più vicino all'approccio del SoftRock RXTX o se viceversa l'ispirazione fosse quella di un glorioso trasmettitore software nato dalle passate esperienze di Nico Palermo, inventore del Perseus (il suo TX si chiamava Digimit 2002 e la sigla rivela la quasi decennale lungimiranza di quello schema). Andrea mi ha risposto dicendo che l'SDT di Giuliano è più vicino al Digimit, precisando che «tuttavia la tecnica usata è piuttosto diversa. Infatti come modulatore SSB, [c'è] un PIC DSP con un software sviluppato da Alberto e come catena di upconversion e conversione DA, un DDS. Il tutto costa meno della sola FPGA del trasmettitore HPSDR (Penelope), per non parlare del fatto che non necessita del computer: anche un Atom330 con Linux sono sempre cento euro in più, conclude Andrea.
Una descrizione molto dettagliata (e se posso dire gustosissima grazie alla vocazione letteraria del fisico Di Bene) di questo progetto si trova sul sito dell'ARI di Modena. In quella pagina potrete trovre la descrizione del software e dell'hardware di SDT insieme a tutte le altre (in particolare quella di Martin Pernter sul suo nuovo PMSDRplus). Ce n'è abbastanza per continuare a discutere di tecnologie e software SDR ancora per molto tempo.
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