08 novembre 2007

Il fascino delle (nuove) onde corte

Andatevi a leggere le prime righe di questo articolo di Bill McKibben apparso sull'ultimo numero dell'Atlantic Monthly, prestigioso mensile progressista americano. Che cos'è quella "tozza scatola sistemata sul comodino vicino al letto che ti collega a tutto il mondo"? Finalmente qualcuno torna a parlare di onde corte? Macché. Ovviamente McKibben si riferisce a una Internet Radio, in particolare al modello Acoustic Energy, che per la verità in una prova che avevo effettuato lo scorso anno non ero riuscito a far funzionare.
Purtroppo non sono abbonato all'Atlantic e non posso leggere il resto della storia. Peccato, perche' il giornalista ha una intuizione felice, all'inizio, quando confronta la tecnologia delle Webradio con l'iPod e con la radio satellitare, scoprendo che l'Mp3 è fichissimo, ma che in fin dei conti si limita a farci sentire solo quello che abbiamo già in testa; e che il satellite costa troppo e l'unico suo vantaggio è la copertura negli abitacoli delle auto. Mentre la possibilità di ascoltare stazioni radio da tutto il mondo è inebriante.
Una volta questo stesso discorso lo si poteva fare con una tecnologia molto meno avanzata, ma efficace. Del resto non si può pretendere. Le onde corte sono affascinanti ma anche nelle migliori condizioni non sono certo all'altezza di Internet per qualità complessiva e accessibilità. Sintonizzare il segnale di una emittente internazionale richiede molta pazienza e ancora più voglia di accettare un suono spesso distorto e interferito. Un hobby perfetto, di grande fascino, ma improponibile per chi è abituato all'MP3. E il paradosso è che quelli che non potrebbero mai permettersi Internet e le sue Webradio, sulle onde corte ormai trovano ben poche voci. Proprio quando il giocattolo delle onde corte ha cominciato a stufare gli ascoltatori ricchi, le emittenti hanno chiuso bottega lasciando con un palmo di naso non gli occidentali annoiati, che i suoni esotici li vanno a cercare sul Web, ma milioni di derelitti che forse attraverso le onde corte potrebbero godere di un minimo di sostegno informativo e culturale, una chance in più per affrontare arretratezza e dittature. Non venitemi a dire che il DRM può essere la soluzione: il DRM continua a funzionare in modo erratico. A chi diavolo vogliono vendere la loro tecnologia "dead on arrival"? Gli ascoltatori ricchi trovano tutto su Internet (non ho letto il resto di quanto scritto da Bill, ma sarei pronto a scommettere che di HD Radio non parla). E chi non ha Internet non risolve nulla con la radio digitale.

Move over, iPod: Internet radio captures the enduring magic of the medium and makes the local global.
BY BILL MCKIBBEN
Radio Free Everywhere


The iPod shows you mainly what’s already going on in your head—it’s cool, but only as cool as solipsism can ever be. I’ve got a way cooler device: a squat little box that sits on your kitchen counter or your bedside table and connects you to pretty much the entire Earth. And in so doing makes you think anew about the global and the local and what community amounts to—makes you think about connection, which is, after all, the main topic of our age. It’s a kind of home epistemology center that also happens to rock.
Or croon, or wail, or chat, or do anything else a radio can do. Because that’s all I’m talking about: a table radio, though one that, assuming you have a broadband connection and wireless network in your house, lets you tune in to almost any station anywhere that’s streaming its signal on the Net. Your computer will let you do this too (go to www.reciva.com for a portal that will let you listen in), but there’s something about having a little box there in the kitchen—the whole thing is more elegant (think presets), and it connects you with the earliest moments of electronic entertainment. Because radio is, of course, the great survivor medium, a century old and still occupying more hours in the average American’s week than network television—and just about every other type of entertainment, too.
At the moment, radio’s most talked-about form is satellite—XM and Sirius, eager to merge their hundred-channel lists of music and talk into something profitable. But given what’s out there for free, it’s hard to imagine why anyone would bother to pay for a satellite subscription (except for the fairly crucial fact that you can get satellite radio in your car, while easy Web-streaming in transit is still some years off). Like reggae? There’s a reggae channel on XM. But if you own an Internet radio—mine is an Acoustic Energy model, produced by an English company and available from many electronics retailers for about $300—you can listen to seven different stations from Jamaica, including MegaJamz, KOOL FM, and Love 101. Personally, I enjoy the soca show from Barbados on CBC at 98.1 FM, partly because of the music, partly because of the weather report—always 80, always breezy—and partly because of the lilting voices of the DJs. “My grandmother always used to tell me, ‘Never wake up vexed,’” said the lady who does the morning shift one day last month when I was feeling, in fact, a little tense. Something in both that sentiment (the opposite of the keyed-up political hysterics on our own dial) and that last choice of word relaxed me—and almost instantly conjured up colonial history with all its complexities.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

il DRM non e' piu' erratico della radio stessa.
Se il segnale ricevuto non e' particolarmente problematico (interferenze, fading pesante) il DRM funziona abbastanza bene, se invece lo e' allora anche l'analogico ha una pessima qualita' (se si sente).
Secondo me il DRM da' semplicemente il massimo che possono dare le onde corte.

Andrea Lawendel ha detto...

Il punto di vista espresso da Maurizio è diametralmente opposto al mio. Come molte invenzioni fatte a tavolino, senza veramente prendere in considerazione le esigenze di tutti i protagonisti di un mercato, il DRM funziona benissimo se l'emittente è vicina, se il trasmettitore è potente e se il computer che decodifica ha un processore di ultima generazione. Non potrei pensare a qualcosa di più diverso dai vantaggi che la modulazione d'ampiezza - possibilmente nella versione con portante soppressa, alternativa che i broadcaster internazionali hanno colpevolmente trascurato - offre a un prezzo molto più vantaggioso: bastano pochi kilowatt in uno spettro ben regolato per assicurare ottime coperture sulle lunghe distanze, con segnali perfettamente ricevibili con ricevitori da quattro lire. Invito Maurizio a sintonizzarsi sui programmi di RNZI in analogico e in digitale e fare un semplico confronto segnandosi i dettagli del programma ascoltato. E' facile verificare che l'analogico offre percentuali di godibile leggibilità ben superiori rispetto all'imbarazzante singhiozzo di audio fastidiosamente metallico e impietoso silenzio. Se poi vogliamo trasformare il DRM in un altro canale di distribuzione digitale locale è un altro discorso. Ma in HF il DRM finora è un fallimento piuttosto vergognoso, considerando l'impatto interferenziale sulle "povere" trasmissioni convenzionali. Che sono tutt'altro che erratiche.

Anonimo ha detto...

il tuo punto di vista Andrea e' quello del DXer, il comune ascoltatore non e' interessato a RNZI (che non trasmette per l'Europa), ma appunto alle stazioni non dx.
Da quando c'e' una decente copertura (che e' attualmente secondo me il vero problema del DRM) per l'Europa, ascolto BBCWS in DRM (dalla Norvegia in 49m) ed e' una esperienza nettamente migliore che ascoltare il sempre distorto audio dell'AM, che e' a mio avviso il mezzo peggiore. A volte sto a guardare lo spettro del segnale durante l'ascolto, che a causa del percorso ionosferico assume le forme piu' assurde e lontane da quello teorico "squadrato", nonostante cio' la decodifica ha successo, mentre in AM cio' causerebbe una modifica delle proporzioni tra le sue tre componenti provocando l'immancabile continua sgradevole distorsione.
Tutto questo lo faccio con un pc di 5 anni fa (PIII Celeron 700Mhz con WinMe).
La potenza raccomandata dall'ITU per il DRM e' di 7dB inferiore a quella dell'AM, ed anche qui le lunghe distanze sono possibili. Anni fa ascoltavo la sera RNW che trasmetteva da Bonaire con 10KW in DRM (modo C) e il risultato (con una antenna da interni e un SW7600G) era buono. Pochi giorni fa ad Amterdam hanno ascoltato in modo "amazingly good", con un Morphy Richards, HCJB che trasmette da Quito in DRM con 4KW, e con lo stesso apparecchio in Nuova Zelanda sono state ascoltate (con antenna telescopica) le BC europee (http://www.owdjim.gen.nz/chris/radio/DRM/MorphyRichardsReview.php).
Leggendo le specifiche del protocollo si vede chiaramente come a mio avviso sia stato realizzato proprio all'opposto che a tavolino, considerando la complessita' dei fenomeni propagativi, inserendo soluzioni che me paiono tecnicamente belle (le portanti di controllo che permettono di correggere la distorsione del canale e ripristinare la forma "squadrata", le tecniche per evitare i problemi che il multipath causa in AM, la possibilita' di simulcast...).
La tua visione dell'analogico e' un po' troppo ottimistica, io banalmente senza essere un DXer ascolto a volte la VoA in analogico e spesso e' una pena: a volte il segnale troppo basso o sottomodulato, a volte l'interferenza, a volte il fading, e anche se ascolto sempre in ECSS, spesso devo soltanto spegnere tutto ed andare anch'io a guardare la televisione, anche se la VoA non usa pochi KW, non trasmette da lunghe distanze, ed il mio ricevitore non e' da quattro lire, risultati insomma abbastanza erratici.
La mia impressione e' che il tuo punto di vista sia piu' che altro determinato da considerazioni piu' generali, ma dal punto di vista del semplice ascoltatore quale sono la mia evidenza e' che il DRM suona meglio.

Andrea Lawendel ha detto...

Il mio punto di vista è sicuramente quello di un ascoltatore molto impegnato, Maurizio, ma allora non capisco perché "sarebbe determinato da considerazioni più generali". Sono proprio le considerazioni generali a mancare platealmente in una sperimentazione condizionata esclusivamente dagli interessi di due o tre costruttori di apparati trasmittenti che cercano di imporre la validità teorica di uno standard che funziona certamente (ci mancherebbe) ma che ha clamorosamente fallito, finora, nel creare quello che banalmente ci si aspetta da un sistema di radiofonia: il pubblico. Noi DXer continuiamo a essere accusati di avere un punto di vista troppo ristretto, ma la verità è che i DXer molto attrezzati rappresentano l'unica audience, mi pare molto esclusiva, di un sistema che oggi non pensa certo di raggiungere ascoltatori ricchi e oziosi. Se il mio target è il monaco birmano non posso verosimilmente chiedergli di acquistare un Dual Core per ascoltare i miei messaggi.
Tu citi una singola recensione di uno dei due apparecchi commerciali oggi esistenti (quanti esemplari vengono prodotti?) e naturalmente la ricezione di HCJB è amazingly good. La media delle mie esperienze è amazingly bad: mentre ascoltavo a singhiozzo RNZI (non c'entra assolutamente niente il fatto che non trasmetta per l'Europa) avevo serie difficoltà nel decodificare la RAI di Siziano. Se la mia visione dell'analogico è "ottimistica" il tuo entusiasmo per il DRM mi pare altrettanto polarizzato. Ci sono studi molto seri che mettono in dubbio le raccomandazioni ITU di cui parli, dimostrando che il DRM non è per niente adatto alla propagazione ionosferica in HF. Contestualmente, mi spiace che la tua esperienza di ascolto della VOA sia così penosa, ma mi chiedo allora in che condizioni ascolti, visto che con un Degen da 50 euro posso ascoltare in armchair quality tutto il mondo vicino e lontano, sicuramente non in modo erratico. Quando mi farai vedere un ricevitore DRM da 50 euro in grado di darmi la stessa qualità media del mio Degen (non parlo dei ricevitori di alto livello con cui ascolto le onde medie transatlantiche) sarò più che disposto ad ammettere che il DRM funziona. Per ora mi sembra solo una delle tante tecnologie viziate da una dose eccessiva di marketing hype.

Anonimo ha detto...

Andrea, invidio la tua "armchair quality" in analogico, che io poche volte riesco
ad ottenere, e mi pare evidente che il motivo per cui poca gente ascolta le onde corte oggi e'
proprio la generale scarsa qualita' dell'ascolto (per questo e' nato il DRM).
Sono anche sorpreso dai tuoi cattivi risultati in DRM, ma credo appunto si tratti
delle nostre prospettive che sono diverse: se cerchi RNZI (che trasmette per il
pacifico, ammetterai che qualcosa c'entra) allora concordo con te, ma io quella
nemmeno in analogico sono mai riuscito ad ascoltarla decentemente (ne' mi interessa
tanto, non cerco dx), mentre se la ascolti ritrasmessa dall'Inghilterra allora il
discorso cambia, ed io questo tipo di ascolti faccio, quello che ascolterebbe la
maggior parte della gente e questo sono certo che lo ascolteresti decentemente in
DRM anche tu, come lo ascoltano abbastanza bene ogni giorno molti utenti (http://www.drmrx.org/forum/)
che non sono poi tutti cosi' attrezzati, io ho un SW7600G e qualche metro di filo sul muro
esterno (niente dualcore, come ti dicevo solo un pc vecchio), e sono piu' o meno queste anche
le prestazioni degli apparecchi DRM commerciali (http://knallfunke.de/drm/empfaenger/himalaya/),
che non costano 50 euro ma comunque piu' o meno quello che pagai il SW7600G nove anni fa.
Confermo che Siziano di notte non si sente bene (penso a causa di una interferenza), di giorno
invece e' perfetto (anche se con un SNR inferiore alle altre BC europee).
Le considerazioni piu' generali sono quelle che tu stesso hai indicato nella prima parte della tua
risposta, e' chiaro che a te sta a cuore tutto cio' che gira intorno alla radio, comprese
le problematiche piu' "politiche", mentre io forse guardo solo egoisticamente il mio SNR :-)

Andrea Lawendel ha detto...

Maurizio, il tuo "pc vecchio" sarà comunque come minimo un qualcosa a 800 Mhz-1 GHz ed è comunque improponibile come terminale di massa. La radio si ascolta con la radio. Posso capire la tua soddisfazione nell'ascoltare i test di Radio Nederland in 49 metri e continuo a essere molto sorpreso dei tuoi scarsi risultati con segnali analogici: guardati un po' in giro e vedrai, nella comunità dei program listeners, interessati a *capire* i contenuti trasmessi in onde corte, commenti molto simili ai miei, ovunque. Non dico che il DRM sia farina del diavolo, dico semplicemente che finora è un fallimento. Non puoi parlarmi di due casi isolati come il Morphy e l'Himalaya (stesso chipset, perché guarda caso l'Himalaya con il chipset alternativo Analog Devices che ho visto a Berlino nel 2006 non è mai uscito e Sangean quello stesso chipset lo ha buttato alle ortiche insieme al DRM40), ho letto diverse recensioni assolutamente meno entusiastiche. Anche nelle migliori condizioni il DRM non può competere con i Web stream e le Internet Radio nella nostra fascia di riferimento. Se hai un computer, saresti un matto a mettere su tutto l'ambaradan necessario per sentire il DRM. Accendi il router ADSL e senti 15,000 stazioni in vera qualità. L'intera baracca del DRM sta per il momento in piedi con lo sputo di due fornitori di apparati, con le prove di quei quindici broadcasters che a questo punto devono giustificare un investimento che non ha portato ad alcun margine positivo di ascoltatori e con il tiepido interesse di qualche vecchio/nuovo appassionato delle onde corte che non è certo rappresentativo del potenziale vero mercato che c'è là fuori: fatto da gente per cui le due alternative al DRM, il satellite e Internet, sono di fatto inaccessibili. Credere che questa tecnologia possa "rivitalizzare" le onde corte nel suo originale target di riferimento, i ricchi hobbysti occidentali, è semplicemente azzardato. E infatti non è ancora stato comprovato come business case dopo quattro o cinque anni di test. Credere che il DRM possa sostituire l'analogico nel nuovo potenziale target di riferimento è lecito, ma a questo punto permettimi di nutrire qualche dubbio. Non nascondiamoci dietro i soliti paraventi: i ricevitori DRM stand alone non sono disponibili in volume e sono troppo costosi nell'ottica di qualsiasi price/performance ratio. Le problematiche "politiche" che sollevo io sono un di cui fondamentale di un mezzo che non ha nessuna altra prospettiva di sopravvivenza se non nel contesto di una comunicazione molto diversa da quella cui io (come DXer) e te (come ascoltatore forse casuale ma comunque in grado di capire che cosa vuol dire ECSS). Non illidiamoci su questo: la soluzione alternativa alle onde corte per ascoltare la VOA e la BBC ce l'hai già. Del DRM non abbiamo alcun bisogno perché non abbiamo alcun bisogno di onde corte. Chi teoricamente avrebbe ancora bisogno di onde corte oggi, può sicuramente apprezzare una modulazione analogica, ma solo se la soglia di accesso è praticabile. E, mi spiace dirlo, il Morphy Richards, non ha minimamente contribuito ad abbassare l'asticella.
Detto questo io la finirei qui, tu hai molte ragioni e ritengo di aver esposto a sufficienza le mie. Speriamo in due cose: una schiarita nel mercato dei ricevitori stand alone e un maggiore coordinamento in questa eterna fase di testing di una tecnologia che obiettivamente sta rompendo molto le scatole a chi ascolta l'analogico.

Andrea Lawendel ha detto...

Dio che mare di refusi e omissioni. Scusate. La frase che inizia con
"Le problematiche "politiche" che sollevo io"

va letta come:

Le problematiche "politiche" che sollevo io sono un di cui fondamentale di un mezzo che non ha nessuna altra prospettiva di sopravvivenza se non nel contesto di una comunicazione molto diversa da quella cui io (come DXer) e te (come ascoltatore forse casuale ma comunque in grado di capire che cosa vuol dire ECSS)siamo abituati. Non illudiamoci su questo:

Mi scuso ancora con Maurizio, che ringrazio in ogni caso per una discussione molto stimolante. Gli altri, a proposito come la pensano? Avete la vostra idea sul confronto tra qualità analogica e alternative digitali?