24 novembre 2005

L'ultima colonia dell'Africa

Ci sono stazioni radio che come virtuali macchine del tempo ti trasportano verso situazioni e mondi che crediamo superati. Anche per colpa, bisogna dire, di una stampa nazionale e di una televisione irrimediabilmente avvitate intorno alle piccole beghe di casa nostra. Una di queste macchine del tempo è la Radio della Repubblica Araba Democratica Sarahawi che sia ascolta, in spagnolo e arabo, su frequenze non proprio regolari, come i 1550 kHz nelle onde medie (dove la ha ottimamente registrata due giorni fa Valter Comuzzi, esperto DXer della provincia di Udine) e i 7470 kHz in onde corte, almeno a quanto sembra annunciare il clip di Valter e il sito "ufficiale" della Radio Nacional del Sahara libre, o Rasd. Il territorio, tanto per intendersi è quello del Sahara Occidentale, un ex possedimento spagnolo sulla costa marocchina antistante le isole Canarie, aspramente conteso tra moderno Marocco, popolazioni sarahawi autoctone, interessi algerini, da sempre speranzosi nei riguardi di uno strategico accesso all'Atlantico e mauritani (sebbene la Mauritania avesse rinunciato fin dal 1979 alle sue rivendicazioni). Anche se in forme leggermente diverse, la radio trasmette fin dal 1975, quando la si poteva ascoltare dalle frequenze di Radio Algeri, per esempio sul trasmettitore in onde lunghe sui 252 kHz, come Voz del Sahara Libre. Allora, e per altri due anni, era possibile ascoltare, in un contesto del tutto diverso ma sempre riferito alla fine del franchismo, la clandestina Radio Euzkadi, che dagli anni cinquanta e fino al 1977 trasmise dalla Francia e probabilmente dal Venezuela.
Come molte delle attuali vicende africane, i problemi del Sahara occidentale risalgono alla conferenza di Berlino del 1884, anno della spartizione del continente tra le potenze coloniali. L'area fu concessa alla Spagna ma solo agli inizi del XX secolo i confini furono più o meno definiti insieme ai francesi. I territori del Rio de Oro e di Sauia el-Hamra diventarono nel 1964 il Sahara Spagnolo, colonia amministrata separatamente dal più settentrionale Marocco Spagnolo. Nel '57 una invasione da parte delle truppe marocchine fu l'ultima tappa di un lungo periodo di turbolenze e l'inizio della fase di decolonizzazione, che culminò alla morte del dittatore Franco, esattamente 30 anni fa (era il 20 novembre del 1975). Perché questo territorio desertico è ancora conteso? Perché gli stessi marocchini sono visti come oppressori dagli abitanti locali, che dopo la loro resistenza contro la Spagna nel 1973 hanno dato vita al Frente Polisario, appoggiato dall'Algeria, e nel 1976 hanno appunto proclamato la Repubblica Araba Democratica.
La vera e propria situazione di guerra tra Marocco e Frente Polisario è perdurata fino al 1991, anno in cui le Nazioni Unite hanno mandato una forza di peace keeping, la Minurso, o Missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara occidentale. Curiosamente, il rappresentante del Segretario generale dell'Onu Kofi Annan per questa missione è un italiano, il milanese Francesco Bastagli, che ha operato anche in Kossovo.
Internet brulica di siti sul Sahara occidentale ma trattandosi di un territorio non ancora proclamato l'ufficialità è sempre alquanto effimera. Www.wsahara.net e Web.jet.es/rasd/ sono molto interessanti, ma anche Arso.org è da visitare. E c'è persino un'altra radio, Radioforpeace, che diffonde via satellite Hotbird, oltre che su 1550 kHz, ed è prodotta a Bologna, da Radio K Centrale. Non manca una associazione dei prigionieri e dei desaparecidos, e un blog di notizie in francese. Tutto all'insegna di una autodeterminazione che il popolo sarahawi insegue in quella che viene definita "ultima colonia dell'Africa".

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